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Scandal | Recensione 4×06 – An Innocent Man

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Scandal | Recensione 4×06 – An Innocent Man

Wow.Wow Wow. E’ da tanto che aspettavo un episodio così, un episodio come i primi, di quelli che non ti lasciano respirare, che ti fanno perdere la cognizione del tempo; che ti fanno sperare di ottenere quello che vuoi dai personaggi.

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Scandal apre la puntata con un opening che ha ricordato (per non dire completamente scopiazzato, ma, hey, copiare da se stessi è legittimo no?! Go, Shonda, Go!) la lontana 3×04 di Grey’s Anatomy che vedeva Meredith divisa fra Derek, l’amore della sua vita, l’unico uomo per cui provava una passione struggente, un uomo che la faceva soffrire, e Finn; un bravo ragazzo che le dava sicurezza e stabilità. Olivia è nella stessa situazione, ma come ben sappiamo, la posta in gioco in Scandal è molto, molto più alta. Per Olivia non si tratta solo di scegliere la persona migliore con cui passare il resto della sua vita, si tratta di prendere decisioni di vita o di morte, prendere decisioni che potrebbero sconvolgere non solo il resto della sua vita, ma l’opinione pubblica di un intero paese. Il sogno di Liv, che delinea un andamento circolare della puntata, ci anticipa ciò Olivia, inconsciamente, sa: questa lotta fra due uomini innamorati di lei era già esistente sì, ma è stata sicuramente alimentata dal terzo uomo della sua vita, un uomo che ha preso molte decisioni per lei: Rowan. «Need i remind you after all this time, Soldier. Can’t take Command, Command takes you». Rowan che è sempre un passo avanti a tutti, che ha fregato Jake dal giorno alla notte, che ha in pugno Fitz. Fitz, ancora una volta, non mi è piaciuto. Questo personaggio è costantemente manovrato da qualcuno, è sempre il burattino di qualcuno. Il nostro presidente, come al solito, non ha preso nemmeno una decisione da solo.

«If you love her, at all. I am overstepping the hell out of my world right now, but if you love her at all, do her the courtesy of telling her what is going on. You may have never heard what it sounds like when Olivia wakes up screaming from a nightmare, but i have and it is awful. So, please».
La prima persona a condizionare il presidente è stata Abby. Un’Abby molto diversa dal solito, forse la vera Abby, la donna che ha passato la notte dalla sua amica, un’amica che si è svegliata urlando, un’amica che sta soffrendo. Ed è proprio questa donna che parla con il presidente, non la responsabile della stampa, non un gladiatore, ma una donna preoccupata per la sua amica. Abby è stata insolente, spavalda e coraggiosa: nessuno ha mai tenuto testa a Fitz in quel modo, nessuno gli ha mai sbandierato la verità nuda e cruda in quel modo e decisamente nessuno gli aveva aperto gli occhi su ciò che stesse passando Olivia in quel momento. La cosa brutta di Fitz è che quando qualcuno – e con qualcuno intendo qualcuno facente parte della sua cerchia e non il primo passante che capita – gli chiede qualcosa di personale, Fitz innalza una barriera proclamandosi intoccabile con le parole “Sono il capo delle forze armate”. La verità, però, è che in questo momento Fitz è tutt’altro che il capo delle forze armate: è un uomo geloso che ha preso a pugni il ragazzo della donna che ama e che ha abusato del suo potere prelevando quest’uomo dal dipartimento di giustizia. È chiaro che Fitz vede in lui ANCHE l’assassino di suo figlio, e quindi non si tratta puramente di un atto di gelosia, ma non ha fatto niente per comprovare la veridicità delle prove perché il nome Jake Ballard gli è bastato.

La seconda persona che è riuscita a manipolare Fitz è stata proprio Rowan. Commando ha certamene giocato col fuoco suggerendo al presidente di aprire le porte da Olivia, ma doveva pur mantenere la facciata no?! Come Rowan ha detto a Jake, egli si è messo a disposizione del presidente come suo confessore, difensore, soldato, migliore amico ed amante e tutto ciò ha funzionato; ha funzionato alla grande. Fitz vede in Rowan un uomo meritevole di fiducia, che fa i suoi interessi e – per il momento – non vede motivo di dubitare di lui. Così Fitz apre le porte a Olivia e l’incontro con Jake è stato piuttosto doloroso per entrambi. Ho apprezzato molto Scott Foley nell’espressione di questo Jake che si da per vinto, spacciato. È stato strano non vederlo difendersi, ma probabilmente non ne vedeva il senso. Olivia avrebbe già potuto essere stato “corrotta” e quindi l’unica cosa che gli rimaneva da fare era dare le sue ultime disposizioni. Le battute riguardanti il conto, il nome della sorella… TUTTI quei dettagli personali, il non potersi toccare, la voce spezzata di Jake, la confusione di Olivia hanno reso la scena molto malinconica, come se la sentenza di morte fosse già stata proclamata. Le parole di Jake «In the end you are not going to choose me [..] Not choosing me it’s ok» sono state dette per alleviare Olivia dal senso di colpa, quel senso di colpa che sentirebbe per non aver combattuto fino alla fine, per non aver messo Jake davanti a Fitz. Forse, però, Jake non si rende conto di quanto abbia aiutato Olivia a cambiare, a cercare la giustizia, a stare alla luce del sole; a non abbassarsi a compromessi.

