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Sleepy Hollow | Recensione 2×09 – Mama

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Sleepy Hollow | Recensione 2×09 – Mama

Quella che separa questa recensione dalla precedente è stata una settimana particolarmente pesante per me, da sembrare quasi due, tanto che al momento di premere play per gustarmi questo nono episodio mi sono sentita come se non vedessi Sleepy Hollow da tantissimo tempo. Fortunatamente, l’intro dall’atmosfera spettrale con protagonista Abbie mi ricorda subito dove eravamo rimasti e, soprattutto, cosa il promo ci aveva preannunciato per questo episodio, ed entro quindi in modalità grandi aspettative in tempo zero. La madre di Abbie e Jenny è stata quasi sempre una costante, anche se appena accennata, della vita delle due, e una figura per cui credo si sentisse il bisogno di approfondimento: come la stessa Abbie confessa parlando con la sorella nei primi minuti dell’episodio, gran parte di quello che è successo alla donna ha influenzato il suo modo di vivere (e d’altronde come potrebbe essere altrimenti! 209sh_scn7pt_2891_f_hires1Prima di scoprire che i demoni interiori con cui la madre stava combattendo erano demoni nel vero senso della parola, posso solo immaginare come le due ragazze abbiano reagito alla presunta pazzia della donna, particolarmente forte è stato infatti il flashback in cui la piccola Jenny assiste a una scena penosa in cui la madre viene trascinata via a forza dagli infermieri dell’ospedale psichiatrico… non dev’essere un’immagine facile da dimenticare per una bambina!).

Come detto, il caso del giorno (tre misteriosi suicidi all’istituto di Tarrytown) non solo fa sì che lo sceriffo Reyes torni ad affidare un caso ad Abbie (anche se apparentemente sembra aver superato la fase in cui costituiva solo un ostacolo per la nostra protagonista non sono ancora del tutto convinta dell’assoluta positività di questo personaggio…), ma consente anche il ritorno in pista di Jenny. Anzi, di più: dopo diversi episodi rivediamo anche Irving, che chiaramente si guadagna il posto di primo sospetto da escludere viste le sue condizioni… particolari. Ma prima degli opening credits abbiamo già un nuovo, più inquietante sospettato: il fantasma della mamma di Abbie e Jenny.

Come da titolo, l’intero episodio ruota attorno alla figura materna in entrambi i filoni paralleli: da un lato vediamo le sorelle Mills rapportarsi con la ricomparsa di una madre che le ha lasciate troppo presto e in circostanze tutt’altro che chiare (e sull’intera faccenda verrà infatti fatta luce nell’arco dell’episodio, risalendo alla fine all’identità del demone che ha spinto Lori Mills al suicidio come l’“angelo della pietà” che ha ripreso a mietere vittime a Tarrytown di recente), con tutte le domande senza risposta che da tempo le affliggevano (Abbie in particolare); dall’altro Katrina e il neonato che avevamo intravisto alla fine dello scorso episodio, in relazione al rapporto madre-figlio mancato con Henry. Da questo punto di vista trovo importante non solo lo scambio di battute tra i due, quando lui continua a tormentarla sull’averlo abbandonato, ma in particolare l’espressione di quest’ultimo quando la donna prende in braccio il piccolo: non ho mai nascosto il mio forte interesse (e speranza, anche!) di vedere un briciolo di umanità riemergere in Henry, quel suo “it seems you possess the maternal instinct after all” avrebbe potuto passare come un’ulteriore frecciatina se pronunciata in un momento diverso ma quello sguardo la dice molto più lunga. Lode lode lode a John Noble, as usual! E speriamo in un ulteriore sviluppo del personaggio in questo senso.

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Per fortuna, Katrina in questo frangente si dimostra meno facile da abbindolare di quanto credessi (sì, quando ha preso in braccio il mostriciattolo e se lo coccolava amabilmente ho avuto seri dubbi, devo ammetterlo) e, da un segno lasciatole sul collo, capisce che il neonato che in fondo ha sempre sospettato essere un demone è effettivamente… un demone, che come tale va annientato. Peccato che al momento di tornare a cercare il piccolo quello che trova è un bambino già bello e cresciuto. Pessimo segno…

Ma tornando al filone principale, questa settimana abbiamo assistito a dinamiche leggermente diverse dal solito: innanzitutto, come i malanni del protagonista ci hanno fatto presagire all’inizio, questo è stato un episodio molto Ichabod-light, cosa che non era mai accaduta prima e che, diciamocelo, fa perdere qualcosa allo show. Senza nulla togliere a Abbie & co., che hanno saputo reggere bene la baracca (anche grazie a una trama molto emozionale e coinvolgente, particolarmente improntata sui sentimenti più profondi della nostra testimone, che normalmente non esterna così platealmente), ma l’assenza del vero e proprio mattatore si è fatta sentire eccome. Fortunatamente, in quelle fugaci apparizioni, Ichabod non si è risparmiato in siparietti comici. Delle varie esternazioni, però, vorrei soffermarmi perlopiù sul rapporto con Hawley, che ero convinta avesse raggiunto uno stadio superiore nello scorso episodio… evidentemente agli autori fa più comodo mantenere i due in questa situazione di stallo in cui il primo ancora non si fida totalmente del belloccio fiutasoldi, per continuare a sfruttare questo contegno forzato di Ichabod come ulteriore comic relief legato al personaggio.

