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How To Get Away With Murder | Recensione 3×05 – It’s About Frank

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How To Get Away With Murder | Recensione 3×05 – It’s About Frank

Odio ripetermi ma, come già annunciato diverse volte in passato (con maggiore entusiasmo a partire dal season finale della scorsa stagione), credo che nonostante HTGAWM sia nato come uno show dall’impronta caratteristica, basata sull’abile uso di flashback e flashforward per aumentare l’hype riguardo un mistero spalmato su un’intera stagione o almeno parte di essa e fa pesante affidamento su colpi di scena mozzafiato, con episodi più riflessivi e incentrati sul character development dei suoi personaggi riesca comunque a dare il massimo e a conquistare.

Esempio lampante è questo quinto episodio, che sembra riflettere il quinto della scorsa stagione nel suo darci pillole di passato dei due assistenti di Annalise: se lo scorso anno la 2×05 ci aveva “presentato Bonnie” e il suo terribile passato familiare, in questo la rivediamo confrontarsi con quel padre che tanto l’aveva fatta soffrire… solo che lui è in una cassa da morto, dove è stato mandato direttamente da Frank, fulcro dell’esplorazione a ritroso di questo episodio. O dovrei forse dire uno dei fulcri, visto che scavare nel passato di Frank ci porta anche a scavare nuovamente nel passato di Annalise, in un momento precedente all’incidente provocato da Mahoney, e poi brevemente in un passato ancora anteriore in cui lei e Sam condividono ancora un piacevole rapporto da “neo-sposini” appena trasferiti nella nuova casa.
Vediamo il contrasto tra le atmosfere ovattate e luminose di quei brevi flash e la cupezza del presente di Annalise, sola nella sua casa a cercare di disfarsi di quei liquori che costituiscono parte dei suoi problemi, e non la soluzione (anche se questo lei sembra non volerlo ancora ammettere, presentandosi a un incontro degli AA unicamente con lo scopo di “recitare un ruolo” destinato a farle riavere la sua licenza), solo per poi cedere nuovamente alla tentazione e regalarci un’ennesima immensa prova attoriale di Viola Davis, che ci presenta Annalise sbronza come mai prima d’ora e, proprio per questo, più disinibita nel mostrarsi vulnerabile e afflitta.

Annalise che balla con la vodka in braccio fa quasi sorridere, se non ascoltassimo poco dopo le sue parole che, proprio sciolte dall’alcol, risultano pronunciate con leggerezza, ma allo stesso tempo pesanti come un macigno: “Liberarti dei miei casini è stata la tua fortuna” è parafrasando quello che dice a Nate, che da parte sua risulta visibilmente toccato dal messaggio lasciatogli in segreteria (nonostante sia ancora a letto con l’attuale principale rivale di Annalise… e sì, pettorali e addominali al vento, che sembra essere diventata la versione murderiana della quota tette-culi in Game of Thrones. Ripeto, not complaining!). Ma tornerò su Nate e su come queste brevi parentesi in cui lo vediamo potrebbero tornarci utili ai fini dell’ingarbugliata matassa generale fra poco…
Annalise tocca letteralmente il fondo nella scena con Wes, che ha un che di sbagliato (non so, io capisco che questi hanno passato di tutto e di più insieme, ma il fatto che una prof. ti si presenti davanti in quello stato mi risulta ancora molto, molto strano) ma forse tocca le giuste corde proprio per quello. Il rapporto tra Wes e Annalise ha sempre avuto un che di strano, fuori dall’ordinario, tanto da portarci a lungo a sospettare un rapporto madre-figlio. Molti ancora vedono tensione sessuale tra i due, io proprio no, ma di certo l’intimità che c’è è qualcosa che non può lasciare indifferenti.
Wes mi sta sembrando sempre meno incisivo in queste trame, così come in parte della scorsa stagione dicevo di vederlo spesso fin troppo slegato dalle vicende comuni, ma questo gravitare fuori dall’intreccio principale sta diventando un po’ il suo tratto distintivo, e anziché renderlo meno importante ciò lo rende forse speciale, se vogliamo vederla in questo senso: è senz’altro quello tra i Keating Five che ha un rapporto più difficile da identificare con Annalise, spesso oscillante tra l’odio e la compassione, come ci viene ribadito anche in questo episodio, nella scena del bagno, quando Annalise tira di nuovo in ballo il momento in cui le ha sparato: ha letto odio nei suoi occhi, ha continuato a leggere disprezzo ogni volta che saltava fuori un dettaglio sulla sua vita passata di cui lei sembrava al corrente ma su cui continuava a mentirgli. Eppure ora Wes è lì accanto in uno dei momenti forse più (userei lo stesso aggettivo usato da lei) disgustoso nelle vicende di Annalise: mentre si rivolge a lui con del vomito appiccicato ai capelli, dopo essere passata da un’imbarazzante euforia quando lo accoglie ballando a un’imbarazzante disperazione quando, a due centimetri dal water, inizia a piangere e a bofonchiare cose insensate sull’incapacità di perdonare se stessi. Perché, in ultima analisi, è questo il motivo per cui ha cacciato Nate: era troppo premuroso con lei e lei non riusciva ad accettarlo, perché non riesce ad accettare l’idea di poter meritare tutte quelle attenzioni.

