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Legends of Tomorrow | Recensione 1×10 – Progeny

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Legends of Tomorrow | Recensione 1×10 – Progeny

Hola, legends!
Dopo la quasi totale delusione dell’episodio della scorsa settimana, Progeny non ha tanto alzato i livelli di trama ma, se non altro, ha creato parecchi spunti di riflessione: dal classico “se un uomo buono compie un azione moralmente sbagliata, l’azione può diventare giusta?”, alla sottile linea che separa un padre dal divenire un assassino, alla scazzottatona “tira fuori i tuoi sentimenti” così tipica degli show di The CW.
Prima di analizzare i personaggi e le loro azioni, vorrei fare un punto della situazione sulla trama:
lo scopo è quello di eliminare Savage, giusto? L’unica persona al mondo che può farlo è Kendra. E quindi… per quale cavolo di motivo ogni piano che Rip Hunter elabora non comporta mai – e dico MAI – questa possibilità? Questo viaggetto nel futuro, prima di sfociare in un rapimento di minore, com’è che doveva finire?
Sono un po’ perplessa a riguardo: interessante tutto l’aspetto psicologico di Rip e la storia dell’uccidere un bambino per il bene del futuro, ma eliminare Savage non avrebbe materialmente salvato capra e cavoli?
Ogni episodio è un “vediamo come possiamo incasinare la linea temporale oggi, senza raggiungere nessun risultato evidente!” e in tutta onestà inizia un po’ a stancare.
Parentesi chiusa.

Rip Hunter. Rip ha passato un episodio intero a torturarsi su una decisione delicata. È la storia più vecchia di sempre: se viaggiassi nel tempo e incontrassi Adolf Hitler da bambino, che cosa faresti?
La risposta non è così semplice e immediata come possiamo pensare.
Rip vede in Per Degaton uno dei motivi per cui non ha più una famiglia. Non voglio addentrarmi più di tanto nella questione controversa che lo ha visto protagonista, ma credo che Stein abbia colto il nocciolo della situazione chiedendo al capitano come potrebbe guardare negli occhi suo figlio sapendo di aver ucciso un altro bambino per salvarlo.
Poco importa quanto quel bambino fosse malvagio, deviato – nella mente e nello spirito – o pericoloso, alla fine dei conti si tratta pur sempre di un ragazzino che si è appena affacciato alla vita, con un mondo di possibilità davanti. E se è vero che il tempo è fluido e mutabile, Rip non poteva fare altro che sperare di tirar fuori quel briciolo di bontà, quella compassione da Per Degaton che, forse, avrebbe salvato parte del futuro.
Naturalmente le probabilità erano contro di lui sin dall’inizio, ma credo che non si sia trattato tanto di “salvare il futuro” quanto di “salvare l’anima di un uomo smarrito”, l’anima di Rip Hunter: dopotutto, la morte di Per Degaton avrebbe innescato conseguenze facilmente immaginabili. Attraverso gli occhi di Rip abbiamo imparato cosa è in grado di fare un padre in preda al dolore per la perdita di un figlio, e non trovo così improbabile pensare che Savage avrebbe potuto manipolare il padre di Degaton, sfruttando il suo dolore, per raggiungere poi il medesimo risultato.
Quindi se il nostro team è davvero destinato a diventare qualcosa di grande e di giusto, questo è stato un ottimo punto di partenza.
Come già sapete, non è che Rip Hunter mi faccia impazzire come personaggio, il 90% delle volte mi vien voglia di consigliargli caldamente di cambiare mestiere, ma in Progeny ho finalmente visto quell’umanità e quella personalità di cui è sempre un piacere scrivere. Well done, Rip.

Ray e Kendra. Questi due mi hanno regalato qualche gioia e non perché mi piacciano insieme, ma perché finalmente vedo in questa coppia una ragion d’esistere!
Come ho più volte ribadito, non riuscivo fino a una settimana fa ad accettare che Kendra avesse dimenticato Carter. E sì, lo so, Kendra ha il diritto di scegliere chi amare, ha il diritto di essere felice, bla bla bla MA… stiamo parlando di 4000 anni passati con una persona, 4000 anni in cui una coppia non ha fatto che rinascere e trovarsi, non sono cose che puoi accantonare dall’oggi al domani.
Quindi vedere Kendra “aggrapparsi” a quei ricordi, ricordi di una famiglia, di un figlio che ha avuto con l’uomo che amava, ha creato un po’ di credibilità attorno a questa storia d’amore flash tra Ray e Kendra. Adesso posso dire persino io – che non sono fan della coppia – che il “poter scegliere chi amare” è un bell’argomento, è interessante, e in questo episodio non ha neppure monopolizzato l’attenzione: è stato un piacevole intermezzo tra un rapimento e una scazzottata.
Quanto a Ray, esigo di conoscere il nome della squinzia con cui “credeva” di aver figliato. Più che altro… quando ha trovato il tempo di frequentare qualcuno dopo Felicity?

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Leonard e Mick. Questi due ci hanno regalato una scena così… così… winchesteriana! Leonard si lascia picchiare a sangue da Mick – perché io sono abbastanza sicura che non abbia reagito più di tanto di proposito – solo per dimostrargli quanto ci tenga a lui e sperando che anche l’altro provi ancora lo stesso. E infatti è così.

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Mick è ancora confuso ma vuole bene a Leonard; sono cresciuti insieme, hanno lavorato (eh sì, che parolone!) insieme, sono finiti invischiati in questa faccenda degli eroi insieme e devono uscirne insieme.
A differenza di Per Degaton, per Mick c’è ancora una possibilità di redenzione, perché

  1. ha degli amici che tengono a lui;
  2. non ha vissuto per anni sotto l’influenza di Savage;
  3. non ha un nome idiota come Per Degaton che, se vogliamo essere sinceri, un po’ giustifica l’astio di quel bambino nei confronti del padre.

Ora, i personaggi funzionano, mi piace vederli interagire, dobbiamo solo lavorare un po’ di più sulla trama! Che dite, autori? Ce la possiamo fare?

Bonus: per tutti i Captain Canary (non ho ancora capito il nome di questa ship, btw) ecco un momento di puro ed incontrollato *squeeee*

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Miglior momento dell’episodio

Questa settimana si aggiudica il premio il connubio letale Martin Stein/Jax Jefferson per l’ineguagliabile spiegazione di semantica relazionale.

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E voi cosa ne pensate di questo episodio? Fatemelo sapere nei commenti! Prima di lasciarvi con il promo del prossimo episodio, vediamo un po’ cosa abbiamo imparato questa settimana: al di là dei vostri deprecabili intenti, tutto è giustificato se vi autoconcedete un nome accattivante! #TeamIncasiniamoLaLineaTemporale #GoTeam

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

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