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Il Lato Oscuro della Forza – da Star Wars a The Originals

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Il Lato Oscuro della Forza – da Star Wars a The Originals

Dovete perdonarmi: l’articolo per la rubrica “Da film a telefilm – Parallelismi” normalmente esce di martedì e, invece, oggi è sabato. Sono terribile. Però, c’è un però. Ed è un però bello grande. Quando ero piccola la sera di capodanno significava una sola cosa: la trilogia di Star Wars. Si iniziava alle 8.30 (i film ancora iniziavano dopo il TG e non un’ora e mezza dopo il TG!) con Star Wars Episode IV – Una nuova speranza e si finiva con l’episodio VI – Il ritorno della Jedi. Nel mentre, giusto il tempo di stappare le bollicine e uscire a vedere i fuochi d’artificio. Erano (e sono) i film preferiti di mio padre e, chiaramente, per osmosi, per anni sono stati anche i miei preferiti. Avevamo il cofanetto di VHS sia edizione oro che argento (per non farci mancare nulla, anche se ad oggi non ricordo nemmeno le differenze fra i due e nemmeno perché mio padre decise di acquistarli entrambi) ed io, quando non c’era nulla in TV, non perdevo occasione per rivedermeli. Confesso che ho sempre trovato orribili non solo l’acconciatura della principessa Leila ma anche il suo vestito stile suora. Poi, al tempo del liceo, la notizia bomba: sarebbero usciti i prequels. Goduria massima. LA GIOIA.

Certo, le aspettative erano altissime visto che i primi tre film erano praticamente un must, ma ehi! Quando si tratta degli Skywalker, di Yoda e di Obi-Wan Kenobi non ci si può tirare indietro, una possibilità gliela si dà! Effettivamente la critica non è che avesse apprezzato moltissimo questi ultimi tre film ma personalmente li ho trovati davvero gradevoli e assolutamente in linea con la storia che è avvenuta negli episodi IV/V/VI. Ho apprezzato in particolare le locations e la fotografia e la storia di Anakin Skywalker, d’altronde non ci si può non innamorare a prima vista di quel bambino biondo che ci mostrano quasi di sfuggita nel trailer dell’episodio I, ma che sarà il punto focale di tutta la trilogia iniziale (e fondamentalmente anche dei capitoli successivi).

Star Wars è una storia fantastica e, come tale, porta con sé una miriade di personaggi incredibili e luoghi comuni che rendono tutto davvero eccezionale.

La Forza. In tutti gli episodi sentiamo parlare della forza: ma cosa è in realtà? Nel mondo di Star Wars è una specie di energia emanata da tutti gli esseri viventi, chi più e chi meno, e che così pervade tutto l’Universo. E’ energia e, come tale, può essere sia positiva che negativa, dipende dall’uso che se ne fa in quanto alcuni individui, che riescono ad entrare in sintonia con essa, possono incanalarla ed usarla, nel bene e nel male.

Ed io oggi, senza troppe pretese, senza entrare nel dettaglio della saga di Star Wars, senza averla mai approfondita se non nella visione (tipo un milione di volte) dei film, ma cercando di analizzare semplicemente il suo protagonista, vorrei parlarvi della Forza, in particolare del suo Lato Oscuro e del come sia possibile cadere in tentazione.

(ok questa era troppo carina per non essere usata!)

Anakin Skywalker è solo un bambino quando inizia ad intraprendere il suo viaggio sul sentiero della Forza: ha nove anni ed è uno schiavo quando conosce il maestro Jedi Qui-Gon Jinn. Qui-Gon vede in lui il Prescelto, colui che porterà l’equilibrio nella Forza (da sempre in bilico tra bene e male, tra Jedi e Sith) proprio per il grande potere che percepisce da Anakin. Eppure, nonostante la sua giovane età, Anakin è già pieno di forti sentimenti: la condizione di schiavo l’ha riempito di paura e di rabbia, sia per sé che (soprattutto) per la madre. Sentimenti che Anakin non sempre è in grado di controllare. Ed è Obi-Wan Kenobi a capire l’animo del bambino, a vedere in lui tutto il gran potenziale che possiede ma anche la fragilità di questo potenziale, costantemente in bilico tra ciò per cui è stato istruito e ciò che vuole il cuore.

Il primo evento che ha segnato la vita di Anakin è stata la separazione dalla madre: grazie alle sue abilità di inventore (e costruttore) Anakin praticamente si guadagna la libertà (provvidenziale l’intervento di Qui-Gon) ma non quella della madre che rimane nella sua condizione di schiavitù. Anakin deve salutarla ma lo fa promettendole che tornerà per salvarla, una promessa che purtroppo non potrà mantenere. Ed è in questa occasione che Anakin conosce Padmé ,al tempo regina di Naboo, ed è già da qui che inizia ad affezionarsi a lei. Che inizia ad innamorarsi di lei.

