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Blindspot | Recensione 2×13 – Name Not One Man

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Blindspot | Recensione 2×13 – Name Not One Man

Eccoci ritrovati!

Ebbene, ve lo dico, questa seconda stagione mi sta un po’ perdendo per strada. Faccio fatica a trovare la voglia di vedere la puntata e, quando ci sono pause interminabili come questa beh, semplicemente non sembrano interminabili. Non che la storia non sia interessante, ma a mio avviso la trama orizzontale è, come dire, decisamente troppo diluita in quello che succede in ogni singola puntata, e quello che succede nelle singole puntate non è abbastanza interessante (o almeno non quanto lo era nella prima stagione).

Inizio subito con il dire che questa recensione sarà un po’ uno sfogo in generale contro l’andazzo di questa stagione, iniziata bene e poi arenatasi su non so bene quale spiaggia bianca tropicale…non abbiatemi a male, sopportatemi perché magari qualche cosa di positivo salta anche fuori!

Comincio dall’inutilità della storia di Reade: tutto questo casino di coinvolgerlo nell’omicidio del coach, dell’allontanamento del suo amico e adesso che si fa la sua ex ragazza (quella dello stesso amico allontanato) niente di più banale e scontato del suo avvicinamento alla coca?!? (Non coca cola, ma la cosa da sniffare..) Ma io mi chiedo: PERCHE’?!?! Seriamente hanno inserito l’ex ragazza per far avvicinare Reade alla droga? E certo, con tutte quelle che ha passato poveraccio perché non dovrebbe seguire il consiglio e sciogliere un po’ la tensione sniffando? Un po’ come dire “quello continua a infastidirmi, perché non farlo smettere prendendolo a badilate?” Suvvia, la fiera dell’ovvio. Anche no, grazie. E poi magari la colpa sarà di Tasha perché non è riuscita a stargli vicino come amica.. insomma, io dico no a questo evolversi della sua storia personale. Potevano inventarsi di meglio.

La puntata è incentrata sul capire come possa Weller conoscere Shepherd e vediamo lui, Jane e Naz ripercorrere le tappe della carriera militare di Kurt, quanto meno in Accademia. Quello che scopriamo è che Shepherd, o meglio Ellen Briggs, ha supportato (economicamente e politicamente) Kurt fin dai suoi primissimi passi nel mondo dell’FBI, il tutto per far sì che lui si trovasse al momento giusto nel POSTO giusto. Ovvero negli uffici di New York dell’FBI. Il piano di Sandstorm è iniziato quindi molti anni prima del coinvolgimento di Remi, o forse quando Remi era nell’operazione Daylight già era consapevole del suo ruolo in tutto questo, chi può dirlo, però la domanda è: perché Weller non avrà altra scelta che schierarsi dalla parte dei “cattivi”? E poi, cosa è il Protocollo Truman? Truman è il presidente americano che, negli anni finale della seconda guerra mondiale, ordinò lo sgancio delle due bombe atomiche sul Giappone…queste le sue parole «Il mondo sappia che la prima bomba atomica è stata sganciata su Hiroshima, una base militare. Abbiamo vinto la gara per la scoperta dell’atomica contro i tedeschi. L’abbiamo usata per abbreviare l’agonia della guerra, per risparmiare la vita di migliaia e migliaia di giovani americani, e continueremo a usarla sino alla completa distruzione del potenziale bellico giapponese». Parole che mi sembrano più una scusante, un placido benestare a una cosa terribile, che non dovrebbe mai più accadere. Quello che mi chiedo è: c’è un legame tra tutto questo e il piano di Shepherd?

(L’orgoglio di Jane mentre parla di Kurt?!? Meraviglioso)

Parlando di Jane non posso davvero credere che sia uscita di nuovo con il tipo delle acque, scusate ma non ne ricordo il nome, non che sia un cattivo ragazzo anzi, ma settimana scorsa ci hanno dato un riavvicinamento con Kurt e adesso cosa fa? Torna dall’altro tipo e gli dice pure che si impegnerà per una storia? NO THANKS.

