Cari amici,
siamo a soli 4 episodi dal finale di questa seconda stagione eppure continuano ad aprirsi scenari e ad arrivare nuovi personaggi.
Questa Mirror Mirror non fa eccezioni e ci presenta nientepopodimeno che: il fratello di Bill.
Lo ammetto, avevo letto uno spoiler in cui si annunciava l’arrivo di Francis, quindi non sono rimasta stupita quando hanno rivelato la sua identità.
Quello che sono curiosa di sapere, in merito a questo fratello, è come si incastra la sua presenza nell’infanzia travagliata del Dottor Masters. Erano entrambi maltrattati o la violenza e l’abbandono l’ha sofferto solo Bill? L’alcolismo di Frank è dovuto agli stessi traumi del fratello?
Mi domando, inoltre, il motivo per cui Bill non voglia averlo intorno. Forse si sente in colpa per non averlo aiutato quando era piccolo. La citazione di Dickens, in una delle sue ultime lettere, sembra proprio un invito a sopportare, secondo le famose regole del manuale “Come essere un vero uomo”, by Bill Masters.
Suffering has been stronger than all other teaching and has taught me to understand what your heart used to be. I have been bent and broken, but — I hope — into a better shape.
Il fatto che, per la sua vita parallela in albergo, abbia scelto il suo nome e la sua città, dimostra che comunque non l’ha mai dimenticato.
Visto che Francis, per anni, ha raccontato a tutti di essere figlio unico, presumo sia stato proprio lui a voler rompere col fratello per motivi non ancora rivelati. Il suo personaggio comunque mi piace molto, le scene con lui e Bill le ho trovate davvero belle, soprattutto il dialogo nel finale.
Probabilmente essere uscito dall’alcolismo e aver trovato una sorta di stabilità con il matrimonio, ha spinto Francis a cercare di riunire i pezzi di questa famiglia disastrata. Con il racconto della ragazza che, nonostante il suo viso nuovo, decide comunque di suicidarsi, Frank fa intendere al fratello che il rischio di ricadere nell’alcolismo è dietro l’angolo. La felicità di avere una moglie, di pensare a un figlio e ad essere un marito perfetto agli occhi di tutti, può non bastare, se non si curano le ferite dell’anima.” Uno pensa che basti aggiustare quello che si ha fuori. Quella e’ la parte facile”
Libby, in questa stagione, sta affrontando diversi cambiamenti. E’ passata da moglie passiva a madre repressa e anche un po’ razzista per poi arrivare a tener testa al marito in più di un’occasione e, dulcis in fundo, diventare un’eroina della lotta tra bianchi e neri ( sull’ultimo punto gran parte del merito va al bell’aspetto di Robert, ammettiamolo. 🙂 ). Diciamo che questi cambiamenti, complice il salto temporale carpiato dello scorso episodio, sono stati un po’ troppo repentini ma hanno dato al personaggio quello che le mancava: una bella personalità. Finalmente Libby comincia a dire al marito: IO ESISTO. E non lo fa da donna sottomessa e implorante, lo fa con stile. Si possono rimproverare molte cose a Libby ma di sicuro non ha mai abbandonato il marito, nel momento del bisogno. L’ha sempre sostenuto, anche quando non lo meritava ( e tuttora non lo merita ). In questo episodio gioca una parte fondamentale nel convincere il capo della polizia a far parte del consiglio, nonostante nessuno avesse puntato su di lei. Alla fine dell’episodio Libby decide di essere se stessa e di fare quello che LEI ritiene giusto, decidendo di testimoniare in favore di Leonard Gilroy. WELL DONE.
La ricerca di Bill e Virginia, intanto, passa ad uno stadio successivo: dall’osservazione all’intervento vero e proprio. Individuate una serie di disfunzioni sessuali, è arrivato il momento di provare a capirne le cause e le possibili cure. Noi sappiamo che Bill ha una motivazione più che valida per iniziare dall’impotenza visto che da più di un anno non riesce ad avere rapporti. Per il momento si guarda bene dal confidarlo a Virginia ma, vista la natura dei loro “incontri” nell’hotel, ho idea che a breve anche questo segreto verrà a galla.
Divertente il parallelismo tra il racconto di Lester sulla morte di suo padre e, sullo sfondo, una coppia di volontari, a testimoniare il passaggio dall’osservazione all’analisi.
E’ bello vedere come l’attenzione ai dati di Bill e quella alle implicazioni psicologiche di Virginia si fondano in modo perfetto quando lavorano insieme. L’attitudine della nostra protagonista ad entrare in empatia con le persone, la renderebbe una brava psicologa e l’aver involontariamente spinto Barbara a ricordare un evento traumatico rimosso, riaccende in lei la voglia di tornare a studiare. Naturalmente le sedute dall’analista finiranno per analizzare lei stessa e non Barbara, come si intuisce dal promo, ma il tentativo, seppur goffo, di aiutarla, è comunque un gesto tenero.
Così come è tenero l’atteggiamento di Bill con Lester quando tenta di coinvolgerlo nelle riprese in cui cerca di illustrare gli obiettivi del suo lavoro. Bill, a volte, riesce ad avere la sensibilità di un padre, peccato che non succeda mai con i suoi figli. A proposito, che fine ha fatto la figlia femmina? 🙂
Non ho ben capito cosa volessero dirci con la morte dello speaker della Cal-o-metric, nonostante il discorso di Bill e la sua riflessione sul fatto che qualunque cosa lo affliggesse ora non può fargli più del male.
Nel complesso l’episodio mi è piaciuto, come sempre, ma ho l’impressione che si stia mettendo troppa carne al fuoco. Considerando che mancano solo 4 episodi al finale, mi auguro che riescano a gestire bene i nuovi personaggi senza altri salti temporali.
Ecco il promo della 4×09 subito dopo il consueto Angolo delle curiosità:
Angolo delle curiosità:
– Suffering has been stronger than all other teaching and has taught me to understand what your heart used to be. I have been bent and broken, but — I hope — into a better shape. Sono parole dello splendido romanzo di Charles Dickens, Grandi speranze. Le pronuncia Estella Havisham a Pip, il protagonista, poco prima di riconciliarsi con lui, dopo tante e tristi peripezie.
– L’intervento di chirurgia estetica al naso di Marylin Monroe, di cui parla Francis, è stato recentemente confermato, insieme a un altro ritocco sul mento. Cartelle mediche, radiografie e testimonianze scritte del medico che la seguì all’epoca dell’intervento, avvenuto nel 1950, sono state messe all’asta nel novembre scorso. Non c’è pace per le dive, neanche dopo decenni dalla loro morte.
– Il Veiled Prophet Ball è esistito davvero ed è una tradizione nata nel 1878 per creare un evento rappresentativo della città di St Louis. Ogni anno, un membro dell’organizzazione veniva scelto per interpretare il profeta del Khorassan. 5 Debuttanti lo accompagnavano simboleggiando la corte del profeta e una di loro veniva eletta Regina dell’amore e della bellezza. Negli anni a venire ci furono diversi disordini legati a questa tradizione e solo nel 1979 l’organizzazione accettò un membro di colore.
https://www.youtube.com/watch?v=WayxpEuNVV4
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