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Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. 5×01/02 – Tutte le strade portano ad Orwell

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Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. 5×01/02 – Tutte le strade portano ad Orwell

Gli “underdogs” sono finalmente tornati e, con i primi due episodi di una stagione vinta al tiro alla fune tra la ABC e la Disney, dimostrano ancora una volta quanto questo show rappresenti l’emblema di una storia di qualità in costante crescita ma perennemente sottovalutata e letteralmente abbandonata al suo piccolo mondo di cui nessuno sembra conoscere l’esistenza se non coloro che già ne fanno parte. Ciò che questa première ha dimostrato ancora una volta è la capacità di questa serie di restare autenticamente fedele allo spirito con cui è nata ma di reinventarsi ogni volta in storie e realtà mai esagerate e mai limitate ma squisitamente adatte all’evoluzione che lo show affronta di stagione in stagione.

L’idea del team catapultato in un punto impreciso dello spazio e inseguito da alieni informi senza arte né parte mi era arrivata circondata da un alone di incertezza e dubbio ma solo con la visione dei primi episodi mi sono resa conto di quanto in realtà la vetrina che aveva presentato questo nuovo ciclo non fosse altro che proverbiale fumo negli occhi per nascondere la verità alla base di questa prima parte di stagione.

La scelta narrativa abbracciata dalla serie in questo caso mi appare al momento la più cupa e pessimistica che lo show abbia affrontato finora, un’oscurità sottile che si nota per davvero solo se guardata in prospettiva e oserei dire quasi inedita per “Agents of S.H.I.E.L.D.”, superando anche il costante grigiore che colorava il Framework e che proprio per questo lo rendeva chiaramente distante, irreale. Ma questa volta è diverso, questa volta, per quanto bui e minacciosi, i colori sono concreti, sono vividi, sono drammaticamente realistici perché reale è anche la storia che il team sta vivendo: non si tratta più di un mondo parallelo, virtuale, di una prigione in cui incatenare le menti, quella realtà così asfissiante e terrificante che li circonda è il loro futuro, un futuro indefinito in cui la Terra è ormai solo un ricordo che cade a pezzi e l’umanità è ridotta in schiavitù da una razza più potente ma forse anche dai propri errori e dalle proprie scelte, che affrontano ora le conseguenze più estreme. Il mondo che gli agenti dello S.H.I.E.L.D. vivono ora non è frutto di uno scienziato che non ha saputo porre un freno alla sua conoscenza, è un mondo che loro stessi hanno in qualche modo creato, un mondo in cui lo S.H.I.E.L.D. ha fallito, occupando ora un posto in prima fila allo spettacolo tragico del loro futuro.

La realtà che si spiegava lentamente davanti ai miei occhi mi appariva quindi quasi come un episodio di “Doctor Who” scritto da Charlie Brooker e ispirato da George Orwell. La società che i Kree hanno creato sottomettendo la restante umanità è allo stato brado, lasciata in cattività, ridotta a una schiavitù che annulla tutto ciò che differenzia gli uomini dalle bestie: i sentimenti, le emozioni, le passioni, le libertà, incatenandoli esclusivamente alla componente del lavoro e del guadagno, esattamente come la realtà descritta nel romanzo distopico per eccellenza, ma ciò che inquieta maggiormente e che colora questo contesto con sfumature “à la manière de” Black Mirror è rendersi conto di quanto ben più prossimo di una distopia appare questo scenario. I Kree, una razza terribilmente affascinante nella loro cultura e nell’avanzata intelligenza, hanno infatti studiato a fondo l’umanità, hanno analizzato i loro punti di forza e le loro debolezze, hanno anche creduto di poter mutare la razza umana per dar vita a creature da sottomettere e attraverso cui tramandare e far sopravvivere la propria specie, ma legati alla purezza della propria genetica, hanno disprezzato i meticci che loro stessi hanno creato, evolvendosi e raggiungendo così la conclusione di non avere neanche bisogno di combattere gli uomini perché lo fanno già perfettamente da soli, tra di loro. La legge della giungla che i Kree hanno riportato in voga nel loro “brave new world” non è altro che l’estremizzazione della maggiore debolezza degli uomini, della loro indole violenta, della facile presa che ha sulle loro menti l’idea di dover uccidere per sopravvivere, di dover “consegnare una vita” per guadagnare la propria.