Va bene che si parlava per metafore, ma a me sembra piuttosto chiaro il doppio senso di tutto, e onestamente non capisco perché gli autori ci vogliano far vedere questa storia. Jane è felice, quasi anche serena direi, ma è ciò che vuole? O meglio, è l’uomo che davvero vuole? Io credo di no, pertanto va bene “chiodo schiaccia chiodo” ma mi sembra che si potrebbe puntare su altro, far vedere altro. Per esempio ricostruire il rapporto Jeller, dove può portare la storia con questo tizio che non sa nulla di lei? Forse è questo che piace a Jane, il vivere qualcosa con qualcuno che la deve scoprire davvero da zero eppure non mi sembra che abbia un nesso nella storia. Vedremo.

In mezzo a tutto questo mi chiedo perché Naz sia ancora in giro…qualcuno lo sa? Sicuramente ci sono ancora molte cose che lei conosce e che dovremo scoprire e salteranno fuori prima o poi..per ora mi sembra che semplicemente faccia da riempitivo. Di certo offre perle di saggezza a destra e a manca.

E infine c’è lui, Roman, così sottovalutato in questa puntata, sottovalutato dagli autori perché l’abbiamo visto in due sole misere scene, eppure ci regala sempre così tanto.

Lui è sperduto, non sa chi è, non ha neanche i mezzi per ricordarselo visto che vive recluso dietro quattro vetri, è inutile che Jane continui a ripetergli di sapere cosa si prova: NO, lei NON SA COSA SI PROVA. Perché lui è solo, lui non ha più una vita. E se lei ha davvero avuto una possibilità lui NO. Almeno non per ora. Lui prova dei sentimenti che contrastano con ciò che gli viene detto, parla a Jane di libertà perché si rende conto che di fatto LEI NON FA QUELLO CHE VUOLE, anche se crede sia così. “Cosa mi rende provare dei sentimenti verso un mostro?” Eccola qua la domanda, come conciliare quello che si prova con quello che si assume essere la verità? Shepherd è un terrorista eppure io per lei prova qualcosa di “dolce”, provo affetto. Perché? Cosa sono io allora? Sono anche io un terrorista? Non dobbiamo mai dimenticare che il passato è ciò che ci ha portato ad essere la persona che siamo ora, ma sono le nostre scelte attuale che ci formeranno in ciò che saremo. Quindi Roman, tu stai solo leggendo la STORIA, la tua STORIA, quello che verrà è in mano a te (e all’FBI in effetti nel tuo caso).

E invece Patterson che mi combina?!? A parte l’usare strumenti illegali per raggiungere i propri obiettivi, cosa assolutamente tacciata come negativa da Kurt, a fine episodio la vediamo svenire…tracollo psicologico? Problemi post tortura di Shepherd? Nel promo del prossimo episodio la vediamo comunque prendere parte alle attività del team quindi forse si tratta solo di un tracollo…Forza Patterson, siamo tutti con te!

Ultimo ma non ultimo, i titoli dei prossimi episodi: sono ancora dei palindromi:

2×14 – Borrow or Rob ove la lettera in più è la W

2×15 – Draw O Caesar, Erase a Coward, la lettera in più è la E

Che stiano creando il cognome di Kurt? WELLER? A che pro?

Cosa vi devo dire, questa puntata mi ha lasciata davvero un po’ così, non si capisce a cosa serva Jane, a cosa serva Nas, in che modo si potrà redimere o semplicemente come si potrà dare una possibilità a Roman (che diciamocelo, è il personaggio migliore di questa seconda stagione), quale sia il piano di Sandstorm… eppure ci danno l’inutilità della storia di Reade. MAH.

