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Il sogno diventa realtà – “Le ragazze del Coyote Ugly” e “Gilmore Girls”

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Il sogno diventa realtà – “Le ragazze del Coyote Ugly” e “Gilmore Girls”

Sono assolutamente consapevole del mio ritardo e chiedo venia, oggi è giovedì lo so ma ho avuto un paio di giorni davvero terribili e si fa quel che si può quindi… meglio tardi che mai! Eccomi quindi di nuovo con voi per parlare di film e serie TV: oggi andremo indietro nel tempo fino al 2000, e andremo dritti dritti a New York dove (se siete ragazze) ci scateneremo insieme sopra al bancone del “Coyote Ugly” e se, invece, appartenete al genere maschile avrete il piacere (e la fortuna) di guardare il nostro spettacolo scolandovi una birra gelata o un super alcolico (probabilmente direttamente dalla bottiglia, mica male!!).

Inizio subito col dirvi che il film è prodotto da Mr Jerry Bruckheimer che, già a partire dagli anni ottanta, ha prodotto delle perle cinematografiche ancora oggi negli annali: da American Gigolò a Flashdance, da Top Gun a Giorni di Tuono, da Con Air a Nemico Pubblico a Remember The Titanse la lista sarebbe ancora talmente lunga che solo con quella ci scriverei almeno due pagine. Ebbene, io ho adorato ogni suo singolo film e me li ricordo ancora benissimo quasi tutti perché, proprio quasi tutti, hanno segnato specifici periodi della mia vita.

Ora, concorderete con me, le “Le ragazze del Coyote Ugly” non ha di certo lo spessore di Remember the Titans, o l’impatto di Top Gun (ah il mio Tom!) , la storia è semplice e forse anche all’apparenza superficiale ma, perché c’è un MA bello grande, ricca di significati nascosti. E forse nemmeno così nascosti. E’ una commedia, a tratti romantica e a tratti amara, ma ti coinvolge e alla fine ti lascia anche qualcosa, soprattutto se quando lo guardi sei nel pieno della ricerca e conquista dei tuoi sogni. Metteteci pure che tutte le scene sono caratterizzate da colori caldi e forti e che c’è un elevato contrasto di immagine e il film è servito: un film piacevolmente scorrevole e veloce.

Il film parla della ventunenne Violet, ragazza di periferia che sogna di diventare una cantautrice nonostante il suo terrore del palcoscenico e delle persone che la osservano. Pur di realizzare il suo sogno Violet decide di lasciare la sua casa, dove abita con il padre Bill, e trasferirsi a Manhattan. Peccato che la metropoli non l’accolga proprio benissimo: tutte le case discografiche e i produttori non sono interessati alla sua musica e così, psicologicamente un po’ abbattuta, trova casualmente lavoro come barista proprio al Coyote Ugly. Questa sarà la sua svolta, l’inizio di un percorso di crescita personale e riscoperta di sé. Il locale è di proprietà di Lil, donna forte e decisa che lo gestisce dirigendo un gruppo tutto al femminile di bariste che intrattiene senza freni i vari clienti.

Grazie al carattere fermo e deciso (ma al contempo fondamentalmente molto protettivo) di Lil e alle esperienze nel suo locale, Violet/Jersey (questo il soprannome che le dà Lil) riesce, piano piano, a lasciarsi andare e a superare le sue paure e, grazie alla sua voce e ai suoi modi gentili, diventa l’attrazione principale del locale. Il tutto non senza aver trovato anche l’amore.
Presa dalla frenesia della vita di tutti i giorni, sembra quasi dimenticarsi del suo sogno anche se, in realtà, non l’ha mai scordato davvero perché proprio l’amore le dà l’ispirazione per il pezzo che decreterà il suo successo come autrice. Purtroppo, però, quando il padre le fa visita rimane deluso dal suo reale lavoro, eViolet è così mortificata da decidere, anche in seguito ad un incidente del padre, di tornare in provincia, proseguendo in ogni caso a scrivere le sue canzoni.
Sarà poi il suo ragazzo a spalancare la porta della realizzazione del suo sogno dandole il coraggio di esibirsi in un locale e lì lei sarà davvero protagonista e riuscirà a realizzare finalmente il suo sogno.

E’ un film che ti sprona a credere che, anche con pochi mezzi,puoi realizzare il tuo sogno, con un pizzico di fortuna, tanta forza di volontà e con accanto persone che credono in te.

