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Shameless | Recensione 4×12 – Lazarus (SEASON FINALE)

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Shameless | Recensione 4×12 – Lazarus (SEASON FINALE)

“Is that all you got? that’s it? i’m still here, you fucker! Frank Gallagher! i’m alive! you see me, you see me standing here? you lost, asshole! i’m alive, motherfucker! me, Frank Gallagher, alive! alive.”

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Ed eccoci, tristemente, arrivati a uno dei finali di stagione più attesi dell’ultimo periodo, talmente atteso che, una volta passato, faremmo di tutto pur di ricominciare ad aspettare per una misera settimana. E invece no, ci tocca aspettare gennaio e fino ad allora possiamo solo sperare, supporre e pregare.
No, sul serio, pregate perché la situazione è critica.
“Lazarus” è stato un episodio intenso, degno finale di una stagione perfetta. Mi sono domandata, di puntata in puntata “è possibile rendere questa serie ancora più grandiosa?” e la risposta è sì, si può. Questo finale non ha fatto che confermare la mia idea iniziale: Shameless è una serie di qualità, una tra le migliori in circolazione ed è stato un piacere commentare questa stagione con voi.
Prima di diventare prolissa, fatemi dire che è stato abbastanza complicato riordinare le idee per buttare giù una recensione sensata. Appena dopo la puntata mi sono trovata in uno stato confusionale che può essere tranquillamente riassunto con “No”, “Oddio no”, “Non ci credo”, “Non ci voglio credere” e “Non è possibile”.
La giornata di ieri è stata molto strana per me, ho avvertito una spiacevole sensazione di vuoto, di abbandono e quindi mi sono detta che dovevo trovare immediatamente qualcosa che sostituisse Shameless in tempo di crisi. Eh sì, finisce Shameless e inizia Game of Thrones.
Come si suol dire, rimpiazzare la tragedia con la tragedia.
Ma noi siamo telefilm addicted e possiamo sopportare questo e altro. Per ovvie ragioni siamo noi quelli che dovrebbero farsi prescrivere tutti gli antidolorifici di Frank Gallagher per poi darsi, inevitabilmente, all’alcolismo.
Sì, devo smetterla di divagare. Lo so. Iniziamo il commento vero e proprio, personaggio per personaggio.

Frank e il karma. Se c’è una cosa che abbiamo imparato in Shameless è quella dell’esistenza del karma: fai male e ricevi male (molto male) e fai bene e – dopo aver ricevuto un sacco di male – forse, eventualmente, magari dopo una decina d’anni di sofferenze il bene ritorna al mittente.
Quindi non importa chi sei o cosa fai: il karma verrà sempre a bussare alla tua porta… a meno che tu non sia Frank Gallagher.
Frank, signori e signore; il personaggio più vile, autolesionista e scapestrato della serie riesce sempre a tirarsi fuori dai guai. In alcune recensioni ho fatto presente che non mi sarebbe piaciuto vedere un Frank – ai tempi condannato a morte certa – restare fedele a se stesso fino alla fine: insomma, se proprio doveva andarsene avrei preferito un minimo di redenzione.
Non molto, davvero. Un minimo mi sarebbe bastato.
Ma Frank riesce a ottenere il fegato di cui ha tanto bisogno e nello scorso episodio abbiamo visto un lato differente del personaggio che conosciamo, il lato paterno. Abbiamo visto la vergogna e la voglia di rimediare di un uomo che voleva solo prendersi cura della piccola Fiona. Come ho già detto, quella parte è stata molto toccante.
Ma adesso? Frank è tornato in sé e mi aspettavo qualcosa. Non so dirvi cosa perché non ci ho pensato troppo. Che andasse a parlare con Fiona? No, non credo. Che si rimboccasse le maniche per riprendere in mano la propria vita? Neanche. Che cambiasse? Forse un po’.
Ammetto che nella scena finale in cui Frank impreca contro la vita, il karma e Dio poco prima mi ero quasi aspettata che volesse bere l’ultimo sorso di alcol, dire addio alla vecchia vita e andare oltre. Naturalmente mi sbagliavo.
Frank è di nuovo in carreggiata e non ha alcuna intenzione di cambiare le proprie pessime abitudini perché non vede la guarigione come una seconda possibilità ma come una vittoria personale su tutti quei fattori che lo hanno quasi ammazzato.
Quasi.
Tiriamo le somme su Frank? Come ha detto Kevin ad inizio stagione, “Frank è uno scarafaggio che troverà sempre il modo di saltare fuori dalla tazza del cesso” e aveva ragione. Arrivo all’estrema conclusione che nulla potrà uccidere Frank Gallagher, nemmeno la morte.
tumblr_n3owu3J3G41qgjwb1o1_500Bonus: ho sempre amato il rapporto tra Frank e Carl ma ammetto che la scena finale mi ha un po’ disturbata. Ho trovato un inquietante parallelismo tra la confessione di Frank al medico durante uno dei primi ricoveri (“Bevo da quando avevo dodici anni e non ho mai smesso da allora”) e Carl che, inizialmente, si tira indietro e poi si attacca alla bottiglia perché, a dir del padre, “un goccetto alla tua età non ha mai ucciso nessuno”. A volte l’influenza di Frank su Carl mi spaventa, specialmente ora che Carl – mollato da Bonnie – si ritrova nuovamente al punto di partenza.

