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Legends of Tomorrow | Recensione 1×12 – Last Refuge

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Legends of Tomorrow | Recensione 1×12 – Last Refuge

Welcome, legends!

Non avendo avuto la possibilità di recensire lo scorso “interessantissimo” episodio – ero in viaggio, perdonatemi! – direi che è d’obbligo fare un piccolo riassunto degli eventi passati:

  • scazzottate al saloon stile Bud Spencer e Terence Hill;
  • situazione innovativa in cui il forestiero di turno (Ray) diventa sceriffo senza un reale e fondato motivo;
  • Kendra incontra la sé più vecchia/giovane/whatever che le affonda la nave della sua relazione con due paroline in croce;
  • altre scazzottate;
  • Jonah Hex aka interesse amoroso di Rip Hunter camuffato malissimo.

La trama è andata avanti? No. I nostri eroi hanno incasinato la linea temporale? Probabilmente sì, ma a quanto pare non frega niente a nessuno.
Prima di partire in quarta con la recensione di questo episodio – che, per carità, mi è anche piaciuto! – mi preme affrontare la questione bollente, l’elefante nella stanza di questa serie televisiva:
ma, esattamente, questa serie… che senso ha?
Io adoro il trash, ormai dovreste averlo largamente capito, ma Legends of Tomorrow supera ogni limite. Se pensiamo, anche solo per un momento, alla sua realizzazione ci rendiamo facilmente conto che Greg Berlanti & Co. avranno avuto una conversazione di questo tipo:

Greg: il nostro piano per la conquista di The CW procede a gonfie vele!
Tizio #1: beh sì, ma Greg, forse è arrivato il momento di occuparci delle serie che abbiamo in ballo. Arrow se n’è andato a puttane con l’Olicity, Barry Allen ha il complesso di Dean Winchester, dobbiamo fare qualcosa!
Greg: no.
Tizio #1: no?
Greg: no. Lasciamo che le altre serie naufraghino. Introduciamone una terza.
Tizio #2: no dai, Greg… un altro spin-off no, ti prego.
Greg: oh sì! È un’idea geniale! Prendiamo un po’ di personaggi di Arrow, un po’ di personaggi di The Flash e li mettiamo insieme! Così, random!
Tizio #1: certo, e se poi venisse fuori una cagata? Come la giustifichiamo?
Greg: uhm, dobbiamo trovare il modo di fare una serie tv su questi personaggi senza che le loro vicende influiscano nelle storie delle altre due serie… ci sono!
Tizio #2: ti prego, fa che non dica “viaggi nel tempo”, fa che non dica “viaggi nel tempo”…
Greg: li facciamo viaggiare nel tempo!
Tizio #1: appunto.
Tizio #2: scusami tanto, Greg, ma se a malapena riusciamo a gestire i viaggi temporali di Barry Allen. Non fa per noi, non siamo in grado… non siamo in Doctor Who!
Greg: sciocchezze! Giustificheremo eventuali scivoloni con paroloni ricercati come “cementificazione del tempo”, “residui temporali”, “sottrazione dalla linea temporale”.
Tizio #1: okay, ma se i fan dovessero accorgersi che li stiamo largamente prendendo per i fondelli?
Greg: in questo caso… smetteremo di spiegare qualsiasi cosa.

Avete colto il punto, vero?
Rip Hunter & Team viaggiano nel tempo, modificano qualsiasi cosa, distruggono robe, rivelano l’esistenza di tecnologie avanzate a chi ancora non conosce nemmeno la lampadina, e tutto continua a procedere nello stesso identico modo. Ma allora perché viaggiano? Il vero paradosso è l’esistenza stessa di questa serie, con tutto il rispetto e l’amore per i suoi personaggi.
Nell’episodio di questa settimana, la Pellegrina – una spietata assassina super gnocca inviata dai Time Masters – cerca di eliminare le versioni giovani dei nostri eroi, che decidono mano a mano di prelevare dalle proprie linee temporali. Se una cosa simile l’avesse fatta Barry Allen, l’universo sarebbe imploso.
Kendra & Ray. Partiamo come sempre da loro, le cui vicende mi fregano così poco che durante le loro scene potrei aver passato tra i cinque e i sei livelli di Candy Crush. Kendra è turbata dalle rivelazioni della sé del vecchio West perché, a quanto pare, la ragazza non può sperare di avere un futuro roseo con un uomo che non sia Carter.
Questo perché con Carter è sempre andata così bene, non c’è che dire!
Mi urta che Kendra si sia fatta infinocchiare così da quella donna, una donna che vive nel vecchio West, uno dei posti e delle epoche più inospitali di sempre! Lì rischi la vita anche uscendo a fare due passi! Durante tutto il suo discorsetto, non ho potuto fare a meno di pensare a Seth MacFarlane e al fatto che sorella, forse non lo sai, ma muoiono in tanti alla fiera!
Come se non bastasse, Ray rischia di morire e scampato il pericolo fa la fatidica proposta alla ragazza – Ray, caro, io e te dobbiamo fare un discorsetto sul tempismo! – che dice di amarlo, gli dice di sì, per poi spettegolare con Sara della “terribile” decisione appena presa.
È stato come vedere la trasposizione televisiva di “Cara ti amo” di Elio e le storie tese.
Sono contenta che Ray abbia tirato fuori gli attributi e abbia cercato di giocare a unisci i puntini con i neuroni di Kendra. Ne aveva bisogno.
Ora, è ovvio che questi due sono endgame e che con la morte di Savage si toglieranno dalle scatole. Io, personalmente, non aspetto altro.