E’ difficile sapere cosa si vuol fare nella vita. Io personalmente non ricordo di aver mai avuto in mente un lavoro specifico o una sola grande passione, fino a quando non ho conosciuto Mendel prima e l’elica del DNA dopo ed è stato amore a prima vista per la genetica. Terribile me ne rendo conto, d’altronde dovevo saperlo perché, fin da bambina,avevo una predilezione per le belle di notte di mia nonna (proprio le piante che Mendel usò negli esperimenti che portarono alle leggi sulla genetica… ok la smetto), passavo ore a raccoglierne i semi e a piantarli per poi aspettare che le piantine crescessero e osservare i loro fiori… era un segno del destino, lo so. E,nonostante questo, la mia idea di me stessa da grande non era per niente nitida. Ok, mi piaceva la genetica e allora? Cosa potevo fare? Ancora l’obiettivo non era chiaro dinnanzi a me.

Eppure ci sono persone che sanno esattamente dove vogliono arrivare, forse conoscono così bene la loro passione da sapere che quella sarà il loro destino, la loro strada. E questa passione diventa il loro sogno. E la propria vita diventa il tentativo di realizzare quel sogno.

Non è facile avere un sogno: bisogna lottare per realizzarlo, spesso bisogna scendere a compromessi, con se stessi e con le persone che fanno parte della nostra vita, con la vita stessa e le sue sfide. Violet è determinata, ha tutta la passione e la grinta di chi crede di potercela fare, eppure la realtà è ben diversa da quella che si immaginava: non sono tutti li ad aspettare lei, nessuno la accoglie a braccia aperte, il fallimento è proprio dietro l’angolo.

Eppure la vita ti dà tutte le risposte, anche quando tu non sei pronto a vederle come tali. Violet trova lavoro in un locale “sopra le righe”, in cui le bariste (il suo ruolo) devono letteralmente incitare i clienti e alzare l’adrenalina il tutto, però, mantenendone il controllo. E questo sembra esattamente il posto in cui Violet dovrebbe sentirsi a disagio per il suo carattere morigerato e la sua timidezza! E, invece, proprio questo posto e le sue abitudini/caratteristiche la spronano ad affrontare la sua paura più grande e a riuscire, così, a plasmare il suo carattere.

Perché, in fondo, quando hai un obiettivo (il tuo sogno) la tua crescita personale è la chiave di volta della riuscita, è ciò che ti aiuta davvero a raggiungere ciò che desideri. Non devi solo credere in ciò che sogni ma devi anche essere emotivamente e personalmente pronto a viverlo, a farlo tuo. perchè, se così non fosse allora non sarebbe una piena realizzazione, ci sarebbe qualcosa di fuori posto. Così, inevitabilmente, la strada che si percorre è accidentata, ci sono delle battute d’arresto, si può vacillare ed è lì che si forma davvero il carattere, è lì che ci si rende conto se quella passione, quel sogno, vale la pena di essere vissuta e cercata.

Proprio questo è quello che vediamo fare a Violet in questo film: sa cosa vuole, cerca la sua strada per arrivare alla meta e poi la realtà la blocca ma lei non si abbatte (non più di tanto) e si reinventa, si adatta alle situazioni e cambia, non è più la ragazza che ha iniziato il viaggio ma ora è pronta più che mai ad affrontarlo. Le difficoltà vere arrivano però quando le persone che contano non credono più nella persona che sei perchè in fondo quel viaggio lo stai facendo anche per loro, per arrivare insieme al traguardo e allora, senza il loro appoggio, il carico diventa troppo pesante. Ma se il sogno è sentito non si riesce a metterlo da parte, in un cassetto. E allora ecco che scatta la rivincita, magari anche con qualche aiuto, ma alla fine su quel palco ci siamo noi, e non qualcuno per noi, i protagonisti siamo noi.

Quando ho pensato a questa rubrica, “Le ragazze del Coyote Ugly” è stato quasi subito uno dei film di cui volevo parlare non sapendo però a quale serie TV abbinarlo! Sapevo bene che volevo parlare della conquista di un sogno, della lunga strada verso la sua realizzazione. E così, parlando con le altre ragazze (Sante Donne) ci siamo arrivate: Gilmore Girls era la serie perfetta!