Sheila vs Sammy. Sheila e Sammy sono state, in questa stagione, i personaggi femminili con il compito di stemperare le tensioni, la parte comica in mezzo alla sofferenza generale. Adoro entrambe e quindi ho trovato molto divertente la lotta tra le due anche se i motivi di fondo sono tutt’altro che allegri. Da una parte abbiamo Sheila che ha sempre vissuto per la famiglia, dall’altra abbiamo Sammy che la famiglia l’ha trovata da poco e quindi dipende da essa. Capisco perfettamente le ragioni di entrambe durante lo scontro “vediamo chi si aggiudica Frank”.
Sheila è una mamma e non può fare a meno di esserlo. Con l’addio a Karen, l’abbiamo vista nei primi episodi della stagione prendersi cura di Liam con un entusiasmo fuori dal comune. Con l’arrivo dei bambini da adottare, che hanno poi portato all’assurdo matrimonio, Sheila ha pensato di poter ricostruire la famiglia che tanto le mancava, ma una volta appreso che non potrà più avere quei bambini chi altro le resta se non Frank? Sheila ha paura di restare sola e quindi fa di tutto pur di allontanare l’ultima figlia ancora attaccata a Frank, Sammy.
D’altra parte Sammy non ha torti, anzi ammetto di aver tifato per lei durante la quasi-scazzottata. A questo punto mi chiedo: vedremo Samantha sganciarsi da Frank? Credo che un personaggio così meriti una storyline più indipendente ed è, per l’appunto, quello che mi aspetto dalla prossima stagione.
Nonostante tutto sono molto felice che le sue si siano riappacificate subito: sono personaggi positivi, non potevano andare oltre qualche insulto e parola di troppo.

I Gallagher. Fiona è uscita di prigione, Lip continua la sua relazione con Amanda, Carl vede Bonnie andare via senza una spiegazione e Debbie si destreggia tra bollette da pagare e fidanzati che non può avere.

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I personaggi cardine restano però Fiona e Lip e l’affetto che li lega: Fiona finalmente si rimette in piedi e accetta il nuovo lavoro mentre Lip supera con successo gli esami di metà semestre. Ora che sono di nuovo insieme possono rimettere le cose a posto.
Credo che questa esperienza sia servita ad entrambi perché da una parte ha responsabilizzato Lip mentre dall’altra ha fatto comprendere a Fiona di poter contare sul fratello.
Fiona non è perfetta. D’altronde nessuno lo è.
È un nuovo inizio per i Gallagher: non più sereno ma di certo più consapevole.

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Bonus: mi tengo i commenti sul ritorno dell’uomo a cui non bastano due nomi quindi se ne inventa un terzo per dopo, ma fatemi dire questo: un ritorno di fiamma tra lui e Fiona è inevitabile, ma io spero davvero che Fiona balli il tango orizzontale con Jeffrey Dean Morgan, il suo tatuaggio da tamarro e le lenti alla Robert Downey Jr. Lo dico perché dato che io ho passato gran parte dell’episodio in modalità “JDM dammi dei figli!” non vedo come possa resistergli Fiona.

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I Milkovich. La sofferenza ha bussato a casa Milkovich, tanto per cambiare. Mandy soffre perché ha perso la sua possibilità con Lip (ma tieni duro, so che vi rivedrò insieme!) e Mickey si ritrova ad affrontare per la prima volta qualcosa di veramente grosso: Ian è bipolare e finalmente non siamo solo noi del pubblico ad averlo capito.
Mickey è cresciuto tanto in questa stagione ma con Lazarus ha raggiunto l’apice di un lento cambiamento durato dodici episodi. Mi ha colpito tutto del suo discorso ma se dovessi scegliere direi l’esatto momento in cui ha definito Ian “di famiglia”.
Ian è il migliore amico di Mandy e ragazzo di Mickey, è un ibrido, è l’incarnazione del Gallavich.
Mickey lo considera, quindi, più di una persona con cui passa il tempo perché essere di famiglia è un’altra cosa. Assistendo alla reazione viscerale di Mickey di fronte all’eventualità di lasciare Ian non ho potuto fare a meno di sentire un piccolo Stitch nel mio cervello ripetere “Ohana means family. Family means nobody gets left behind”. Anche il modo in cui Mickey ha messo in chiaro le cose con Fiona, dicendole che lui e lei si prenderanno insieme cura di Ian… che dire gente, applausi!

