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L’importanza di “Star Wars The Clone Wars”

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L’importanza di “Star Wars The Clone Wars”

Cominciata al cinema nel 1977 e continuata poi all’inizio degli anni 2000 con la Trilogia Prequel, la saga di “Star Wars” ha trovato presto altri veicoli di narrazione: il tutto ebbe inizio con i fumetti, romanzi e videogiochi dell’Expanded Universe, la cui pubblicazione partì non molto tempo dopo “Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi” sino alla vendita della Lucasfilm alla Disney (ed è continuata poi con il nuovo Canon), e nel 2008 si giunse a una combinazione tra cinema e piccolo schermo. “Star Wars” non è nuova, quindi, alle serie tv: prima di “The Mandalorian” (che arriverà dal prossimo 12 novembre) c’è stata “Star Wars The Clone Wars”, parte fondamentale del canon.

“Star Wars The Clone Wars” narra degli anni che intercorrono tra “Episodio II – L’Attacco dei Cloni” ed “Episodio III – La Vendetta dei Sith” e si compone di un film, uscito al cinema nel 2008, e da una serie tv composta da sei stagioni (quattro di ventidue episodi, la quinta con venti puntate e una sesta di tredici). La serie venne purtroppo cancellata, ma due anni fa dal Comic Con di San Diego è arrivata la lieta novella: la Lucasfilm ha deciso di dare un finale alla serie e la settima e ultima stagione arriverà nel febbraio 2020.

Realizzata in CGI per motivi di budget, visto che era molto meno dispendioso un progetto del genere rispetto a una serie live action, e per il fatto che all’epoca Hollywood non era ancora sbarcata in televisione, la serie è un tassello fondamentale della saga e vanta la partecipazione di nomi piuttosto rinomati, come per esempio David Tennant, che dà voce, in un bellissimo ciclo di episodi, a un importante personaggio nella quinta stagione, nonché Liam Neeson, che torna a interpretare nuovamente il suo Qui Gon Jinn negli episodi in cui il Maestro Jedi decide di palesarsi.

Al centro della storia troviamo, ovviamente, il Prescelto, Anakin Skywalker, affiancato come sempre da Obi Wan Kenobi, Maestro e padre/fratello maggiore, e dalla sua nuova Padawan, Ahsoka Tano, una ragazzina sveglia, intraprendente, simpatica e molto simile ad Anakin stesso. Proprio Obi Wan ha ritenuto opportuno affidare un allievo Padawan ad Anakin e Ahsoka diventa un personaggio fondamentale per la saga in generale e per il percorso di Anakin e questo permette di approfondire numerosi aspetti e dà maggior spessore anche alla “ribellione” e alla sfiducia di Anakin nei confronti del Consiglio dei Jedi.

La bellezza e l’importanza di “Star Wars The Clone Wars” stanno proprio nell’ulteriore e incredibile approfondimento che, iniziato con i film della Trilogia Prequel, viene dato alla storia, sotto ogni aspetto: i singoli personaggi e i rapporti tra gli stessi, nonché i cloni (anche loro protagonisti) e la situazione politica della Galassia.
Un approfondimento che riguarda anche Palpatine (di cui si vede appieno la capacità manipolativa e per il quale vengono posti i primi semi di quello che si vedrà nella parte finale di “La Vendetta dei Sith”), nonché la fazione dei Separatisti, nella quale non vi sono solo le losche figure del Clan Bancario e della Federazione dei Mercanti, ma anche Senatori e Governanti che combattono davvero perché ritengono la Repubblica corrotta e vogliono una maggiore democrazia e pensano che la Confederazione Separatista sia la via giusta (e sono anche disposti a una strada più diplomatica), ingannati, ovviamente dal Conte Dooku. Questo è uno degli aspetti che enfatizzano la tristezza che permea tutta la serie: si vedono gesta estremamente eroiche, grandi ideali, grandi sacrifici, ma a ben pensarci tutti loro non sanno di essere soltanto marionette nella mani di Palpatine, che sta giocando a scacchi contro se stesso.

