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Strike – Il Detective Privato di J. K. Rowling è tornato!

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Strike – Il Detective Privato di J. K. Rowling è tornato!

Domenica 25 febbraio “Strike” è tornato sui nostri schermi… o meglio, su quelli della BBC One, per la sua terza parte, “La Via del Male” (“Career of Evil” in originale), adattamento del terzo, e sinora ultimo, romanzo della saga che ha per protagonista il detective privato Cormoran Strike.
Avendo noi recensito le prime due parti, noi non potevamo lasciarci sfuggire questa terza, così eccoci qui.

La settimana scorsa abbiamo scritto un brevissimo commento al primo episodio, che trovate QUI, tanto per dare una nostra prima impressione, oggi invece analizziamo queste due puntate complessivamente.

Il terzo romanzo della saga di Cormoran Strike è, sinora, il mio preferito e il motivo è piuttosto semplice da spiegare: il rapporto di lavoro tra Cormoran e Robin è ormai stabilizzato, i due hanno imparato a conoscersi completamente, tra loro si è instaurata la massima fiducia, e quindi il rapporto personale comincia a evolvere; inoltre, la trama è piuttosto avvincente, apre uno spaccato sul passato di Cormoran Strike che va oltre ciò che gli è successo in Afghanistan e rende Robin decisamente più attiva nell’attività investigativa; proprio grazie al racconto sulla vita di Comoran vediamo l’introduzione di nuovi personaggi, in particolare di Shanker, il “fratellastro” del protagonista (una canaglia, però dotata di notevole simpatia), e degli amici più cari di Cormoran; infine, si vede davvero che razza di persona sia Matthew.

I due episodi realizzati e andati in onda sono stati molto fedeli al romanzo (come i precedenti), nonostante dei tagli che come sempre sono dovuti alla differenza di mezzo narrativo. In particolare, i lettori avranno tutti notato l’assenza della donna che Cormoran Strike frequenta ne “La Via del Male” e l’abbreviazione di alcuni passaggi, quali ad esempio il ritrovamento della ragazza e l’eliminazione del punto di vista del serial killer.
Come dicevo, in generale tali tagli sono comprensibili per via della necessità di rendere unitaria l’azione sullo schermo e non creare lungaggini che darebbero luogo a tempi morti, tuttavia devo dire che realizzare l’adattamento di “Career of Evil” in tre episodi invece di due (come fatto per il primo capitolo della storia del detective privato, ovvero “Il Richiamo del Cuculo”, i cui episodi sono andati in onda lo scorso settembre e di cui trovate QUI la recensione) sarebbe stata una scelta migliore. Le due puntate sono molto belle e a livello di qualità non hanno niente di meno delle precedenti cinque (tre per “Il Richiamo del Cuculo”, due per “Il Baco da Seta”, di cui trovate QUI la recensione), ma si percepisce una certa fretta nella narrazione che è invece assente nei due precedenti adattamenti.
Un altro aspetto che avrebbe dovuto essere realizzato meglio è la dimostrazione dei sentimenti di Robin nei confronti di Cormoran, particolare che nel romanzo è decisamente più esplicito.
E questi sono gli unici difetti di questi due episodi.

I pregi, invece, sono moltissimi: Tom Burke e Holliday Grainger padroneggiano ormai alla perfezione i personaggi di Cormoran Strike e Robin Ellacott e confermano la loro azzeccatissima scelta, dando altresì estrema naturalezza non solo ai due protagonisti della storia ma anche, e soprattutto, al loro rapporto; la fotografia, particolarmente nelle riprese aeree in campagna, è davvero bellissima; ancora una volta Londra viene resa protagonista con le sue strade, i quartieri periferici, i vicoli, e diventa sinistra; bellissimo il modo in cui viene raccontato il passato di Cormoran, con i flashback davvero ben realizzati, inseriti al momento giusto e che danno profondità a storia e personaggi in un colpo solo. Un uso sapiente di questo mezzo narrativo.
Infine, impossibile non citare i sentimenti tutt’altro che platonici che si sviluppano tra Cormoran e Robin. Come ho detto prima, in realtà su Robin avrebbero dovuto esplicitare meglio, visto che nel romanzo la sua attrazione per Cormoran viene spiegata da lei stessa, ma in generale è stato tutto ben reso, in particolare dal punto di vista di Cormoran. Di nuovo, impossibile non citare quel momento brevissimo nel primo di questi due episodi in cui, al pub, cerca di prenderle la mano ma lei non accorgendosene si muove, impedendoglielo; ancora, le innumerevoli volte in cui Cormoran si mostra immediatamente preoccupato per lei, atteggiamento reso chiaro sin dall’inizio della prima di queste due puntate, all’apertura del pacco in ufficio, quando la prende automaticamente per mano, le copre lo sguardo e tenendola stretta la allontana dalla scrivania in modo che non possa più vedere il macabro contenuto… nonché tutte le telefonate.