Confesso subito di non essere una fan accanita di questa serie, non perchè non l’abbia seguita o non l’abbia apprezzata, tutt’altro, quando la danno in TV la guardo sempre volentieri. Però, purtroppo, è andata in onda in un arco temporale in cui studiavo all’università, vivevo nel classico appartamento con altre tre ragazze e i telefilm non si guardavano (almeno io) ancora in streaming e non erano (ancora) una mia fissa tremenda. Ad ogni modo, “Gilmore Girls” (Una mamma per amica) mi è sempre piaciuta per i suoi dialoghi frizzanti, allegri e mai banali e per il fatto che, nell’arco delle stagioni della serie, segue la crescita delle due protagoniste: Rory Gilmore che da adolescente diventa donna, e sua madre Lorelai che, anche se già donna, impara ad accettarsi e a credere in se stessa, e poi nell’amore.

 

Fin da quando ci viene presentata, sappiamo che Rory, a sedici anni da poco compiuti, sa benissimo cosa vuole fare da grande: entrare ad Harvard e fare la giornalista. Rory è molto matura per la sua età, tanto che spesso sembra sia lei a fare da madre a Lorelai, sembra che i ruoli siano invertiti. Lolerai è quella svampita e che non sa cosa vuole e invece Rory è determinata e organizzata, con la testa sulle spalle. La contrapposizione tra le due protagoniste nel suo paradosso è disarmante perchè alla fine ci rendiamo conto di come l’una sia lo specchio dell’educazione dell’altra. Lorelai non si è mai sentita apprezzata dai genitori, ha sempre pensato che loro non fossero fieri di lei perchè lei, in qualche modo, era riuscita a distruggere i loro piani per lei. Eppure è riuscita a crescere la figlia nell’amore e nella comprensione, nel rispetto, facendola sempre sentire vincente. E questo in Rory si vede. La sua determinazione, la sua voglia di riuscire nascono proprio dalla fiducia incrollabile che la madre ha sempre riposto in lei, quella fiducia incondizionata che ti sprona a non mollare mai. Quella fiducia che Lolerai non ha mai ricevuto e che la rende così inaffidabile, non perchè lei lo sia, ma perchè ha un enorme bisogno di sapere che qualcuno crede in lei incondizionatamente, e quel qualcuno principalmente è se stessa. Perchè solo nel momento in cui si concede di credere in se stessa Lorelai riesce finalmente a “crescere”, ad allontanarsi dalla strada che si era imposta di seguire per riuscire ad arrivare a trovare la sua felicità, a stare con una persona con cui condividere il resto della vita. Perchè solo in quel momento capisce di aver trovato davvero la persona giusta.

Il sogno di Lorelai è di accettarsi per quello che è, liberarsi dalle sofferenze passate, dalle mille volte in cui si è sentita inadeguata per poter vivere senza pesi e costrizioni (emotive). E grazie all’avventura lavorativa al Dragonfly e ai successi di Rory lei realizza il suo sogno. Perchè capisce quanto di buono in fondo anche lei sia riuscita a creare nel suo percorso. Lorelai è sempre stato il mio personaggio preferito nella serie perchè era apparentemente insicura e fragile ma aveva sempre la battuta pronta anche quando era a disagio o depressa.

E poi Rory, determinata e seria in tutto ciò che fa, coscienziosa e responsabile fin dagli anni alla Chilton, la prestigiosa scuola in cui frequenta le superiori. Non le interessavano i fronzoli o le cose futili, l’obiettivo era riuscire bene, ottenere buoni voti, essere in gamba ed essere ammessa a Yale (college in cui deciderà di entrare un po’ per assecondare i nonni materni un pò anche per se stessa e il suo percorso).

Ovviamente ce la fa e gli anni a Yale sono quelli che la cambiano di più. Non tutto è stato rosa e fiori nemmeno per lei. Quando inizia a lavorare per il padre di Logan è felice e concentrata e, proprio per questo, le parole dell’uomo la feriscono e la spiazzano: non ha la stoffa per fare la giornalista, non è il lavoro per lei. Non si poteva non pretendere che quelle parole non la scalfissero. Lei che per tutta la vita aveva desiderato solo riuscire a fare la giornalista, adesso si sentiva dire “non sei adatta”. Credo che tutti ci sarebbero rimasti male. E avrebbero fatto un passo indietro. La vicinanza di Logan (e la sua indole da ragazzo viziato) diciamo che non le è troppo di supporto tanto è vero che Rory si mette nei guai a tal punto da litigare con la madre perchè, dopo essere stata beccata a rubare una barca decide anche di lasciare Yale e gli studi. Un colpo al cuore di Lorelai che vedeva la figlia buttare al vento i suoi sogni. E proprio in questo percorso di riscoperta di sè, sarà il ritorno di un suo grande amore a farla tornare sui suoi passi, a farle capire di non rinunciare al suo sogno. Jess torna da lei con un lavoro e un libro pubblicato e lei decide che quello che sta facendo non è giusto per lei, non è la sua strada, non è la vita che vorrebbe vivere. E allora ecco la svolta: più decisa che mai torna a Yale e si riprende il suo lavoro nel giornale del padre di Logan.