Si diceva che il focus è ovviamente posto su Anakin (sebbene vi siano episodi in cui lui e Obi Wan non appaiono o sono secondari) e sui rapporti che ha con le persone che lo circondano. E quello che ne emerge è quanto Anakin sia buono: dopo un’iniziale rifiuto di avere una Padawan, Ahsoka diventa per lui una sorellina minore, da custodire, proteggere, di cui prendersi cura e da aiutare e sostenere nel suo percorso di formazione e crescita e tra i due si crea una sintonia perfetta e un “amore familiare” indissolubile; con Obi Wan il rapporto è palesemente fraterno, la lealtà tra i due è totale. Il matrimonio con Padmé funziona (nonostante un momento di crisi verso la fine della serie, che serve ovviamente anche a introdurre l’Anakin de “La Vendetta dei Sith”): i due hanno un rapporto giocoso, sono complici, sono profondamente innamorati, si rispettano e si fidano l’uno dell’altro, Anakin è tenero, premuroso e ha stima dell’intelligenza e delle capacità di Padmé.
Obi Wan emerge come una persona più complicata di quanto si potesse immaginare, a volte più simile ad Anakin (per così dire) di quanto ci si aspettasse, ma risulta altresì saggio e spiritoso.
Padmé è determinata, forte quanto dolce e amorevole, coraggiosa e davvero molto capace, una stella nel panorama politico, il che rende ancora più evidente perché Palpatine la volesse morta.

Anakin è davvero come Ahsoka poi lo descrive (in “Star Wars Rebels”): gentile, generoso, sempre pronto ad aiutare tutti, empatico, mai disposto ad arrendersi, soprattutto quando si tratta di salvare innocenti o chi ama. Ed è davvero convinto di star agendo per una giusta causa; viene anche mostrato come lui sia il Jedi più potente mai esistito, sebbene non abbia l’esperienza di altri più grandi di lui.
Parallelamente, l’Ordine dei Jedi mostra dei “lati oscuri”, per così dire, ed emerge in modo ancora più chiaro che quello che era un codice morale è diventato un dogma ferreo e cieco… e che in questo c’è qualcosa di profondamente sbagliato (e, pertanto, quanto grandi siano gli errori commessi): come ad esempio non pensare nemmeno di provare a salvare due ragazzine rimaste intrappolate sotto un crollo per aver fatto il proprio dovere, perché “Bisogna imparare a lasciar andare”, o condannare senza appello e non concedere il beneficio del dubbio a chi si è mostrato sempre leale all’Ordine stesso, per poi pensare di poter risolvere con un “Oh, scusa, ci siamo sbagliati, beh, amici come prima”, causando la totale perdita di fiducia da parte di questa persona… e di conseguenza di Anakin, l’unico battutosi per essa e che poi, proprio a causa del terribile atteggiamento dell’Ordine, la perde (il primo, vero pezzo dell’Anakin de “La Vendetta dei Sith”).

La serie afferma e dimostra una volta per tutte che Anakin Skywalker E’ Il Prescelto della Forza nel cosiddetto “ciclo di Mortis”, tre episodi che raccontano un’unica storia e che mostrano l’effettiva estensione dei poteri di Anakin, in particolare in una scena che lascia veramente a bocca aperta per la sua costruzione e che dunque non ha nulla da invidiare ai film.

La serie è altresì pervasa da bellissimi temi morali, affrontati con serietà, in modo profondo e drammatico, come gli episodi sulla schiavitù, numeri 11, 12 e 13 della quarta stagione (“Kidnapped”, “Slaves of the Republic” ed “Escape from Kadavo”).