E questa incapacità di perdonarsi per azioni orribili commesse e per il proprio passato in generale sembra essere uno dei leitmotiv della puntata, legando Annalise allo stesso Wes (che prende la decisione di lasciare Meggy perché non può neanche dirle la verità su cosa è successo a sua madre, figuriamoci la verità su cosa è successo a casa Keating due stagioni fa) e ovviamente a Frank, protagonista di gran parte dei flashback (rivelatori del motivo che l’ha portato in prigione, da cui proprio i coniugi Keating, come già sapevamo, l’hanno tirato fuori e “ripulito”).
Scopriamo molto di Frank, scopriamo che questa vena dark che sta uscendo di nuovo allo scoperto ultimamente è forse sempre stata lì, anche se Sam afferma di vedere del buono in lui è rivelatorio il modo in cui Frank parla dell’attentato a suo padre e di come l’abbia pianificato per lungo tempo. Le sue parole sembrano uscire dalla testa di un sociopatico, come lui stesso si definisce, eppure le lacrime controbilanciano con un evidente pentimento, segno che il cercare di auto-sabotarsi per rimanere in prigione è la sua accettazione per una pena che sente di dover scontare. Non ho mai visto Charlie Weber come un attore di particolare spicco all’interno di questa serie, ma in questo episodio mi è piaciuto particolarmente sia nel passato, nel rendere questo miscuglio sofferente di sensazioni, che nel presente, in particolare nel suo momento di intimità con Bonnie.

Questo è un altro punto di cui volevo discutere, altro punto cruciale nell’esplorazione di questi personaggi, un perfetto quadro di persone che vivono spesso eventi fin troppo “over the top” eppure appaiono estremamente reali quando si concede loro un po’ più ampio respiro come in questo episodio: ho sempre trovato il legame tra Frank e Bonnie molto interessante da esplorare, un po’ complicato come d’altronde sono complicate le loro rispettive personalità. Non si è mai ben capito se la loro fosse solo complicità o qualcosa di più, ma c’è sicuramente qualcosa di stretto a legarli, anche se probabilmente fino a oggi non avrei immaginato di vedere quella tensione risolversi con il sesso. Non che non abbia apprezzato la scelta, l’ho trovata inaspettata per il semplice fatto che credevo gli autori mirassero a esplorare un qualcosa di più complesso di un rapporto tra amanti nel far incontrare di nuovo Bonnie e Frank, specialmente all’indomani di questo gesto compiuto da lui nei confronti del padre di lei. L’istante in cui lei lo nota e si avvicina è stato forse uno dei miei momenti preferiti delle loro scene in questo episodio, così come quegli attimi di tensione prima del bacio sotto le lenzuola, entrambe scene a mio parere ben realizzate per farti stare col fiato sospeso fino all’ultimo secondo: lo abbraccerà o lo schiaffeggerà per quello che ha fatto? Andranno davvero fino in fondo o decideranno che un coinvolgimento di quel tipo tra loro non è il caso?
Bonnie e Frank sono entrambi personaggi “rotti”, non servono le loro parole per ricordarci cosa hanno affrontato nel loro passato, per quello sembra quasi naturale che arrivino a incontrarsi. Una piccola parte di me ancora dubita della scelta di fargli “consumare” questa tensione, ma in generale ho apprezzato la coerenza di far culminare così un rapporto ben più che fraterno portato avanti per anni, una conoscenza intima tra i due che, sebbene dubito che in molti avessero pensato a questo risvolto sentimentale fra i due finora, li ha sempre resi uno il supporto dell’altra e sempre due parti di un ristretto cerchio disfunzionale che identificherei come “la famiglia allargata di Annalise”. Inoltre l’intercorso di una notte ci introduce anche a un altro momento di dolore estremamente reale, quello di Bonnie nel ritrovare la camera di motel vuota dopo aver fantasticato, forse molto più seriamente di come poteva sembrare, su una fuga insieme: sono discorsi da manuale che i personaggi cinematografici e televisivi fanno spesso in situazioni apparentemente di non ritorno, “andiamo via, iniziamo una nuova vita tranquilla lontano dalle nostre preoccupazioni di qui”, come spettatori non gli diamo neanche più tutto quel peso forse, eppure quello che sappiamo di Bonnie e il suo meltdown nel vedere che Frank è fuggito ancora dice molto più di un discorso fatto solo pour parler.

