Home Harry Potter I Primi Vent’anni di Harry Potter – Perché amiamo e consigliamo la Saga

I Primi Vent’anni di Harry Potter – Perché amiamo e consigliamo la Saga

0
I Primi Vent’anni di Harry Potter – Perché amiamo e consigliamo la Saga

Questo 2017 segna un anniversario che per i lettori (e poi spettatori) di tutto il mondo non è da poco: quest’anno, infatti, cade il ventennale dell’inizio della saga di “Harry Potter”, il cui primo romanzo, “Harry Potter e La Pietra Filosofale“, fu pubblicato nel 1997. Noi, da Potteriani DOC, abbiamo deciso di rendere omaggio a questa incredibile storia ed eccoci, dunque, con il primo di una serie di articoli che pubblicheremo a tema per celebrare questo ventesimo anniversario.

Iniziamo con il perché noi amiamo e consigliamo a tutti di leggere questa Saga.

“It’s an epic saga of childood confusion, danger and adventure. But it’s more than just a children story. Behind the witchcraft and wizardry, lies an intensly moral fable about Good and Evil, love and hatred, life and death.”
(“J. K. Rowling: A Year In The Life”, 2007)

Amo e consiglio la saga perché non è solo incantesimi e pozioni, è la storia della crescita di un adolescente come noi: con i suoi problemi quotidiani, il suo sentirsi diverso, gli amici, le prime cotte, la poca voglia di studiare e la molta voglia di divertirsi, un ragazzo che supera grandi traumi e anziché diventare più cattivo, diventa più buono, più giusto, più empatico, più aperto agli altri. “Harry Potter” parla al ragazzino spaventato che c’è in ognuno di noi e lo rassicura dicendogli che non è stando da soli che si vince il Male, ma unendosi agli altri, chiedendo loro aiuto e accettandolo, perché i Voldemort hanno diversi volti (e nasi) e travestimenti, ma esistono sempre intorno a noi e l’unico modo di sconfiggerli è stando in gruppo e non lasciandosi corrompere. “Harry Potter” mi ha anche insegnato che “Non tutte le brutte persone sono Mangiamorte” (la mia citazione preferita) e che anche le migliori intenzioni nascondono conseguenze pericolose per gli altri. Secondo me, tutti i ragazzi dovrebbero leggere la saga (e scrivo leggere, NON guardare i film) e poi rileggerla da adulti: è uno spaccato di profonda umanità che va oltre la semplice storia di magia e ti insegna una cosa molto rara, ovvero che l’empatia per il genere umano e la consapevolezza che anche il personaggio peggiore ha una sua storia che lo ha reso ciò che è e che non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta.

The Lady and The Band

Ho cominciato a leggere “Harry Potter” durante l’ultimo anno alle medie. È stata un’amica che allora ritenevo una delle migliori che avessi (ma che ha tagliato inaspettatamente e immotivatamente i ponti con me ormai una decina di anni fa) a presentarmelo, prestandomi i primi tre volumi che ho letto pur di non sentirla più tesserne le lodi senza capirne il perché. Se ci sono molte cose che rimpiango del modo in cui il nostro rapporto sia finito alle ortiche, senz’altro l’avermi immersa a forza in questo mondo è uno dei lati positivi: ho letto “La Pietra Filosofale” quasi tutto d’un fiato. Anzi, lo sto rileggendo di nuovo proprio ora in inglese e questo libro, riletto come tutti gli altri della saga più e più volte, riesce ancora a farmi quest’incantesimo: non importa quanto assonnato tu sia a fine giornata, un capitolo tira l’altro, anche sapendo ormai bene come finisce. Ho proseguito senza esitare con “La Camera dei Segreti”, “Il Prigioniero di Azkaban” e, uscito in quello stesso periodo, “Il Calice di Fuoco”, con quel Torneo Tremaghi che mi ha appassionata, il Ballo del Ceppo che mi ha ammaliata… e quella prima perdita che mi ha sconvolta alla fine. Non potevo credere che un libro per ragazzi mi lasciasse così senza speranze e non potevo credere a questo punto di dover aspettare anni per leggere un seguito; ma “Harry Potter”, ho scoperto presto, non è solo un libro per ragazzi: non posso dire di aver avuto un’infanzia triste e di essermi rifugiata nel suo universo magico per allontanarmi dalla realtà, ma i miei anni alle medie sono senz’altro il periodo di scuola peggiore che ricordi e ho ancora stampata in testa l’immagine di me al mio banco durante le ore di buco a isolarmi nella lettura di un libro che allora, prima dell’uscita del primo film della saga, avevo scoperto solo io nella mia classe. Sono letteralmente cresciuta con Harry, dalle medie all’università, quando ho divorato “I Doni della Morte” in letteralmente due giorni per evitare spoiler al ritorno in aula e mi sono poi sentita momentaneamente svuotata: anni e anni accompagnata da questi personaggi di carta e inchiostro così reali pur nell’assurdità della loro quotidianità, e ora niente. Ma per fortuna la storia di J.K. Rowling non si è esaurita lì, continua ad accompagnarti anche anni dopo.
Consiglierei questa saga a chiunque perché se siete nello stesso range d’età in cui ero io può accompagnarvi come ha fatto con me e molti altri della mia generazione, ma se siete già adulti non incanta meno: ho conosciuto decine di persone che mi hanno detto di essersene innamorate mentre leggevano i libri ai propri figli. È una storia di amicizia, amore e speranza, di vittorie e sconfitte che potrebbero interessare tutti noi se estrapolate dal contesto magico; una storia che ha riavvicinato un sacco di ragazzi alla lettura e ha accomunato diverse generazioni nella stessa passione. Non si è mai troppo vecchi per tornare a Hogwarts, “[it] will always be there to welcome you home”.
Ale

