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Orange is the New Black | Recensione 2×10 – Little Mustachioed Shit

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Orange is the New Black | Recensione 2×10 – Little Mustachioed Shit

Dopo essermi scofanata un meraviglioso gelato (oh, adoro l’estate!) eccomi pronta a scrivere a voi le mie impressioni su questo decimo episodio di OITNB (che abbrevio per il semplice fatto che impiego tre decenni a scriverlo ogni volta: dopo How I Met Your Mother, sogno il giorno in cui recensirò roba dal nome breve).

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Il titolo chiaramente allude alla bugia del secolo che avrà enormi conseguenze: Caputo decide di dire alla Figueroa del piccolo coi pornobaffi che potrebbe arrivare nel mondo e si offre con entusiasmo di licenziare Mendez. Nel farlo, però, fa l’unica cosa che non avrebbe dovuto fare (…ok, forse era la cosa GIUSTA da fare ma io mi auspicavo che non la facesse): dice a George Mendez che diventerà papà. Un 10% di me si è quasi intenerito e impietosito nel vederlo commosso e felice alla prospettiva di diventare genitore (anche se, visto lui e i racconti sulla sua infanzia, mi preoccuperei per la sua progenie), poi il restante 90% si è ricordato che ha causato la morte di Tricia e l’ha spacciata (mai parola fu più azzeccata) per suicidio, che ha terrorizzato Red e l’ha incastrata causandone la cacciata dalla cucina e che aveva un personale tariffario corruttivo per fare favori alle detenute.

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Incastrato per stupro, rimarrà in carcere per parecchio tempo: mi chiedo se e quando scoprirà di essere stato beffato da chi voleva beffare. L’espressione contrariata di Red quando lo hanno portato via in manette, però, mi lascia interdetta: immagino sia da imputare proprio all’aver dichiarato Mendez padre del bimbo, non me la spiego altrimenti.

A proposito di Red (e di bugie, questa volta a fin di bene), ho adorato la scena iniziale con Piper: non solo per il sincero interesse e amicizia che sembra nascere fra le due ma soprattutto per la gioia (e l’orgoglio) nel sentire che l’impresa di famiglia fosse ancora sul mercato. Naturalmente, Piper ha mentito ma lo ha fatto a fin di bene; come ha detto Red, da dentro al carcere lei non avrebbe mai potuto far nulla e sappiamo tutti quanto Red non sopporti di sentirsi inutile (…bhè, un po’ tutti non amiamo sentirci inutili).

E sempre rimanendo sul tema Red e droga: ho apprezzato molto la scelta di mettere Nicky di fronte ai propri demoni e tentazioni, la stretta sorveglianza di Gina e la scelta finale di consegnare tutto a Red. L’orgoglio negli occhi di Reznikov quando guarda quella ragazza che sente come una figlia mi ha commosso.

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E Nicky è protagonista di un’altra storyline dolcissima dell’episodio, quella con Morello. Una coppia che io adoro, non ve lo nascondo.

Lorna è l’esempio perfetto di come il conoscere le detenute come esseri umani, oscuri il nostro giudizio.

Dal punto di vista di Christopher, è comprensibile tutto: tornare a casa, scoprire che la stalker che ha terrorizzato per mesi te e tua moglie ha curiosato fra le tue cose, ha sicuramente condotto l’uomo a quell’eccesso di rabbia e terrore che ha umiliato Lorna nella sala visite. Ma dal punto di vista di spettatore – non so voi – mi sono ritrovata a soffrire con Lorna: il mio povero cuoricino si è spezzato nel vederla piangere, addolorata e umiliata. Nicky ha ragione, diventa sempre più chiaro quanto sia pazza ma non possiamo non amarla.

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Per quanto riguarda Daya e Bennet, le cose si complicano e molto: Daya ha scelto di fare la cosa giusta ed ha ammesso a Figueroa di avere provocato Mendez ma Bennet, il terrorizzato Bennet, è convinto di aver fatto la cosa giusta per liberarsi di Mendes. Non sono d’accordo con lui, come ho scritto nella scorsa recensione, il ragazzo, ormai, agisce guidato dalla paura ed sicuramente farà qualcosa di molto stupido, molto presto.

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Tra l’altro, spinta da alcuni dubbi sulla questione, mi sono riguardata alcuni spezzoni della prima stagione ed ho rammentato che all’inizio era Bennet quello che difendeva Mendez e l’onestà mentre Daya, dopo l’iniziale titubanza, si era fatta convincere a sedurre Pornstaches. Mesi dopo i ruoli sono invertiti, segno che col passare del tempo il senso di colpa ha divorato l’una e si affievolito nell’altro.

Ma parliamo di Piper, della quale ci sono mostrati i bollenti flashback dell’episodio. Scopriamo come sia iniziata la storia con Alex (che, perdonatemi, io proprio non reggo) e che all’epoca la cara Chapman, inconsapevolmente, era il terzo incomodo di una relazione con una pazza scatenata che per vendetta lascia escrementi incendiari (le famose cacche-bomba dei fratelli Weasley, dei Tiri Vispi Weasley, Diagon Alley) dietro le porte delle persone. Ma se all’epoca Piper era INCONSAPEVOLE (almeno all’inizio) della relazione di Alex, ai giorni nostri non possiamo giustificare allo stesso modo Polly.

