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The 100 | Recensione 1×09 – Unity Day

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The 100 | Recensione 1×09 – Unity Day

Entrati ormai nella parte finale della prima stagione, quella di questa settimana è stata sicuramente una puntata ricca di avvenimenti importanti e fondamentali per lo snodo della trama. Possiamo dire che “Unity Day”, andata in onda venerdì, costituisca un punto di partenza che cambierà la piega degli avvenimenti da questo momento in poi.

Ciò che è successo in quest’episodio non potrà che influenzare gli eventi futuri sull’Arca, sulla Terra e nella storia dei protagonisti. L’episodio ha anche affrontato delle tematiche centrali per la serie: fino a che punto la violenza è utile nel risolvere i conflitti, la paura dell’estraneo, del diverso, la difficoltà nel superare i pregiudizi, ma anche le caratteristiche che dovrebbe avere un leader, e fino a che punto è giusto che si spinga nell’esercitare il proprio potere.

Ormai le comunicazioni tra l’Arca e i giovani ex-the hundred sono state quasi del tutto ristabilite, tanto che il Cancelliere Jaha informa i ragazzi dell’imminente arrivo di una navicella, la prima di molte altre, che dovrebbe portare a Terra alcune persone, tra cui Abby, la madre di Clarke. Con la scusa di festeggiare il “Giorno dell’Unità”, festività nota sull’Arca, i giovani abitanti della Terra ne approfittano per sfogarsi prima dell’arrivo degli “adulti”, dandosi a giochi, danze e bevande, apparentemente alcoliche. Già, alcool, perché a quanto pare le risorse alimentari scarseggiano ma in un pianeta sconosciuto e pieno di pericoli i giovinastri protagonisti dello show riescono a procurarsi da bere a barili, organizzando un rave nell’accampamento nel quale potrebbero ricevere un attacco armato dai Terrestri in qualsiasi momento. Le meraviglie della sidabbliu.

In ogni caso, la festa diventa un’occasione per avere ulteriori sguardi Bellarke che la dicono molto lunga, per vedere Clarke che per un attimo abbandona l’attitude da maestrina, e per rendersi conto che anche se Bellamy viene dipinto come qualcuno ossessionato da sua sorella e che la proteggerebbe a tutti i costi, se la fa scappare per la seconda volta senza accorgersi minimamente della sua assenza per tutta la durata dei festeggiamenti.

Ancora una volta, Octavia mi è piaciuta, nel suo essere sempre un po’ indisponente e irragionevole, come mi è piaciuta insieme a Lincoln. La loro è la tipica storia d’amore alla Romeo & Juliet: vengono da due mondi diversi apparentemente destinati a scontrarsi, non hanno quasi nulla in comune, il loro amore causerebbe più problemi che altro e proprio per questo è ancora più appassionante vederli insieme. E’ il fascino degli amori proibiti e avventurosi, non riesci a non amarli anche se sai che sono destinati a finire male.

E infatti, la batosta non ha tardato ad arrivare: ci sono rimasta sinceramente male quando Lincoln è stato ferito, anche perché probabilmente verrà ucciso comunque dai suoi compagni Terrestri e dubito che lo rivedremo ancora. In più, lui e Octavia non hanno neppure avuto modo di salutarsi. Mai una gioia, insomma.

Avrei dovuto aspettarmi un finale crudele per loro due, del resto nemmeno Romeo e Giulietta sarebbero entrati nella storia come l’emblema dell’amore tormentato se fossero finiti in una villetta a schiera con quattro figli e un cane, giusto?

Nuovi sviluppi anche per il triangolo diventato quadrato, ovvero quell’intricata matassa di relazioni amorose o semi-tali che coinvolge Bellamy, Finn, Raven e Clarke. Riepilogando velocemente: a Finn piace Clarke, e anche Bellamy è attratto da Clarke (ovvio, nelle serie tv CW ci deve essere sempre una donna attorno alla quale ruota ogni singolo avvenimento e azione dei personaggi maschili), tra Finn e Clarke c’è stato qualcosa, ma prima che arrivasse Raven, la fidanzata di Finn, la quale si è immediatamente riappropriata del ragazzo, ma soffre per le attenzioni che lui riserva alla biondina. A complicare tutto questo, una vaga tensione sessuale che da questa puntata ho percepito più chiaramente tra Bellamy e Raven e che mi fa sospettare che tra i due potrebbe succedere qualcosa.

