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Lucifer | Recensione 1×08 – Et Tu, Doctor?

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Lucifer | Recensione 1×08 – Et Tu, Doctor?

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È una sera come tante altre al Lux, tranne per il fatto che si sta festeggiando il compleanno del suo proprietario o meglio… la sua rinascita dopo che anche gli ultimi fili di fumo del falò che si è portato via le sue ali, si sono dispersi per sempre nell’atmosfera. Ora Lucifer è libero e proprio grazie a questa nuova libertà può assaporare una serata di normalità e sperimentare una nuova ondata di sentimenti e sensazioni umane, courtesy di Chloe che si presenta alla sua festa accompagnata dal Detective Douche ricordando improvvisamente al nostro amico Lucy dell’esistenza di Linda-la-psicologa, dalla quale si fionda la mattina dopo con un peso sul petto che non riesce a togliersi né spiegarsi.

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Ed è così che inizia l’avventura di Lucifer alla scoperta della gelosia e, come vedremo più avanti, non solo di quella. Lui che ha bruciato le sue ali per non dover più tornare a occupare il proprio posto all’inferno, lui che ha rigettato la propria famiglia a favore degli umani, lui che per colpa di Chloe si sta a tutti gli effetti umanizzando, proprio lui trova che finally getting in touch with your emotions – come gli dice Linda – sia bloody inconvenient, e riesce a rigirare la frittata come solo lui sa fare e alla menzione di un eventuale sentimento di gelosia decide che non è lui ad essere il problema – lui o le sue emozioni – ma che quella che ha bisogno di essere “aggiustata” sia Chloe.

Siamo tornati alla struttura più canonica degli episodi di Lucifer, quelli che si aprono con Linda che tenta di fargli capire qualcosa, lui che rifiuta la spiegazione e che giunge piano piano a delle consapevolezze grazie al caso della settimana, che a questo giro si occupa in maniera quanto mai provvidenziale di un cheater therapist – ovvero dell’omicidio di uno psicologo che faceva terapia di coppia consigliando per l’appunto alle coppie in questione il tradimento come cura. Ed ecco che il caso dà lo spunto ideale per mettere Lucifer e tutte le donne della sua vita attuale a lavorare spalla a spalla. È stata un’idea meravigliosa, quella di far confrontare Chloe e Linda, di metterle a lavorare insieme e farci vedere quanto Lucifer sia disposto ad andare oltre alle regole pur di dimostrare che il problema dell’equazione non è lui, non è la gelosia che sostiene di non provare, non sono i suoi sentimenti per Chloe, ma è Chloe stessa.

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Ed è divertente, perché Chloe effettivamente è il problema, il suo problema, perché non solo è l’unica persona completamente immune al suo controllo, non solo è colei che lo sta umanizzando ogni giorno di più, ma è anche la persona che gli ha messo completamente a soqquadro le emozioni perché lui prova emozioni e sentimenti, uno più forte dell’altro, per Chloe. Quindi è vero che Chloe è il problema, semplicemente non lo è nell’accezione in cui Lucifer crede. Linda-la-psicologa invece, lei sì che ne sa più di tutti e capisce immediatamente che Lucifer è innamorato di Chloe. Le basta vederli interagire per due secondi per comprenderlo, per capire che nonostante l’apparenza, le battutine sagaci, il british accent che con la sua sexytudine cerca sempre di mascherare la realtà più vera della psiche di Lucifer, nonostante tutto questo… il cuore di Lucifer ormai appartiene a Chloe, ed è la classica situazione del “lo sanno tutti tranne i diretti interessati”.

E non si tratta esattamente di una cosa unilaterale, perché inizialmente Chloe è completamente contraria al coinvolgimento di Linda nel caso e anche se a sua volta cerca di mascherare questa sua opposizione accampando motivazioni etiche – soprattutto quando scopre che Lucifer è a tutti gli effetti un paziente di Linda – la verità è che è gelosa della possibilità che Lucifer e Linda siano sessualmente coinvolti. È così palese, e glielo leggiamo in faccia soprattutto quando scopre con certezza che la possibilità è una realtà. E glielo legge in faccia perfino Linda, che la conosce di persona da sì e no ventiquattr’ore e che dopo aver messo insieme tutti i pezzi del puzzle composto dai Chlucifer, decide di non voler stare in mezzo e fa un passo indietro, convocando Lucifer nel proprio ufficio e rendendogli noto che d’ora in poi il loro rapporto potrà essere solo e soltanto professionale, niente più pagamenti in natura o cose simili. E Lucifer accetta di buon grado la situazione, senza porsi domande che potrebbero risultare bloody inconvenient e soprattutto senza porle a lei che però, per una volta, non sembra intenzionata a mettere in tavola tutte le carte e portarlo a realizzare quali siano i suoi veri sentimenti, perché in fondo si tratta di una conclusione alla quale stavolta deve arrivare da solo.

