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Masters Of Sex | Recensione 2×01- Parallax

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Masters Of Sex | Recensione 2×01- Parallax

Così si concludeva la prima stagione di questo show rivelazione di Showtime. Da lì, noi fan abbiamo immaginato per diversi mesi cosa sarebbe potuto accadere tra i due.

Diversi erano gli scenari, tra i più gettonati:
1) Virginia molla Bill sotto la pioggia, del resto avrebbe avuto diversi buoni motivi per farlo considerato quanto accaduto tra i due
2) Virginia lascia entrare Bill e dopo averlo ascoltato gli dice di aver accettato la proposta di matrimonio di Ethan
3) Virginia e Bill si lasciano trasportare dalle emozioni e dai “sentimenti” reciproci.
4) Virgina fangirla perchè oh, Michael Sheen le ha detto che non può vivere senza di lei

Questo primo episodio riprende proprio da dove ci avevano lasciato e lo fa, ovviamente in un modo molto poco convenzionale.
Infatti il filone del “cosa è accaduto quella sera” scorre parallelamente a quanto accade dopo, andando ad incastrarsi tra un evento e l’altro della vita dei due ricarcatori.
In Parallax (letteralmente parallasse, cioè lo spostamento apparente di un oggetto, quando viene osservato da due punti di vista diversi) vediamo, a singhiozzi,  in che modo Bill e Virginia hanno vissuto quella notte e soprattutto con quali sentimenti. Saranno questi infatti a lasciarci con l’amaro in bocca. Inoltre si sprecano i parallelismi tra i personaggi ed il loro rapporto coniugale con il sesso, ma procediamo con ordine.

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Dopo il fiasco della presentazione di Bill sul suo studio, il nostro dottore è senza lavoro, ha però avuto il primo figlio e nn è proprio al settimo cielo. Virginia viene moderatamente stalkerata dai medici che hanno visto qualche sua parte intima sul grande schermo, il lavoro con la dottoressa De Paul non le fa guadagnare abbastanza da mantenere la sua famiglia, quindi si dà, con scarso successo, anche alla vendita di pillole dimagranti. Insomma le vite dei due protagonisti sono agli antipodi, lascio per ultimi i nostri protagonisti per approfondimenti.
Parliamo di Barton, abbiamo lasciato l’uomo convinto di voler “combattere” la sua omosessualità tramite elettroshock. Nonostante non condivida per nulla la cosa, Bill accompagna l’amico di una vita alla seduta e assiste al barbaro rituale medico che per allora era forse considerato come la panacea di tutti i mali. Assiste l’amico quando, una volta sveglio non ricorda cosa gli sia accaduto, soffre degli effetti collaterali e sembra essere totalmente perso. Giusto per precisare il mio ‘barbaro’ qui sopra, l’elettroshock (nato alla fine degli anni 30) è di per sè un tipo di terapia aggressiva in senso fisico, piscologico, in tutti i sensi. Ad oggi viene usata in rarissimi casi, in Italia ad esempio solo per particolari episodi di gravi depressioni. E’ pur vero che allora determinate patologie del sistema nervoso, erano ancor meno conosciute di oggi e c’erano meno farmaci per eventuali cure, lasciando quindi l’elettroshock come ultima spiaggia. Tutto ciò per farvi capire l’abuso di una simile tecnica dopo circa 20 anni dalla sua scoperta. Cosa ci dice tutto ciò di Barton? Quest’uomo è talmente determinato a voler “curarsi” per il bene della sua famiglia e della sua reputazione, da sottoporsi ad una cosa simile. Lui, un uomo di scienza crede, o vuole credere, che sia possibile tornare “normali”, per la sua “condizione” con qualche scossa al cervello.
Ovviamente la terapia non ha l’effetto desiderato, nonostante Barton provi a ritrovare una certa intimità con sua moglie non ci riesce (s’era capito già dal fatto che in bagno ha consultato “certi giornaletti”), vorrebbe con tutto il cuore non essere chi è in realtà, lo vuole per lei ed il sesso sarebbe un ottimo modo per dimostrarlo ma non ci riesce.

In tutto ciò sua moglie si sente tradita dopo questo tentativo, che per lei è una ferita nell’orgoglio in quanto donna più che moglie, perchè già non è più nel fiore degli anni, di conseguenza ha già passato una fase di assestamento ormonale che non è proprio un toccasana per una donna, in più suo marito perferirebbe vederla come un uomo… E l’autostima va a farsi benedire.