Come dicevo, nonostante la pesante latitanza di Ichy, l’episodio si è retto su solide basi e, ancora una volta, ci ha regalato 43 minuti di ottimo intrattenimento, mixando perfettamente azione, riflessione e momenti che, confesso, una lacrimuccia me l’hanno strappata. Trovo poi che oltre agli ottimi episodi come entità singole, questa stagione stia mostrando sempre più anche un’organicità maggiore rispetto alla prima, il filone orizzontale della trama è sempre più evidente e in ciascun episodio assistiamo a sviluppi sempre coerenti con un percorso già tracciato.

Se dovessi muovere una critica a quest’episodio in particolare, però, questa riguarderebbe alcune digressioni a mio parere inutili piazzate qua e là, come il flashback della firma del contratto e del confronto tra Henry e Irving riguardo l’anima di quest’ultimo, o ancora quando Katrina prende in braccio il bambino che agli occhi di Henry è ancora quell’esserino orripilante che la donna aveva scorto nelle sue visioni e vediamo dei flash di tutto quel processo che ha portato alla nascita di baby Moloch: è una caratteristica tipica di molti show di casa Fox (ma forse della tv generalista americana in generale) questa di pensare che lo spettatore sia un deficiente che non riesce a ricordare un evento (anche di una certa rilevanza per la sottotrama di uno dei personaggi principali) accaduto giusto qualche episodio fa e sentirsi in obbligo di imboccarci. Per carità, sono stati flash di pochi secondi e che non hanno distolto troppo l’attenzione dal flusso della narrazione, però da spettatrice – soprattutto seriale, ovvero di prodotti che, per definizione, procedono lungo una trama segmentata in più episodi e che quindi prevedono intrinsecamente un minimo di attenzione agli sviluppi orizzontali – un po’ mi incavolo quando vedo che uno show sente il bisogno di venirmi incontro come se non fossi in grado di stare dietro a tutto da sola.* Ma, come detto, critiche di poco conto rispetto alla soddisfazione generale per un altro episodio ben piazzato da Sleepy Hollow.

Note sparse:
– Non so se Tom Mison fosse veramente raffreddato durante le riprese (probabile considerando la sua quasi totale assenza, ma non mi sono documentata) e l’hanno sfruttato ai fini della narrazione o se si è ispirato ai batuffoli di cotone di Marlon Brando ne Il Padrino e si è infilato due tamponi nel naso, ma il risultato era eccezionale, con quella voce nasale credibilissima! Ho sentito un improvviso impulso di portargli un latte caldo con miele, mettergli una copertina e coccolarlo un po’. Ammetto però che questo impulso potrebbe anche non essere dettato esclusivamente dall’ottima resa del povero ammalato… Anche se avrei tranquillamente fatto a meno del particolare della dissenteria durante la battaglia di Saratoga ma whatever…
– Sono stata felice anche del fatto che l’episodio “dedicato alle mamme” abbia fatto di nuovo cenno a quell’ulteriore legame che le famiglie Crane e Mills sembrano avere, con un’antenata di Abbie che ha aiutato Katrina a dare alla luce Jeremy… anche questa è una connessione che mi ha sempre incuriosita e spererei davvero che in qualche modo emerga nuovamente, mostrandoci che c’è un motivo per avercela proposta e non si tratta solo di una “nota di colore” tra un evento e l’altro. Potrebbe in qualche modo anche relazionarsi al destino comune di Abbie e Ichabod come testimoni? Speculazioni random…
– Al termine dell’episodio abbiamo anche un Irving fuggitivo: finalmente il capitano Frank torna attivo dopo nove episodi in panchina, rinchiuso più per necessità che per altro a Tarrytown. Sono felice di riavere anche lui di nuovo presente per il team, sperando non crei troppi casini agli altri sempre per via del suo piccolo problema che ormai tutti conosciamo bene.

Best Ichy moments:
– Quando non riusciva ad aprire una chiusura anti-bambino di un pacchetto di medicine era troppo adorabile!

– In generale tutti i rimedi della nonna per farsi passare il raffreddore sono stati degni di nota… Questa faccia in particolare è impagabile:

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E voi che ne pensate di questo episodio? Ormai siamo quasi al midseason finale, come anche il promo del decimo episodio (qui sotto) ci ricorda… Aspetto come sempre di leggere i vostri pareri nei commenti e, per rimanere sempre aggiornati sulla serie, vi ricordo di passare dai nostri amici di:

Sleepy Hollow Italia ϟ Prima pagina italiana

Sleepy Hollow Italia

Alla prossima!

*Sì, spesso è vero che mi perdo qualcosa (è ampiamente dimostrato, chi commenta frequentemente lo sa, che ho un problema con il ciondolo di Katrina e i suoi effetti: non lo faccio apposta ma proprio non li calcolo!), ma quando si hanno una trentina di storyline di serie diverse che procedono di pari passo nella tua scaletta settimanale il cervello comincia a perdere colpi. Addicted, so che mi capite! 🙂

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

1 COMMENT

  1. Io senza Ichabod non ci so stare, è confermato! A parte la coccolosità estrema ( ho pensato anch’io fosse raffreddato sul serio, meraviglioso! ), mi è mancato davvero tanto in questo episodio. Quel brodo di polpette era inquietante ma se lui mi dice che è buono, vabbè… ci crediamo 😀 Detto questo, buongiorno Katrina, cosa pensavi fosse, quel neonato, il bambino dell’ovetto kinder? Io ti adoro ma come strega sei un po’ una schiappa! Levati quel ciondolo e facciamola finita! Anch’io all’espressioni di Henry ho escalamto AAAAAAAAAWWWWWWWWWWWWWWWWW. Ma ormai lo sai che siamo in sintonia! 😀

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