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Pretty Little Liars | Recensione 6×09 – Last Dance

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Pretty Little Liars | Recensione 6×09 – Last Dance

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“I missed the last dance
Give me another chance
for one more kiss
catch me if you can” – Mother’s Ruin, Simon Wilcox

 

Come può una serie tv lasciarti in un perenne stato d’ansia e con un affanno tale che ti sembra di aver partecipato alla maratona di Boston … senza averti mostrato assolutamente niente? Sì, diciamoci la verità, in questo penultimo episodio, in questa prima parte di quello che sarà l’epilogo di una storia ormai epica, non è accaduto davvero nulla di sconvolgente ma la genialità di questo show sta esattamente in questo suo aspetto, in quel carattere in fondo tipico del genere thriller ossia il crescendo graduale e intenso dei livelli di tensione che adesso agiscono sul tuo subconscio e non sulla tua vista perché anche se non vedi ciò che accadrà, sai bene che avverrà presto o tardi, e come le migliori giostre ad alto tasso adrenalinico, non è tanto il salto nel buio ad emozionarti quanto la sua sorprendente attesa. “Last Dance” non è stato altro che un fantastico, esilarante e innovativo apripista per quel finale in cui ogni domanda avrà la sua risposta e nella conclusione ci sarà sempre un nuovo inizio.

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Like Mother, Like Daughter

Onestamente io credo che dopo un episodio del genere, non si possa davvero cominciare una recensione senza soffermarsi principalmente sulla vera storyline regina del momento: due generazioni di Liars a confronto. Per tutto questo tempo, nel corso delle stagioni, abbiamo avuto modo di osservare i genitori delle ragazze sia in quanto familiari sia singolarmente, come uomini e donne imperfetti e con armadi ricolmi di così tanti scheletri che al confronto Temperance Brennan fa un passo indietro e dichiara partita persa. Ma ciò che abbiamo davvero osservato in questi anni è una sorta di volontà delle ragazze di mettere quanta più distanza tra loro e la generazione precedente, affermando con convinzione di voler essere diverse, di volersi distinguere dal modello, di voler superare e non ripetere gli errori delle loro famiglie. Purtroppo però quest’oggi siamo di fronte a una assurda verità: se Aria, Spencer, Hanna e Emily sono così come le vediamo e le amiamo oggi, la ragione risiede nel DNA perché Ella, Veronica, Ashley e Pam non sono altro che le loro figlie con una ventina d’anni in più circa. Stessa personalità, stesso carattere, somiglianza nei modi di parlare, di muoversi, di comportarsi, sinceramente non so dire se siano le figlie ad assomigliare alle mamme o viceversa, so soltanto con certezza che in questo episodio mentre le ragazze si avvicinano a tagliare il loro traguardo, le mamme decidono di cominciare ora la gara.

Fin dalle prime scene ho amato come l’episodio abbia scelto di impostare le proprie linee guida proprio sul binomio madre/figlia, con percorsi paralleli ma che allo stesso tempo si incrociano costantemente, ottenendo quindi scene in cui la regia scorre facilmente da una casa all’altra, da una domanda a una risposta, da una notizia alla sua conseguente delusione. Le ragazze infatti scoprono di non poter partecipare al loro ultimo ballo scolastico, dal momento in cui attirano i problemi come calamite, e di non poter neanche presenziare alla cerimonia di diploma, traduzione: Andrew non aveva poi così esagerato, Rosewood vuole queste ragazze fuori dalle sue mura il prima possibile. Ma ecco che qui entrano in gioco per davvero e per la prima volta le Liars senior con l’idea del secolo: organizzare un ballo privato nel fienile di casa Hastings, scelta senza dubbio emblematica, lì dove tutto è cominciato, tutto sarebbe finito. L’obiettivo era certamente offrire alle ragazze la possibilità di stare insieme per davvero un’ultima volta, prima della fine del liceo e di tutto ciò che quegli anni hanno rappresentato per loro e in fondo l’idea non era neanche così assurda, che lo si voglia considerare triste o semplicemente veritiero, le ragazze hanno da tempo chiuso il mondo fuori e adesso ci sono soltanto loro quattro con pochi fidati plus nella lista degli ospiti. Alle spalle di questa scelta compiuta dalle mamme però esiste anche il desiderio di provare, almeno per una volta, a controllare davvero le rispettive figlie, ad avere la certezza di riuscire a proteggerle perché adesso sono lì, insieme, a pochi passi da loro e qualunque cosa accada il loro sguardo vigile e attento non fallirà questa volta. Il problema però è esattamente quello di cui vi parlavo all’inizio: tale madre, tale figlia.

