Home Recensioni Riverdale 2×03 – Archie Andrews e l’Ordine della Fenice

Riverdale 2×03 – Archie Andrews e l’Ordine della Fenice

1
Riverdale 2×03 – Archie Andrews e l’Ordine della Fenice

Bentornati cari addicted con una nuova recensione di “Riverdale”!

Io sono spiazzata e ancora un po’ incredula per la svolta sul caso dell’Angelo della Morte. Ho passato le scorse due settimane facendo teorie complottistiche e pensando a quale nesso potesse esserci tra le tre aggressioni accadute nella cittadina, ignorando la risposta più ovvia: un mitomane. Un vendicatore sorto in città pe ristabilire la morale corrotta di una Riverdale sempre più invischiata nel marcio. Adulterio, adescamento di minore, uso di droghe: tutti crimini che secondo il giustiziere incappucciato meritano di essere severamente e brutalmente puniti. Il discorso apparentemente fila, anche se definire quella povera anima di Fred Andrews, abbandonato dalla moglie per non si sa bene quale motivo e temporaneamente accecato dal fascino latino di Hermione Lodge, un “adultero” mi sembra un’accusa un po’ pesante; dovendo difendere la morale della città, direi che prima di lui potevano esserci molti altri candidati di ben più alto spessore. In sostanza continuo a cullarmi beatamente nel dubbio che il sempre più inquietante Hiram Lodge possa essere in qualche modo coinvolto e, un po’ come per la gravidanza della Ferragni, finché non mi verranno fornite prove certe non demorderò.

L’Angelo della Morte ha comunque fatto la sua mossa, ha rivelato il suo piano scatenando il panico, e Riverdale ha risposto mettendo in campo il suo paladino, Archie Andrews. Vero che il merito della risoluzione del caso Blossom va in gran parte ai ragazzi e vero che la polizia non ha mai avuto una buona tempistica, ma The Red Circle? Seriously?

Liam Neeson levate

La reazione di Archie, ripeto, è più che comprensibile: il padre è stato aggredito e lui, trovandosi al momento impotente e incapace di reagire, ha deciso di fare del suo meglio poi per non trovarsi mai più in una situazione del genere, per non cedere alla paura e far sì che nessuno delle persone a lui care debba mai affrontare ciò che è toccato a lui; ma credo anche che ad Archie nel profondo piaccia terribilmente interpretare la parte del golden boy e farsi bello nella sua armatura splendente da eroe. Peccato che non azzecchi un’idea intelligente nemmeno sotto tortura. Girare di notte, allo sbaraglio, con un esaltato armato e pericoloso, senza nessun tipo di preparazione se non la buona volontà (che di certo non gli manca), equivale a diventare un bersaglio mobile e con lui il resto della sua pattuglia. Accettare poi consigli da Hiram Lodge, che, senza troppe remore, si erge a esperto grazie ai suoi trascorsi poco felici con la legge, è come cadere dalla padella alla brace. E ovviamente la mia mente sospettosa si chiede: cosa ci guadagna Hiram da questa situazione? E cosa significa quel sorriso compiaciuto nel vedere il videomessaggio minatorio di Archie?

La situazione Lodge, a proposito, si fa sempre più intrigante. Ogni settimana Hermione fa crescere il mio bipolarismo, tant’è che ormai mi sento sempre più vicina a Betty. Che non sia un’anima pura ormai è assodato, ma se la scorsa settimana ero convinta che stesse sullo stesso livello del marito, in quanto a piani malvagi, dopo questo episodio non ne sono più così sicura: forse in realtà il suo atteggiamento nei confronti di Veronica è un modo assolutamente contorto per proteggerla dal padre e per tenerla lontano da quel mondo in cui lei ormai è invischiata. Questa confusione mi piace, mi piace molto, però il lato negativo c’è: dopo un inizio molto buono, da due puntate a questa parte l’aspetto più interessante di Veronica sono i suoi genitori. No bene Ronnie…

Così come del resto Betty: molto sottotono rispetto alla scorsa stagione, se non dei brevi guizzi di vivacità. Vive molto in funzione della sua relazione con Jughead (e in generale con gli altri personaggi), peccando un po’ per quanto riguarda il suo sviluppo personale. Il mio timore è che con l’introduzione di Toni la deviazione verso il triangolo amoroso sia dietro l’angolo. Già l’abbiamo scampata una volta, e per questo ho esultato, per favore non ricadiamoci; alimentare la preoccupazione di Betty per la nuova situazione di Juggy con una dose esponenziale di gelosia mi farebbe storcere il naso non poco. Su Jughead di per sé in realtà poco da dire: ormai il suo destino sembra legato a doppio filo con quello dei Serpents, volente o nolente. Succederà qualcosa, ne sono convinta, qualcosa di grosso e fino ad allora sarà tutto un preparare il terreno per la catastrofe.

Ho letteralmente adorato Kevin in quest’episodio e il focus che si è dato al suo personaggio. Riverdale sembra intrappolata nel tempo, ferma in quest’atmosfera così perfettamente anni ’50, che rende benissimo l’idea contemporanea di cosa voglia dire vivere in una cittadina di provincia con una mentalità ancora fortemente bigotta, soprattutto in relazione alla rivelazione sulle intenzioni dell’Angelo della Morte e sulla sua crociata per ristabilire la moralità. Kevin è confuso, in parte spaventato forse, dalla sua sessualità e da come questo potrebbe definire il suo ruolo nella società, motivo per cui credo volti le spalle a Betty, forse appunto perché si sente giudicato in difetto di fronte a un istinto che nemmeno lui stesso riesce a controllare.

