Siamo ufficialmente arrivati a metà stagione… come corre il tempo quando ci si diverte! E in questa puntata gli episodi divertenti non sono veramente mancati, anche se ammetto che sul finale forse ci stava anche qualche lacrimuccia: i miei Gallaghers stanno crescendo e vanno per la loro strada. Se nella scorsa recensione avevo ammesso di essere rimasta un po’ delusa, questa settimana invece ho notato una netta ripresa, forse non l’episodio migliore della stagione (e sarebbe anche presto per dirlo) ma senza dubbio migliore dei due precedenti. Il punto di forza per me sono state le scene corali: le chiacchiere sul letto, il saluto a Carl, il semplice confronto, e a volte scontro, fra i fratelli mettono in luce la chimica e l’alchimia straordinaria che si sono create fra i membri di questo cast che per sette anni sono cresciuti insieme, diventando quasi una famiglia anche al di fuori dal set.
Inizierei col parlare di Carl, forse proprio perché questo personaggio è stato troppe volte sottovalutato. L’avere finalmente accanto una vera figura maschile a cui aspirare, quasi paterna (per quanto comunque il padre di Dominique non lasci mai trasparire troppo il suo attaccamento al ragazzo, che credo invece sia più profondo di quanto lui stesso voglia ammettere), gli ha fatto capire di dover prendere una decisione riguardo al suo futuro. Le sue parole di congedo sono poche e semplici (d’altronde sarebbe anche stato impensabile aspettarsi un discorso da capo di stato e completamente out of character), ma vanno dritte al punto. La sua scelta di iscriversi alla scuola militare segna l’apice di un percorso di cambiamento e maturazione iniziati già nella scorsa stagione, e che hanno trasformato il piccolo criminale in un giovane uomo in grado di farsi carico delle proprie responsabilità. Mi dispiace che questo cambiamento sia passato un po’ in sordina, in parte per il tono comico e ironico con cui molte scene sono state affrontate e in parte per la mancanza di considerazione da parte della sua famiglia, forse proprio perché il suo futuro da delinquente sembrava già segnato e avevano ben poco da aspettarsi da lui; ma del resto anche il percorso di Lip sembrava stabilito ed invece tutto è andato a rotoli… Carl è riuscito nel suo piccolo a dimostrare agli altri che il passato non può e non deve influenzare le scelte future o definire ciò che si può diventare, per cui ho trovato significativo che alla fine si sia ritrovato alla stazione degli autobus proprio con Fiona, Lip e Debbie, che da lui dovrebbero prendere esempio e che per la prima volta gli hanno finalmente dimostrato il supporto che merita (e anche un po’ di orgoglio per l’uomo che sta diventando).
Per chiudere il discorso su Fiona, vorrei farvi presente il mio dubbio sulla sua nuova impresa: non so se avete notato ma la signora della lavanderia non era proprio nel pieno delle sue capacità, almeno a memoria, per cui non sono poi così convinta della validità del contratto firmato con Fiona. Chi ci dice che l’allegra vecchietta non abbia già firmato con gli imprenditori del North Side e se ne sia dimenticata? Dati i precedenti, quando casa Gallagher è a rischio, la legge di Murphy è sempre in pieno stato di validità – aka: probabilità che le cose vadano male moooolto alte…
Debbie bene ma non benissimo; anzi, male ma non malissimo, perché comunque anche quella di sposare Neal non è un’idea brillante. Almeno però ho visto un barlume, una scintilla di responsabilità negli occhi della nostra Debs. Come previsto, l’intervento dei servizi sociali le ha dato un gran colpo e l’ha smossa da quel torpore in cui era caduta, convinta che l’aver messo alla luce un figlio l’avesse resa d’improvviso una donna fatta e finita. Sebbene il matrimonio sia un’altra via d’uscita facile, almeno è una soluzione a lungo termine, che assicurerebbe a lei e soprattutto a Franny un futuro stabile, apparentemente o forse semplicemente non ci ha ancora pensato… mettendo anche da parte la sua felicità personale. Debbie è ancora molto immatura, troppo, e questo è comunque solo un piccolo, minuscolo passo. Quando è andata a chiedere l’approvazione di Fiona poi, francamente mi aspettavo tutt’altra reazione. La stessa Fiona che le scriveva messaggi con hashtag sull’aborto e che aveva giurato di non aiutarla nemmeno con un centesimo per crescere quella bambina, che fino a qualche ora prima l’avrebbe cacciata di casa se non fosse riuscita a contribuire finanziariamente alle spese della famiglia, ora se ne esce con un semplice “voglio solo che tu sia felice”. Questo è esattamente il tipo di riavvicinamento che auspicavo per Lip e Fiona, e ammetto che ha portato a un gesto bellissimo tra le due sorelle, quell’abbraccio così sentito per la prima volta dopo tanto tempo, però almeno una raccomandazione me la sarei aspettata (anche perché parlando con Ian e Lip non sembrava così convinta ed entusiasta come si è dimostrata poi). Io ci ho visto un po’ di incoerenza, ma forse era solo l’unico modo per porre fine a questa faida che dura da un paio di stagioni.
