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Per “colpa delle favole” la musica italiana si fa bella

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Per “colpa delle favole” la musica italiana si fa bella

Prima di spiegarvi perché è Colpa Delle Favole se ho deciso di dare un’altra chance alla musica italiana, devo confessarvi una cosa, ovvero che essa – la musica italiana – non è mai stata nelle mie corde. Ho subito a epoche alterne il fascino di Vasco e degli 883, mi sono affezionata qua e là a qualche canzone randomica di cui non so nemmeno dirvi titoli o autori, ma se sfogliate la mia libreria di iTunes, l’unico nome italiano che ci è entrato di prepotenza per mai uscirne, è Cesare Cremonini – di cui continuo comunque imperterrita ad ascoltare molto di più quell’unico album targato Lunapop piuttosto che la produzione più recente. C’è stata quell’eccezione chiamata Michele Bravi – perché, in tutta onestà, come fai a non affezionarti a Michele Bravi? – ma questo è tutto. O era tutto, fino all’avvento di tale Niccolò Moriconi, meglio conosciuto come Ultimo.

Ammetto di non avergli dato il minimo credito per molto, molto, tempo – dove per non avergli dato il minimo credito, intendo che non avevo mai provato nemmeno la curiosità di mettermi ad ascoltarlo. Ma la verità è che non siamo più all’epoca dei walkman e dei pomeriggi passati attaccati alla radio nella speranza di riuscire a registrare proprio quella canzone lì, ora siamo nell’epoca di Apple Music e Spotify, e alla fine finisci per dare un’opportunità anche a ciò che non ti piace – o pensi che non ti piaccia – perché tanto basta un clic per levarsi lo sfizio di poter dire almeno posso stroncarlo con cognizione di causa.

E se poi la stroncatura non arriva? Se poi pigi play e invece ti innamori? Be’, in quel caso potreste trovare il mondo sotto ai piedi per colpa delle favole.

Insomma, io mi sono innamorata.
Innamorata di ogni singola canzone di questo ragazzo romano, innamorata contro ogni previsione, innamorata di ciò che mi ero messa ad ascoltare in un attimo di noia per levarmi uno sfizio apparentemente senza senso. Quindi, visto che il 5 aprile è uscito il suo terzo album studio – Colpa Delle Favole – mi sembrava doveroso dedicare a lui l’appuntamento di questo mese con l’off topic musicale.

Questa non è una recensione traccia per traccia, in realtà non è nemmeno una recensione dell’album in sé – meraviglioso, è uscito dieci giorni fa e sono dieci giorni esatti che ce l’ho in loop e non ascolto letteralmente nient’altro – questa è piuttosto un’impressione generica sulla musica di un ragazzo che con la sua voce e il suo pianoforte riesce a farti venire voglia di ridere, piangere, innamorarti, disinnamorarti, uscire, rimanere chiusa in casa, piagnucolare, sorridere, urlare al mondo che in fondo sei viva e che di emozioni ne provi fin troppe. E lui dà voce a ognuna di esse.

Se lo conoscete solo per la polemica uscita dopo l’ultima edizione di Sanremo e vi siete fatti una pessima opinione su di lui per qualcosa che a tutti gli effetti è stato montato e ingigantito oltre misura da dei media che non sanno fare altro che vivere distorcendo completamente parole e intenzioni, vi dico: dimenticate Sanremo e tutto quello che potreste aver sentito al di fuori della musica, e date a questo ragazzo una possibilità.

La sua musica è vera e sincera, ti entra dentro con prepotenza e dolcezza allo stesso tempo, è incredibilmente semplice farne propri ogni singola parola e accordo. Quello di Ultimo è un dono raro per nulla scontato nel panorama musicale odierno, in cui c’è un tale sovraccarico di materiali nuovi da rendere quasi impossibile per gli ascoltatori fissarsi in maniera ossessiva su quell’unico cd per settimane intere. Lui ti spinge a farlo, ti costringe a farlo. E lo amerete alla follia per questo.

 

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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