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Apro una piccola parantesi su Svetlana che è passato da personaggio detestato a uno dei miei preferiti. Ho davvero apprezzato il discorso che ha fatto al marito; dopotutto è chiaro che lei provi qualcosa per Mickey. Magari non è amore, ma ho visto tanto nei suoi sguardi. Svetlana è una donna affascinata da quello che c’è tra Ian e Mickey, da quell’affetto vero e genuino che caratterizza il rapporto tra i due ragazzi. Tra l’altro, non credo sia un caso che si sia tinta i capelli di rosso e abbia messo su quel teatrino a inizio puntata.
Il discorso di Svetlana era chiaro: non riguardava davvero le scelte né la sessualità, ma le priorità. Mickey è libero di scegliere chi amare ma non è libero di tirarsi fuori da quel matrimonio se al suo interno è nato un bambino che ha bisogno dei genitori o, quantomeno, di un aiuto.
Ammetto che la situazione tra Mickey e Svetlana inizia ad essere strana – beh sì, lo è sempre stata un po’- ma sono sicura che nella prossima stagione assisteremo a un punto di svolta.

Kevin e Veronica. Purtroppo questi due personaggi hanno avuto poco spazio negli ultimi episodi. Un vero peccato. Se non altro, però, li ho davvero amati nella scena del bar: come avevo detto e come tutti avevamo immaginato, a nessuno importa un beneamato cavolo dell’orientamento sessuale di Mickey, come hanno cercato di fargli notare in primis Kev e V. Kevin in questa stagione si erge a custode dei personaggi: li supporta in silenzio (la scena in cui Kev offre da bere a Ian nello scorso episodio), li tranquillizza (lo abbiamo visto con Mickey in questa puntata) e li indirizza verso la strada giusta, riprendendoli se necessario (Lip ne è stato la prova). Una grande coppia che si amalgama perfettamente al resto delle famiglie.

Jimmy/Steve/Jack/Cosimo/Orlando/Kristoff. Troppi nomi? Beh, io amo portarmi avanti. Il ritorno di Jimmy è stato del tutto inaspettato, non solo per noi ma anche per il cast che è praticamente caduto dalle nuvole. Emmy aveva posto una domanda interessante: se Jimmy è davvero uscito di scena perché le sue chiappe si ostinano a comparire nella sigla?
Eh sì, in effetti aveva senso.
Non so se augurargli il ben tornato a casa considerando quanto lo abbia rimpianto con l’avvento di Robbie o aspettare pazientemente perché Fiona lo ridurrà di sicuro a un puzzle di milioni di piccoli pezzi. Vedere per credere.

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Questa stagione di Shameless è stata davvero grandiosa e quest’ultimo episodio ha saputo alternare alla perfezione leggerezza e momenti più difficili. Aspettare gennaio sarà una tortura e per superare questo momento vi consiglio di spararvi un’intensa maratona dalla prima stagione e fare un salto nella pagina Shameless US Italian Page.
È stato fantastico recensire questa serie con voi e mi ha fatto sempre un gran piacere leggere le vostre impressioni, quindi… non mollate proprio adesso e fateci sapere cosa ne pensate!

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

5 COMMENTS

  1. Complimenti per la recensione, non potevi essere più perfetta. Vorrei solo solo aggiungere che ho trovato glaciale il modo in cui Lip scherza sulla situazione di Ian. Da lui proprio non me lo aspettavo.

    • Concordo. La reazione è stata davvero ambigua. Immagino che gli autori volessero lasciare questo aspetto in sospeso fino alla prossima stagione, preferendo dare spazio a quello che è stato l’epilogo del brutto momento tra Lip e Fiona piuttosto che concentrarsi sui sentimenti che riguardano la condizione di Ian.
      Certo, ci sono modi e modi per lasciare una storyline in sospeso. La reazione così “leggera” di Lip ha fatto storcere il naso anche a me.

  2. A me questa recensione non è piaciuta affatto..L’ho trovata perziale e per nulla esaustiva del vero messaggio della serie. Shameless è la destrutturazione della morale nelle società capitaliste. Dalla sianità. al sistema repressivo, dall’ingiustizia dell’incolmabile divario fra classi, dalla solitudine all’extralegilità, fino alla scuola. Shemelles (svergognati) si scaglia violentemente contro il sistema americano dalla prima fino all’ultima puntata. I Gallagher sono l’epica del contemporaneo sottoproletariato di una triste e ghiacciata Cicago, barcamenandosi tra truffe allo zio Tom, piccolo crimine e paradossi. Per inciso, Frank non poteva diventare un buon padre proprio all’ultima scena e Carl potrà essere il suo degno erede, forse…Ma il punto non è questo, piuttosto è Frank che presenta la sua sfida e la sua vittoria ad una vita ingiusta nei suoi confronti. La sua reazione è proprio quella di vivere e consumarsi negli eccessi, perchè Frank molto spesso inchioda il mondo con il suo cinismo, svelando e scoprendo tutta l’ipocrisia ed il prembenismo di cui le società occidentali capitaliste si ammantano per nascondere la verità.

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