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Shameless | Recensione 4×02 – My Oldest Daughter

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Shameless | Recensione 4×02 – My Oldest Daughter

Shameless torna questa settimana con l’episodio “My Oldest Daughter”. Avete presente la soddisfazione di seguire una serie che sforna solo episodi grandiosi e mai banali? Shameless non perde un colpo e ci regala nuove svolte e nuovi capitoli.
Partiamo da Kevin e Veronica. Dopo la scoperta della gravidanza di V. nella scorsa recensione avevo detto che,  in Shameless, è una cosa che ti aspetteresti: alla fine, piove sempre sul bagnato. Ma così si esagera!
Se la notizia della gravidanza e l’eredità di Stan avevano tranquillizzato la nostra coppia, la scoperta di avere un’attività piena di debiti e quattro – dico quattro!– figli in arrivo non è qualcosa che va giù facilmente.
Menzione d’onore al medico che dice a Veronica “dalla vostra faccia, direi che non l’avevate programmato”. Chi programmerebbe mai tre figli? Dove? Ma soprattutto… perché?
Veronica sa di non poter mantenere quattro figli, così invita la madre ad abortire: Kevin non è d’accordo e questo crea non poche tensioni nella coppia.
Credo sia inutile addentrarsi in una discussione puramente etica ma i fatti sono chiari: quattro figli sono troppi e i soldi sono pochi (considerando che Kevin si è anche impegnato con il figlio di Stan alla consegna mensile di 500 dollari per due anni interi). Quindi, come comportarsi?

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Fiona ha trovato la sua strada. Ha un buon lavoro, i soldi non mancano, può permettersi tutte le spese necessarie per mantenere la famiglia e ha un fidanzato.
Vi giuro, inizialmente ero felice per lei e Mike non sembrava poi così male, ma adesso? Adesso Mike è l’angoscia ed essere diventato tale appena nel secondo episodio della stagione è un record.
Dovrebbero sul serio dargli un riconoscimento: il premio angoscia.
Le decine di telefonate, la pesantezza di uomo che non riesce ad accettare che una persona normale possa dimenticarsi di telefonare una volta tornata a casa. E se fare notare la cosa a Fiona è stato “strano” la prima volta, dopo la quinta telefonata ci siamo avvicinati a una situazione a metà tra la paranoia e lo stalking.
Spero che Fiona si sia accorta di qualcosa, un sentore qualsiasi, ma immagino che un allontanamento da un tipo simile non sia così facile, specialmente se l’Angoscia in questione è il tuo capo.

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Carl è il fratellino che non ho mai voluto. Si mantiene uno tra i personaggi meglio sviluppati della trama, protagonista indiscusso delle scene che lo riguardano.
Carl sta affrontando principalmente due situazioni: la pubertà e la malattia di Frank. Adoro questo ragazzino che in un primo momento riesce a farti saltare i nervi e quello dopo suscitare grande tenerezza.
Perché è questo quello che è: Carl è un Gallagher e quindi si comporta da Gallagher. Rendersi inopportuno è un obbligo ma aiutare la famiglia è un privilegio. Sotto questo punto di vista si allontana non poco dagli altri.
Anche Carl è stato deluso da Frank, esattamente come gli altri, ma questo non gli impedisce di fare il possibile per aiutarlo. Tiene così tanto al padre al punto che gli donerebbe il proprio fegato senza pensarci troppo.

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 Le scene che hanno visto Debbie come protagonista sono state poche ma abbastanza da mostrare una cosa: è una ragazzina in perpetua sindrome premestruale perché, dai!, i sintomi sono chiari (manca il pianto disperato e li completiamo!) che prova a convincersi di essere una donna ma sa di non esserlo. Non riesce nemmeno a trattenersi dal rivelare la sua vera età al creepy boyfriend che la prende anche bene.
Troppo bene.
So che dovrebbero sembrarmi adorabili, ma quel tizio mi inquieta a morte.

E passiamo a Lip. Non credo esista persona sulla faccia della terra che non si sia presa una cotta scandalosa per Lip, quindi una parta di me è poco obiettiva nel parlare delle sue scelte. Cercherò di sforzarmi.
Lip è il tipico ragazzo che ogni professore ha sempre etichettato con “è intelligente, ma non studia”. Io non sono mai stata d’accordo con questa massima filosofica che ci schiaffavano in faccia durante la scuola, ma che Lip stia facendo degli errori di valutazione è indubbio.
È un personaggio abituato a usare la propria intelligenza per arrampicarsi sugli specchi e improvvisamente questa capacità non basta più: leggersi una manciata di pagine 15 minuti prima di un esame non è l’arma vincente per andare avanti in un posto come questo.
Lip non sa che fare né come comportarsi quindi arranca di qua e di là, prende quello che può ma non quello che vuole, che potrebbe ottenere facilmente se si impegnasse sul serio.
L’incontro con la tutor sembra infatti mettere le cose in chiaro: in un mondo come quello lui sarà anche attraente, ma mai quanto uno con il dottorato in tasca.
E così Lip è costretto a fuggire con la coda tra le gambe, ingannando il tempo con la versione femminile di Augustus Gloop de “La fabbrica di cioccolato”.
Well done, Lip!

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Ed eccoci finalmente arrivati al plot twist dell’episodio: Frank ha bisogno di un fegato, Ian non c’è e Lip e Fiona sono gli unici che possono ma non vogliono aiutarlo. La soluzione diventa all’improvviso semplice perché se Fiona non ha intenzione di aiutare il padre, allora lui chiederà l’aiuto dell’altra figlia, the oldest daughter, Samantha.

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Samantha who? Domanda che mi assilla da ieri. Oddio, non è poi così strano che Frank possa avere un’altra figlia ma perché non ne ha mai parlato? Il loro rapporto è conflittuale come quello che Frank condivide con Fiona?
Non possiamo fare altro che aspettare il prossimo episodio, “Like Father, Like Daughter”, e sperare che insieme a queste risposte arrivino anche notizie di Ian, la cui assenza inizia a straziarmi il cuore. Torna a casa, Ian. Abbiamo bisogno di te!

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=qbebx9Y1v3E

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

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