Il non avere un caso del giorno aiuta senz’altro queste sottotrame più cariche emotivamente a svilupparsi nell’arco dell’episodio, dando spazio all’approfondimento della psiche e dell’attuale situazione emozionale di personaggi come Annalise, Bonnie, Frank e perfino Wes… Ne soffrono un po’ gli altri Keating Five, che non ricevono uguale attenzione (se non Michaela, seppure giusto in maniera superficiale, con l’accenno che immagino verrà approfondito in seguito alla verità sulle sue origini) ma è un giusto prezzo da pagare per un episodio che mi ha davvero conquistata in ogni suo aspetto. Apparentemente abbiamo una puntata più lenta tra le mani, così come era accaduto ad esempio con “Anna Mae”, ma così come in quell’occasione il prendersi una pausa da aule di tribunale e trame intricate non fa che bene allo sviluppo più profondo di questi personaggi e delle loro vicende. Così tanto che perfino la scoperta della persona dietro ai volantini nel campus risulta una scoperta di relativamente dubbio interesse per quanto mi riguarda (ancora di più visto che si tratta dell’inutile compagno di corso dei K5, di cui il fatto che non ricordo il nome dovrebbe già dire molto).

La rivelazione che il corpo trovato senza vita a casa Keating sia di un uomo è abbastanza tiepida, se vogliamo: una volta scoperto che Michaela è tutta intera e perfino ignara della situazione abbiamo depennato tutte le donne dalla nostra lista dei sospetti, rimangono solo Wes, Connor, Asher, Nate e Frank… ho dimenticato qualcun altro?
Io continuo a puntare sui due adulti o al massimo su Wes: Oliver che prova costantemente e invano a raggiungere Connor sembra così vistosamente un depistaggio che se poi risulterà essere lui ci rimarrò male il doppio, e Asher… non me ne vorrà il personaggio se dico che sì, magari Annalise sarebbe stata devastata alla vista di uno qualsiasi dei Keating Five sotto il lenzuolo, ma Asher non mi suona proprio come la scelta più logica in questo senso. L’urlo è così straziante che, tra i cinque, lo assocerei perlopiù a Wes. Ma la verità è che sono i due adulti in lista che continuano a catalizzare i miei sospetti: Nate che si allontana da Annalise provocandole un’ondata di sentimenti contrastanti e poi appare in questo episodio decisamente toccato dalle sue parole in segreteria, ma soprattutto Frank, che ne sta passando davvero di tutti i colori in questo inizio di stagione e sembrerebbe proprio il candidato ideale per la vittima. Stando a quel poco che riusciamo a intuire dal promo riguardo il prossimo episodio, Annalise sembra ancora del tutto non incline a riaccettarlo in casa e tanto meno a perdonarlo, ma chissà cosa può accadere nelle prossime tre settimane. Chissà che non ci sia un riavvicinamento, o anche solo un altro avvenimento che richiami nei ricordi di Annalise quel ragazzo perduto che aveva incontrato in carcere e che, su spinta del marito, aveva deciso di aiutare. Puoi odiare quanto vuoi una persona che ti ha causato tanto male (anche se perlopiù inconsapevolmente) tanti anni fa e te l’ha tenuto nascosto per tutto questo tempo, puoi scegliere di ignorare il suo pentimento e le sue ragioni, ma c’è di certo qualcosa che ha legato indissolubilmente questi due personaggi nell’arco degli anni, proprio come Bonnie e Annalise: anche Bonnie ha commesso un atto inaccettabile uccidendo Rebecca a sangue freddo, ma Annalise l’ha perdonata e ripresa con sé… e sì, è diverso, Rebecca non era il figlio tanto agognato da Annalise, ma per molto tempo ho visto entrambi i suoi assistenti come una sorta di ampliamento della famiglia che Annalise non è mai riuscita ad avere nel matrimonio incasinato che ha condiviso con Sam, la famiglia decisamente disfunzionale a cui accennavo poco più su, quindi ho motivo di credere che in fondo c’è una piccola parte di Annalise che sarebbe disposta a concedere a Frank un lungo e tormentato perdono. E se così non fosse, se non avesse tempo per esprimergli questo perdono prima di trovarlo morto, non sarebbe proprio la molla ideale per una nuova ricaduta psichica della Keating? Oltretutto viene automatico pensare a Frank come la persona con cui Bonnie parla al telefono dall’ospedale, ma l’interesse per la gravidanza di Laurel potrebbe benissimo essere di Wes, non necessariamente di Frank.