Adoro i cosiddetti libri “fantasy“, ma quando uscì il primo libro della saga non ci feci molto caso. Scoprii “Harry Potter” che già ero all’università, precisamente dopo l’uscita al cinema del secondo film, e così iniziai a leggere “Harry Potter e il Calice di Fuoco“; da allora non lo mollai più. Al tempo lavoravo in una fumetteria e quando uscì l’ultimo volume me lo feci inviare direttamente da un fornitore dall’Inghilterra. Era il 2007 e la mia estate in Grecia aveva un profumo dolce-amaro: “Harry Potter” stava per finire e io non volevo arrivare all’ultima pagina.
“Harry Potter” rappresenta per me una storia di iniziazione: Harry era solo un bambino quando ce l’hanno presentato e piano piano è diventato un uomo e noi abbiamo combattuto insieme a lui tutte le sue battaglie, fisiche e morali. E il bello è che non c’è solo Harry, in questa saga TUTTI, ma proprio TUTTI i personaggi ti entrano dentro, tu diventi parte del loro mondo e loro del tuo, come se tu non fossi che uno dei tanti babbani che popolano Hogwarts. Un babbano felice proprio perché parte di questa magia. La Rowling è riuscita a mio avviso a dare vita a un mondo fantastico, e il suo nascere dal mondo reale lo rende ancora più tangibile, perché andando nei luoghi della saga tu quasi ti senti a casa. Voglio dire: una delle prime cose che ho fatto a Londra è stato andare al binario 9 e 3/4, con la speranza di riuscire ad attraversarlo ovviamente.
E poi i personaggi ti rimangono nel cuore: difficile che mi ricordi nel dettaglio la storia di un personaggio, ho la memoria di un criceto, ma le emozioni che mi hanno dato i personaggi di “Harry Potter” (non tutti, ma QUASI), le porto ancora addosso, e le lacrime che ho versato… me le ricordo ancora benissimo. “Harry Potter” regala emozioni INDELEBILI.
Se non avete ancora letto nemmeno un libro di questa saga dovete farlo al più presto, scoprirete incantesimi e formule magiche che rimarranno dentro di voi per sempre… e che potrete utilizzare in qualunque occasione…

(Questa una delle mie preferite… scusate il francesismo…)
– gnappies

Come qualcuno prima di me ha già avuto modo di sottolineare, la vera magia di “Harry Potter” non si trova negli incantesimi, né nelle pozioni o nelle lezioni di Trasfigurazione (anche se… volete mettere quanto sarebbe incommensurabilmente figo poter assistere a corsi del genere?!). La vera magia di questa saga, almeno per quanto mi riguarda, sta nei personaggi e nel loro percorso di crescita, ma soprattutto nel mitico trio, nella loro amicizia indistruttibile che li ha resi capaci di sconfiggere un nemico così grande che forse non sarebbero nemmeno stati in grado di immaginare.
La vera magia sta anche negli innumerevoli, microscopici dettagli con cui la Rowling ha saputo arricchire il mondo che ha creato, sta nelle creature magiche, sta negli scacchi, nel quadro della Signora Grassa e nelle piccole follie di Pix. Sta nel fierezza e nella caparbietà della McGranitt, nelle Sorelle Stravagarie, nel Quidditch e nei piccoli scherzi del negozio di Fred e George.
Quello che rende questa saga immensa, a mio parere, non sono solo la trama avvincente e i personaggi indimenticabili, ma anche e soprattutto l’aver dato vita a un microcosmo incredibilmente vasto e variegato, in cui tutti noi ci siamo sentiti, chi più chi meno, a casa nostra una casa in cui ancora oggi non esito a tornare, come possono testimoniare le pagine ingiallite e le costine dei libri via via sempre più consumate.