Piper, infatti, impiega davvero poco a capire che è lei la donna con cui Larry ha avuto una….avventura? Non saprei come definirla. E naturalmente si vendica, chiedendo aiuto alla cognata del secolo: Neri! Come nel caso del fratello, anche in questo caso esprimo tutta la mia stima per l’altra metà della coppia di smandrappati imparentati con Piper. Un mito! UN MI-TO! Polly sa cosa significa la cacca-bomba dietro l’uscio di casa….e, naturalmente, sa di meritarselo. Ha infranto una delle regole del Girl Code: non andare a letto con l’ex di una tua amica…e Polly ha sbagliato. Oltretutto ha tradito il marito…che a sua volta l’ha mollata da sola con la bambina…ok, da questo punto di vista preferisco non esprimermi se non con il caldo consiglio di affrontare i problemi, magari con l’aiuto di un po’ di terapia di coppia…o del buon senso. Ma di nuovo, al solito, sconfino nel parlare dei personaggi come fossero persone realmente esistenti…e non lo sono…o meglio lo sono ma non del tutto…Ok, mi sto confondendo, andiamo avanti con la recensione.

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Dicevo, Alex! Vause continua a scrivere a Piper in prigione e Chapman si rifiuta di leggere le lettere ma allo stesso tempo, come le fa notare Nicky, non le butta. È stato bello sentire Piper pronunciare quelle fatidiche parole:

«I hate that she still has this power on me»

Quante volte lo abbiamo detto anche noi? Il sentimento che lega Piper a Alex è troppo forte, troppo profondo, quasi malsano. E se una parte di me odia Alex, un’altra non può non empatizzare (esiste? Ma sì!) con entrambe perché i sentimenti che nutrono l’una per l’altra le logorano e le legano in una maniera quasi indissolubile.

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In conclusione non posso non parlare della storyline che più mi ha riempita di orgoglio, lacrime, dolore e speranze dell’episodio: Vee&i suoi scagnozzi vs Poussey.

Come auspicavo nella scorsa recensione, Poussey non ha ceduto: ha continuato a tenere alta la testa nei confronti di Vee e non ha lasciato che né i suoi – buoni – sentimenti per Taystee né le intimidazioni del bullo di turno, le facessero prendere parte a qualcosa che non condivide. Vee è un bullo, che, come tutti quelli della sua specie, plasma le menti di cui si circonda e come Draco Malfoy (scusate, ma siamo alla fine di luglio/inizi agosto e Harry Potter permea l’aria come la pioggia di questi ultimi mesi) si portava sempre appresso quei zoticoni di Tiger e Goyle, così Vee ha sfruttato l’animo dolce e insicuro di Suzanne per farne il proprio scagnozzo personale. E così, quando in preda ad una sbronza Poussey le rinfaccia il non aver fatto nulla per aiutare Watson (DI NUOVO?!Perché ci finisce sempre lei in isolamento?!), Vee ordina a Suzanne di attaccare ed il risultato mi ha strappato il cuore.

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Lo sguardo di disapprovazione di Black Cindy, che ha assistito alla scena, mi fa sperare che il gruppo inizi a sfaldarsi. Non mi piace ciò che Vee ha fatto a Suzanne, soprattutto perché, come ogni volta, a pagarne le spese sarà l’anima sperduta e debole a cui è stato fatto il lavaggio del cervello.

Non mi è piaciuto – dal punto di vista umano – il modo «very rude» con cui hanno fatto spostare Roza in mensa e la sbruffonaggine con cui hanno festeggiato: a dimostrazione che le ragazze non sono maturate, la loro immaturità è stata solo strumentalizzata da Vee per trasformarle nei propri scagnozzi, addetti ai lavori sporchi che Vee, non farebbe mai per non doverne poi pagare le conseguenze. La scelta artistica è chiara: portare al massimo il nostro odio verso Vee e questa storyline, che mostra come un leader carismatico abbia più potere del buon senso, a volte.

E, come già detto, non mi è piaciuto vedere Janae Watson nuovamente spedita in isolamento anche se ha avuto il lato positivo di spingere Yoga Jones  ad aderire allo sciopero della fame (non so quanto produttivo) di Brook a favore di condizioni migliori nella prigione: concordo sul fatto che, decisamente, non siano condizioni paragonabili a molte altre prigioni (abbiamo visto nella premiere la vita nella prigione federale in cui, seppur per breve tempo, è costretta Piper) ma l’abuso dell’isolamento come fosse un «castigo per bambini cattivi» (cit. Yoga Jones) è un buon motivo per protestare.

Chiudo con due piccole chicche dell’episodio:

  • Maria e il fidanzato loquace quanto me appena sveglia alle 5 del mattino;
  • La meravigliosa Sophia Burset e il figlio. Non ho avuto occasione di dirlo prima ma adoro la dinamica fra Sophia e l’ex moglie: mi piace l’atmosfera di comprensione, amore e perdono che le accomuna. Ho adorato la partita a carte col figlio e l’ottimismo e gioia negli occhi di Sophia.

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  • Sophia ci regala, tra l’altro, un’altra delle sue perle:

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Il Trivia di questa settimana mi ha creato seri problemi per cui vi lascio con il video della conferenza stampa rilasciata dal cast in occasione del Paley Center for Media del 14 marzo del 2014 (quest’anno…così…giusto nel caso anche voi, come me, ogni tanto avete dubbi sull’anno in cui siamo -_- )

https://www.youtube.com/watch?v=UBFXO5CLiAY

Alla prossima settimana con l’undicesimo episodio! Mi piacciate, condividete, commentate la mia recensione, mi raccomando!

That’s All Folks!!!!!!!!!

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