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Mistresses | Recensione 1×02 – The Morning After

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Mistresses | Recensione 1×02 – The Morning After

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Ogni gesto comporta una conseguenza e, quando capita quella che meno si vuole, bisogna tenersela e farci i conti a quattr’occhi. La verità uscirà fuori in un modo o nell’altro e renderla piacevole spetta solo a te, non al destino.” È questa la definizione che affibbierei a quest’episodio: la paura della verità è una delle pecche maggiori dell’essere umano e i segreti che seguono diventano sempre più scuri man mano che se ne collegano altri.
Le nostre quattro protagoniste vivono gran parte della giornata affogando nelle menzogne: Savannah ha lo stomaco contratto per lo sdegno nei confronti di se stessa, Karen vorrebbe premere un interruttore per far in modo che Sam Grey sparisse dalla sua vita e April vorrebbe stringere un patto di 24 ore col diavolo per avere il marito indietro e riempirlo di parolacce fino a che la gola non le si secchi. L’unica che sembra passarsela bene è Joss: il suo ingresso trionfale con il martello alla Thor le ha fatto guadagnare qualche punto di simpatia, devo concederglielo.

Nuovo episodio, nuovi dettagli: ciò su cui vorrei puntare è l’analisi dei caratteri che si sono delineati maggiormente in questi quaranta minuti e passa.

ALYSSA MILANO, BRETT TUCKER, JASON GEORGE

  • Savannah è pentita, ma fino a che punto? Dal momento in cui ha realizzato di aver tradito la fiducia del marito e principalmente di se stessa, non ha fatto altro che arrancare futili scusanti per ignorare il problema principale: ciò che realmente vuole. In un primo momento il senso di rimorso è troppo forte da controllare, vorrebbe tornare sui propri passi e cancellare ogni singolo istante trascorso nelle braccia di un altro. Ma, al momento del confronto col marito, accantona parte della sincerità e sfodera la carta secondaria: non vuole avere un bambino, non si sente pronta per compiere questo passo. E sono contenta che si sia svegliata adesso; certo, programmavano le rotolate nelle lenzuola come si programma un pranzo di lavoro, o una visita dal dentista, infondo chi è che non lo fa? Savannah conosce il suo matrimonio così come le sue falle; è un avvocato, è intelligente, sa perfettamente quali sono le mine da schivare e i luoghi sicuri su cui camminare. Harry è una mina, all’apparenza può sembrare disinnescata, ma un passo più pesante del dovuto potrebbe farla esplodere. Ed è proprio quello che Savi ha cercato d’evitare: ridurre Harry in mille pezzi con il suo bagaglio di menzogne. Mi chiedo però quale sia quello del marito.

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  • Karen continua a ricevere le lusinghe (molestie  a mio parere) del giovane Sam Grey. Savi la implora di tenersi lontana dalla famiglia, per via dell’indagine legale, ma lei cosa fa? Accetta di berci un caffè insieme, giusto perché dell’etica morale non l’è rimasto più nulla! Il ragazzo non demorde, utilizza la carta del padre defunto per conquistarla e la scaltra psichiatra, anziché deviare strada, gli va incontro a braccia aperte. La new entry di nome Jacob non mi è dispiaciuta affatto, soprattutto basandomi sul loro breve scambio di battute; mi vuole far credere che avendo avuto a disposizione quel bel pezzo di pane fino ad ora, si sia davvero gettata nelle braccia di un uomo dove “complicazione” corrisponde al suo secondo nome? È proprio vero che quando si ha davanti il porto sicuro si cerca sempre la scorciatoia affascinante e pericolosa al tempo stesso. Mi chiedevo quando Karen sarebbe sbroccata ed effettivamente non mi sarei aspettata tutta quell’emotività; ho quasi provato dispiacere per Sam, ma poi ho ricordato il motivo per il quale le aveva fatto di nuovo visita e nei suoi panni gli avrei anche buttato un vaso dietro. È pur vero che Karen non si è imposta chiaramente; certo, gli ha detto che non poteva essere il suo medico, ma non gli ha di certo privato la sua compagnia. Bisogna parlare chiaro in certe situazioni, quantomeno se vuoi tenerti stretta il segreto. Un segreto che verrà messo alla prova, ora che l’affascinante investigatore ha bussato alla sua porta e cercherà le risposte fino a quando non gli saranno date. Per quale motivo ha distrutto tutte le prove di Thomas Grey, devo ancora capirlo. Non è che c’erano dei disegnini con le loro facce a cuoricino? Comunque, volendo trattare di un argomento meno spinoso, ho trovato difficoltà a focalizzarmi sui dialoghi, quando Karen portava quel rossetto color confetto: sul serio cara, ma perché?!

