Torna la nostra rubrica sulle prime impressioni riguardanti i nuovi pilot. Oggi alcuni membri del nostro staff vi parleranno di Better Call Saul, nuovo show di AMC.
“Il cuore mio non dorme mai
Sa che di un altro adesso sei
Tua madre va dicendo che
A maggio un uomo sposerai
[….]Se bruciasse la città
Da te da te da te io correrei”
Potreste prendermi per pazza, ma “Se bruciasse la città” si sente realmente nella prima puntata di Better Call Saul.
Spin off di Breaking Bad, è ambientato 7 anni prima della serie principale ed ha come protagonista uno dei personaggi più comici e strampalati dell’universo Breaking Bad: Saul Goodman.
La prima puntata, almeno fino ai 40 minuti, potrebbe lasciare interdetti e, d’altronde, ciò dipende dal fatto che abbiamo di fronte Saul Goodman prima che diventasse Saul Goodman. Esplorare la vita dell’avvocato non si rivela una questione così semplice.
Le domande che ci si pone durante la visione sono forse troppe e non tutte hanno una risposta. Questo crea un senso di disorientamento che è tendenzialmente normale per un pilot ma, forse, sapere di incontrare personaggi già noti mi aveva fatto pensare che sarebbe stato tutto subito più familiare. Non ho comunque dubbi che Vince Gilligan potrà convincermi pienamente nelle prossime puntate. D’altronde si merita quintali di fiducia, vista la qualità sempre altissima di Breaking Bad.
Ho finito il recuperone della serie principale meno di un mese fa ma lo dico lo stesso: quanto è bello rivedere Mike?
-Fran
Essere lo spin-off di Breaking Bad, una di quelle serie capolavoro che non dimenticheremo mai, non è affatto un compito facile. Pur cercando di considerarla una serie a sé stante, Better Caul Saul ha una bella responsabilità e un bel po’ di aspettative da soddisfare. E’ un enorme punto a suo favore il fatto che il protagonista delle serie sia un personaggio carismatico e ben scritto come Saul Goodman, ed un secondo punto a favore della serie è che ad interpretarlo ci sia un bravissimo Bob Odenkirk, perfettamente calato nella parte e capacissimo di caratterizzare Saul in modo completo e solido. Better Call Saul vuole raccontare come Saul, che in realtà si chiama Jimmy McGill, sia arrivato a diventare Saul Goodman, l’avvocato abile, scaltro e con sempre un asso della manica, che ha tra i suoi clienti spacciatori di droga e criminali. E’ già chiaro quali sono le caratteristiche di Saul/Jimmy: è furbo, ha una bella parlantina, pochi scrupoli nell’organizzare attività illecite. Ma non è un personaggio completamente disonesto, come sottolinea il pilot, mostrandoci Jimmy impegnato a mantenere, aiutare e difendere il fratello, più idealista di lui. Dal loro dialogo è chiaro che Jimmy non è un avvocato che basa la sua carriera sugli ideali, ma è altrettanto vero che ama suo fratello, che sta facendo del suo meglio per sostenerlo in un momento critico della sua vita. Eccezionalmente, ci viene mostrato mentre combatte per evitare che venga commessa un’ingiustizia contro una persona meritevole.
Il pilot strizza anche l’occhio ai fan, facendo comparire personaggi della serie madre, ma non spostando mai l’attenzione da Saul, protagonista indiscusso. L’episodio introduce ampiamente la situazione di Saul/Jimmy, che sta cercando disperatamente di aprire un suo studio legale, e Bob Odenkirk è bravissimo a reggere ogni singola scena e a rendere al massimo il suo personaggio. Saul Goodman non è l’avvocato senza macchia, che difende i più deboli dalle ingiustizie (lo sapevamo già da Breaking Bad), ma, anche se non è perfetto, non si può fare a meno di amarlo.
Riuscirà Saul a reggere tutto sulle sue spalle? A tenerci incollati allo schermo? Dopo aver visto questo episodio, a me viene da dire di sì, che varrà la pena scoprire come ha fatto a diventare quello che era quando lo abbiamo visto in Breaking Bad, che saprà calamitare la nostra attenzione e riuscirà a farci fare il tifo per lui.
– Eilidh
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