Voi invece che ne pensate di “It’s About Frank” e di ciò che abbiamo appreso in questo episodio? Qualcuno che ha voglia di speculare sul personaggio sotto il lenzuolo o, forse ancora più intrigante, il padre del bambino di Laurel? Io continuo a puntare su Frank: scontato non vuol sempre dire pessimo, l’abbiamo imparato in diverse occasioni in questo show. Gli autori sembrano volerci far puntare a tutti i costi su Wes/Laurel, che mi piacerebbe anche molto ma, alla luce delle sole 3 settimane di tempo, mi sembra un po’ stiracchiato: è davvero abbastanza per far accendere questa fiamma latente e far finire a letto i due, e soprattutto sviluppare un feto abbastanza notevole da essere chiamato tale? No, chiedo sul serio, forse sono io a non essere abbastanza ferrata in materia. E poi “Frank isn’t gone”?? Come ooooon!!
Qualsiasi cosa vorrete condividere con me vi aspetto qui sotto nei commenti, vi lascio intanto il promo del prossimo episodio e vi invito, durante l’attesa, a fare un salto come sempre dai nostri amici di

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Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

1 COMMENT

  1. Ritiro tutto ciò che ti ho scritto la scorsa settimana: nell’arco di un episodio sono riusciti a farmi rivalutare Michaela (che meraviglia quando ha zittito il tizio, Simon)e il suo passato (è la sindrome “Barbara D’Urso”, sorry), interessare al suo passato, solleticare la mia attenzione su Wes (e Laurel) e farmi radicalmente cambiare idea sulla coppia Castillo e Delfino.
    Bonnie eccezionale come sempre: il suo personaggio si è riconfermato il più multisfaccettato della serie tv.
    Unico appunto, come hai sottolineato tu: dopo averci fatto vedere vive e – più o meno – vegete Laurel, Maggie, Annalise, Michaela e Bonnie, ci dicono che la vittima è un uomo. Eh, ma dai?Come se avessimo bisogno di una conferma.
    A me viene da pensare che sotto il lenzuolo possa esserci un Simon (per la questione: gli autori amano trollarci per cui il morto non sarà rilevante) o lo stesso Frank, per il quale la morte è narrativamente l’unica soluzione. Qualcosa mi fa sospettare che, però, l’incendio possa averlo applicato la stessa Annalise e che i due coinvolti possano essere vittime accidentali, da ciò la disperazione al pensiero di aver direttamente ucciso qualcuno (l’unica con le mani ancora pulite è lei, per la cronaca: li vogliamo pareggiare i conti?O lasciamo che sia colei che pulisce i pasticci altrui?).
    Secondo me il padre del bebè è Frank, come te sono dubbiosa circa la tempistica (anche se, è vero, il bacio arrivò del tutto inaspettato) ma sono ormai convinta che qualcosa fra occhi da cucciolo e la figlia dell’amico della CIA, la faranno nascere. Non so.
    Una domanda assolutamente seria ce l’ho: perché Connor e Michaela sono nel profondo Sud a casa della famiglia adottiva della ragazza?Sono in vacanza?Sono questioni assolutamente fondamentali ;P
    Alla prossima!

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