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Reign | Recensione 4×08 – Uncharted Waters

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Reign | Recensione 4×08 – Uncharted Waters

Siamo arrivati – finalmente, finalmente – al punto di rottura definitiva fra Mary e Darnley-il-viscidone che, per inciso, avrei voluto prendere a pugni in faccia per tutto l’episodio. Ma non fatemi iniziare l’ennesimo discorso su quanto io odi visceralmente questo personaggio, fatemi piuttosto sottolineare qualcosa che non ho ancora evidenziato, ovvero che Will Kemp è meraviglioso nel suo riuscire a far odiare così tanto Darnley (quando lui in realtà è un cucciolino meraviglioso che andrebbe protetto at all costs). Un giorno bisognerà provvedere a fare un elogio approfondito al cast di Reign, che per essere una serie così bistrattata e mal giudicata ha in realtà degli attori fantastici al suo interno.

Oggi però siamo qui per recensire Uncharted Waters, con un ritardo immenso perché questa settimana Elsa è un po’ come il Natale, che quando arriva… arriva. Dicevo, la situazione è definitivamente precipitata per Darnley e Mary ed è evidente che non ci sarà nessuna maniera per recuperarla – come è evidente che la morte di Kira sia stata probabilmente sceneggiata dagli stessi autori che scrissero quella del padre di Dawson, stupida, inutile e senza senso. Ma più di questo, vorrei soffermarmi a parlare del loyal watchman, di quel Lord Bothwell che scopriamo essere colui che l’ha aiutata a capire quale fosse la vera natura del viscidone, lo stesso Lord Bothwell che abbiamo conosciuto nell’episodio precedente e che sappiamo essere destinato a diventare il terzo marito della Stuarda.

La butto lì così: Bothwell mi piace. Mi piace perché non ha paura di affrontare Mary e dirle ciò che pensa senza giri di parole, mi piace perché dimostra apertamente e genuinamente la sua devozione alla Scozia, pur sapendo di avere James contro, pur essendo praticamente stato esiliato da corte, pur non avendo idea delle reazioni che potrebbe avere Mary a ciò che ha da dire. Mi piace perché dietro a quel suo atteggiamento sfacciato e scanzonato, si preoccupa in maniera sincera per la sua Regina e si applica nella maniera più devota possibile per aiutarla pur senza assumere la forma di uno zerbino. Mi piace perché c’è già chimica fra loro due, fra questi due personaggi così legati alla loro terra e così determinati a preservarla, mi piace perché non si permette nemmeno per un istante di sottovalutare Mary in quanto regina, in quanto donna. Quindi, in breve, Bothwell mi piace. Al di là del valore politico di quest’uomo, che potrà essere un alleato e un consigliere prezioso, egli sembra anche in grado di dare a Mary quello stesso tipo di amore che era stato in grado di donarle Gideon, ovvero l’unico che lei possa accettare in questo mondo privo del suo Francis.

MOMENTI TOP:

  • Ho letteralmente adorato l’ultima scena, quella in cui Catherine approda alla corte di Scozia e Mary le si getta fra le braccia in lacrime, disperata per il matrimonio maledetto a priori nel quale sta per imbarcarsi. Ho sempre amato il rapporto tra le due, questo rapporto madre/figlia – perché Catherine per Mary è stata a tutti gli effetti l’unica figura materna conosciuta – che si era incrinato per via delle profezie di Nostradamus su Francis, e che ha ritrovato forza e vigore alla morte di questo, quando le due hanno trovato conforto l’una nell’altra. Catherine più di chiunque altro sa cosa significhi essere intrappolata in un matrimonio basato sulla mera convenienza e nel quale non ci sia nient’altro, ma allo stesso tempo sa meglio di tutti quanti che a volte è l’unica soluzione per donne quali lei e Mary. E l’abbraccio è stato perfetto perché erano una figlia che implorava tacitamente la madre di salvarla, e una madre consapevole del fatto che la figlia non ha alternative e che quindi non può fare nulla di più che offrirle il conforto del proprio affetto. Heartbreaking.
  • Ho amato Elizabeth e il suo mangiare pomodori mentre sognava terre lontane, il suo prendere nota del fatto che intorno all’Inghilterra non ci sia nessuna nazione che le sia amica e il suo decidere che in fondo non importa, perché il mondo va ben oltre le nazioni direttamente confinanti con la sua. Il mondo è grande e lei – finalmente libera dai rancori – l’ha capito, e dimostra una volta di più la propria forza quando decide di ignorare gli avvertimenti della Spagna e di liberare il suo prode pirata, perché rinchiuderlo e dimenticarsi della sua esistenza avrebbe significato voltare le spalle al mondo e alla promessa di avventure, di grandezza, di sogni che potrebbero diventare realtà.

