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Sleepy Hollow | Recensione 1×06 – The Sin Eater

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Sleepy Hollow | Recensione 1×06 – The Sin Eater

“You know, there are two things in life that I believe you should hold onto as long as possible: virginity and skepticism”

1385110_713287932015448_1114415356_nSleepy Hollow torna col botto, con un episodio che non delude e che finalmente dà delle risposte. C’è stato di tutto: rivelazioni, affetto, novità, creepiness. Per quanto mi riguarda ne voglio ancora.
E intendo ADESSO!
Dopo una pausa che mi ha fatta penare non poco, sono davvero contenta di aver visto i miei dubbi – almeno in parte- risolti e la mia ship salpare, perché sì signori, l’episodio sarà anche stato Ichabod-centrico, ma ormai il rapporto che lo lega ad Abbie è innegabile.
Ichabbie, gentlemen. Ichabbie everywhere!
Sapete, credo di aver qualche problema con i personaggi impopolari: mi piacciono.
E per “mi piacciono” non intendo un banale “tutto sommato non stonano nel complesso”, no. Io tendo a sviluppare un maniacale e inappropriato senso di ammirazione e protezione, tanto da attaccare verbalmente e in maniera non poco colorita chiunque la pensi in maniera diversa.
Quindi cercherò di nascondere (almeno nelle recensioni) quest’oscuro lato del mio carattere in favore di una pacifica virtuale convivenza, ma patti chiari e amicizia lunga: Abbie Mills è un gran personaggio e spero che se qualcuno avesse avuto dubbi in passato, con questo episodio si sia ricreduto.
No, sul serio, lo spero davvero.
Ora chiudiamo questa breve parentesi sulla simpatia nei confronti di personaggi fittizi e torniamo alla recensione.

The Sin Eater si apre con una partita di baseball che permette ad Abbie di piazzarci una bella metafora che la dice lunga sul suo personaggio.

Per me tutto il baseball si concentra in tre cose. Primo: la tradizione. Le regole non cambiano mai. Puoi essere sicuro che il prato è sempre verde e le linee sono bianche. Quindi non importa quanto il mondo impazzisca, questo ti fa sentire al sicuro, come se tutto andasse bene. Secondo: è un gioco di squadra. I giocatori devono potersi fidare l’uno dell’altro e guardarsi le spalle a vicenda, perché senza di questo la squadra non funziona. E quello che mi piace è che questo sport non fa discriminazioni. Puoi essere una riserva o un titolare da interbase, nero, bianco, ispanico… questo è il sogno americano!

Credo che Abbie celi una grande insicurezza dietro la maschera da dura che ostenta ogni giorno. Dopotutto la sua infanzia non è stata delle più facili: la continua ricerca della famiglia perfetta che non è mai arrivata, il desiderio di essere accettata, la voglia di sentirsi al sicuro. Sono tante piccole sfumature che non arrivano subito, ma è chiaro che Abbie intenda questo.
E finalmente con Ichabod ha trovato quello che cercava, quello che le mancava: sicurezza, famiglia, uno scopo.

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Chiaramente Ichabod non riesce a cogliere granché dei principi base del baseball, ma questo non gli impedisce di inveire contro l’arbitro, regalandoci uno dei pochi momenti leggeri e divertenti dell’episodio.
Tutto sembra procedere per il meglio, fin quando Ichabod non viene rapito mentre fa visita alla tomba di Katrina.
Ora, gioia, capisco tutto. Capisco il senso di abbandono, capisco la voglia di andare in un posto tranquillo, capisco il “tentiamo di riparlare con la mia moglie morta” ma non potevi farlo a casa tua? Voglio dire, sappiamo tutti che la tomba di Katrina è vuota, che è stata messa lì because no reason, per sviare il nemico e tutto il resto. Molto furbo, Ichy. Molto furbo.
Mentre Ichabod viene portato via, Abbie quasi ci lascia le penne per via della visione di Katrina.
La strega la informa che Ichabod è stato rapito, ribadisce il concetto che lo spirito di Crane e quello del Cavaliere sono connessi e che l’unico modo di salvarlo da morte certa è quello di contattare un uomo particolare, un Sin Eater (letteralmente “Mangia Peccati”), affinché possa spezzare il legame e santificare Ichabod.
Una cosa che sarebbe anche semplice se non fosse per il fatto che nessuno ha la minima idea di dove trovare il tizio.
Urge aiuto immediato. Urge Jennifer Sopracciglio Mills.
Andiamo, solo io ho notato il suo sopracciglio tennentiano?