Da quella bocca escono solo perle

Mi è piaciuto molto il confronto con Moose in ospedale, perché anche in questo caso emerge la chiusura mentale in cui i due ragazzi si ritrovano a vivere: Moose è come Kevin e, pur riuscendo ad “adattarsi” meglio al contesto, mostra all’amico tutto il suo supporto, facendogli capire che, sebbene si sia avvicinato a Midge, capisce il suo disagio. Così come il discorso col padre, che si dimostra un genitore davvero degno di questo nome: è un uomo appartenete a quella generazione bigotta e anche una figura di una certa rilevanza per quella società, eppure, con tutti i suoi limiti, si dimostra molto comprensivo nei confronti del figlio, in cerca di un dialogo e non facendo finta di non vedere e non capire.

E come sempre in chiusura è arrivato il momento della TOP 3:

  • Il messaggio minatorio del Red Circle, perché è notoriamente risaputo che mettere in mostra gli addominali senza nessuna apparente ragione è il modo migliore per sgominare la criminalità
  • Polly Cooper che continua la sua gestazione infinita e riappare gentilmente sui nostri schermi solo per avvertirci che se ne va per timore che il Boia sia in realtà una pancina sotto mentite spoglie pronta a bannarla dal gruppo delle future mamme (e se non sapete cosa sia una “pancina” è perchè non ci seguite in radio quindi covete immediatamente pentirvi ed iscrivervi al nostro gruppo per le dirette di #TalkTA).

  • Cheryl, of course, perché, pur non facendo nulla se non riflettere sul senso della vita, è assolutamente meravigliosa.

Vi lascio con il promo della prossima settimana in cui si preannuncia un interessantissimo crossover con “Zodiac” e vi ricordo di passare a lasciare un like alla nostra pagina amica!

Cole Sprouse Addicted

Se vi è piaciuto l’articolo o se volete conoscere il pittore di fiducia dei Lodge per farvi fare un ritratto per nulla inquietante da appendere sul caminetto lasciate un commento qui sotto. Alla prossima settimana!

 

1 COMMENT

  1. Ciao!

    Il titolo è FANTASTCO. XD XD XD

    Allora, in verità l’Angelo della Morte non è un “semplice” mitomane, è un serial killer. Ha sempre colpito per uccidere ed è un caso che Fred e i ragazzi siano sopravvissuti. È un serial killer che ha nella corruzione e degrado morale la sua motivazione a uccidere.
    Gli oggetti presi alle vittime potrebbero non essere solo serviti a dimostrare di essere la persona che sta compiendo quegli attacchi, ma anche dei “feticci” per rivivere gli omicidi.
    Sempre che, ovviamente, non sia uno specchietto per le allodole montato ad arte.

    La scena “dell’Ordine della Fenice” è abbastanza esilarante. Tutti a petto nudo perché…?

    Su Veronica e Betty: è normale che la narrazione proceda così. Anche all’inizio della S1 non era niente di che è al momento ci troviamo nella stessa situazione. Il mistero si è appena palesato, visto che prima solo Archie pensava che gli attacchi fossero collegati, Betty non sa nulla di Jug e Veronica non sa davvero nulla del padre. Al momento la situazione è di transizione. Quando le cose si complicheranno (e non sembra mancare molto) tornerà a emergere il lato Dark di Betty e vedremo le reazioni e le mosse di Veronica.
    È un andamento normale e “fisiologico” della narrazione, soprattutto quando si è all’inizio. Inoltre il focus l’anno scorso era direttamente su Betty, perché a lei era legato il mistero della trama, adesso invece è spostato su Archie e Jug, nonché sui Hiram e Hermione. Cosa che peraltro apprezzo, sempre per quella faccenda di credibilità, visto che i protagonisti hanno 17 anni.

    Io credo che Jug sia stato pestato dal tizio delle Serpi, comunque.

    E Kevin ho trovato molto interessante il punto anche io, perché è la rappresentazione della mentalità delle piccole cittadine statunitensi, che sono la vera America, visto che sono molto più numerose delle grandi città. E non ne esce un bel quadro, ovviamente. Lode, però, allo Sceriffo, che davvero è un genitore degno di tale nome. Da uomo di provincia fa fatica a capire la natura del figlio, ma poiché è suo figlio fondamentalmente se ne sbatte perché l’unica cosa che conta è che Kevin sia sano e salvo. Che in effetti è la cosa davvero importante.
    E quando capisce che, però, il figlio sta male moralmente, ecco che mette da parte le sue difficoltà e gli offre ascolto e appoggio. Un bellissimo momento.

    Cheryl col contagocce ma sempre fantastica.
    Aspetto altre perle di Alice, sulla quale mi hai fatto piegare la settimana scorsa. Avevi ragione, ovviamente. Per quanto a tratti isterica, ‘sta donna ha un fiuto pazzesco.

    Alla prossima!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here