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Con Aria, Spencer, Hanna e Emily oramai esperte nella fuga a livello: Prison Break, le mamme non avrebbero comunque avuto scampo e la prima ragazza che riescono a perdere non appena voltano lo sguardo è Alison DiLaurentis. Il domino parte ufficialmente nel momento in cui la storia si ripete per davvero e questa volta è la generazione precedente a seguire le orme della successiva, ricadendo paradossalmente negli stessi errori. Onestamente, guardando queste scene con occhio critico non saprei neanche come definirle. Da una parte c’è un aspetto esilarante che non posso negare, non tanto perché credo che sia dalla season première della seconda stagione che le mamme non si riunivano tutte insieme per fare il punto della situazione, quanto perché vederle lì, raccolte in unica stanza con una bottiglia di vino tra le mani mi ha davvero fatto rendere conto di quanto siano lo specchio delle loro figlie, nei pregi e nei difetti, nelle parole e nei vezzi e proprio nel loro modo di stare insieme sono riuscite a dar vita a scene sinceramente irresistibili. Dall’altra parte però diventano tragicamente evidenti i limiti di queste donne in quanto madri di cui non metto in dubbio l’amore e la preoccupazione che provano per le loro figlie, ma di cui devo anche ammettere l’incapacità nel perseguire un obiettivo senza perdersi tra la miriade dei loro problemi personali e dei segreti che prendono il sopravvento e, fortemente accentuati dal vino, diventano protagonisti di una serata che invece era nata per un scopo “un tantino” più importante. “In Vino Veritas” dicono e Veronica Hastings prende queste parole nel loro significato più profondo, e siccome “chi non beve in compagnia o è un ladro o è una spia”, Ella Montgomery, Ashley Marin e Pam Fields prendono esempio dalle loro figlie e non lasciano Veronica sola, in fondo, che problema potrebbe mai causare un bicchiere di vino? Pochi minuti insieme e i segreti più oscuri vengono disseppelliti come Jessica DiLaurentis nel giardino degli Hastings, la verità sulla paternità di Jason viene a galla e i rancori che da anni serpeggiano tra gli Hastings e i DiLaurentis diventano, con l’effetto dell’alcol, quasi impossibili da sostenere ancora una volta e il desiderio di perseguire la verità si afferma nel momento meno opportuno, che dire, il tempismo non è mai stato così puntuale.

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Veronica Hastings non accetta altre scuse, vuole la verità e la pretende quella stessa sera da Kenneth DiLaurentis e non c’è niente e nessuno che possa intromettersi tra lei e il suo obiettivo, vi ricorda forse qualcuno?
Ella Montgomery non parla molto, più che altro ascolta e quando interviene lo fa con poche parole ma dette al momento giusto, esattamente come una piccola brunetta che conosco da un po’. Non sorvoliamo però sulla marea di feels che mi hanno inondata nel rivedere Holly Marie Combs, un temporale e un luogo buio in una stessa scena, era una cantina e non una soffitta ma va bene lo stesso!
Ashley Marin cerca di riprendere in mano una situazione che degenera sempre di più dopo ogni sorso di vino, a lei spetta il compito più difficile, ossia trovare una via di fuga dalla cantina dei DiLaurentis e il suo modo di reagire, tra sarcasmo e un po’ di paura mi ha riportato indietro nel tempo ai primi tempi gloriosi della nostra biondina preferita.
Pam Fields infine segue la corrente, non del tutto convinta della direzione che prende ma ormai è in ballo e certamente non si tira indietro, leale fino alle fine come quella ragazza che non sarà certamente perfetta ma è pur sempre una liar.

Le mamme brille in missione (L’ex club “Le mamme della stazione di polizia”) non trovano Kenneth ma al suo posto si ritrovano ad affrontare più verità di quanta ne cercassero, nelle forme di una foto e di una testimonianza forse ancora più tangibile: Rhys Matthews, colui che forse doveva soltanto essere il depistaggio perfetto per Charles DiLaurentis. E ormai in trappola e isolate dal mondo esterno, le quattro mamme riprendono finalmente consapevolezza delle loro azioni: avevano un solo compito quella sera e ancora una volta l’hanno disatteso.

E adesso torniamo alle ragazze, al loro presente insieme mentre contano ancora l’una sull’altra, e al loro futuro sempre più vicino che con molte probabilità invece le vedrà inevitabilmente distanti. Uno degli aspetti che ho apprezzato di più della loro storyline in questo episodio è simboleggiato da una delle scene iniziali al Brew, un momento che aspettavo da tempo e che sorprendentemente si è realizzato esattamente come lo immaginavo, sto parlando del rapporto tra Alison e le ragazze. L’incontro al Brew, mentre parlano dei loro divieti e dell’insolito modo di dire addio al loro liceo, ha reso forse terribilmente evidente qualcosa che ho sempre saputo: anche quando sono insieme, anche adesso che non ci sono più rancori o segreti, persino ora che Alison è diventata quella persona decente che ho sempre sperato potesse essere, lei non è mai davvero lì con loro, non riesce più ad essere “una di loro”.

