Pochi minuti dopo aver finito di vedere il pilot di “Kevin (Probably) Saves The World” mi sento di confermare l’impressione già ricevuta dal trailer: il materiale c’è, la storia può intrigare, ma manca quel “non so che” che potrebbe rendere la serie veramente epica.
La trama è uno strano miscuglio di originalità e di cose già viste, che però sembra funzionare, almeno a un certo livello. Il tema della quest, della ricerca, è sempre un buon cavallo su cui puntare e il singolare modo in cui Kevin dovrebbe creare nuovi virtuosi per proteggere la Terra (con un abbraccio) darà sicuramente vita a delle situazioni di disagio pesante che non mancheranno di divertire o emozionare.
Quanto al cast, Jason Ritter ha oggettivamente una faccia simpatica e riesce a destreggiarsi al meglio fra momenti profondamente emotivi e i frequenti siparietti comici senza sembrare schizofrenico (non più di quanto dovrebbe, almeno).
Non altrettanto adatta al suo ruolo mi è sembrata Kimberly Hebert Gregory, la cui performance mi è apparsa tutto sommato senza infamia e senza lode, priva di quella forza che avrebbe potuto portare le interazioni fra Yvette e Kevin a un altro livello e regalare alla serie un ritmo più vivace che non avrebbe certo guastato e che forse è proprio ciò che le manca per fare il salto definitivo verso una qualità di livello superiore.
Mi sento quindi di affermare che “Kevin (Probably) Saves The World” è una storia piacevole, portata in scena con gusto e che riesce a intrattenere anche grazie al casting fortunato del suo protagonista.
Sicuramente seguirò anche i prossimi episodi e le riserverò un posticino nel mio già affollato palinsesto invernale, ma a meno di grossi cambiamenti non credo che entrerà mai a far parte della rosa delle mie preferite.
Se volete passare quaranta minuti in totale rilassatezza, però, vi suggerisco sicuramente di provare a dargli una possibilità e di farvi rapire dall’affascinante inadeguatezza del nostro Kevin.