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Once Upon a Time 7×20 – Vittorie, sconfitte e paradossi a due settimane dalla fine

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Once Upon a Time 7×20 – Vittorie, sconfitte e paradossi a due settimane dalla fine

La risoluzione di un conflitto sembra essere semplicemente l’apertura di una nuova pagina in questo ventesimo episodio di Once… peccato che siamo a solo due puntate dal series finale, che a giudicare dal promo ci promette anche di rispolverare parecchi volti noti in un calderone di azione che metà bastava. Cioè, non che mi lamenti in generale dell’azione a go-go, ma arrivare proprio all’ultimo per far confrontare Rumpel con il suo lato malvagio è ultracondensare per come la vedo io, così come ho trovato la risoluzione del problema Gothel in questa puntata troppo frettolosa: entrambi gli sviluppi sembrano realizzarsi quasi in un battito di ciglia in confronto al lento ribollire in pentola che è stato il character development di uno e la minaccia costituita dall’altra. Devo dire però che mi fa piacere che a dare il colpo di grazia alla strega sia stata Tilly, personaggio che sono stata felice di seguire nel suo sviluppo dalla premiere a oggi, inizialmente presentata quasi come un elemento secondario nel disegno generale ma in realtà rivelatasi centralissima nel suo ruolo di Guardiana, dotata di poteri magici e, per sua stessa ammissione alla fine, tutt’altro che un’outcast: una crescita organica e piacevole da seguire per quello che ho personalmente trovato uno dei personaggi più interessanti di questa ultima stagione.

Quello che mi è un po’ dispiaciuto in questo “Is This Henry Mills?” è che si è andato a raccogliere a piene mani da un po’ tutte le storyline aperte e, nel far questo, si è creata dispersione in quello che avrebbe invece potuto essere un episodio di impatto decisamente migliore rimanendo più concentrato su quello che il titolo stesso suggeriva: Henry.
Adoro Andrew J. West e in questa puntata specialmente mi è piaciuta davvero la sua interpretazione, in particolare nelle sue interazioni più profonde con Regina. Poi i vari flashback sull’ultimo periodo passato dall’Henry ragazzo a Storybrooke, la sua indecisione sul futuro, i tentennamenti e infine il consiglio che l’ha spinto sulla strada in cui lo vediamo nella premiere, fagiolo magico alla mano e pronto a scriversi la sua storia in un altro reame, hanno il potenziale di intrattenere e coinvolgere anche a livello emotivo: non sono mai stata una grandissima fan di Jared Gilmore ma ha decisamente guadagnato in esperienza negli anni e la scrittura delle sue sequenze in questa 7×20 è buona… in più Lana Parrilla in scena rende tutto più luminoso. Come il passato si lega a quanto già visto e al presente che stiamo vivendo è decisamente il punto focale di questo episodio, come Henry ha perso e come recupera il suo cuore da Truest Believer (in una catartica “chiacchierata con se stesso”, letteralmente ritrovando il se stesso giovane dopo che una Lucy inviperita gli aveva urlato che se diventare adulto l’aveva reso così sterile alla fede allora era meglio rimanere bambini).


 

Ho trovato gli sforzi di Lucy e Roni per far tornare la memoria a Henry la parte migliore della puntata (anche se ho avuto un brivido lungo la schiena all’idea che ci avrebbero mostrato quest’ultima in versione riesuma-cadaveri; inoltre al vedere l’immagine di Emma con il libro delle favole nel romanzo di Henry mi ero per un attimo convinta che l’idea di Regina fosse recuperare proprio Emma e usare la sua presenza come trigger per i ricordi del ragazzo, anticipando quindi il tanto annunciato ritorno di Jennifer Morrison per cui, invece, dovremo a quanto pare aspettare ancora un’altra settimana almeno) e confesso che ho apprezzato molto anche la rivelazione del “viaggio nel tempo” (la scoperta che la maledizione non ha solo trasportato tutti nel nostro mondo, ma anche indietro di qualche anno, nello stesso periodo in cui l’Henry quasi diplomato viveva ancora a Storybrooke, risolvendo quindi il dubbio sulla collocazione temporale degli eventi a cui stiamo assistendo sollevato già anche da Sam nei primissimi episodi della stagione e creando in più uno di quei deliziosi casi di paradosso causa-effetto: Henry che parla con sé stesso e così facendo lo/si spinge sulla strada che sa già di aver intrapreso mi è garbato assai)… per questo trovo che l’affrettare la sconfitta di Gothel, chiudendo questa sottotrama e aprendone subito un’altra potenzialmente esplosiva come l’introduzione dell’altro Tremotino, più altri personaggi che corrono su e giù per Hyperion Heights per gran parte del tempo, tutto nello stesso episodio in cui si esplorava una linea narrativa più introspettiva com’era seguire l’evoluzione e involuzione di Henry è finito, per come la vedo io, con il togliere qualcosa a quest’ultima narrazione.

Ma questo d’altronde è uno dei difetti che non si può nascondere che OUAT abbia sempre avuto: tirare avanti le sue battaglie per secoli e infine trovare la scappatoia decisiva in mezzo minuto sul finale. Così Gothel ci lascia in una scena di metamorfosi molto alla Apollo e Dafne, ne seguono baci e abbracci in atmosfera ovattata subito interrotti dalla presentazione del prossimo problema da risolvere nell’arco del doppio episodio finale: quello che è stato il personaggio ambiguo per eccellenza finora che si trova a fronteggiare la versione peggiore di sé, in un vago déjà-vu della Regina buona VS Regina cattiva di un paio di stagioni fa. Un faccia a faccia con la parte di sé che l’ha sempre tenuto lontano dal suo lieto fine era ovviamente in vista per Rumpel, è stato chiaro in ogni episodio a lui dedicato, solo non pensavo si sarebbe trattato di un faccia a faccia così concreto e, soprattutto, non pensavo che avrebbe richiesto lo spazio dei due episodi conclusivi, in cui presumibilmente ci sarà da tirare le fila di molto altro ancora (sempre presupponendo che, sapendo con largo anticipo di essere in chiusura definitiva, gli autori abbiano scelto saggiamente di salutarci con un epilogo decente).

 

Anche per questa settimana sento quindi di non potermi sperticare in lodi né lanciare in tirate critiche sull’andamento di Once, un ennesimo episodio piuttosto bilanciato tra tratti positivi e altri che avrebbero potuto essere gestiti meglio, ma c’è chiaramente da attendere gli sviluppi della 7×21 e 7×22 (di cui vi lascio il promo qui di seguito) per poter dare un parere più completo possibile. Attendo intanto di sentire la vostra, fatemi sapere le vostre opinioni finora e le vostre speranze per la conclusione di questa serie qui sotto nella sezione commenti, vi ricordo poi come sempre di passare dai nostri amici di

Once Upon a Time Official Fan Club Italia
You’re not a villain, you’re my mom ღ

per rimanere sempre aggiornati sullo show, i suoi interpreti e molto altro ancora.
Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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