QUESTO E QUELLO…

  1. Kurt tu sei un figo e lo sappiamo, MA davvero puoi metterti in mezzo alla strada a gridare a un camion di fermarsi?!? Ecchecavolo. Va bene che hai un fucile però mi sembra un po’ troppo anche per te…
  2. I criminali da strapazzo che anche se hanno l’FBI alle calcagna decidono di portare a termine comunque il loro piano di distruzione di massa MA appena sentono parole sensate si ricredono e si arrendono. Cavolo ma davvero siete TERRIBILI.
  3. Settimana prossima torna Rick.com un po’ come a dire: con questo personaggio abbiamo fatto centro e quando serve lo tiriamo fuori…chiedo: MA PERCHE’?!?!

Vi lascio con il promo del prossimo episodio intitolato “Borrow or Rob”:

 

 

 

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Nata negli anni 80, grazie al suo papà clone di Magnum P.I., cresce a pane e “Genitori in blue jeans” (dove si innamora di Leonardo di Caprio che troverà poi in quei film tanto amati come "What's Eating Gilbert Grape" o “Total eclipse”), l’uomo da 6 milioni di dollari, l’A-Team, Supercar e SuperVicky. L’adolescenza l’ha trascorsa tra Beverly Hills 90210, Santa Monica e Melrose Place..il suo cuore era sul pianeta di Mork e alle Hawaii..anche se fisicamente (ahimè) era sempre e solo nella provincia bergamasca. Lettrice compulsiva fin dal giorno in cui in prima elementare le hanno regalato Labirinth è appassionata di fantasy (Tolkien è il suo re, Ann Rice e Zimmer Bradley le sue regine) e di manga (Video Girl AI in primis per arrivare a Paradise Kiss e Nana), anche se ultimamente è più orientata a letture propedeutiche pediatriche! Ama studiare (tra laurea, dottorato e master ha cominciato a lavorare a 28 anni!!) ed imparare, ma non fatela arrabbiare altrimenti non ce ne è per nessuno!

1 COMMENT

  1. Truman: non ho mai capito la differenza fra una bomba atomica e l’uccisione continua di persone, il cui totale tra l’altro credo superi l’effetto di tale ordigno. Voglio dire: a me la guerra fa schifo, ma proprio schifo e anche a causa sua mi vergogno di appartenere al genere umano. Ne ripudio anche soltanto l’idea, ma una volta in qualche modo accettata (perché è quello che succede ed è sempre successo da che esiste l’umanità), un mezzo vale l’altro, pur se, ripeto, siano tutti ripugnanti. Trovo che fissare delle regole di comportamento sia ipocrita perché è l’idea stessa della violenza che è abominevole. Il come esercitarla, è solo un corollario, sul cui senso è inutile soffermarsi se permane il disgustoso concetto di base.

    Blindspot: credo sia evidente che debbano tirarla in lungo, adottando riempitivi tanto inutili quanto pretestuosi. Direi che succede in tutte le serie. Ho amato e amo alla follia la storia d’amore in Castle, ma se devo considerare la serie a mente lucida estraniandomi dal fantastico coinvolgimento emotivo, trovo millemila difetti e momenti di stanchezza.
    In tutte le splendide recensioni che così abilmente voi fornite qui, prima o poi mi capita di leggere di stagioni o parti di esse deludenti e credo sia una costante per tutte le storie. Il motivo è semplice: conta di più il business di tutto il resto e spesso gli autori e produttori sembrano non rendersi conto che è proprio la completezza e grandezza di una storia ciò che può portare al successo un’idea (e di conseguenza soldi). La tirano in lungo per sfruttare l’attenzione del pubblico. Finiscono così col trascurarla, magari a favore di effetti speciali, guest star e altro ancora, tutta roba, però, che non ha niente a che fare con la magia di una storia. Sono la magia e l’incanto che ti rapiscono e ti immergono in quella storia. Nient’altro. E se li interrompi, cominci a distaccartene e rimane il vuoto del tuo quotidiano.

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