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The 100 | Recensione 3×07 – Thirteen

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The 100 | Recensione 3×07 – Thirteen

Dopo gli eventi delle scorse settimane e gli sconvolgimenti che stanno avvenendo ad Arkadia, questa settimana The 100 si focalizza su Polis, sulle conseguenze politiche della decisione di Lexa, e sulle origini della City of Light, regalandoci un flashback degno di nota, che riesce in un sol colpo non solo a fornirci importanti spiegazioni su A.L.I.E. e sul chip, ma aggiunge anche un tassello alla storia delle tredici stazioni dell’Arca, che avevamo conosciuto nella prima stagione, e riesce anche a trovare un anello di congiunzione tra i Grounder e gli Sky People, tracciando una linea continua che va da Becca, la creatrice dell’intelligenza artificiale che ha distrutto l’umanità, ai Comandanti che si sono susseguiti dopo il disastro nucleare.
Polis si riferisce a Polaris, la tredicesima stazione perduta dell’Arca, ed è stata Becca a portare il chip sulla Terra e a dare inizio non solo alle credenze dei Grounder sull’anima dei Comandanti, ma anche a un vero e proprio culto. Questa rivelazione è importantissima, perché mette le credenze dei Grounder sotto una luce diversa: le loro superstizioni religiose adesso hanno una base scientifica, sono collegate a quell’A.I. creata dagli uomini prima della guerra nucleare. Come fa quel chip a scegliere il tumblr_inline_o3a56cZ54u1tevpqn_540nuovo capo? Il metodo è collegato a quel sangue nero di cui parlava la Regina Nia, lo stesso che ha anche Lexa, e, alla luce di quello che sappiamo, il rituale con cui viene scelto il nuovo Comandante è interessantissimo. Ancora una volta, poi, questa serie sceglie di mettere una donna in una posizione di enorme importanza. Se c’è una cosa che non hanno paura di fare, in The 100, è dare spazio ai personaggi femminili, nel bene e nel male, e Becca ne è un’ulteriore dimostrazione. E’ la responsabile della fine dell’umanità, ma ha anche dato inizio all’attuale sistema con cui i Grounder si governano e decidono chi ha il diritto di stare al potere. Quello strumento tecnologico così avanzato, da lei creato per aiutare l’umanità, è stato usato per un rituale che ha poco di scientifico e molto di spirituale, ed è, per lei, una specie di rivincita, un modo per fare ammenda per l’enorme errore che ha causato la guerra nucleare sulla Terra. Non credo che questa sia l’ultima volta che vediamo Becca, e il suo personaggio è interessante e di enorme importanza nella storia.

L’evento, però, che più ha sconvolto gli spettatori, e che avrà ripercussioni gravi sul resto della serie, è la morte di Lexa. Che la si ami o no, Lexa ha avuto un ruolo fondamentale in questa stagione: ha dato inizio a una rivoluzione, nei Grounder, che sapeva essere rischiosa, ed era in pericolo già da tempo. Lei stessa aveva avuto dei presagi, la scorsa settimana, ed era consapevole di aver provocato una frattura, all’interno della Coalizione, che la rendeva vulnerabile. La sua morte, per quanto sconvolgente, non era poi così improbabile, visto il clima teso di Polis. Muore subito dopo aver passato la notte con Clarke, a poca distanza da un momento che non solo era stato intimo a livello fisico, ma anche emotivo. E’ apparsa completamente umana, e quel “Love is weakness”, che aveva detto a Clarke la scorsa stagione, per lei è stato profetico. Come già era apparso in passato, Lexa aveva in sé molta più umanità di quanto volesse ammettere, ma essere cresciuta in un ambiente in cui è d’obbligo imparare a difendersi l’ha costretta a vedere il mondo attorno a sé con freddezza, perché, se avesse agito troppo d’istinto, avrebbe messo a rischio la propria vita e quella di chi la circondava. Essersi innamorata di Clarke l’ha spinta a liberarsi da quella corazza, ed è straziante che proprio nel momento in cui era riuscita a disfarsene completamente, se ne sia andata. Nei suoi ultimi momenti, Lexa riconosce che c’è molto di più, nella vita, di quell’istinto di sopravvivenza così forte da spingere lei e la sua gente a fare di tutto, pur di salvarsi. Dopo un’intera esistenza passata a combattere per riuscire ad arrivare viva al giorno successivo e per garantire quel diritto a chi dipendeva da lei, Lexa riesce finalmente a desiderare qualcosa di diverso, a concedersi un po’ di dolcezza in più, una tregua da quel continuo bisogno di apparire la più forte. Le scene sue e di Clarke sono molto intense e tenere: Lexa è diversa, più rilassata, sorridente, e solo quando parla della misteriosa settima persona che era presente alla sua ascesa (la cui storia sicuramente ha un certo peso e verrà rivelata, prima o poi), si rabbuia, per poi scacciare subito quel pensiero. Non ha dichiarato il proprio amore a Clarke, ma quel sentimento è palese, e anche se Lexa non riesce a dire quelle parole, e non lo potrà più fare, è come se le pronunciasse. Entrambe capiscono quanto la guerra tra i loro popoli le metta in pericolo, ma, per quel breve momento, lasciano da parte le preoccupazioni e i doveri di leader per mettere al primo posto, una volta tanto, se stesse e quello che vogliono.