Il modo in cui la squadra affronta questo nuovo capovolgimento di fronte pochi istanti dopo aver finalmente archiviato l’incubo cibernetico del Framework ha rappresentato uno degli aspetti che più ho apprezzato dell’episodio perché ora più che mai tutti loro condividono il bisogno di restare insieme e di non perdersi ancora una volta come inevitabilmente accadrà e in parte purtroppo è già accaduto. Separati infatti da Fitz che per ragioni misteriose non è stato coinvolto in questa missione nel futuro, Coulson, Mack, Elena, Daisy, Jemma e May si risvegliano diversamente dislocati sulla colonia/base operativa dei Kree, trovando però presto il modo di ritrovarsi e di provare a interpretare l’assurda realtà in cui sono immersi e in cui sembrano anche essere attesi come unici salvatori. Ciò che appare quasi evidente in questa prima fase di apprendimento e studio del futuro distopico che li aspetta è il ruolo che ognuno di loro in qualche modo incarna, un ruolo che serve a definire il loro posto nella storia ma anche l’impronta che ogni personaggio lascia nell’episodio.

 

Coulson, Mack ed Elena si ritrovano a dover portare avanti l’aspetto più leggero e sarcastico dell’episodio, quell’immancabile vena comedy che Coulson per primo ha sempre apportato alla serie anche nei suoi momenti di maggior tensione, una sfumatura più luminosa indispensabile per smorzare l’evidente peso di un’atmosfera apocalittica che grava su tutti loro;

May rappresenta ancora l’emblema del lato più fisico della storia, dell’ultimo baluardo di difesa della squadra, l’asso nella manica che sopraggiunge quando non si hanno più carte da giocare. Melinda May è ancora la Cavalleria, nel significato più intimo e autentico di quel soprannome, lei è l’esempio del combattimento estremo che vince nei confronti che appaiono impossibili ed è sempre lei l’ultima a lasciare la battaglia, non prima di essersi assicurata che la sua squadra sia al sicuro;

Jemma Simmons è costantemente la variabile che non ti aspetti di ogni scenario, è il perfetto punto d’incontro tra scienza e sensibilità emotiva riuscendo a incarnare i lati migliori di entrambi i mondi antitetici. Il suo coinvolgimento attivo in quella che appare come la “nobiltà” Kree è dovuto non solo al suo istinto primario di aiutare chi è in difficoltà proprio davanti ai suoi occhi ma deriva proprio dal suo essere una donna che abbatte facilmente le barriere della diversità, mostrandosi perfettamente umana ma al tempo stesso superando sia di mente che di animo la soglia dell’ordinarietà. Separata ancora una volta da Fitz, Jemma riesce a chiudere le sue emozioni così travolgenti in compartimenti stagni, organizzandole con una tale precisione da non risultare mai inadatta. È proprio grazie a questa sua personalità così particolare che Jemma ci presenta un aspetto innegabilmente interessante per quanto terrificante dei Kree, vale a dire la loro ricerca di un estetismo estremo, la ricerca di una purezza assoluta e di una bellezza senza imperfezioni ed è esattamente ciò che Jemma rappresenta per loro al momento;

 

Infine c’è Daisy, Daisy che si rivela ogni volta la causa e la soluzione, ciò da cui tutto ha inizio e a cui tutto ritorna, costantemente. Anche nel modo in cui entra in scena per la prima volta in questo episodio, nella sua capacità di non perdere la speranza e di lanciarsi immediatamente alla ricerca di una via di fuga per tornare a casa, si riconosce ancora quello stesso personaggio che crede nell’1% della soluzione che ogni membro della squadra porta con sé per raggiungere l’obiettivo, si riconosce il collante che ancora tiene insieme quel gruppo che somiglia tanto a una famiglia. Daisy Johnson mi appare ora incredibilmente stabile e sicura nella sua identità ma la rivelazione di Deke [aka Noel Kahn dello spazio] sulle sue possibili responsabilità nella distruzione della Terra rischia inevitabilmente di minare in parte il suo equilibrio.

