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Sean Saves The World | Una sitcom classica senza i soliti stereotipi

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Sean Saves The World | Una sitcom classica senza i soliti stereotipi

sean savesUn altro veterano della televisione, un’altra sitcom che, su NBC, ha nel titolo il nome del protagonista. Sean Saves The World ha debuttato il 3 ottobre sulla stessa rete su cui ha appena debuttato anche The Michael J. Fox Show, che è pieno di clichè da sitcom. Riuscirà Sean Hayes a salvare il suo show da personaggi e storylines stereotipati?

Sì. Può farcela. C’è un motivo per cui Hayes è così amato dalla community televisiva. Ha talento comico, un’ottima gestione del tempo scenico e una scioltezza naturale che fa funzionare persino le battute più comuni. La sua energia si adatta bene al tono del nuovo show e riesce a far sembrare anche la più scontata caduta eccitante, nuova e, quel che è più importante, divertente.

Quali sono i clichè che Hayes bilancia contro ogni aspettativa? Dunque, interpreta Sean (un nome che vi suona familiare?), un quarantenne, divorziato padre gay che all’improvviso si ritrova con la custodia esclusiva della figlia quattordicenne Ellie (Samantha Isler) – che è costantemente messa in imbarazzo dal padre, ovviamente. Poi c’è Lorna (Linda Lavin), la dispotica, frustrante, eppure affettuosa, madre di Sean, che balla il walzer nel suo appartamento ogni volta che le pare. Sean ha anche un’ assillante migliore amica e collega (Megan Hilty di Smash) e un nuovo capo esigente e strano (Thomas Lennon, con un grave disturbo di baffi-alla-Nick-Offerman).

Sean Saves The World è una sitcom classica, eppure evita gli stanchi stereotipi delle sitcom grazie a un cast talentuoso guidato da Hayes. Se riuscite a far posto ad un altro show nella vostra serata del giovedì e ne state cercando uno leggero e dalla risata facile, programmate il vostro videoregistratore.

Sean Saves The World è iniziato il 3 ottobre su NBC.

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Con il corpo è in Italia, con il cuore è in Giappone, con la testa è negli USA. Ritiene di avere ottime potenzialità come sceneggiatrice di “finali alternativi” e come moglie di attori talentuosi e affascinanti (magari con l’accento british e le fossette). In una serie cerca persone e non semplici personaggi, mondi più che location, non un sottofondo ma vere e proprie emozioni musicate, vita, non una storyline. Nel suo universo ideale la birra è rossa e il sushi è in quantità abbondante, le Harley Davidson sono meno costose, la frangia non è mai né troppo lunga né troppo corta e il suo favorito arriva incolume al finale di serie. Forse ha troppi smalti, mentre per i tatuaggi, i cani, i gadget di Spongebob e i libri troverà sempre il posto. Tiene pronti la balestra, i viveri e l’hard-disk zeppo di serie: l’Apocalisse Zombie non la coglierà impreparata!

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