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Al di là del triangolo tra lei, Clarke e Bellamy, Lexa è stata un riferimento per Clarke, e le due avevano molto in comune. Lexa sapeva esser spietata e severa, ma anche premurosa. Essere il Comandante l’ha costretta a separare i suoi sentimenti dal suo dovere, anche quando si è trattato di accettare nella Coalizione la stessa tribù che aveva ucciso la ragazza che amava, e, sempre per la salvezza della sua gente, ha voltato le spalle agli Sky People, nonostante i suoi sentimenti per Clarke. Anche in questo episodio, pur cercando di salvare Arkadia dalla furia dei Grounder, prende provvedimenti severi contro Pike e i suoi. Entrambe si sono sentite schiacciare dai doveri verso la propria gente, ed entrambe hanno perso qualcuno che amavano per quell’eterna guerra per la sopravvivenza che sembra essere l’unica costante delle loro vite. Per Clarke, Lexa è stata la prima persona a cui si è aperta dopo la morte di Finn, la prima persona che è riuscita a convincerla a mettere da parte il macigno che per lei rappresenta essere Wanheda, e tornare a provare qualcosa per qualcuno, nonostante sappia bene quanto questo sia rischioso. E, di nuovo, Clarke si ritrova a dover vedere una persona che ama morire, per le logiche politiche che mettono, per l’ennesima volta, Grounder e Sky People gli uni contro gli altri. E lo stesso è stato per Lexa, che ama per la prima volta una ragazza dopo aver perso Costia e mette da parte la sofferenza che ha provato per concedersi di nuovo di tenere a qualcuno, superando quel mantra martellante secondo cui amare, per chi è nella sua posizione, significa essere deboli, e il ruolo del Comandante deve essere solitario. Lexa ha voluto infrangere quella solitudine e lasciare entrare Clarke nel suo mondo, nonostante il passato, razionalmente, le suggerisse di non permettere a se stessa di affidarsi troppo a qualcuno.

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Queste due ragazze hanno insegnato molto, l’una all’altra, hanno saputo sostenersi a vicenda in un momento in cui si sono viste un vuoto enorme attorno: Bellamy, l’eterno sostegno di Clarke, è più lontano di quanto non lo sia mai stato, e Lexa si è vista rivoltare contro l’intera Coalizione, e persino Titus, il suo collaboratore più stretto. Hanno saputo dirsi l’un l’altra quello di cui avevano bisogno, e Clarke ha avuto una grande influenza, su Lexa, in questa stagione: Lexa era molto più incline a correre rischi per lei man mano che i suoi sentimenti diventavano più forti, e il cambiamento si è notato, anche un po’ troppo. Leggermente forzato, in alcuni aspetti, ma questo rapporto ha significato molto per entrambe e ha fatto un’enorme differenza per gli Sky People, che devono a Lexa il non essere stati trucidati dopo aver ucciso gli uomini posti a guardia di Arkadia. La sua morte cambia completamente le carte in tavola per gli Sky People: senza di lei, la Coalizione non ha motivo di non cercare vendetta contro di loro, e il motto “Blood must have blood” risuonerà di nuovo. Anche se Lexa ha garantito a Clarke che sarà salva, non c’è la certezza assoluta che il nuovo Comandante sia magnanimo con Arkadia, specialmente considerando i rischi enormi che dovrà affrontare sfidando le opinioni dei dodici clan, già abbastanza infuriati. La prospettiva, poi, di vedersi riservata la stessa fine di Lexa per aver tentato di proteggere gli Sky People, renderà lui o lei poco incline a sostenere la pace con Arkadia. E, al momento, quelli più a rischio sono Clarke e Murphy, che si trovano proprio al centro del ciclone: Titus avrà bisogno di spiegare chi ha ucciso Lexa, e i Grounder avranno bisogno di incolpare qualcuno. Clarke e Murphy sono prigionieri in una città dove non sono graditi, e hanno perso l’unica persona che potrebbe garantire loro di uscire incolumi da Polis.
Per quanto triste, la morte di Lexa, inserita nell’episodio proprio quando abbiamo scoperto qualcosa di più sulle origini di A.L.I.E., collega il flashback con quanto sta accadendo nel presente, chiude un cerchio, ne rafforza l’importanza. Il momento in cui vediamo il segno sul collo di Becca è quello in cui vediamo anche quello sul collo di Lexa e quello che c’è sotto la sua pelle… e tutto, improvvisamente, assume un significato diverso. E’una rivelazione potente, inaspettata, un bel colpo di scena.
Sky People e Grounder, anche se in guerra, sono legati da parallelismi che non credo siano casuali: come esistevano dodici stazioni orbitanti, che ospitavano i superstiti della guerra nucleare, così esistono dodici clan, e la tredicesima stazione e il tredicesimo clan sono andati persi, seppur con modalità diverse. Entrambi hanno subìto le conseguenze dello sterminio dell’umanità e hanno dovuto trovare un modo per sopravvivere, ed entrambi sono stati influenzati da un’intelligenza artificiale: gli Sky People sono stati costretti a abbandonare la Terra per vivere nello spazio per colpa sua, i Grounder hanno fatto del chip portato da Becca uno strumento per decidere chi avesse il diritto di guidarli.