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Le parole che Spencer ha pronunciato in questo episodio sono bellissime e illuminati e a tratti hanno anche riassunto in pochi secondi tutto ciò che è stato Pretty Little Liars in questi anni. Con Lorenzo, Spencer mi ha sorpreso ed emozionato ancora una volta, così come aveva fatto all’inizio della sua storia perché ha difeso e protetto la fragilità di Alison come solo una vera amica saprebbe fare.

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Nessuno più di Spencer conosce i lati oscuri di Alison, nessuno più di lei sa esattamente di cosa sia stata capace ma paradossalmente adesso è proprio lei a conoscerla bene ancora una volta, a scorgere quella vulnerabilità che Ali ha sempre respinto, quell’umanità che adesso è costretta ad affrontare e a guardare negli occhi, gli occhi di suo fratello Charles. Spencer chiede a Lorenzo di concedere un’altra possibilità ad Alison, così come hanno fatto anche le sue amiche, perché quella persona che lui ha sempre visto in lei è la stessa persona che merita di essere conosciuta e perdonata. Ma come dicevo inizialmente, temo che la stessa Alison si stia rendendo conto che forse il suo posto non è più tra Spencer, Aria, Hanna e Emily, convinta probabilmente che loro possano ancora guardarla come succedeva in un altro tempo, un tempo in cui più le erano amiche più desideravano non esserlo.

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Insieme in quel famoso fienile, le ragazze, più belle che mai e accompagnate dalle uniche persone di cui possano davvero fidarsi, cercano di trovare l’aspetto migliore di una serata in cui non state volute o accettate e lo fanno contando l’una sull’altra, perché solo insieme sono sopravvissute a quell’inferno che soltanto adesso anche le loro madri riescono a vedere. Eppure, anche in quel momento, anche dopo tutto ciò che è accaduto in passato, loro scelgono di mettere nuovamente a rischio le loro vite per aiutare Alison, per restare al suo fianco anche se lei non lo vuole perché questo è tutto ciò che le ragazze hanno sempre fatto, si sono aiutate e sostenute a vicenda anche quando credevano di non averne bisogno.

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Durante il suo bellissimo ballo con Toby, Spencer si guarda indietro e osserva tutto ciò che lei e le sue amiche hanno attraversato e vissuto per risolvere il grande mistero che Alison rappresentava e adesso, alla fine di tutto, il cerchio si ricongiunge e loro sono ancora lì, ancora vittime collaterali di una guerra che forse hanno solo ereditato.

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Il finale si avvicina, decisioni importanti stanno per essere affrontate e le maschere iniziano a cadere mostrando il vero volto di personaggi da sempre chiaroscurali. Hanna e Caleb sembrano ormai ufficialmente diretti a New York per vivere una normalità che a Rosewood è soltanto un miraggio;

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Aria ha tra le mani la possibilità di vivere a Los Angeles la sua tanto desiderata quotidianità ma per qualche motivo, ancora una volta, sente di volerlo fare da sola, allontanando nuovamente Ezra diretto a Tahiti; Spencer e Toby sembrano decisi ad affrontare insieme il loro futuro mentre Sara Harvey sembra sul punto di mostrare ad Emily la sua vera identità, qualunque essa sia. Ma sotto gli occhi di Clark, un giovane agente di polizia sotto copertura, Spencer, Aria, Hanna ed Emily perdono di vista Alison, adesso ufficialmente faccia a faccia con suo fratello Charles.

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E quindi ci siamo, questa volta per davvero, questa volta senza più bugie. La maschera è stata svestita e tra soli 7 giorni anche noi agguanteremo quella verità che continua a sfuggirci da anni ormai. Ciò che questo episodio secondo me voleva essere era un primo addio, all’adolescenza, alla scuola, a quegli anni che nel bene e nel male hanno visto Spencer, Aria, Hanna e Emily insieme, in qualsiasi sfida, qualsiasi avversità. L’ultima battaglia per le quattro ragazze è ormai alle porte e dopo, quando le rivedremo, tutto sarà cambiato e A sarà soltanto un lontano ricordo.

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Kisses, WalkeRit-A

 

E non dimenticate di passare da questa bellissima pagina dedicata alla nostra Lucy Hale! Lucy Hale Italian Fans

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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