MooNRising

Ci sono storie che conquistano non solo il cuore delle persone, ma tutta l’anima. “Harry Potter” per me è una di quelle.
E voglio subito dire una cosa: abbasso tutti coloro che la definiscono “la storia del maghetto”, “una storia per bambini” e scempiaggini simili.
Diciamolo subito: innanzi tutto non è “la storia del maghetto”, perché Harry non è un bambino per tutto l’arco della narrazione e pur essendo molto giovane cresce davvero molto in fretta e in giovanissima età diviene più adulto di tanti adulti, senza contare che la storia termina quando lui è padre. Non è la storia di un bambino e delle sue avventure, è il classico viaggio dell’eroe che deve affrontare la sua quest, uno schema tanto caro all’epos e, una volta che l’epica è divenuta “letteratura antica”, migrato nel fantasy.
In secondo luogo, per quanto sia vero che i bambini, da una certa età in poi, possono leggere (devono, anzi) questi meravigliosi libri, è altresì vero che essi sono connotati da una spiccata nota dark: iniziano con un duplice omicidio e un tentato infanticidio, per poi passare a un omicidio da parte del protagonista (per autodifesa), a un mostro che inneggia a squartamenti e omicidi, a creature che si nutrono delle anime degli innocenti e infine al ritorno del nemico, con la violenza che scoppia in modo più brutale, sfociando nella guerra totale.
La Saga creata da J. K. Rowling è una storia di lotta tra Bene e Male, di un manipolo di donne e uomini, ragazze e ragazzi comuni (pur nella loro specialità) che decidono di combattere contro una tirannia violenta, xenofoba, fondata sull’odio e il disprezzo non solo per il diverso, ma per la vita in se stessa, per far prevalere una società fondata su valori quali la libertà, l’accettazione, l’uguaglianza, la speranza. E’ un’allegoria della Storia umana, soprattutto del periodo della Seconda Guerra Mondiale. E’ una storia di scelte ed errori, alcuni enormi. E’ una storia di redenzione, di coraggio e di sacrificio, anche nel senso più alto ed estremo, di sacrificio della propria vita per una causa più grande e importante di chiunque, perché ci sono cose per le quali vale la pena farlo. Una storia d’Amore, nelle sue più varie forme: Amicizia e amore fraterno (con la prima che spesso diventa vera e propria fratellanza), romantico, familiare, di genitori verso i figli, di mentore verso i propri protetti e pupilli.
Nel documentario “Harry Potter: A History Of Magic”, che la BBC Two ha trasmesso sabato 28 ottobre, proprio J.K. Rowling ha dato una definizione alla saga: “E’ una storia di perdita”.
E sì, la Saga di Harry è anche questo, una storia di perdita e di profondo, profondissimo dolore e del coraggio necessario ad andare avanti e continuare a combattere nonostante tutto, anche quando ogni speranza sembra perduta.
I temi trattati e i messaggi che filtrano attraverso le pagine di quei sette libri sono di una profondità estrema e meravigliosa: “Sono le nostre scelte che dicono chi siamo”“Ricordatevi di Cedric. Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile, ricordate cos’è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort.”“Hai idea di quanto i tiranni temano coloro che opprimono? Sanno benissimo che un giorno tra quelle molte vittime ce ne sarà certamente una che si leverà contro di loro e reagirà!”
Infine, la Saga è caratterizzata da personaggi magnifici, sfaccettati, complessi, sia nel bene che nel male; da una mitologia vasta e particolareggiata che denota un profondo studio per la sua creazione. Sono libri scritti magnificamente, Joanne Kathleen Rowling è una scrittrice coi fiocchi.
Ecco perché tutti dovrebbero leggere questa Saga. E se non l’avete ancora fatto, iniziate.

Sam

È tutto per questo primo appuntamento con i nostri articoli a tema “Harry Potter”, vi diamo appuntamento a venerdì per il prossimo articolo con The Lady And The Band, che vi parlerà dei personaggi femminili della Saga!

Ricordatevi di passare in queste meravigliose pagine per aggiornamenti, news sui nostri attori e personaggi preferiti, sul mondo british e, ovviamente, sulla nostra Saga preferita!

An Anglophile Girl’s Diary
E a te che sei rimasto con Harry sin proprio alla fine

Gli Attori Britannici Hanno Rovinato La Mia Vita

Hogwartsite
La banda dei Malandrini

The White Queen Italia

Previous article Stranger Things Stagione 2 – Conferme, Sorprese e Opinioni Personali
Next article Outlander 3×07 – Ritrovarsi non è facile
Avatar photo
Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here