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Supergirl | Recensioni 1×02/1×03 – Stronger Together & Fight or Flight

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Supergirl | Recensioni 1×02/1×03 – Stronger Together & Fight or Flight

Buongiorno, addicted! Prima di tutto, voglio scusarmi per il ritardo con cui arriva questa recensione doppia ― il motivo, purtroppo, è che secondo me Supergirl non sta mantenendo tutte le promesse di cui sembrava pieno il pilot. Mi sembra un po’ noiosetto. Certo, forse sono io che sono un po’ troppo dura, alla fine anche Arrow e The Flash ci hanno messo un po’ a ingranare, motivo per cui voglio ancora dare una chance a a Kara. Sperando che il tutto si evolva in un altro splendido serial super come siamo già abituati a vedere sui nostri schermi (anche se, in my honest opinion, i livelli di Arrow resteranno comunque inarrivabili. E se continua sulla sua strada attuale, anche quelli di The Flash). Dunque, buttiamoci nel recap della 1×02, «Stronger Together», e della 1×03, «Fight or Flight».

Ecco, se c’è una cosa che apprezzo di Supergirl è di sicuro l’accento che stanno mettendo sulla genesi di Kara come supereroina, sull’importanza che ha per lei il distinguersi da Superman e soprattutto il capire che tipo di persona (e quindi di eroina) vuole essere. È sempre una bella riflessione da seguire, perché alla fine gli eroi hanno così tanto di umano (anche quelli che volano e vengono da un altro pianeta) che nelle loro lotte e sofferenze ritroviamo sempre qualcosa di noi stessi. E in questi due episodi Kara ha sbattuto a muso duro contro la realtà che non basta mettersi addosso un mantello e bam, improvvisamente sei un membro della Justice League e stai salvando il mondo. Non funziona così. Anche i supereroi cominciano da zero, e Supergirl non fa eccezione.


Nella 1×02, Kara era forse un po’ troppo sicura di sé, troppo distesa sugli allori della sua prima vittoria nella 1×01: la sua missione di salvataggio di una piattaforma petrolifera in fiamme, in apertura di puntata, non va esattamente secondo i piani e si ritrova ad essere la responsabile di un disastro ambientale nella baia di National City.
Cosa che, insomma, non è esattamente un toccasana per la propria immagine pubblica. Improvvisamente Supergirl si ritrova contro gli stessi cittadini che la osannavano lo scorso episodio, un nuovo nemico, il miliardario Maxwell Lord, e anche Cat Grant. La boss di Kara, a dirla tutta, è forse più inferocita del fatto che il Daily Planet (suona familiare?) le stia soffiando copertine su copertine su Supergirl, e ordina senza tante cerimonie a James di sfruttare la sua connessione con Superman per avere un’intervista esclusiva con Supergirl. Un ragionamento un po’ contorto, che Kara non ha la minima intenzione di assecondare, ma abbiamo già capito che non c’è niente che la dolcissima signorina Grant non riesca a ottenere.

 
 

Terza storyline dell’episodio, l’evaso di Fort Rozz della settimana, che si rivela essere ― un’insetto. Un Hellgrammite, per la precisione, che Kara riconosce ricordandosi di una delle sentenze della madre. In realtà, la Cara Cattiva Zia Astra ha in programma di usare l’Hellgrammite per attirare sua nipote in una trappola (e possibilmente farla fuori per levarsela dalle scatole).
Stronger Together si conclude con Lara che vola al salvataggio di Alex, rapita da Astra ― e incredibilmente, eroina e Big Bad hanno un faccia a faccia già al secondo episodio. A quanto pare, non scorreva buon sangue tra Astra e sua sorella, dal momento che Alura l’ha condannata a Fort Rozz. Con quali accuse, ancora non sappiamo bene, ma di sicuro lo verremo a scoprire nel corso della stagione. E dopo aver passato un po’ di tempo in compagnia dell’ologramma di Alura a cui Alex le ha dato accesso, Supergirl si presenta in tutto il suo mantello svolazzante e emblema di famiglia davanti a Cat, pronta per la sua intervista.
Uh, e non dimentichiamoci Hank. Il generale della DEO non solo non brilla per simpatia, ma a quanto pare ha in dotazione anche un bel paio di occhi rossi. E un segreto grosso quanto una casa che mi inquieta e non poco!

 

Nella 1×03, invece, la domanda a guidare tutta la puntata sembra essere «Who are you?». Le prime parole di Cat all’inizio dell’intervista del secolo sono quelle che guidano le azioni di Supergirl, ancora in pieno viaggio della definizione della sua personalità da eroina. È una che combatte tutte le sue battaglie, o che molla quando le cose si fanno difficili?
In effetti, la nostra eroina non se la passa troppo bene in questo episodio. Dopo l’intervista con Cat (in cui rivela per sbaglio che lei e Superman sono imparentati, perché oggettivamente l’essere bravi con la stampa non rientra nei requisiti minimi di un supereroe), si ritrova a dover fronteggiare Reactron, uno dei cattivi storici di Superman, che decide di prendersi la sua vendetta sulla cugina. James suggerisce a Kara di chiamare Clark, ma lei non ne vuole sapere: non vuole essere conosciuta come «la cugina di Superman», vuole essere Supergirl. Combattere le proprie battaglie da sola. E dalle parole di Kara sembra uscire anche la spiegazione rivolta ai critici che vorrebbero una presenza più forte di Superman nello show: in realtà, la scelta degli showrunners è azzeccata, io credo. La serie si chiama Supergirl, no? Che senso avrebbe far volare giù dal cielo Superman ogni due per tre? Ma in qualunque caso, Clark fa la sua apparizione, piombando nel bel mezzo di una lotta tra Kara e Reactron per salvare la vita alla cugina ― Kara ovviamente non è contenta, e se la prende con James, che ha effettivamente chiamato «the big guy» per aiutarla. Ma alla fine, è Supergirl e Supergirl sola a vincere, a sconfiggere definitivamente Reactron. Una bella impresa, della quale Kara è soddisfatta, e per la quale riceve anche i complimenti dal cugino.