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Rip Hunter. Miracolo dei miracoli, Rip in questo episodio mi è piaciuto davvero molto. Certo, è ancora ben lontano dall’essere il capitano di cui il team ha bisogno, ma ha intrapreso la giusta strada: non solo era disposto a sacrificarsi per il team, ma addirittura aveva un piano di riserva in cui confidava sulle capacità da teppistello del piccolo sé. Genio indiscusso.

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Jax Jefferson. Sapete, a volte dimentico che questo ragazzino ha appena vent’anni ma in questo episodio la sua fragilità mi ha sinceramente colpita. Jax è comunque un ragazzo che non ha chiesto di essere un eroe, ma lo è diventato; è un ragazzo che è cresciuto senza un padre, fattore che ha influito molto sulle sue scelte e sulla sua vita. Sebbene abbia apprezzato l’iniziale tentativo di trattenersi dal rivelare al padre la verità, ho ancora più apprezzato il fatto che gli abbia detto come stavano realmente le cose. Penso che chiunque, se avesse l’occasione di salvare uno dei propri genitori, non ci penserebbe due volte. Ma come sappiamo, il tempo è restio a cambiare. Certo. Molto comodo.

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Mick Rory. Il Mick post-Chronos è il personaggio che speravo di vedere sin dall’inizio: un uomo consapevole delle proprie azioni, un uomo a cui importa. Finalmente riusciamo a cogliere delle sfumature, l’umanità di questo personaggio, e tutto si fa palese nella sua conversazione con il giovane Mick: il Mick adulto lo accusa di essere una persona orribile e su quella consapevolezza ha costruito tutta la sua vita. Mick crede di non meritare l’accettazione o l’affetto di qualcun altro, sente di meritarsi l’odio che gli gravita attorno da sempre.

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Ma nel momento in cui perdona il ragazzo, perdona al tempo stesso anche se stesso. Anche se sa di non poter cambiare il passato, invita il giovane sé ad essere migliore di lui, a costruirsi un futuro diverso che lui non ha avuto né la possibilità né la forza di scegliere.

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Come sempre, apprezzo più l’aspetto psicologico dei personaggi che la trama, che continua ad essere inverosimilmente statica. Possiamo solo sperare che i prossimi episodi racchiudano l’azione – quella vera! – che ci è mancata fino ad ora.

I migliori momenti della settimana

Quello che Sara, presumibilmente, avrebbe voluto dire alla giovane Sara.

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Leonard Snart che tiene in braccio Leonard Snart.

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Mick che tiene alla sicurezza del piccolo Snart.

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Angolo delle speculazioni

Tumblr è una fonte inesauribile di idee complottiste. A quanto pare la famosa maschera di ferro di The Flash è apparsa in Legends of Tomorrow. Coincidenza?

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Prima di lasciarvi con il promo del prossimo episodio, non voglio lasciarvi con l’insegnamento di questa settimana (che, tra l’altro, è “fai un po’ il ca*** che ti pare, che alla produzione non interessa!”) ma con il miglior summary di questa serie trovato in rete fino ad ora.

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https://youtu.be/SQ0x89OhmDQ

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

1 COMMENT

  1. Ciao!
    oh cielo la maschera non l’avevo proprio notata!!

    e se fosse davvero Rip quello con la maschera di ferro? non è Di Caprio intendiamoci 😀

    diciamo pure che per livelli di trash ha battuto nettamente Arrow e siamo solo alla prima stagione!

    Mick sì è cambiato molto dopo la parentesi Chronos, come ha detto lui stesso i time masters lo hanno completamente stravolto, è diventata tutt’altra persona.

    Bella recensione, dettagliata e pungente al punto giusto 😉

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