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Dopo vari tentativi, le sorelle riescono a rintracciare Henry Parrish aka John Noble, signore e signori! Finalmente sembrano aver trovato la soluzione ai loro problemi e Walter Henry decide di non aiutarli: non userà il suo “dono”, gli ha già portato via troppo in passato e non può permettere che l’ennesima parte di sé scompaia insieme ai peccati di qualcun altro.
Tuttavia, toccando a malapena Abbie, riesce a localizzare il luogo in cui Ichabod è tenuto prigioniero, ma ribadisce di non poter comunque fare di più.
Intanto Ichabod viene interrogato da Thomas Cromwell Rutledge (James Frain). Assistiamo ad un momento alquanto shelockiano in cui Crane riesce a capire che l’uomo che ha di fronte è un discendente di Edward Rutledge, il più giovane firmatario della Dichiarazione di Indipendenza guardandogli i gemelli della giacca, il luogo in cui si trova è un covo di Massoni, e poi tutta una serie di considerazioni sul palmo calloso dell’altro uomo e sull’anello mancante.
Insomma, Sherlock è arrivato in anticipo quest’anno e si è travestito da Ichabod Crane, mi sembra chiaro.
Arriviamo così ai momenti che ho preferito: i flashback. Finalmente ci viene raccontata la storia di Ichabod, il suo ruolo tra gli inglesi e il suo cambio di rotta verso George Washington.
Crane era un soldato leale a servizio delle persone sbagliate. Dei demoni sbagliati, in realtà. Katrina rappresenterà la luce in questo momento, colei che lo indirizzerà verso la strada giusta e gli farà aprire gli occhi. Un altro personaggio sarà fondamentale nel passaggio da una fazione all’altra di Ichabod, Arthur Bernard, uno schiavo liberato sospettato di tradimento e sostenitore dell’insurrezione americana.
Chi l’avrebbe mai detto che i demoni fossero alla base di una guerra come quella di Indipendenza?

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Ichabod è un testimone, è chiaramente speciale, riesce a vedere quello che un comune uomo non dovrebbe, e una volta che realizza che il proprio comandante è alquanto “demoniaco” si schiera dalla parte di Bernard, non riuscendo comunque a salvargli la vita.
È proprio questo il “peccato” che lo tormenta: il senso di colpa, il non aver potuto fare abbastanza.
Una volta che Rutledge conviene che chi ha davanti è davvero Ichabod Crane, lo informa sul reale piano dei Massoni: se Ichabod e il Cavaliere sono collegati, questo significa che se Ichabod dovesse morire anche il Cavaliere lo seguirebbe, risolvendo ogni problema.
Ichabod, hai una fortuna che in confronto Sam Winchester è l’uomo più felice della terra.
Abbie e Jennifer riescono a trovare Ichabod ma Crane sembra aver deciso: se deve sacrificarsi per salvare molte altre vite, allora lo farà. Abbie ovviamente vuole impedirlo, non può permetterlo, non può perdere anche lui ma Ichabod è irremovibile.

“I’ve lived on borrowed time. More than any man deserves. I’ve seen wonders beyond my wildest imaginings. Through these centuries, against the impossibility that we’d find each other, we did. And I am most grateful for it.”

Ichabod è grato di aver conosciuto Abbie, ma farà la cosa giusta e beve quello che credo sia un veleno.
L’arrivo di Parrish salva la situazione. L’uomo, infatti, decide di aiutare Ichabod e spezzare la maledizione che lo lega al Cavaliere, maledizione che si nutre del senso di colpa di Ichabod nei confronti di Bernard, del quale riuscirà però a liberarsi.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma il Cavaliere si risveglia e fa una visita al luogo in cui Crane si è risvegliato. Perché? Cosa vuole? Cosa succederà adesso? For God’s sake, devo davvero aspettare un’altra settimana?

MOMENTI TOP

  • La partita di baseball e lo sfogo di Ichabod;

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  • Il passato di Ichabod e il primo incontro con Katrina;
  • Le mani. Sono la sola ad aver visto un collegamento tre le due scene Ichatrina e Ichabbie? Le mani che si stringono, loro finalmente insieme…

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  • La santificazione. L’intera scena con un John Noble superbo.

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  • Il fatto che Ichabod chiami Mills “Abbie” per la prima volta e l’abbraccio.

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MOMENTI DOWN

  • Non ho molto apprezzato le scene con Jennifer Mills che in questo episodio mi è sembrata alquanto superflua;
  • Il sogno/visione creepy di Abbie. Non l’ho sul serio capita…

Insomma, Sleepy Hollow non mi ha delusa, la mia curiosità continua a crescere nonostante le aspettative continuino a salire. Prima di lasciarvi con il promo del prossimo episodio, vi invito a passare nella pagina Sleepy Hollow – Prima Pagina Italiana per restare sempre aggiornati.

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http://youtu.be/sS4RwJprRuM

 

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

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