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Reign | Recensione 4×12 – The Shakedown

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Reign | Recensione 4×12 – The Shakedown

Devo ammettere di sentirmi un po’ confusa dopo questo dodicesimo episodio, perché ora ne mancano solo quattro alla fine definitiva del tutto e le cose sono due: o, come dicevo ridendo alla fine della recensione di settimana scorsa, Adelaide ci ha trollati tutti e non è vero che vedremo la fine di Mary, oppure avremo il flash forward finale di giusto cinque minuti che ci mostreranno gli ultimi mille anni della sua vita. Perché dai, non è possibile che in questo episodio tutto ciò che capita alla corte d’Inghilterra sia assolutamente filler – visto che per inserire la spia a corte non c’era bisogno di tutto quel trambusto e, in ogni caso, l’ho trovato un elemento del tutto fuori luogo (a maggior ragione visto che la storia ci insegna che sarà Elizabeth a trionfare su Mary, non viceversa) – tutto ciò che ruota intorno a Claude è stato assolutamente inutile e nessuno sentiva la necessità né di vederla mandare lettere a Leith, né di vedere Luke (legittimamente) stufarsi di tutta questa farsa. Onestamente non sentivo nemmeno il bisogno di un ulteriore episodio in cui mostrassero il degenero di Darnley, perché che fosse un viscido l’avevamo già appurato, che non potesse esserci amore – o anche solo comprensione – fra lui e Mary idem, che Mary e Bothwell si amano anche. Quindi, il senso di questo terremoto, della revisione del bilancio di corte e dei complotti di Darnley, qual è stato esattamente? Quello di ributtare nella mischia John Knox, che davamo ormai per desaparecido? Di buttare lì l’amo per l’uccisione di Darnley? Storicamente parlando, il viscidone – che era viscido anche nella vita vera – morì in un incidente che risultò molto poco casuale e tanto provvidenziale, nel quale però non si riuscì mai a provare il coinvolgimento di Mary Stuart. Comunque siano andate le cose, non sentivamo la mancanza di Knox – il cui senso ultimo è andato perduto già da tempo – e non avevamo bisogno di nessun’esca gettata lì così, a caso, giusto per prepararci all’omicidio/morte accidentale di Darnley. Insomma, per farla breve, alla fine s’è salvata solo la corte di Francia – vicende di Claude escluse – ma perché quella in genere si salva sempre. LONG LIVE THE VALOIS LINE.

MOMENTI TOP:

  • La corte di Francia, per l’appunto. Face it mother, Charles is out of control. Le parole di Henry sono verissime, Charles ha ormai perso il controllo, ma non credo che sia stata la magia di Catherine, credo che semplicemente l’oscurità che alberga in lui sia risalita a gala perché forse da certe ferite, in fondo, è impossibile guarire. E scopriamo che quella di Charles era solo una facciata, che non si era ripreso dal trauma, che continua a essere e sentirsi fragile e perso. Il tutto ovviamente non può che andare a favore di Henry, che in fatto di furbizia ha preso tutto ciò che poteva prendere sia dal padre che dalla madre. Io amo Charles, ma sono ufficialmente innamorata di Henry. Non chiedetemi come sia successo, è successo.
  • Seppur non abbia avuto senso nulla ai fini della trama più spicciola, ho amato la fuga d’amore di Elizabeth e Gideon, così come ho amato la maniera con la quale Elizabeth è arrivata a capire che non potrà mai scappare dal suo essere una regina.
  • Un altro dettaglio che ho amato, è stata la maniera con la quale hanno dipinto quella che è a tutti gli effetti una relazione abusiva. Darnley è un uomo senza scrupoli e continua a usare un bimbo non ancora nato per tenere al guinzaglio una moglie troppo indipendente. E credo sia importante sottolineare questo passaggio, perché nonostante Mary sia una donna estremamente forte, in una situazione del genere è completamente impotente di fronte al marito. Non può contrastare apertamente qualcosa che minaccia la vita che porta in grembo ed è stato un modo come un altro per mostrare come a volte la donna possa trovarsi in situazioni svantaggiose e pericolose solo per il fatto di essere nata donna, per l’appunto. Nonostante l’ambientazione storica, questo è stato un passaggio attualissimo, perché anche nella società odierna tante volte l’emancipazione della donna non riesce a essere totale e a volte, purtroppo, è solo apparente. Ed è un punto sul quale si dovrebbe riflettere.

MOMENTI FLOP:

  • Come dicevo in apertura, Claude, Luke, Leith, ma anche Narcisse. Quest’ultimo presumevo – erroneamente – che avesse di meglio nella vita da fare, piuttosto che andare a ficcare il naso nel matrimonio del figlio, che in ogni caso ha goduto, gode e continuerà a godere dei privilegi che questo gli ha portato. Claude e Luke avevano già chiarito le rispettive posizioni e Leith era meglio se lo avessero lasciato morto a questo punto.
  • Henry che va dietro alle gonne di Nicole come se fosse chissà cosa quando… be’… SANTISSIMO CIELO È UNA CONTADINA.

QUOTE OF THE WEEK:

I can’t put my feelings for you aside.

Oh, Bothwell, come si fa a non amarti, come.

Io quindi ora vi lascio con tutte le mie perplessità e il promo del prossimo episodio, “Coup de Grace”, e vi do appuntamento a settimana prossima!

 

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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