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Supernatural – Recensione 15×06: Ci siamo (forse)!

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Supernatural – Recensione 15×06: Ci siamo (forse)!

Supernatural – Recensione 15×06: Lo so che non dovrei essere così veloce a gioire, lo so. Dopo la delusione profonda di cui ero stata vittima settimana scorsa, però, io alzo il pugnetto al cielo e gioisco. Consapevolissima del fatto che probabilmente fra sette giorni sarò di nuovo frustrata e arrabbiata, ma carpe diem, portiamo a casa il risultato. Preciso, non è che citerei l’episodio in un elenco dei miei preferiti in assoluto, però è stato sicuramente piacevole, e i pro – per una volta – hanno superato i contro.

Mi tolgo subito il sassolino dalla scarpa, e vi dico che io non avrei scelto proprio Eileen per usare l’incantesimo che era destinato a mamma Winchester. Viene ripetuto più volte che questo è usa getta, va adoperato su un solo spirito, per riportare in vita una sola persona. Ora, solo io ho urlato per tutta la durata dell’episodio “ANDATE A CERCARE KEVIN”?!

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Capisco che ci fosse l’estremo bisogno di una piccola vittoria per risanare almeno in parte l’umore dei Winchester e far loro riacquistare fiducia in ciò che fanno, ma Eileen? Non me ne voglia il suo personaggio – o i fan del suo personaggio. Oggettivamente, è comparsa in tre episodi. Tre. E per quanto la sua storia sia dolorosa, meritasse un lieto fine e tutto quello che volete, io non avrei scelto lei per utilizzare l’incantesimo di Rowena. Me lo sarei tenuto come asso nella manica per resuscitare qualcuno che avrebbe davvero fatto piangere il fandom all’unisono. Dico Kevin perché ci hanno recentemente mostrato la sua condizione, ma non è che l’inferno sia privo di personaggi finiti laggiù ingiustamente.

Ciò detto, cosa ho invece amato dell’episodio?

Innanzitutto, Dean. Dicevo settimana scorsa che sono un po’ stufa di sentirli fare i lamentini – lui, soprattutto – senza fare null’altro, ma stavolta in mezzo alle lamentele ci hanno anche mostrato FINALMENTE una reazione più che comprensibile e umana. Se Chuck è tornato e noi non abbiamo mai smesso di essere marionette, perché prendersi il disturbo? Questo è un ragionamento che posso accettare e capire, è qualcosa di diverso da un lamento fine a se stesso.

Poi, abbiamo Sam e Rowena. Scopriamo che Sam non solo non ha ancora del tutto metabolizzato il lutto, ma che Rowena era più attaccata a lui di ciò che avesse mai potuto far intendere. Per lei Sam era molto più di un cacciatore con cui saltuariamente collaborava per sventare qualche apocalisse, o l’amichetto improbabile del figlio, di Crowley.

Si sentiva sua mentore, sua insegnante, una sorta di figura materna. E non credo che Sam l’avesse compreso appieno, non prima di scoprire di essere l’unico in grado di accedere al tesoro della strega senza perdere la vita.

Infine, Castiel.

Castiel che riparte da ciò che è in grado di fare e capisce che non può rimanersene in disparte. Non può continuare a ignorare le invocazioni di Sam e starsene nascosto a rinvangare i tempi in cui Dean lo illuminava sul significato della pesca. Finalmente ci hanno ridato il nostro angelo preferito, gli hanno reso noto della minaccia rappresentata da Chuck e lui pare aver compreso che non è più il caso di latitare. Forse mi aspetto troppo, ma non vedo l’ora di vedere il suo maldestro tentativo di ricongiungersi a Sam e – soprattutto – osservare lui e Dean che usano il Winchester più piccolo per interessarsi l’uno dell’altro.

Supernatural – Recensione 15×06: MOMENTI TOP
  • Dean in vestaglia e pigiama con gli hot dog, parliamone.
  • Dean che fa finta di essere semplicemente irritato dal fatto che Castiel ignori suo fratello, quando lui per primo è ansioso di sapere cosa l’angelo stia facendo. Suvvia.

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So che è ingenuo farmi abbindolare da un episodio tutto sommato riuscito, ma come ho detto in apertura, alzo il pugnetto al cielo e porto a casa la vittoria. Al resto ci pensiamo settimana prossima, che dite?

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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