 
 

Alla fine, anche Kara forma il suo personalissimo Team Supergirl, seguendo gli esempi di un certo Arrow e di un certo Flash. Winn, James, e ovviamente Alex, anche se all’inizio non è proprio entusiasta del fatto che la sorella abbia rivelato il suo segreto ai quattro venti. Personalmente, sono sempre una fan dei supereroi che non si tengono dentro il segreto della loro identità, perché diciamocelo, la maggior parte delle volte fa più male che bene. E chi non ha bisogno di un tech guy pronto a guidarti durante una missione?
Se invece parliamo di ship, Alex si è accorta di quello che tutti avevamo capito lo scorso episodio, ossia che Kara ha una cotta infinita per James che probabilmente è anche un pochino ino ino ricambiata. Che dire? Sono carini, decisamente con del potenziale, e penso potrei arrivare a shipparli. L’importante è che non mi trasformino tutta la situazione nell’ennesimo triangolo amoroso tra lei, James e Winn, perché proprio no. I triangoli hanno stufato. Non penso proprio di poterne reggere un altro.



(oppure potrebbe essere un triangolo tra Kara, James e Lucy Lane, aka baby sister di Lois. Ma sempre triangolo resta, e quindi no)

Mi è piaciuto anche il fatto che abbiano cominciato a esplorare come dev’essere stato per Kara arrivare sulla Terra a tredici anni, abituata a un altro pianeta (non come Kar-El, che era un neonato), e trovarsi improvvisamente senza lo scopo per il quale aveva abbandonato ogni cosa conosciuta. E continuo ad apprezzare le scene con Alex, perché questo show deve davvero puntare sul legame tra le sorelle Denvers. Inoltre, devo spezzare una lancia a favore della scena di lotta corpo a corpo nella stanza «alla Kryptonite», perché insomma, un po’ di badassery è sempre apprezzata. Quindi, che dire? Le premesse ci sono. Il mio interesse forse un po’ meno, ma insomma, siamo solo alla terza puntata. Abbiamo tutto il tempo per migliorare (me compresa).


Per ora, vi lascio il promo della 1×04, “How Does She Do It?“, e ci vediamo alla prossima recensione!

Random thoughts:

  • Cat e Winn si disputano il titolo di «personaggio con le migliori battute ever», ma mi sa che per questa volta se lo porta a casa Cat. Con quel suo «Millennial Falcon» mi ha stesa. Voglio la maglietta tipo ieri.
  • Idee su chi potrebbe essere Hank? Sul perché dei suoi occhi rossi? Qualcuno che abbia letto più fumetti DC di me vuole provare ad azzardare un’ipotesi?

2 COMMENTS

  1. Ho iniziato a leggere questa recensione e subito mi è venuto in mente: “beh vedi quanto possano essere diversi i gusti e le opinioni su uno stesso telefilm” a me ad esempio Arrow non piace più, rimpiango tutta la prima mitica stagione, la scrittura di quelle puntate era di un’altro livello, Oliver mi stava sicuramente più simpatico di adesso e in più il cast in generale di Arrow non mi fa impazzire, diciamo che non sono fan di nessuno di loro. Preferisco e preferirò sempre più The Flash, il suo protagonista, il cast e tutto quanto. Anche se ammetto che certe cose andrebbero aggiustate anche in The Flash. Per quanto riguarda Supergirl a me non dispiace, con una protagonista del genere alla fine anche i difetti possono essere mascherati da tutta questa irruente simpatia. Eh sì, adoro Melissa Benoist. In sostanza continuerò a vederlo, anche se anch’io sono d’accordo che si potrebbe fare molto di più meglio.

    • Mai ‘de gustibus’ fu più vero. Certo, c’è da dire che anch’io preferisco The Flash, che sta in cima all’olimpo delle attuali serie sui supereroi (un gradinino sotto ad Agents perché comunque sono una Marvel girl nell’anima, ma questa è un’altra storia), e che non sono super in pari con Arrow, ma Supergirl, per quanto carino, mi lascia ancora l’idea di stare abbozzando una storia, di starci provando ma non completamente. You get what I mean?
      Ma concordo tantissimo con quello che hai detto tu – buona parte dello show si regge sulle spalle di Melissa, che comunque sta facendo un ottimo lavoro. Ogni volta che si aggiusta gli occhiali da qualche parte nel mondo nasce un unicorno.

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