Per concludere, vi lascio la TOP 3 dei momenti migliori dell’episodio:

  • La rivelazione, tramite crescente consapevolezza, di essere intrappolati in un futuro apocalittico in cui la Terra è stata distrutta, con il ritrovamento di un messaggio di Fitz che probabilmente nel presente sta lavorando per riportarli tutti indietro ma che adesso in realtà sembra distante anni-luce;
  • Tess & Coulson parlano del “passato” e delle nozioni confuse che sono sopravvissute alla tabula rasa compiuta dai Kree, tra terremoti e … sharknado!
  • Jemma diventa “ancella” del leader Kree, simbolo della sua ricerca di perfezione

“Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.” è ufficialmente tornato e adesso tutti loro dovranno combattere il futuro per assicurarsi un passato a cui ritornare. E personalmente mi aspetto ancora di veder fluttuare un TARDIS nelle vicinanze.

E in attesa del prossimo episodio, non dimenticate di passare da queste splendide pagine Facebook:

Clark Gregg Son of Coul 

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

8 COMMENTS

  1. Ciao mia fellow, giusto due righe per farti i complimenti per la recensione, su cui, ça va sans dire, non ho nulla da aggiungere e per un salutino. Spero che questo con “Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.” diventi un appuntamento settimanale, da un lato perchè mi piace sempre leggerti e dall’altro, soprattutto, per rimanere un po’ “in contatto” con te.
    Alla prossima.
    Ps: mi mancano le tue recensioni di “Supergirl”

    • SAAAAAAAM!!!!! Quanto adoro ritrovarti!! Sì, quest’anno recensisco proprio Agents of S.H.I.E.L.D e ne sono felicissima!!! Ma sorprendentemente, manca anche a me Supergirl, questa terza stagione mi sta piacendo tantissimo! Alla prossima, darling!!

  2. Quanto è sottovalutato AoS? QUANTO?
    Io ancora non mi capacito del poco appeal che ha perché è davvero grandioso, e una puntata come questa lo dimostra pienamente.
    Se si mantiene su questo livello mi aspetto di tutto, mi è piaciuto come i personaggi catapultati da un mondo parallelo ad un’altro (o almeno così credevano all’inizio) abbiano reagito e si siano posti le stesse domande che mi facevo durante la puntata!
    Alla prossima e complimenti per la recensione!

    • Sarà che solitamente le mie opinioni sono spesso unpopular ma per me è davvero inconcepibile che una serie come AoS sia così apertamente IGNORATA! La ABC è incommentabile, basta vedere in che giorno l’hanno spostato nella programmazione! Ma anche nel mondo Marvel mi sembrano davvero snobbati, già la Marvel Television è l’ultima ruota del carro, poi manca del tutto la pubblicità, sono praticamente dimenticati e sperduti nell’universo! Questa première dimostra davvero QUANTO questa serie sia di qualità, mai banale, mai superficiale! GRAZIE MILLE per essere passata e per aver letto la recensione! Alla prossima!

  3. Concordo su tutto! Personalmente anch’io ero scettica quando ho letto le anticipazioni di questa stagione, ma wow, questa première è stata una bomba.
    Poi vabbè, io li adoro tutti i personaggi e Tess già mi piace (su Deke ancora non so come pensarla). Questi due episodi mi hanno fatto venir voglia di rivedere tutta la serie e di portare a tutti nel mondo la conoscenza di questa serie che, come è già stato detto, è decisamente sottovalutata.
    Ancora complimenti per la recensione, al prossimo appuntamento.

    • GRAZIE MILLE per aver letto la recensione!!! Sì, in partenza mi sembrava un azzardo inserire la componente spazio, con astronavi e alieni dalle forme strane, non sapevo cosa aspettarmi, ma poi mi sono resa conto che si sono giocati questa carta in maniera magistrale! Tess piace tanto anche a me per ora, è temprata e disillusa ma mi sembra ancora pura. Su Deke invece ho un giudizio sospeso, voglio conoscerlo di più. Ciò che adoro di questa serie è notare l’evoluzione, quanto TUTTI i personaggi siano cambiati tantissimo pur rimanendo però fondamentalmente gli stessi di sempre, bellissimo! Grazie ancora e alla prossima!

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