La terza – ed ultima in questa puntata – persona che ha profondamente influenzato Fitz è infatti Olivia.

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Olivia sa che Jake è innocente, lo sa, ma non ha ancora i mezzi per dimostrarlo e un elemento necessario per provare l’innocenza di Jake è che quest’ultimo non venga consegnato a Rowan. E se Fitz consegnasse Jake a Rowan, sarebbe finita per lui ed Olivia; questa è la grande verità a cui Liv lo espone. «Yes, there is hope», ecco che Olivia pronuncia le parole magiche per salvare Jake, e Fitz in un batter d’occhi lo fa trasferire nel carcere di massima sicurezza. Sicuramente Fitz ha fatto la cosa giusta risparmiandogli la vita, ma la cosa brutta è che questa decisione è stata dettata da un possibile futuro con Olivia e non dal suo senso del giusto.

“I will be remembered as the wife of a man who did something with his life.”

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Bellissima la storyline di Mellie in questa puntata che non solo si rimette in sesto e splende come non mai, ma ha anche un’esperienza ravvicinata con un ex First Lady che ha avuto un’esperienza simile alla sua. È così che Mellie si fa avanti e parla in nome di suo marito, è così che questa Meravigliosa donna – più umana e consapevole – fa il primo passo per cambiare il mondo. Non vedo l’ora di avere di più di questa nuova Mellie.

COMMENTI RANDOM:

  • David Rosen finalmente ha raggiunto l’obbiettivo della sua vita: battere Olivia in aula
  • Cyrus, il nostro caro Cy, si è trasformato in un pollo che si sta facendo fregare in tutti i sensi e a sbatterglielo in faccia è proprio Abby.
  • Huck e il figlio che giocano a distanza sono stati carinissimi.
  • Quinn, come al solito, è stata grandiosa ed ha trovato l’armadietto giusto: cosa vorranno quei tizi da Olivia?
  • Viva lo chef della casa bianca che si è specializzato in pollo fritto!
  • “You may be Command, Dad, but i have weapons at my disposal. Weapons you can’t possibly possess.” Che Armi Olivia?! Ah si le tette e altro.

Puntata davvero bella per Scandal questa settimana, ricca di svolte e dal ritmo incalzante. Voto: 7/8

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Vi lascio con il promo della 4×07!

http://www.youtube.com/watch?v=3cZ7S3GaIQ4

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Linguist, writer, reader, filmgoer and totally addicted to telefilm. Studia lingue, le ha sempre studiate e sempre le studierà. Fin dalle elementari ha sempre e solo avuto in testa l'inglese, ora sa anche francese, spagnolo, russo e tedesco, ma se avesse tempo imparerebbe tutte le lingue del mondo. La sua vita da strega.. Ehm cioè filmica e telefilmica è cominciata con Hocus Pocus, poi con Charmed ed infine con Harry Potter (sì, è fermamente convinta che il mancato arrivo della sua lettera sia stato solo una svista del sistema postale italiano – qui girano solo gufi ubriachi- ù.ù ). Non essendo stata convocata a Hogwarts ha passato l'adolescenza prima a Capeside con Dawson e la sua compagnia, poi a Stars Hollow dalla famiglia Gilmore ed infine ha deciso di frequentare i “quartieri alti” di Orange County in compagnia di Ryan, Seth, Summer e Marissa e dell'Upper East Side cercando di scoprire chi fosse Gossip Girl. Per guarire la sua dipendenza da quella gioventù ricca; è andata a farsi curare al Seattle Grace Hospital, luogo dove fa ritorno ogni anno anche se Shonda cerca di ucciderla. Deve confessare, però, che gironzolando per Mystic Falls e per Beacon Hills ormai è abituata a rischiare la vita. Nel tempo libero legge, legge, legge e scrive, scrive, scrive. Sogno nel cassetto: vivere a New York e scrivere sul cinema. Piano B: piazzarsi davanti agli studios di Los Angeles e, in qualche modo, farsi assumere. Motto: A volte possiamo far avverare i sogni. Non succede spesso, ma quando possiamo dobbiamo farlo.

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