Bentornati amici degli avvocati rampanti di Vancouver New York!!
Questo quarto episodio ha avuto come tema la dimostrazione di forza che in un caso è stato un gioco a chi l’avesse più lungo, nell’altro il terrore di essere visto come debole.
La puntata è stata attraversata da una costante tensione specchio dei sentimenti dei suoi protagonisti ed è stata sostanzialmente divisa in due storyline: Harvey/Robert/Alex e Louis.
Lo scettro come migliore dell’episodio è vinto senza alcun dubbio da Louis Litt e il suo interprete Rick Hoffmann, il quale si meriterebbe una nomination agli Emmy (lui sì!) per la profondità con cui riesce a vestire il ruolo e i sentimenti di Louis.
L’aggressione a scopo di rapina ha dato un colpo terribile alla sicurezza di Litt, al punto che pur di non sembrare debole agli occhi di Robert (perché si sentiva debole ai propri!), è disposto ad apparire come un cattivo avvocato. Le scene in cui emerge prepotentemente l’emotività del personaggio sono state le migliori della puntata ma hanno mancato di una riflessione reale e approfondita sullo stereotipo che vuole l’uomo (inteso come essere umano di sesso maschile) come privo di debolezza. Louis è secondo me l’esempio più realistico di questo deleterio stereotipo perché racchiude in sé tutta l’umanità di una reazione che dovrebbe essere normale e non condannata ma allo stesso tempo ne è la prima vittima… soprattutto considerata l’esplosione di testosterone che sono i suoi colleghi!
Mi è piaciuto moltissimo che ad accorgersene sia stata Samantha e che la donna, sentendo che qualcosa non fosse come potesse apparire, si sia rivolta ad Harvey perché convincesse Louis ad aprirsi. È stato altresì interessante scoprire che anche Samantha abbia subito un’aggressione (forse… visti i suoi precedenti potremmo non crederle) e che Robert le sia stato accanto. Che tipo di aggressione? Il suo oscuro passato diventa ogni puntata più intrigante e lei si è rivelata una persona migliore di quello che potessimo pensare.
Coloro che invece hanno avuto bisogno di Donna per una lezione di educazione ed empatia sono stati i due super ego più lo sbarbatello. Robert ha avuto bisogno di imparare che Jessica gestiva Harvey e lo studio con un pugno di ferro celato da un guanto di velluto (solo il pugno con Harvey non funziona, anzi) mentre Specter ha dovuto imparare che il suo orgoglio non è la cosa più importante e che se vuole cieca fedeltà deve anche dimostrare di meritarsela. Ed a questo proposito, Robert sta incontrando problemi in primis perché sta gestendo un team che in gran parte lavora insieme da anni ed ha sviluppato un modus operandi proprio che si è fortificato nell’anno in cui a guidare la squadra era uno di loro. Mentre Harvey si ritrova dopo anni in cui è stato battitore libero – con una Jessica che lo teneva col guinzaglio lungo – a dover fare i conti con un capo che vuole controllarlo passo per passo.
Donna Paulsen è la vera vincitrice della puntata perché senza mostrare muscoli, senza alzare la voce, ha dimostrato di avere lo studio in pugno meglio di tutti gli altri grandi grossi uomini e che se necessario – come dicevano le mamme una volta – come li ha creati, così li può distruggere.
Alex resta l’anello debole del cast: non si capisce ancora bene cosa vogliano fare con lui. È un nuovo Louis o un nuovo Harvey? Per ora sembra più un adolescente che un padre di famiglia anche se resta apprezzabile che in questa puntata sia riuscito a superare il paradosso alla “Star Trek” per trovare una soluzione alternativa.
TOP:
- Louis che si confida con Harvey
- Donna Paulsen, la donna che sussurrava agli avvocati
FLOP:
- Un Alex ormai solo vago ricordo del vecchio Alex
Cosa vi è parso della puntata? Vi aspetto nei commenti.
Prima di salutarvi vi ricordo di passare da:
Suits Italia
How To Get Away with Fandom
A presto e BUON FERRAGOSTO!!!