Personalmente, critico solo una cosa: il finale ha infranto tutte le mie speranze. Spiego perché: alla prima lettura del romanzo ero depressissima per quel finale, ma alla seconda sono stata colta da un pensiero, ovvero Robin dice “Sì!” vedendo Cormoran, quindi ho pensato che il “Sì” non fosse la risposta alla domanda del sacerdote, inerente al rituale matrimoniale, ma, per l’appunto, a Cormoran, anche perché il romanzo si interrompe proprio su questa esclamazione di Robin, non mostra gli sposi che percorrono la navata verso l’uscita e nel momento in cui Robin dice “Sì” lei stessa viene descritta come “depressa” sino a quel momento.
Come si può immaginare, il finale dello show infrange tutti questi ragionamenti, aggiungendo un brevissimo seguito a quello che è il finale del romanzo, e poiché J.K. Rowling è produttrice della serie bisogna accettare che il “Sì” di Robin è proprio la risposta alla domanda del sacerdote.
#CheIngiustizia
Ora come faranno a stare insieme Cormoran e Robin?
#DivorzioForPresident

E ora dobbiamo aspettare un bel po’, visto che il quarto romanzo della saga di Cormoran Strike non è ancora uscito e forse è in fase di scrittura in questo periodo. J.K.R. ha infatti dichiarato più volte su Twitter, in questi giorni, di star scrivendo un libro. Speriamo che esca entro l’anno. #MuovitiZiaJoAbbiamoBisognoDiSapere

Sam

Metto immediatamente le mani avanti confermando che sì, questo terzo capitolo dell’adattamento televisivo mi è piaciuto immensamente, esattamente come i primi due; però, come ha già fatto notare la nostra Sam, alcune imperfezioni ci sono state e mi è impossibile non menzionarle.
Una su tutte, l’eccessiva compressione della storia, che viene privata di alcuni momenti forse non fondamentali ma comunque funzionali all’evolversi delle indagini. La loro assenza conferisce ad alcuni momenti de “La Via Del Male” una sorta di mancanza di fluidità difficile da isolare ma comunque percepita in maniera inconscia, come quando ci ritroviamo a guardare un video da cui sono stati eliminati alcuni frame in maniera casuale.
Un piccolo neo, direte voi, ma la BBC e la Rowling finora ci hanno sempre viziati ed è inevitabile, per quanto ingiusto, che sia nata in noi una sorta di pretesa all’assoluta perfezione.

La cosa che invece ho maggiormente apprezzato è la rappresentazione dei sentimenti di Strike, così delicata da risultare quasi sommessa, eppure impossibile da non notare. Ci sono in Strike una tenerezza e un rispetto quasi toccanti. Il suo amore non è qualcosa di ostentato, ma è una realtà solida e costante che avvolge Robin come una rassicurante coperta di lana e fa sì che la ragazza possa camminare a testa alta nonostante le infinite difficoltà che si ritrova ad affrontare (lo devo proprio dire? Quella mexxa atomica di Matthew).

Anche io ho notato che non è stato forse dato il giusto peso al coinvolgimento di Robin, ma è un’omissione che sono quasi disposta a perdonare a fronte del ritratto meravigliosamente umano dipinto da Holliday Grainger.
Le scene in cui Robin cerca disperatamente di trasmettere a Strike il suo bisogno quasi fisico di salvare quella bambina, la sua caparbietà nel non voler essere definita da un evento che l’ha fortemente traumatizzata, ma che non è riuscito a spezzarla, sono riusciti a delineare come mai prima d’ora la sua figura ostinatamente determinata e fortemente empatica.

(Però figlia mia come hai fatto a farti intortare e a tornare con quel cretino insensibile del tuo promesso sposo lo sai solo tu)

Non posso che unirmi a Sam nel complimentarmi con la produzione per una delle scelte di casting più azzeccate che io abbia mai visto. Burke e la Grainger non hanno semplicemente interpretato i loro personaggi, ma li hanno strappati con ferma decisione alla bidimensionalità della carta stampata per dargli un corpo e una voce in cui noi fan potessimo riconoscerli.

MooNRiSinG

Anche questa avventura è giunta al termine e l’attesa per il quarto capitolo si preannuncia ahimè molto lunga. Vi diamo quindi appuntamento al prossimo libro/stagione nella speranza che si riveli un’avventura all’altezza di quelle che l’hanno preceduta (e che la Rowling si decida a uccidere Matthew in maniera orribile e incredibilmente truculenta).

Alla prossima!

 

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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