Per quanto riguarda Ian mi ritengo abbastanza soddisfatta: non so se la situazione con Trevor riuscirà ad avere un qualche sviluppo romantico (alla fine nessuno è come Mickey, ma sarà sempre meglio di Caleb…) ma di sicuro i due hanno un attaccamento molto forte, e spero che almeno ne possa nascere una nuova grande amicizia; d’altronde, dopo Mandy, Ian non ha più avuto nessuno con il quale confidarsi a cuor leggero.
Per questa settimana direi che ho sproloquiato a sufficienza! Vi lascio con il promo della 7×07 e vi ricordo di passare dalla pagina Shameless US Italian Page per non perdervi nessun aggiornamento su questo meraviglioso cast!
Ciao! Complimenti come sempre, perché la puntata di questa settimana io l’ho trovata piuttosto “densa” di eventi e la tua analisi è come sempre puntuale e fonte di spunti.
Vado per punti, perché ho diverse cose da dire.
1. Lip. Come te non capisco dove vogliano andare a parare e che cosa voglia fare della sua vita. Ero abituata a vederlo protagonista di storyline di un certo, non dico “spessore”, ma una certa complessità, adesso mi sembra lasciato un po’ in un angolo.
2. Fiona. Io temo molto, come te, che la signora con la demenza senile (immagino) la metterà nei casini. Non trovo giusto che abbia messo a rischio la casa giustificandosi con “Beh, è a nome mio”. D’accordo, però, dai, Fiona, tu non ragioni così di solito. In più le ho dato credito di maggior fiuto affaristico e buon senso che non: “avere una idea improvvisa” – “precipitarsi a indebitarsi per 80.000 dollari”. È vero che ha ribaltato le sorti della tavola calda, ma farei attenzione a pensarmi come donna di raro acume commerciale. Esistono dei consulenti apposta. La banca non fa delle valutazioni, come da noi? Per non parlare del fatto che la firma della signora può essere impugnata da qualsiasi tutore legale, secondo me (non voglio inoltrarmi nella faccenda perché non conosco il settore. Comunque ho paura, in sintesi).
Come dici tu, mi sono piaciute moltissimo le scene corali, compreso il saluto a Carl. Nonostante io non ami i teppistelli irritanti, Carl mi è sempre piaciuto e sono felice che il suo mentore aka il poliziotto brusco sia andato a salutarlo alla partenza. A suo modo gli vuole bene e sono felice che ci sia qualcuno di solido che si prende cura di lui. Sono curiosa di vederlo alla scuola militare!
3. Debbie. Non so che cosa dire. Non penso che la soluzione migliore sia sposare *non mi ricordo il nome. Né penso che la reazione di Fiona sia stata adatta. Io l’ho percepita come coerente con la Fiona di adesso: non vuole litigare, vuole pensare a se stessa e lasciare che la sua famiglia si arrangi. Capisco il principio, ma non puoi davvero dirle “Fai pure, voglio solo che tu sia felice”. Non con una adolescente che sta per sposare qualcuno solo per assicurarsi un po’ di sicurezza!
Condivido sui teatrini divertenti che ormai hanno preso la loro strada e sono troppo separati dal resto e Frank lontano dalla famiglia. Per quanto ne sia felice, non è la dinamica a cui ci hanno abituati. Non dico che mi manchi Frank, hanno infatti fatto bene a cercare di annegarlo, però viene a mancare un po’ di “verve”, secondo me.
Mi pare di essermi dilungata un po’ troppo 😀 Complimenti ancora e grazie per le riflessioni che mi fai fare!