Dopo la morte di Qui-Gon Jinn, Anakin viene affidato alla guida di Obi-Wan Kenobi, è il suo Padawan, ma Obi-Wan è quasi come un padre per lui. Gli anni passano e il giovane Skywalker  diventa importante all’interno dell’Ordine Jedi. Certo non ha la fiducia di tutti i Jedi, Mace Windu e Yoda in primis, ma in fondo il suo valore e la sua Forza sono indiscutibili. E il suo atteggiamento distaccato, la barriera che mette dinnanzi a sè viene percepita da tutti, Obi-Wan compreso, come arroganza.

Le sue abilità lo hanno reso… beh, arrogante.” Queste le parole di Obi-Wan a Mace Windu e Yoda a proposito di Anakin. E’ chiaro che nemmeno lui, la persona più vicina a questo ragazzo, ha capito nel profondo il suo animo, scambiando la sua paura e la sua fragilità per arroganza. Ed è anche in questi anni che inizia il suo rapporto con il cancelliere Palpatine, un rapporto che si basa, purtroppo, su ciò che realmente manca a Anakin: una figura che lo ascolti e gli sia di supporto, morale e materiale. Peccato che gli interessi del Cancelliere vadano al di là del semplice rapporto “paterno” o “amicale” perchè proprio lui si insinuerà nella mente di Anakin, avvicinandolo al Lato Oscuro.

Ed è anche il periodo in cui incontra di nuovo Padmé, a questo punto senatrice, e i suoi sentimenti per lei sono sempre più forti, e ricambiati. Ma è un amore che viene taciuto e nascosto un po’ perché i Cavalieri Jedi non possono abbandonarsi all’amore un po’ perché “fuori luogo”. Ma loro due insieme affrontano uno dei viaggi più difficili per Anakin: il tentativo, futile, di salvare sua madre. Ed è in questa occasione che capiamo quanto la separazione dalla madre abbia influito sulla crescita di Anakin, una separazione che è stata privazione, che ha generato la paura di perdere le persone a lui care, le persone che ama. Una paura che sfocia in rabbia e furia e follia: Anakin fa strage degli uccisori della madre. Una strage che dai Jedi viene percepita come un’interferenza che riguarda Anakin, una strage che rappresenza una falla in quel potenziale, un potenziale che si rivela per quello che è: una debolezza. Una debolezza che è fatta null’altro che di realtà e di sentimenti.

Ma, nonostante tutti pensino il contrario, il viaggio verso il Lato Oscuro di Anakin non inizia con questa strage, no. Questo percorso Anakin l’ha iniziato nell’istante in cui ha salutato sua madre, nell’istante in cui è rimasto senza una persona che ne sentisse i bisogni, che ne ascoltasse le paure. Ed è un percorso che è fatto di  mancanza di fiducia,  di incapacità (di chi aveva più esperienza di lui) di capire quanto Anakin avesse disperatemente bisogno di una figura che non fosse solo guida ma anche e soprattutto supporto. Insegnare a qualcuno di per sè non serve a far sì che la persona impari: è necessario camminare fianco a fianco, è necessario mettersi a disposizione dell’altro. Perché la vita ti porta inevitabilmente a scontrarti con la sua durezza e solo affrontando le tue debolezze, le tue paure puoi sperare di trovare un equilibrio dentro di te. Equilibrio che nasce proprio dall’aver toccato il fondo.

Ed ecco cosa succede: sopraffatto dalla paura di perdere colei che ama di più, Anakin accetta qualsiasi verità pur di riuscire a salvarla. E in questo caso la verità è dell’unica persona che ha speso due minuti del suo tempo ad ascoltarlo: Palpatine. E in questo casino di idee ad Anakin è crollata la terra sotto i piedi, sono mancate le certezze che riponeva nell’Ordine perchè, proprio quell’Ordine voleva che spiasse l’unica persona che lui ritenesse degna di fiducia. Ovvero, sempre il Cancelliere. E l’amore di Padmé non è che non sia abbastanza, è che quando quello che puoi perdere è tutto ciò che hai, la prima cosa che metti in gioco è te stesso. E questa paura è così incontrollabile che ti porta a compiere anche gli atti più disperati e sei disposto a vendere perfino la tua anima, inconsapevolmente.

Ecco, questo è Anakin, una persona piena di paura, una paura che l’ha consumato dall’interno, una paura che è stata usata contro di lui proprio perché era la sua più grande debolezza. E così, a causa di questo, lui si è abbandonato al Lato Oscuro, al suo Lato Oscuro, invece di affrontarla è spronfondato dentro di essa, perdendosi in essa. Perché arrivato ad un certo punto, pensi di non poter più tornare indietro, pensi di non poter essere più salvato, tu.

