Rieccoci con l’appuntamento settimanale con The 100, ormai giunto alla settima puntata e quindi ormai a metà di quella che sarà una prima stagione composta solamente da 13 episodi. Arrivati a questo punto penso sia il caso di fare un accenno al discorso “rinnovo”: si sa, le serie appena nate sono sempre un po’ a rischio, se non ottengono un buon numero di consensi e se il network non ritiene che l’inizio sia stato sufficientemente promettente dal punto di vista dello share e degli ascolti, sono le prime a rischiare di essere eliminate dal palinsesto. Non c’è motivo di arrabbiarsi (per quanto non sia mai piacevole quando uno show viene cancellato di punto in bianco per un telespettatore), nessun canale televisivo continuerebbe a mantenere una serie se questa non fosse abbastanza seguita, semplicemente perché finanziarla non sarebbe conveniente dal punto di vista economico.
Gli ascolti di The 100 non sono ascolti pazzeschi, parliamo di circa 1.90 milioni di telespettatori (leggermente in calo questa settimana) e uno 0.6 di rating, ma comunque molto buoni per uno show “esordiente”, considerando poi che le serie che iniziano in primavera sono sempre un po’ più svantaggiate rispetto alle novità che partono in autunno. Non mi azzardo a dare un’opinione personale per scaramanzia, ma da quello che ho letto in giro, il rinnovo è molto probabile. Stiamo parlando comunque di uno degli esordi migliori tra le nuove serie CW di quest’anno, senza contare che come me ci sono già una miriade di fan che sbimbominkiano per Bellamy e Clarke pronti davanti ai cancelli CW con una petizione firmata in mano nel caso lo show venisse cancellato.
Ma andiamo all’episodio, decisamente forte, più cruento di quello che mi sarei aspettata (continuano a stupirmi), molto molto importante per gli sviluppi futuri della narrazione.
Mentre sull’Arca il Cancelliere Jaha è divorato dai sensi di colpa per aver sacrificato inutilmente centinaia di vite, mentre scopriamo che il Consigliere Kane in realtà non è lo stronzo che sembrava all’inizio ma comincia quasi ad apparire un personaggio interessante e di un certo spessore (mi è piaciuto scoprire le sue radici “popolari” e il rapporto con la madre), si fa avanti quello che credo sarà il vero “cattivo” della stagione.
Diana. Sì, lei. Iniziavo a chiedermi chi sarebbe stato il “Big Bitch” (piccola variante di Big Bad) di questa stagione, all’inizio pensavo fosse Kane ma poi ci hanno mostrato il suo lato umano, poi pensavo sarebbero stati i grounders, ma dopo questo episodio abbiamo visto che in realtà alcuni di loro sono teneri come orsacchiotti e si dilettano a fare ritratti alle belle ragazze, e dunque ero decisamente disorientata: non può non esserci un cattivo, giusto? Che è, la fiera del volemose bene? Non è possibile.
Incredibilmente il cattivo è una donna, ovviamente strafiga, perché alla CW non esistono bruttoni, a quanto pare sull’Arca se sei brutto ti “lanciano” di default senza bisogno che tu faccia niente. Niente da dire, non mi è piaciuta da subito e infatti ha qualcosa da nascondere, ho un sesto senso per le stronze manipolatrici.
Sulla Terra invece Clarke e Raven cercano in tutti i modi di salvare Finn, alias l’Uomo Conteso, mentre fuori imperversa una tempesta ed è in arrivo un uragano (te pareva). Non lo lasciano a crepare tra atroci sofferenze per averle prese in giro e riempite di corna al punto che non so come Raven possa ancora mantenere l’equilibrio, no, le due sono state al suo capezzale, devote, entrambe devastate all’idea di perdere il loro grande amore. Finn le ha infinocchiate entrambe, quando lo guardano hanno gli occhi a cuoricino, è chiaro che si rispettano e quindi allo stesso tempo si temono, perché non vogliono perdere il loro uomo. Insomma, secondo me la De Filippi l’anno prossimo chiama Finn e gli offre un Trono.
E qui, arriviamo alla parte veramente interessante di quest’episodio, e che gli autori dello show non mi vengano a raccontare che “nessuno si aspettava che Bellamy e Clarke sarebbero piaciuti come coppia”, perché è chiaro che ce lo stanno facendo capire, stanno gettando le basi per qualcosa, ma non si capisce che cosa e ovviamente non sappiamo quando potremo avere di più.
Gli autori di The 100 sono come quella categoria irritante di guidatori che parcheggia la Smart in fondo in fondo al parcheggio, anche se c’è ancora un metro di spazio, così tu credi di aver trovato un posto, dopo ore e ore di coda, per poi scoprire solo all’ultimo che il parcheggio è occupato e che sei esattamente allo stesso punto di prima. Sono come Julie Plec, non fosse che la Pleccona nostra nella Smart nun ce sta.
Quando Clarke raggiunge Bellamy e gli altri, che tengono prigioniero il grounder per estorcergli informazioni, penso che, per la prima volta, sia stato lampante il debole che Bellamy ha per la bionda. Penso che, probabilmente, il carattere di Clarke e il fatto che sia una che sa tenergli testa lo abbiano colpito.
E’ chiaro perché la lascia entrare tranquillamente quando non l’avrebbe fatto con altri, perchè è chiaro che la stima e che con lei ha un comportamento diverso. Ma il momento in cui l’ho capito, e di conseguenza in cui sono salpata totalmente e inesorabilmente su questa nave, è stato il momento della tortura del Terrestre.
Ultima nota per Octavia, che in questa puntata invece mi è piaciuta molto. Il suo personaggio è folle, imprevedibile. Penso che Octavia sia veramente un po’ suonata, a volte la adoro, in altre puntate la detesto, e credo che questo voglia dire che è un personaggio ben riuscito.
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