Quest’ipotesi si fa sempre più probabile, considerato che Bellamy e Clarke si stanno avvicinando sempre di più, l’intesa tra i due è sempre più palpabile, e gli autori CW sono troppo sadici per darci il Bellarke senza farci soffrire per almeno una manciata di stagioni. Il rapporto Clarke/Bellamy è stato costruito seguendo il “modello Delena” degli esordi, per certi aspetti: ovvero, quei rapporti tormentati e complicati, quei non amori che tanto appassionano il pubblico, quelli in cui prima si odiano, poi lei inizia a vedere in lui qualcosa di buono che la convince quasi ad abbassare le difese, ma quando sono lì lì per passare allo step successivo lui fa qualche cazzata, rovinando tutto. One step forward and two steps back, ovvero il mantra degli autori CW in relazione ai triangoli amorosi, il che mi fa pensare con certezza quasi assoluta che, sì, noi Bellarke soffriremo molto, e a breve.

Abbiamo visto che Clarke inizia a vedere in Bellamy qualcosa di buono, si sta creando una relazione fatta di fiducia e rispetto, lei va da lui perché non crede fino in fondo nel piano di Finn, segno che sa che Bellamy sarà della sua stessa opinione, e soprattutto, Clarke affida a lui la sua vita nel momento in cui gli chiede di scortarla all’incontro coi Terrestri. Un sacco di passi avanti, che non potranno che portare a un enorme, tremendo passo indietro, che secondo me vedrà Bellamy andare a letto con Raven. Ho già in serbo tutta una serie di insulti da riservargli nel caso in cui lo facesse.

L’incontro coi Terrestri, evento-chiave dell’episodio per quel che riguarda le vicende dei nostri protagonisti sulla Terra, ovviamente, è stato più che disastroso. Per un attimo, quando Finn si è improvvisato pacificatore organizzando il meeting con il capo dei Terrestri, quasi come se volesse dare il via alla sua carriera diplomatica, ho pensato che fosse realmente diventato un personaggio utile, o almeno interessante. Invece il meeting ha dato il via a una guerra, oltre a privarci probabilmente per sempre di Lincoln, l’uomo-addominale. Grazie Finn.

Non riesco, in effetti, a dire chi sia stato più stupido tra Finn, per avere realmente pensato che la sua idea potesse funzionare, o Jasper, che in preda a un attacco di panico post-trauma ha fatto incazzare definitivamente i grounders, o Bellamy, per aver trascinato a un meeting coi Terrestri uno che vede Terrestri da ogni parte e ne è terrorizzato dopo essere stato torturato e quasi ucciso.

Mi è piaciuto il fatto che entrambi i leader scelti dalle due fazioni fossero donne: ciò che mi piace di The 100, e che lo distingue dalla maggior parte degli show del network, è anche il fatto che i personaggi femminili abbiano realmente un senso, un senso per se stessi e non limitato a “ragazza contesa tra due uomini” e “donzella in pericolo”. The 100 è ricco di personaggi femminili ricchi dal punto di vista emotivo, interessanti e cazzuti. Mi riferisco a Clarke, a Octavia, anche a Raven (certo, quando non si fa zerbinizzare da Finn) ma anche la stessa madre di Clarke o Diana. Le donne sono le grandi protagoniste di questa prima stagione.

Non per niente, il “cattivo” è una donna.

Anche se, devo ammettere, dopo questa puntata non saprei davvero se descrivere Diana come il Big Bad. Ha provocato un’esplosione che non ho capito esattamente a cosa servisse, certo, come se non bastasse una pallottola a uccidere il Cancelliere e fosse proprio necessario provocare danni permanenti all’Arca mettendo a rischio la vita dei suoi abitanti.

Ma voglio dire, analizziamo il comportamento di Jaha e del resto dei governanti dell’Arca: non hanno detto a nessuno che le risorse stavano scarseggiando, pianificando nel frattempo l’eliminazione di persone ritenute non indispensabili, hanno effettivamente sacrificato 300 uomini innocenti per salvare i loro sederi, e infine hanno mentito di nuovo, non rivelando che le navicelle non avrebbero potuto contenere tutti gli abitanti dell’Arca, assicurandosi ovviamente di essere loro i primi passeggeri ad avere un posto di sola andata verso il pianeta Terra. Possiamo veramente dire che le motivazioni di Diana fossero del tutto sbagliate? In effetti, in quel momento non ero più così sicura che il cattivo fosse lei, e non Jaha, dall’alto del suo egoismo e della sua falsa superiorità.

Che le sue motivazioni fossero giuste o sbagliate, a quanto pare non lo sapremo mai dal momento che la navicella su cui viaggiava insieme ad alcuni abitanti dell’Arca e soprattutto alla madre di Clarke si è schiantata contro il suolo, lasciando dietro di sé la scia di un’esplosione che non promette niente di buono. Finalmente un colpo di scena vero e proprio?

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