Infine, “Star Wars The Clone Wars” mostra elementi fondamentali della mitologia e della storia della saga: i giovani allievi Padawan che vengono portati sui luoghi sacri dove crescono i cristalli Kyber per trovare quello destinato e loro e poter costruire, così, la propria spada laser; i collegamenti con i film, parti vitali per la storia, senza la conoscenza dei quali cose che accadono nei film risultano incomprensibili. E’ in “The Clone Wars”, infatti, che si scopre che Darth Maul è sopravvissuto al duello con Obi Wan su Naboo avvenuto in “Episodio I – La Minaccia Fantasma” e che si allea con i Sindacati Criminali ed è proprio grazie a questo che è stato possibile inserirlo in “Solo: A Star Wars Story” come capo dell’Alba Cremisi (per l’appunto uno dei quattro Sindacati Criminali); è in questa serie che viene introdotto Saw Guerrera (che si è rivisto al cinema in “Rogue One: A Star Wars Story” come amico di Galen e Lyra Erso, l’uomo a cui i due hanno lasciato la figlia Jyn Erso, di cui poi diventa il mentore e che si rivela fondamentale per la distruzione della prima Morte Nera). E’ in “The Clone Wars” che ci viene mostrato che i Jedi (e non solo) possono sopravvivere nello spazio senza tute di protezione: all’inizio della serie, il Maestro Plo Koon esce da un guscio di salvataggio per combattere e dopo poco fa uscire anche due cloni; Anakin e Ahsoka escono dall’incrociatore stellare della Repubblica solo con un casco per respirare, anche loro senza una tuta che li ripari dal freddo dello spazio, cosa che poi faranno anche altri personaggi nel corso della serie… e questo rende evidente che il “volo” di Leia in “The Last Jedi” non ha niente di anomalo per questa storia, essendo un dettaglio che Rian Johnson ha ripreso da George Lucas stesso (questo non vuol dire che debba piacere per forza, ma sapere che è un dettaglio canonico per la storia da circa dieci anni mette il tutto in un’altra prospettiva).

In ultimo, i richiami, i parallelismi con quello che si è visto al cinema si sprecano: con “The Clone Wars” scopriamo che la frase “This is where the fun begins” (“Ed è adesso che la festa inizia”), che Anakin pronuncia all’inizio de La Vendetta dei Sith”, è in realtà di Ahsoka; scopriamo che il saluto e il piano di Luke per salvare Han ne “Il Ritorno dello Jedi” (con, altresì, le spade laser custodite da R2-D2) non sono altro che ciò che fece suo padre per salvare Obi Wan dagli schiavisti. E questi sono solo due esempi. Il tutto per seguire il principio di Lucas secondo cui “Star Wars” è come una poesia, tutto deve rispecchiarsi e rimare, ma che inevitabilmente colpisce al cuore perché all’interno della storia sono elementi che parlano di amore e legami familiari, in senso stretto e in senso lato.

Star Wars The Clone Wars

Star Wars Revenge Of The Sith

Star Wars Anakin and Luke

A proposito della serie, George Lucas ha dichiarato: This is Star Wars, and I don’t make a distinction between the series and the films.” (“Questo è Star Wars, e io non faccio distinzione tra la serie e i film.”)

E lo stesso vale, ovviamente, per le serie venute dopo: “Star Wars Rebels” (conclusasi con la quarta stagione) e, adesso, “Star Wars Resistance”.
La Galassia di “Star Wars” è davvero molto ampia e le serie animate, per profondità dei temi, approfondimenti e collegamenti forniti, non hanno niente di meno rispetto a un telefilm live action.

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Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

2 COMMENTS

  1. Un altro aspetto che mi è piaciuto di questa serie è come abbiano dato finalmente un po’ di spessore ai cloni. Mentre nei film hanno ruoli minori ed essenzialmente di comparse pur avendo sempre un ruolo fondamentale, qui li vediamo avere delle personalità ben delineate, ci vengono mostrati i loro rapporti tra di loro e con i loro comandanti Jedi. In alcuni episodi sono loro i veri protagonisti: non posso non citare Rex e Cody (già visto in La Vendetta dei Sith). E questo rende ancora più triste il fatto che ognuno di loro porrà fine alla vita dei propri comandanti e amici non per malvagità, ma solo perché mentalmente condizionati dal famigerato Ordine 66.

    • Non potrei essere più d’accordo! Per quello ho parlato di “gesta eroiche”: le prime non sono quelle dei Jedi, ma dei Cloni.

      Sì, The Clone Wars è tristissimo: ci sono dei momenti in cui inevitabilmente ci si esalta pensando “Sono arrivati i nostri!” E poi ci si ricorda che è tutto inutile e sono tutti marionette in mano a Palpatine… che tutti i sacrifici sono vani e che a tutti loro accadranno cose terribili.

      Anche per questo, però, Palpatine ne esce come uno dei migliori villain mai creati e scritti.

      Grazie per aver letto e commentato!

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