Chloe invece sembra presa fra due fuochi. Abbiamo già sottolineato settimana scorsa come finalmente si fosse concessa di considerare apertamente Lucifer un amico, e infatti l’episodio si è aperto con lei che nonostante altri impegni pressanti, riesce comunque a ritagliarsi due minuti per andare a fargli gli auguri, brindare alla sua salute e abbracciarlo. Poi però va alla festa per il ritorno di Malcolm insieme al Detective Douche e successivamente, quando le viene un’illuminazione improvvisa sul caso di Palmetto, è di nuovo Lucifer quello a cui si rivolge per prima e le viene così naturale da farci pensare che ormai i Chlucifer siano a tanto così dal diventare realtà, salvo poi vederla consolare Detective Douche meno di due minuti di screen time più tardi in una scena nella quale the hell che Lucifer non è geloso e Douche non gongola.

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Ed eccola infine lì, a farsi raggirare da Detective Douche e lasciarlo quasi finire nelle proprie mutande. Ma è questo quasi che mi consola e mi fa ben sperare, perché sarebbe stato così facile per lei lasciarsi andare, lasciarsi intortare da un paio di belle parole e due giorni di premure da parte di colui che è pur sempre il padre di sua figlia, e invece non cede. Kudos a Chloe!

E proprio mentre Chloe e Detective Douche si baciavano ho avuto l’illuminazione divina (o infernale, se più vi piace), e ho pensato: “E se in realtà fosse stato lo stupido Douche a sparare a Malcom? Se fosse lui il poliziotto corrotto del caso di Palmetto?” e SANTISSIMO CIELO SI!!! Era così ovvio, così dannatamente ovvio, che avrei voluto prendere a testate lo schermo per non esserci arrivata prima, perché fin dall’inizio lui ha fatto di tutto per tenere Chloe lontana dal caso, poi ha accettato di aiutarla solo e soltanto nel momento in cui stavano per staccare la spina a Malcom, ovvero quando l’unica persona in grado di identificarlo e smascherarlo stava per essere dichiarata definitivamente morta. E la maniera in cui si è scaldato quando ha scoperto che Malcom aveva fatto visita a Chloe, e lo strano avvertimento che Malcom stesso aveva fatto a Chloe dicendole di tirarsene fuori perché c’era a piede libero qualcuno che non si era fatto scrupoli a sparare a un poliziotto e non se ne sarebbe fatti nemmeno in futuro, come se la minaccia fosse vicinissima a lei. Era così ovvio, eppure hanno lasciato il caso di Palmetto a fare da sfondo molto sfocato per così tanti episodi che… vorrei stringere la mano agli autori, perché questo è in assoluto il risvolto più prevedibile di tutti, quasi una sorta di copione cliché, eppure sono riusciti a renderlo tutto tranne che ovvio, presi com’eravamo dai problemi di Lucifer e dalla chimica fra i Chlucifer che è a tanto così dallo scoppiare.

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Per il resto, il caso della settimana ci ha mostrato una volta di più come Lucifer sia assolutamente un maestro nell’arte di rendere tutto about him, dalla maniera in cui circuisce il giudice per assegnare Linda al caso, alla maniera in cui si intrufola a una seduta di terapia di gruppo costringendo tutti a farsi carico dei suoi problemi di non gelosia dopo che sente di aver perso sia Linda che Chloe nel momento in cui le due hanno iniziato a fare comunella, passando per il suo salvataggio al tizio che si voleva buttare dal cornicione, più interessato a comprendere cosa fosse la gelosia che non a salvare il povero malcapitato – che comunque, sempre a modo suo, ovviamente salva.

E per ultimo, finalmente Lucifer scopre dell’insolita alleanza fra Amenadiel e Maze e si sente tradito, perché Maze ha agito alle sue spalle per il proprio tornaconto, perché proprio come dicevo qualche recensione fa, lei ha promesso di proteggerlo da tutte le minacce comprese quelle che lui non riesce a vedere, e dal punto di vista di Maze l’attuale stile di vita di Lucifer è una minaccia alla loro natura infernale e quindi ha agito di conseguenza. Ho apprezzato la reazione di Lucifer, un freddo e impersonale You and me are done che non ammette repliche, glaciale perfino. E di nuovo, è uno scenario che apre le porte a mille altri scenari e non vedo l’ora di poterli vedere. Così come non vedo l’ora che Lucifer scopra la verità sul caso di Palmetto, che affronti di nuovo Amenadiel e lanci un’altra sfida aperta a daddy dearest, come se quella delle ali non fosse stata già abbastanza grossa.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, “A Priest Walks In A Bar”, e incrociando le dita per il rinnovo di questo show, vi do appuntamento a settimana prossima!

-Elsa

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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