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Graceland | Daniel Sunjata racconta la sua nuova serie crime

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Graceland | Daniel Sunjata racconta la sua nuova serie crime

GRACELAND -- Season: 1 -- Pictured: Daniel Sunjata as Paul Briggs -- (Photo by: James Minchin III/USA Network)

USA lancia sui suoi schermi il nuovo show originale“Graceland.”  Questo drama — ambientato in una casa sulla spiaggia in cui rappresentanti di diverse agenzie federali vivono sotto copertura –ha per protagonisti Daniel Sunjata (“Rescue Me”) e Aaron Tveit (“Les Miserables”). Durante una recente visita sul set, abbiamo parlato con Sunjata del suo ruolo e della serie in generale.

ATTENZIONE: leggeri spoiler sulla trama del pilot di “Graceland”

Perché hai accettato il ruolo di Paul Briggs?

Daniel Sunjata: Fino a questo momento nella mia carriera non ho avuto molte possibilità di interpretare personaggi con così tante sfaccettature, personaggi con questo tipo di complessità e spessore. E così ho letto il copione — e ovviamente ho visto che il creatore era Jeff Eastin. Sapevo che era un grande storyteller. Non ho avuto bisogno di pensarci. Non c’era nessuna ragione per non accettare il lavoro.

Alla fine del pilot, tutto quello che sappiamo di Briggs è che se la cava bene nei test, beve di giorno e ama dormire. Cosa lo rende un agente dell’FBI così bravo?

Daniel Sunjata: Penso che ciò che lo rende così bravo sia il fatto che può fare tutte quelle cose e riuscire comunque a mantenere il livello del suo lavoro molto, molto alto — non che l’alcolismo funzionale sia qualcosa che dovremmo, sai, ammirare. Ma lui è una specie di surfista scansafatiche un po’ bohémien, eppure quando è il momento di lavorare, non pensa ad altro. E trova sempre il suo uomo, per così dire.

C’è una sorta di travaglio interiore nel personaggio che l’ha portato ad essere in questo modo?

Daniel Sunjata: Assolutamente sì. Non vedrete solo i demoni di Biggs, ma anche alcuni demoni degli altri personaggi. Niente è come sembra a “Graceland.”

Tutti hanno dei segreti.

Cosa ti intriga così tanto di “Graceland”?

Daniel Sunjata: Personalmente mi ha attratto il fatto che non fosse un procedurale. È uno show incentrato sui personaggi e sui dialoghi. Dopo il primo episodio, le relazioni nella casa diventano sempre più complicate e comincia a sgretolarsi la facciata di tranquillità e normalità. Puoi capire com’è vivere in una casa con persone che all’esterno di quella casa mentono per vivere… Non possono essere loro stessi nemmeno a casa, lo scoprirete. Questo è più o meno tutto quello che posso dire senza iniziare a raccontare lo sviluppo degli eventi nel corso della stagione.

Quello che mi piace della prima stagione è che è molto serializzata, e spero che la serie non si trasformi in avviene il crimine-noi-investighiamo-e-scopriamo-il-colpevole-alla-fine-dello-show. Spero che non finiremo in quel territorio almeno fino alla stagione 3 o 4, quando non sapremo più come serializzare lo show. Ma più o meno tutta la prima stagione è molto serializzata.

Come descriveresti il rapporto tra Briggs e Mike (Tveit)?

Daniel Sunjata: Noterete un po’ di resistenza da parte sua durante il pilot, ma poi a malincuore accetta la responsabilità [di addestrare Mike]. Briggs si ritrova ad apprezzare Mike come persona, quindi per lui non è un grande peso di cui lamentarsi in ogni episodio. Gli piace Michael.

Dove si inserisce “Graceland” rispetto alle altre serie USA?

Daniel Sunjata: Non sarà la tipica serie di USA tutta cieli azzurri. Saranno più che altro cieli grigi, e non credo che questa sia una cosa negativa. Voglio dire, sicuramente ci saranno dei momenti di leggerezza. C’è della comedy. Però sì, penso che ci si dovrà preparare ad un piccolo viaggio nel lato oscuro, per così dire. Ma penso che l’operazione avvenga in un contesto che rimane fedele al brand USA.

Circola una leggenda secondo cui tu avresti vomitato nell’oceano…

Daniel Sunjata: È vero, è vero.

Mai fare surf dopo aver mangiato gli scampi. Ecco cosa voglio dire. Ci eravamo separati per pranzo, e dovevamo girare questa scena in mare con le tavole da surf al pontile di Santa Monica. E cosa posso dire? Le onde erano abbastanza intense e siamo rimasti in acqua per 45 minuti circa. Non sono un vero surfista, e prima che me ne accorgessi stavo facendo da esca con il mio pranzo.

Non vi preoccupate — l’ultima parte non l’hanno messa nello show. Potrete vedere quello che succede a “Graceland” da giovedì 6 giugno su USA.

Fonte

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Flight non è molto brava con le presentazioni ed è qui solo per ingannare il tempo nell'attesa che un tizio un po' strambo che si fa chiamare Doctor si presenti sotto casa sua con una vecchia cabina telefonica blu; a quel punto farà armi e bagagli e andrà a rischiare la vita in giro per l'universo. Solo perché la lettera da Hogwarts non è mai arrivata e le sue ricerche per trovare la Terra di Mezzo si sono rivelate infruttuose, non significa che rimarrà delusa di nuovo. I suoi grandi amori sono cinema e letteratura (impossibile scegliere) ma si è perso il conto delle sue numerose scappatelle nel mondo delle serie tv. Galeotto fu il buon Dawson con le sue interminabili pippe mentali. Nel corso degli anni ha seguito e amato decine di telefilm, ma solo due si contendono il titolo di serie preferita di tutti i tempi: l'americanissima Scrubs e la britannica Sherlock.

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