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Masters Of Sex | Recensione 2×05 – Giants

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Masters Of Sex | Recensione 2×05 – Giants

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Cari amici,

ho già scritto in precedenza che questa serie, senza particolari misteri da risolvere, o esseri sovrannaturali da scovare, mi tiene sempre e comunque incollata allo schermo. Masters of sex rende la normalità talmente interessante che anche guardare un coffee break tra Bill e Virginia ci fa scattare nella testa tanti di quei parallelismi da scriverne per giorni: “Quel caffè vorrà dire che ormai sono come l’acqua e il fuoco e che presto si fonderanno ed esploderanno, trasformandosi in qualcosa di diverso”? 🙂

Insomma, ormai ci hanno abituato a pensare che dietro ad ogni gesto o frase ci sia un significato, un codice da decifrare ed è qualcosa che io sto letteralmente adorando.

Un altro punto a favore di questo show è quello di avere personaggi femminili forti e interessanti, anche nelle loro debolezze. Le donne di Masters of sex sono, per una volta, al centro di tutto, più forti e scaltre degli uomini, più vere nell’accettare le loro sconfitte, consapevoli di vivere in un’ epoca che le discrimina ma non per questo disposte ad accettarlo passivamente. Solo chi lotta può perdere e anche senza i loro nomi scolpiti nella storia queste donne lasceranno un segno del loro passaggio, piccole orme che ci hanno portato oggi ad essere quello che siamo.

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In questo episodio, in modo particolare, vediamo Virginia ribellarsi al luogo comune della donna raggirata da un uomo potente, ruolo affibbiatole da Lillian nel loro duro confronto chiarificatore.

Lei non è schiava di nessuno, tanto meno di Bill. La sua dichiarazione di indipendenza, nell’aria da sempre, ma concretizzatasi nello scorso episodio, culmina nella stanza d’albergo, nuovamente luogo di rivelazioni, teatro di silenziose verità.

Una scena densa di significati, quella in cui Virginia chiede a Bill di spogliarsi, di dimostrarle che sono alla pari e che il suo ruolo non è meno importante di quello del Dottor Masters.

Questo avviene subito dopo la sua domanda strategica, la “terza opzione”, quella di smettere di partecipare “attivamente” alle rilevazioni. Non è obbligatorio, dice Bill, per poi correggersi subito con un sì, è obbligatorio, dando l’impressione, poco felice, di proporre un ricatto sessuale più che un lavoro. A questo punto mi sarei aspettata un netto rifiuto, ma Virginia fa qualcosa di diverso.

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Appurato che dedicarsi personalmente alla ricerca è un requisito fondamentale per Bill, la nostra protagonista vuole dimostrare a lui e soprattutto a se stessa che è esclusivamente per lavoro che sono lì, che sarà lei a condurre il gioco, perché è brava e non perché va a letto con lui. Bill non può sottrarsi, deve acconsentire, per non ammettere che fare l’amore con questa donna è ormai un’esigenza che ha sempre meno a che fare con la ricerca scientifica.

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Virginia lo stupisce, lo imbarazza, spesso lo ferisce, ma tutto questo non fa altro che alimentare la sua attrazione per lei, così diversa, non solo da sua moglie, ma da tutte le donne che ha conosciuto. Naturalmente il gioco sfugge di mano a Virginia. Naturalmente vedere Bill in suo potere la eccita a tal punto da non riuscire a fare a meno di “partecipare”, seppur mantenendo il suo ruolo di dominatrice ad affermare che è lui ad aver bisogno di lei, non il contrario.

Devo ammettere che, nonostante Sheen non sia di certo un adone, quando ha aperto gli occhi e ha sussurrato “You” ho vacillato anch’io con lei, a riprova che Michael è un attore davvero straordinario. Quando uno sguardo dice più di mille parole e fa scattare meccanismi che ti trasportano nella scena più di quanto vorresti, stai facendo davvero bene il tuo lavoro. Cosa vi ha ricordato quel “You”?

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Non posso esimermi dall’affermare di non aver mai visto una scena di autoerotismo così romantica e che avrei schiaffeggiato Virginia quando non ha baciato Bill, nonostante io comprenda le logiche che la portano a non farlo.

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Non ci vuole una ricerca scientifica però, per capire cosa abbia provato Virginia in quel momento 🙂

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A questo punto la telecamera vaga nella stanza inquadrando la solitaria valigetta, ormai unica sopravvissuta di questa pantomima in cui un uomo e una donna adulti fingono di lavorare per non dirsi ti amo. CE LA FARANNO?

Trasferiamoci a casa Tristezza, dimora dell’ormone moribondo, anche detta casa Masters.

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Devo dire  che più volte ho riflettuto sulla figura di Libby che, in quanto donna tradita,  dovrebbe essere un personaggio per cui tifare. Allora perché non riusciamo a simpatizzare con lei? Credo che la risposta risieda nella sua assoluta mancanza di amor proprio, che la spinge a fare qualsiasi cosa dica il marito, a chiedere scusa per un errore, solo perché Bill le dice che è giusto così. Il suo elemosinare un rapporto sessuale con la scusa di fare pace perché la tua tata ti ricorda che non lo fai da un bel po’ è di una tristezza disarmante. A sua discolpa si può dire che all’epoca ci si sposava molto giovani, che spesso, in un certo tipo di ambiente, si andava a letto con un uomo solo e non potendo fare paragoni, né sollevare l’argomento con nessuno, sono sicura che molte donne, in quegli anni, abbiano vissuto una vita simile a quella di Libby.