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E’ normale che, con un avvenimento così importante a Polis, le vicende di Arkadia vengano messe in secondo piano, e gli unici ad ottenere più spazio sono Murphy, che inizia a collegare i puntini che uniscono la storia degli Sky People e dei Grounders, e che finisce, insieme a Clarke, con l’essere coinvolto in prima linea nelle conseguenze della morte di Lexa, e Octavia, sempre ferma nella sua incredibile forza d’animo, pronta anche a fare coraggio a Indra. Octavia, ancora una volta, si dimostra la più determinata e sicura dei Cento, una guerriera fino al midollo che è disposta anche a combattere contro il proprio fratello per quello che ritiene giusto. Se l’anno scorso è stato Bellamy a brillare come eroe di guerra, adesso è decisamente il turno di sua sorella.
Gli equilibri sono più instabili che mai sulla Terra, e quello che vedremo sarà una guerra interna ad Arkadia, quella proposta da Clarke a Lexa, dove a fare la differenza saranno i dissidenti, come Kane e Abby, e una nuova leadership, piena di rischi per gli Sky People, a Polis. La guerra civile è, ormai, alle porte.

 

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4 COMMENTS

  1. Peccato che per avere questa grande svolta sia dovuta morire Lexa, o per lo meno morire in un modo così sciocco, per un incidente… però il nuovo percorso che stanno introducendo su A.L.I.E. e Becca ed il collegamento fra Grounder e Sky People è molto interessante. Mi ha sempre affascinato molto l’aspetto quasi mistico dietro la successione dei vari comandanti e questo risvolto scientifico lo trovo geniale.
    La vedo grigia per Murphy che data la sua proverbiale sfiga sarà secondo me il capro espiatorio perfetto per l’assassinio di Lexa, dato che Clarke dovrebbe essere protetta.
    Brava Octavia che si dimostra sempre più sicura ed ho adorato il momento in cui se ne va con Indra. Quanto amo quella donna!!! Lei ha insegnato ad Octavia ad essere una combattente, a lottare per la sua causa ed ora è l’allieva a risvegliare lo spirito abbattuto della maestra.

    • Vero, Octavia è straordinaria, in questa stagione.
      Eh, io la vedo sia per Murphy che per Clarke, in realtà. Malgrado le promesse di Lexa, non c’è nessuna garanzia che il prossimo Comandante non condanni a morte tutti gli Sky People, e Clarke e Murphy sono i primi della lista, al momento.
      Di per sé, la morte di Lexa poteva avvenire diversamente, ma ho apprezzato che sia morta mostrando un bel lato umano. Mi dispiace tanto per i fan della coppia. Dev’essere stato veramente un duro colpo, e gli autori sono stati molto crudeli a farla morire proprio quando lei e Lexa erano state assieme. Clarke porta sfortuna, a quanto pare.
      Ora le cose si complicano parecchio… già prima non erano affatto semplici, ma adesso sono precipitate ancora di più.