  • Alla corte di Francia, Nicole si sta dimostrando all’altezza – se non peggio – di Darnley-il-viscidone, ma ho apprezzato molto la conversazione che ha avuto con Charles dalla quale abbiamo avuto modo di capire che la conversione del Re non è stata un mero capriccio e, soprattutto, non è stata dettata dalla voglia di compiacere una donzella. Charles ha davvero trovato la pace interiore in questa nuova fede, ha preso la decisione con cognizione di causa e nel momento in cui decide di tornare sui propri passi spinto dalle parole di Luke, ecco che si ritrova immediatamente perso di nuovo. E ora temo per lui, perché anche se ha riabbracciato il cattolicesimo, il suo animo è pieno di oscurità irrisolta e con Henry che sta tornando a corte non può uscirne nulla di buono – e, come ha fatto notare Claude, non è che lui possa semplicemente permettersi il lusso di abdicare e sperare di poter vivere una vita felice e priva di pericoli, anzi.

MOMENTI FLOP:

  • Il ritorno di Bash – o per meglio dire, dello spirito di Bash – mi ha lasciata un po’ perplessa. Lo spirito di Bash arriva a Mary tramite un messaggero, le dice che Darnley le darà un erede ma non la felicità e che se andrà in cerca della felicità mollando il viscidone, allora non avrà eredi, le dice che questo erede un giorno governerà sulla Scozia e sull’Inghilterra e insomma… nulla che la storia non ci abbia già raccontato. Ma in tutto ciò, Bash, quello vero e in carne ed ossa, dov’è? Qual è la sua storia? Cosa gli è capitato in tutti questi mesi passati coi druidi? È il suo spirito a parlare perché lui in realtà è morto? È il suo spirito a parlare perché Torrance Coombs non ha alcuna intenzione di farsi rivedere? È il suo spirito a parlare perché non hanno tempo di star dietro a Bash e quindi la risolvono così, giusto per darci il contentino di farci sapere che in fondo i druidi gli hanno insegnato un paio di trucchetti? Non so, non ho apprezzato e spero che nei prossimi episodi spieghino il tutto.
  • Ci hanno tolto Leith, ci hanno ridato Leith e ce l’hanno nuovamente levato. Ora, o lasciano perdere del tutto Claude e Luke, lasciandoci con il fatto che sono sposati, che Leith se n’è andato e che quindi dovranno farsene tutti una ragione, o danno degli sviluppi dignitosi alla faccenda. Perché questo Luke versione zerbino che si improvvisa consigliere di Charles – ributtandolo nella depressione fra l’altro – e che fa il romanticone sotto le stelle con Claude, io lo reggo gran poco. Non fraintendetemi, amo il fatto che sia un personaggio onorevole e che ci tenga veramente a lei, è solo che – come dicevo due settimane fa – o le storie le gestisci bene, o le lasci perdere. Lasci Leith morto, lasci Claude che si ricostruisce un futuro con Luke (che in fondo non è nemmeno malvagio), lasci Luke che la conquista senza andare in giro a fare lo zerbinetto. Capisco che sia stato solo un espediente narrativo per ributtare Charles nell’agonia spirituale, ma non mi è piaciuto particolarmente come espediente.

E ora, in attesa del matrimonio col viscidone e del ritorno di Henry alla corte di Francia, vi lascio con il promo del prossimo episodio, “Pulling Strings”.

 

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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