Credo che, al momento, la signora Masters sia il personaggio più infelice di questa serie. Lillian sta morendo ma almeno ha vissuto con la passione per il suo lavoro. Barton ha avuto sprazzi di felicità col suo amante, seppur fuggevoli, lo stesso Betty e ora Bill. Libby, la passione non sa neanche cosa sia e sta letteralmente impazzendo in quella casa. L’abbiamo vista passare dall’essere una donna ingenua e buona a una specie di arpia ossessiva che proietta le sue frustrazioni sulla povera Coral. Quest’ultima stavolta sbotta e, con grande classe, le fa capire che potrà umiliarla quanto vuole ma a letto si diverte molto più di lei.

Ho avuto il dubbio però, che Robert non sia affatto il fidanzato di Coral ma suo fratello, quello che menzionò nello scorso episodio. Chissà se potrà esserci del tenero tra Libby e questo scorbutico ragazzo… Teorie strampalate generate dal mio desiderio di porre fine alle sofferenze di questa donna ( e pure alle nostre, ogni volta che entra in scena ).

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Libby ormai sta dicendo a tutti quanto il marito la renda infelice: lo ha detto a Coral, persino a Virginia, eppure nessuno sembra curarsi di lei, il che mette tutto sotto una luce diversa. La stessa storia di Bill e Virginia, vista dal punto di vista di Libby, è una gran carognata. Bill dovrebbe avere il coraggio di lasciare libera sua moglie, dirle la verità e permetterle di rifarsi una vita con una persona che la ami davvero e la faccia sorridere dentro e fuori dal letto.

Chi ha sorriso poco in questo episodio è Betty, che subisce un ritorno poco gradito, quello della sua ex, Helen ( attuale fidanzata di Michael Sheen ).

Dimenticando per un attimo la lieve somiglianza di questo personaggio con la Olivia di Braccio di ferro, ho trovato il momento della cena molto toccante. Il dolore di non poter vivere il loro amore alla luce del sole, il ricordo di quello che è stato e la gelosia di vedere Betty, accanto a qualcun altro solo per soldi, è troppo per Helen.

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Mi ha molto commosso il racconto del cavallo Beautiful Betty, dato 13 a 1, sul quale Helen puntò i suoi ultimi 2 dollari solo per regalarle il biglietto, affinché potesse guardarlo nei momenti bui e ricordarsi che ci sarebbe sempre stato qualcuno disposto a puntare su di lei. Mi dispiace però molto per Gene, che ama Betty così profondamente ma si ritrova ad essere, per lei, solo un adorabile Bancomat. Quanto tempo passerà prima che se ne renda conto?

Il direttore dell’ospedale Buell Green ci riserva una sorpresa, nel finale. Dopo aver assicurato il suo supporto alla ricerca di Bill e Virginia, scopriamo che strappa i volantini per i volontari, dimostrando in realtà, di non esservi affatto interessato. Il suo scopo, a quanto pare. è quello di attirare pazienti bianchi nel suo ospedale iniziando così una lenta ma definitiva integrazione tra le due razze.

Vedremo come proseguiranno le numerose storie introdotte con Giants e intanto vi lascio il trailer della 2×06 e l’Angolo delle curiosità.

https://www.youtube.com/watch?v=NE4HZA9kiUY

Angolo delle curiosità:

La canzone che Betty canta a Gene è You’re the top di Cole Porter, datata 1934.

Sarah Silverman ( apparsa in quest’episodio come Helen ) è l’attuale fidanzata di Michael Sheen ed è famosa per la sua comicità irriverente. Il canale televisivo Comedy Central, nel 2007, le ha dato la possibilità di creare uno show tutto suo: il Sarah Silverman Show, durato 3 stagioni. Leggendo qua e là ho scoperto che nel 2007 nell’opening dell’MTV Music Awards, disse di Paris Hilton, presente in sala: “In a couple of days, Paris Hilton is going to jail… As a matter of fact, I heard that to make her feel more comfortable in prison, the guards are going to paint the bars to look like penises. I think it is wrong, too. I just worry she is going to break her teeth on those things”. Totalmente pazza.

 

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Classe 1980, nata e cresciuta a Roma, vive a Milano dal 2010. I suoi amici e colleghi sono rassegnati ormai a riportarle tutto quello che lascia in giro ogni giorno. Cellulare, chiavi, penne, anelli, non fà distinzioni, perde qualsiasi cosa. Sempre con la testa tra le nuvole riacquista lucidità e memoria solo se si parla di cinema e serie TV. Da bimba spaziava dai cartoni animati ai telefilm più improbabili fino alla folgorazione con X-Files quando per la prima volta capisce cosa si prova ad essere “Telefilm Addicted”. Sostiene infatti l’esame di maturità indossando una maglia con su scritto “I want to believe” e per sua fortuna la commissione decide di promuoverla comunque. Dopo una lunga pausa è rientrata da poco nel tunnel dei telefilm, recuperando gli anni persi a discapito degli ultimi neuroni che le erano rimasti. Si commuove facilmente, quindi durante la visione tiene sempre a portata di mano i fazzoletti, ma sa essere anche perfida con i personaggi che non le piacciono.

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