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  • April è combattuta tra odio e amore, vorrebbe scovare la realtà, ma non è pronta a soffrirne le conseguenze. Da un giorno all’altro il suo matrimonio viene contestato così come l’amore che lo ha sempre sorretto; il timore che l’inganno sia stato uno di quei pilastri le logora il cuore, ma ha bisogno di sapere e decide di scavare fino in fondo per ottenere le risposte agognate. Trae le somme, una volta chiesto l’intervento di Savi, e capisce che la storia dell’amante non perde acqua da nessuna parte, per cui, realizzando l’impurità che ha racchiuso il suo matrimonio in un pugno di ferro, ottiene il confronto con il fulcro delle sue paure: Miranda Nickleby. La donna ha lavorato come receptionist in un Hotel dove Paul, il marito di April, era solito alloggiare durante i viaggi di lavoro; inoltre, Paul ha acquistato tre anni prima l’auto in cui gira attualmente la suddetta amante. Le prove sono schiaccianti e quando April le chiederà cos’è che vuole da lei, mi sorge spontaneo pensare: “Ma quanto puoi essere ingenua? Secondo te cosa vuole, socializzare o pettinare insieme le bambole? È ovvio che voglia i soldi, quella lì ha intenzione di toglierti anche l’ultimo paia di mutande nel cassetto della biancheria!”Un test di paternità comunque non sarebbe male come punto di partenza, April.

 

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  • Joss ha dimostrato di essere la più spensierata fra tutte. Non che non si fosse capito sin dall’inizio, ma un’ulteriore conferma non fa mai male. Prima di tutto, ho apprezzato il suo ingresso trionfale: ha fegato per conciarsi in quel modo, ancor di più per presentare ipotetiche fiamme alla sorella dove tutto si vede tranne che la loro faccia. La sua vita privata si basa su una routine che le permette di giostrarsi tra un uomo e l’altro senza mai legarsi sul serio. E vivere nella dependance di tua sorella può essere un vantaggio quando non hai alcuna voglia di fare la spesa e ti becchi anche la cucina del cuoco; devo ammetterlo, è proprio furba. Per non parlare della scioltezza con cui relaziona con Alex, in teoria una sua cliente, in pratica insegnante di sadomaso giapponese. Ho appreso una nuova cosa, che credo non applicherò mai, a differenza di Joss che non ha perso tempo e ha chiamato un compagno di giochi per metterla in pratica. Ho provato pietà nei confronti del povero malcapitato, legato da un filo rosa shocking, mentre la biondina sexy si perdeva in futili pettegolezzi al telefono. Immagino che si sia fatta perdonare per l’attesa. La tensione che accomunava le due, all’atto dell’insegnamento, è stata palpabile e mi è anche dispiaciuto che non fosse stata approfondita a dovere: non metto in dubbio il contatto fisico, ma insomma, nessuno scambio di sguardi!

Anche l’amicizia tra le quattro protagoniste è stata analizzata maggiormente. Partendo dal confronto Savannah/Karen, le due hanno avuto uno scambio d’opinioni, dove Savannah era convinta di poter essere onesta con suo marito e Karen le consiglia di rifletterci un tantino di più per capire cosa l’abbia realmente spinta tra le braccia di un altro uomo, ormoni a parte (anche perché ad una certa età, la scusante degli ormoni è alquanto patetica). Passiamo allo scontro April/Savi: la prima, sconvolta dal tradimento del marito, sproloquia sulla rabbia e la delusione causata dalla suddetta scoperta e divaga sulle accuse rivolte a chiunque si sia azzardato a tradire il proprio compagno nella vita.