Rory si laurea, e di lì a poco la sua vita cambia: Logan le chiede di sposarlo ma lei, non sentendosi pronta viste le incertezze lavorative, rifiuta e lui se ne va senza nemmeno pensare per un attimo alle sue parole. Eppure, le belle notizie arrivano e Rory viene scelta da una rivista online come reporter politica nella campagna elettorale di Barack Obama. Anche questo suo sogno si sta realizzando.

Alla fine di tutto credo che, nella vita, non sia importante la strada che si percorre ma come la si percorre, anche se la meta non è precisa bisogna andare avanti nella certezza dei propri passi, facendo in modo che guardando indietro il panorama che si vede sia proprio quello che noi stessi abbiamo creato. Solo così la propria vita può essere la realizzazione di un sogno, anche se, mentre vivi, non ti rendi conto di cosa stai sognando. Perchè la meta si può delineare in qualsiasi momento davanti a noi solo se siamo consapevoli di come ci stiamo muovendo.

Vi lascio con l’immagine di uno dei personaggi di questa serie che mi ha sempre fatta ridere un casino per i suoi modi di fare insofferenti e per la sua pungente comicità, alla prossima e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate di questo parallelismo!

 

 

 

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Nata negli anni 80, grazie al suo papà clone di Magnum P.I., cresce a pane e “Genitori in blue jeans” (dove si innamora di Leonardo di Caprio che troverà poi in quei film tanto amati come "What's Eating Gilbert Grape" o “Total eclipse”), l’uomo da 6 milioni di dollari, l’A-Team, Supercar e SuperVicky. L’adolescenza l’ha trascorsa tra Beverly Hills 90210, Santa Monica e Melrose Place..il suo cuore era sul pianeta di Mork e alle Hawaii..anche se fisicamente (ahimè) era sempre e solo nella provincia bergamasca. Lettrice compulsiva fin dal giorno in cui in prima elementare le hanno regalato Labirinth è appassionata di fantasy (Tolkien è il suo re, Ann Rice e Zimmer Bradley le sue regine) e di manga (Video Girl AI in primis per arrivare a Paradise Kiss e Nana), anche se ultimamente è più orientata a letture propedeutiche pediatriche! Ama studiare (tra laurea, dottorato e master ha cominciato a lavorare a 28 anni!!) ed imparare, ma non fatela arrabbiare altrimenti non ce ne è per nessuno!

4 COMMENTS

  1. Gilmore Girls è stata una delle prime serie-tv che ho seguito davvero con passione quindi non posso che apprezzare questo pezzo! 🙂
    Ottimo lavoro! (come sempre) ^_^

    • Grazie Ari!! Meno male guarda perchè ho fatto una fatica immane! però alla fine sono felice del filo logico che ho impostato!

  2. Pezzo meraviglioso!!! Mi è piaciuta la parte su GG ma è quella su Le ragazze del coyote ugly perchè come hai detto tu, non era certamente un kolossal ma era un film che aveva il suo perchè, che aveva un significato importante e anche puro e che ti faceva sorridere sempre alla fine! A parte le colonne sonore ovviamente meravigliose, ho amato anche il modo in cui Violet riesce ad imporsi in un mondo che era tanto lontano ma anche incredibilmente vicino a lei! Ed è bellissima anche la costanza che mantiene quando la proprietaria (Maria Bello) le chiede scusa e le chiede di tornare! Complimenti Mari, è più difficile trovare la profondità in un film del genere che in un premio Oscar!

    • Vero Walkerita! alla fine se si parla di film importanti è facile trovare temi di spessore..molto più difficile quando il film è easy…però alla fine qualcosa si trova sempre!!!
      grazie del commento darling!

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