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Tutta questa frustrazione, dolore e confusione portano l’uomo a tentare il suicidio nella cantina di casa, scampato grazie all’intervento della figlia e della moglie.
Cambiando i toni abbiamo una situazione/siparietto che ci aspettavamo tutti, della serie che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Langham, il medico figone che ha preso parte agli studi di Bill e Virginia, parla a quest’ultima della sua redenzione di quanto il suo rapporto matrimoniale è cambiato e del fatto che non ci sono più tradimenti. Una palla colossale. Infatti nella seconda metà dell’episodio la moglie del biondone rivela a tutto l’ospedale la relazione di questo con sua sorella… Lui, il nuovo genio del male proprio.  E per l’occasione applausi a Lillian DePaul per la battuta/colpo di grazia.
Passiamo a Libby, questa donna mi fa tanta tenerezza, mi piace molto, ma giuro che faccio una fatica terribile a capirla spesso e volentieri.
Si preoccupa per suo marito, come ogni buona moglie farebbe, lo sprona a cercare contatti con altri medici, a rituffarsi nel lavoro, a passare più tempo con suo figlio, quando però si rende conto di non riuscire molto in questi intenti, torna a rivolgersi a Virginia per consigli.
Ora, io dico, bisogna avere chili di salume sugli occhi per non vedere cosa realmente c’è stato e c’è tra i due, il solo consiglio della Johnson sul marito suggerisce che questa lo conosca meglio di lei. Il rapporto tra loto è complicato a dir poco, da un lato c’è l’adorazione verso il proprio marito e la cieca fiducia nel suo operato, dall’altro c’è ammirazione e curiosità per Bill e per la sua scienza, in entrambi i casi le due donne di Masters sono talmente accecate da lui da non riuscire a vedere quello che realmente c’è in ballo. Inoltre Libby si becca il premio “Amo mia suocera” cosa rarissima per l’88% delle nuore.
Di stampo del tutto diverso è la Dottoressa DePaul, sfoderando alcuni lati del suo carattere ha tutte le carte in regola per diventare un personaggio amato e con un ruolo più centrale. Nonostante le poche scene mi è piaciuta moltissimo e ciò mi fa pensare che, probabilmente entro fine stagione, la faranno fuori (sono solo mie congetture, nulla di concreto eh).
Infine veniamo ai due protagonisti.
Bill è un uomo complicato e lo sappiamo già dalla prima stagione. Non ha il senso di cosa voglia dire avere una famiglia perché fondamentalmente non ne ha mai avuta una crescendo, di conseguenza la sua vita è il lavoro e tutto quello che gli ruota intorno, inclusa virginia. Potevamo pensare ad un cambiamento, siccome è diventato padre, ma invece questa nascita altro non è stata che una cassa di risonanza della sua disfunzionalità emotiva. Non vediamo Bill tenere in braccio suo figlio per nemmeno un minuto, quando lo sente piangere fa finta di nulla, si mette a dormire o mette su la musica pur di non sentirlo, è totalmente disinteressato, ed anche qui sua moglie questo non lo vede.

Da tutto ciò, scaturisce la discussione di Masters con sua madre, in cui le vomita addosso tutto, dai rimpianti dell’infanzia a come lei e suo padre lo hanno fatto diventare a loro immagine e somiglianza rendendolo una persona quasi senza cuore. E poi c’è Virginia, c’è la confessione di questo rapporto extraconiugale, che nonostante tutto lui porterà avanti, quest’episodio per Essie è la goccia che fa traboccare il vaso e da qui decide di andare via per un po’.
Virginia nel frattempo combatte coi pregiudizi e con i soldi, le si presentano davanti un paio di occasioni che facilmente potrebbero darle di più ma lei dice di no, lei vuole continuare quello studio, quel progetto in cui ha sempre creduto anche se non capito dalle persone che la circondano e vuole continuare a lavorare con la DePaul, in cui pian piano sta trovando un’amica.
In quella piovosa serata del finale della prima stagione quell’ “I finally realized there is one thing I can’t live without… It’s you” li ha portati dritti in camera da letto, ha visto Bill e Virginia “amarsi tra le lenzuola” come mai visto prima, niente macchine, fili, studi, pensieri… E anche quando tutto è finito c’erano solo loro due… Fin quando il telefono non rompe l’idillio.