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A quel punto, Savannah, già mortificata di suo, evade dalla bolla in cui si era rinchiusa e fa esplodere la verità in faccia all’amica, la quale reazione diventa spropositata. Indignata e ferita dall’azione di Savannah, April le volta le spalle e la lascia in balia dei rimorsi. Fermiamoci un attimo per riflettere sui comportamenti di entrambe: d’accordo che Savannah non ha agito al meglio, ma sbaglio o si è prestata quando tu, April, eri in una situazione critica e avevi bisogno del suo sostegno? Girare le spalle alla propria amica nel momento del bisogno non mi sembra un’azione tanto saggia e matura, è a suo modo un tradimento. È pur vero che il tatto di Savannah lascia a desiderare, avrebbe potuto trattare l’argomento con le pinze, data la vulnerabilità dell’amica, ma questo non giustifica la rabbia irrazionale provata nei suoi confronti. Al momento April vuole una valvola di sfogo sulla quale gettarsi e Savi è capitata a pennello, quindi immagino che per un po’ dovrà subire il rancore ingiustificato dell’amica.
Ho apprezzato quando Karen ha puntualizzato ad April che in realtà anche lei avrebbe dovuto soccombere le sue ire, poiché era stata a letto con un uomo sposato, era stata un’amante così come Savannah. Ma infondo si è capito che April aveva solo bisogno di qualcuno da odiare; se Paul fosse stato vivo, al momento avrebbe concentrato l’odio interamente su di lui e nessuno le avrebbe dato torto.
L’unica a essere stata completamente tagliata fuori dal cerchio dell’amicizia è Joss: nessuno se l’è filata di striscio, tutte a parlare dei propri problemi senza pensare che forse poteva essere l’unica a dare un parere senza basarsi sulle esperienze personali.

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Quattro pentole bollono sul fuoco, ognuna con un manicaretto diverso che prima o poi farà saltare il coperchio e sporcherà l’intera cucina. Il passo di farla saltare in aria sarà sottilissimo tanto da non accorgersi neppure del confine quando si valicherà. Come si evolverà il rifiuto di Karen per Sam? Il ragazzo si arrenderà dopo il rifiuto palese dell’attraente dottoressa in carriera o tornerà alla carica più forte (rompibolle) di prima? Dovrebbe pensare ad assumersi un bodyguard, la previdenza non è mai troppa in certi (questi) casi. E Savannah come gestirà il matrimonio in bilico e l’attrazione latente per il collega? Riuscirà a resistere all’attrazione che galleggia nell’aria o sfiderà la sorte giocando con la sensualità? April deciderà di acconsentire alla richiesta dell’amante del marito o butterà nell’arena l’abilità d’avvocato dell’amica, con cui ha istaurato una guerra fredda, e lotterà per mantenere integro quel che ancora può? E Joss capirà che in realtà il sadomaso giapponese l’attirava di più quando era lei a giocare nel ruolo della vittima anziché della preda? Alex sarà l’insegnante di tanti altri trucchetti o il loro rapporto s’interromperà per timore d’approfondire il piacere che si stava iniziando a pregustare?

Per scoprirlo, non perdetevi il prossimo appuntamento con Mistresses e, nel frattempo, godetevi il promo della 1×03.



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Per quanto l’apparenza possa ingannare, ha avuto sempre una ricca immaginazione, sin da bambina: avrebbe voluto indossare un camice azzurro e ubriacarsi con Cristina e Meredith, esibirsi con vestiti pomposi e colorati nel Glee Club, aprirsi un blog con cui infangare amici e famiglia, naufragare su un’isola deserta che tanto deserta non è, prendere a palettate vampiri con Buffy e uccidere i demoni con il Libro delle Ombre, trasferirsi in una città popolata dai personaggi delle favole, sorseggiare Cosmopolitan e indebitarsi per un paio di Manolo, scoprire l’esistenza di una sorella gemella e mangiare tutti i biscotti della famiglia Camden. Se non avesse guardato tanta televisione, a ventidue anni non avrebbe avuto il cervello ridotto in poltiglia. È certa che un giorno imparerà a volare come Goku – c’è riuscito Crilin! –, così potrà arrivare a New York e cercare Carrie Bradshaw o raggiungere Stars Hollow e bere il caffè di Luke o ancora farsi adottare dai Cohen e vivere per sempre sul materassino gonfiabile della piscina; ma, fino a quel momento, si limiterà a prendere appunti e coltivare il suo futuro tra i libri di Editoria e Pubblicistica, sperando di sbocciare nella versione di Anne Hathaway ne “Il diavolo veste prada”, anziché in quella di Ugly Betty, e vedere la propria immagine sugli autobus della città. Almeno sognare non costa niente!

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