  2. Ciao!!!
    Ho stalkerato la nostra pagina FB perché non vedevo l’ora di leggere la tua recensione…ho solo ritardato un sacchissimo a commentarla XD

    La parte sci-fi sta finalmente iniziando ad entrare nel vivo e sono veramente entusiasta della cosa. Come sottolineavi tu, scoprire il legame fra ALI e le credenze Grounders mette la religione dei Terrestri sotto una nuova luce…ed è bellissimo. Mi è piaciuto moltissimo che il collegamento l’abbia fatto Murphy e sono veramente curiosa (in senso positivo) di vedere cosa porterà il tempo che ora, volente o nolente, passerà con Clarke. Non so perché ma l’idea di vederli creare un’amicizia mi piace molto: la Griffin è stata la prima a dargli una seconda chance e credo che il sarcasmo di John potrebbe smuoverla un po’ dal turbinio delle emozioni e degli eventi che seguiranno.
    Sono in trepidazione per quanto accadrà nel futuro di Polis: dall’elezione del nuovo Heda in poi. Tra l’altro, il microchip è un altro aspetto che mi incuriosisce tantissimo: funziona come le pillolette oppure no?Sappiamo che non spegne le emozioni come sembrano fare le pastigliette magiche e non cancella i ricordi ma il legame con i vecchi commander implica che questi possano ancora mettersi in contatto con il nuovo Heda?Anche la modalità dell’elezione del nuovo heda mi incuriosisce tantissimo. Come anche sapere cosa sia successo all’ottava concorrente al rito di Heda di cui Lexa non ha voluto parlare.
    Una grossa parte di me non vedeva l’ora che Lexa uscisse di scena (ed invece mi sono ritrovata in lacrime davanti allo schermo) ma non per via del personaggio che, anzi, ho sempre trovato molto interessante, quanto per tutte le implicazioni sul fandom che ha avuto la sua comparsa: non ne potevo proprio più di quell’acredine ai limiti dell’assurdo che ha popolato (e popolato ancora adesso) la ship war. Sono stata contenta che almeno una piccola gioia l’abbiano avuta Lexa e Clarke e per quanto riguarda la morte della Heda, devo dirti, l’ho trovata geniale. La stupidità della morte. Se avesse fatto una morte eroica, sicuramente, sarebbe stato qualcosa degno del personaggio ma ammetto che l’idea che sia morta per errore, mi piace di più: un’intera vita passata a rischiare la vita in battaglia e muore per una pallottolla vagante. Ironico.
    Devo ammettere però che nel momento in cui Lexa e Clarke si sono lasciate andare ai propri sentimenti…ho capito che Lexa sarebbe morta. E non per quanto ho scritto nelle Pagelle Ignoranti (ahahaha). Povera Clarke, mi dispiace sinceramente per lei. Comunque, contrariamente a ciò che temono molti, non finirà assolutamente, secondo me, per chiudersi ancora di più. Anzi, secondo me, perdere Lexa le farà ancora di più sentire la necessità di riconnettere con la sua famiglia di Arkadia: gli amici (e Bell….quando finalmente rinsavirà) e la madre.
    Due scene, però, ho trovato assolutamente meravigliose:
    1) la discussione Lexa -Titus sui sentimenti in politica. Quando Lexa ha parlato di come dopo la morte di Costia (e la disperazione era ancora lì, nella sua voce) avesse accolto Azgeda nella coalizione, mi ha commosso.
    2) non smetterò mai di adorare la formula di addio degli skypeople. Mi commuove ogni volta fino alle lacrime. Assolutamente meravigliosa. E il parallelo con il funerale di Finn: le due formule, grounders e skykru, una dopo l’altra, l’ha resa ancora più importante.

    Questa settimana ci sarà l’ultimo episodio prima della pausa di due settimane e non vedo l’ora di vederlo. Sto pregando in tutte le lingue e religioni che Bellamy rinsavisca nella puntata di stasera: ho bisogno di speranza per il futuro!!!!
    Contrariamente a quanto – se non ricordo male – hai affermato tu forse nella scorsa recensione, non vedo il cammino di rinconciliazione Bellarke così accidentato: non dico che sarà facile ma non li vedo così lontani, arrabbiati e feriti sì ma lontani no. Secondo me, usciranno da questa esperienza più forti di prima.
    Io continuo ad avere bisogno di rivedere Bellamy dalla parte dei buoni perché vederlo in questa spirale discendente mi sta torturando ahahahaha.
    Complimenti per la recensione e alla prossima 😉

    • Ah!Dimenticavo. Quanto mi dispiace che ora Octavia ce l’avrà con Clarke per non averla seguita fuori da Polis!O. non poteva sapere che Lexa nel frattempo stava morendo ma comunque sono sicura che la sua sopportazione di Clarke raggiungerà ora il minimo storico.

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