In un primo momento ci sembra qualcosa dal tempismo perfetto, perché c’è Ethan dall’altra parte e Virginia rifiuta la sua proposta di matrimonio. La cosa ci fa tirare un sospiro di sollievo fino alla fine dell’episodio quando Virginia articola meglio il perché di quella sua risposta buttando per aria tutto quello che i due avevano “ricostruito” quella notte.

Per lei il loro rapporto è qualcosa di superiore, non è un banale tradimento, non implica legami, i loro corpi sono a disposizione di un qualcosa di più grande che è la scienza. Bill con queste utime affermazioni si becca proprio il colpo di grazia, forzandosi in una risposta che sicuramente innescherà nella loro relazione una reazione a cascata (e che occuperà i suoi pensieri stabilmente, tanto che non se ne fa capace). Erano convinti implicitamente di aver vissuto le stesse cose, di provare le stesse emozioni ma non è così (o forse è quello di cui vogliono convincersi/ci).

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Dopo questo finale, nessuno dei due protagonisti esce vincitore dal questo rapporto, nessuno dei due si espone realmente, forse proprio perché entrambi, chi per un motivo chi per l’altro, sono emotivamente disabili (perchè due persone “normali” dopo aver fatto l’amore non si misurano i battiti per capire se c’è realmente qualcosa, perchè l’intento, in quella scena era quello), a vincere ora, seppur relativamente, è solo la scienza, la scusa che darà a Bill e Virginia il pretesto per continuare a “studiarsi” invece che a scoprirsi l’un l’altra (e non necessariamente tra le lenzuola) in sfuggenti rendez-vous in una camera d’albergo in cui si fingeranno sposati.

Lo studio torna ad essere il loro pane quotidiano, in un ospedale diverso ma accompagnato comunque dagli stessi pregiudizi che hanno segnato la sua sorte nella scorsa stagione. Tutto è nuovamente in gioco, sembra un nuovo inizio ma in realtà siamo tornati allo stesso punto, con dei personaggi che acquistano più coscienza e voglia di osare.
Io non sono mai stata una grande shipper, ma AMO il rapporto che c’è tra loro due perché è un tango, è un passo a due tra razionalità e passionalità, allo stesso tempo ti conquista e ti confonde le idee e ad un certo punto nemmeno tu sai chi per primo vorresti prendere a capocciate, perché nonostante l’età anagrafica dei personaggi emotivamente sono due quindicenni.

In soldoni questo ritorno mi è piaciuto moltissimo, sia da un punto di vista di tecnica narrativa che per gli eventi che in questi 50 minuti si sono susseguiti, le tematiche sono sempre forti e comunicate splendidamente e soprattutto sempre attuali, perché, nonostante tutto, c’è molto del sesso che ancora non conosciamo e ci sono ancora fin troppi pregiudizi, a distanza di 50 anni e seppur la scienza sia andata avanti nel campo, la mente umana fa fatica a starle dietro (ne è la prova il fatto che questo spaccato di storia è poco conosciuto rispetto ad altri).
Spero che anche a voi l’episodio sia piaciuto e di conseguenza anche la recensione, dalla prossima settimana troverete un altro recensore per parlarne con voi e io non vedo l’ora di leggere quello che avrà da dire.
Vi auguro un buon fine settimana!

4 COMMENTS

  1. Il telefilm mi piace moltissimo ma questi continui flashback, secondo me, rendevano difficile seguire la puntata, perché non si seguiva una linea temporale diretta ma si riviveva continuamente lo stesso episodio sotto diversi punti di vista. Si vede lontano un miglio che Bill è innamorato di Virginia dl primo momento in cui l’ha vista, una donna così diversa da quelle che ha conosciuto fino ad adesso, così diversa da Libby e da sua madre. L’interpretazione di Virginia sul loro rapporto non mi è piaciuta per niente, pensavo che finalmente potessero stare insieme, invece la scena sotto la pioggia evidentemente non ha avuto l’effetto sperato.

    • A me è piaciuta molto la cosa dei flashback proprio perché ingannevole dal principio, c’eravamo cascati pure noi, c’avevamo creduto che sarebbe potuto finire a rose e fiori e invece alla fine arriva la mazzata.
      In ogni caso ora sono molto più scoperti, sicuramente vedremo di più ed in modo più intenso di loro due

  2. Mi piace molto la tua definizione del rapporto tra Bill e Gini, la scienza come scusa per non mettersi in gioco, in questo tango in cui quelli che ci rimettono di più sono i loro cari, satelliti involontari di questo folle rapporto! Bellissima recensione! 🙂

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