E la paura di perdere le persone a cui tiene è insita in lui dal principio, da quando scoprì che anche le stelle muoiono, ovvero si spengono. Ed a questa sua paura lui pensa come un drago freddo che alberga nel suo cuore, che non riesce a sconfiggere e che a volte gli ricorda che “Tutte le cose muoiono, Anakin Skywalker.” “Il drago gli ricorda, ogni notte, che un giorno perderà Obi Wan. Che perderà Padmé. O che loro perderanno lui“. E così è stato.

Ed ora veniamo a lui, lui che è considerato il Villain migliore creato da Julie Plec: Klaus Mikaelson. Non mi stancherò mai di parlare di questo personaggio, letteralmente io lo adoro. E il suo è stato un vero e proprio percorso verso il Lato Oscuro.

La storia di Klaus la scopriamo a ritroso: all’inizio ci viene mostrato come il cattivo senza cuore e poi, piano piano, nel corso delle puntate, scopriamo il suo passato, lo conosciamo. Spesso non è facile riuscire ad interpretare le sue azioni, le sue scelte eppure… non è così difficile provare empatia per lui. E lui è IL CATTIVO.

Klaus è freddo e cinico, è un calcolatore e uno che pensa sostanzialmente al suo interesse. Eppure in diverse occasioni ci mostrano che, in qualche modo, ci tiene.

Ed è in The Originals che emergono le mille sfaccettature di questo personaggio. Klaus è un ibridio originario ora, ma prima di rinascere come vampiro era un bambino insicuro e fragile, con una madre che cercava in ogni modo di proteggerlo, donandogli un pò di quella forza (mentale e morale) di cui tanto necessitava. E il padre è la figura che ha generato in lui la sensazione di non essere mai abbastanza, di non essere voluto, di non essere mai forte quanto serve.

Ancora bambino, Klaus era buono, dolce e protettivo, basti pensare al suo rapporto con la  sorella più piccola, Rebekah.

Eppure, una volta grande, è diventato sadico, paranoico, megalomane ed egoista. Perché tutto questo? Come è stato possibile? Una persona è lo specchio di ciò che vive. La paura generata dal rapporto con il padre è diventata una ricerca di potere per manifestare il proprio essere, per confutare l’idea del genitore, per dimostrargli quanto si sbagliasse. Le menzogne della madre e il disprezzo che il padre provava per lui hanno creato in lui una rabbia grandissima. Rabbia che l’ha portato ad essere la persona che è ora. Una persona che vuole avere il controllo su tutti, cosa che, ovviamente, causa l’allontanamento delle persone da lui. Klaus non si concede nemmeno un briciolo di felicità perchè la paura di soffrire, la paura dell’abbandono albergano in pianta stabile nel suo cuore.

Anche in questo caso, Klaus si è avvicinato al Lato Oscuro perchè, fondamentalmente, deviato dalla paura. E anche in questo caso, avere delle persone vicine che ti amano incondizionatamente non è sufficiente a trovare la strada verso al luce.

Perchè la paura va affrontata e sconfitta, perchè per sconfiggerla bisogna toccare il fondo e capire che con la paura si può convivere, si può trovare un equilibrio tra la Forza.

Lungi da me paragonare i personaggi di Klaus e Anakin Skywalker (il cui nome è così altisonante da meritare rispetto!), sono personaggi diversi eppure entrambi ci mostrano come il percorso del bene e del male sia da sempre dentro di noi, e il nostro percorrere uno o l’altro sentiero dipende tanto dalle persone che ci circondano quanto dalla nostra capacità di affrontare e accettare le nostre paure e debolezze.

I miei turni per questa rubrica sono finiti… spero vi siano piaciuti i film che ho scelto e questo che ho lasciato per ultimo… impegnativo e importante, ecco perchè c’ho messo così tanto a scrivere il pezzo! Vi aspetto a breve con una nuova rubrica… e se avete idee/spunti di riflessioni o altro… lasciate un commento: ci faremo un pensierino!!

baci baci!

 

 

 

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Nata negli anni 80, grazie al suo papà clone di Magnum P.I., cresce a pane e “Genitori in blue jeans” (dove si innamora di Leonardo di Caprio che troverà poi in quei film tanto amati come "What's Eating Gilbert Grape" o “Total eclipse”), l’uomo da 6 milioni di dollari, l’A-Team, Supercar e SuperVicky. L’adolescenza l’ha trascorsa tra Beverly Hills 90210, Santa Monica e Melrose Place..il suo cuore era sul pianeta di Mork e alle Hawaii..anche se fisicamente (ahimè) era sempre e solo nella provincia bergamasca. Lettrice compulsiva fin dal giorno in cui in prima elementare le hanno regalato Labirinth è appassionata di fantasy (Tolkien è il suo re, Ann Rice e Zimmer Bradley le sue regine) e di manga (Video Girl AI in primis per arrivare a Paradise Kiss e Nana), anche se ultimamente è più orientata a letture propedeutiche pediatriche! Ama studiare (tra laurea, dottorato e master ha cominciato a lavorare a 28 anni!!) ed imparare, ma non fatela arrabbiare altrimenti non ce ne è per nessuno!

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