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Game of Thrones | Recensione 3×10 – Mhysa

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Game of Thrones | Recensione 3×10 – Mhysa

Anche questa stagione si conclude, il decimo episodio è intitolato Mhysa che nell’antica lingua Ghiscari, parlata dagli schiavi di Yunkai, significa Madre e sappiamo tutti a quale madre si riferisce. Ed è proprio la madre il tema portante di quest’episodio, o almeno della sua parte migliore. La figura della madre è un simbolo, simbolo di forza, resistenza, coraggio, sopportazione ma in questo caso anche simbolo delle occasioni perdute. L’occasione perduta di un finale di stagione che per quanto epico ci lascia con l’amaro in bocca e la sensazione che manchi qualcosa, quel qualcosa che avrebbe dovuto lasciarci esterrefatti fino al prossimo anno come è successo nelle stagioni passate.

Ovviamente il punto focale della storia in Game of Thrones viene sempre esplorato nel nono episodio e dopo The Rains of Castamere è naturale che sia alquanto difficile tenere il ritmo. Ciò che però mi premeva particolarmente era la presenza di un cliffhanger finale che purtroppo non abbiamo avuto. E badate che il cliffhanger non era necessario semplicemente per creare un po’ di suspense in attesa dell’anno prossimo ma semplicemente perché sarebbe stato perfettamente coerente con la storia e avrebbe reso realmente epico questo episodio e degno del titolo che gli è stato affibbiato.

Probabilmente, ancora una volta la mia ottica da lettrice mi rende più critica di quanto dovrei essere e in realtà il resto dell’episodio ha funzionato abbastanza bene tra alti e bassi.

La parte iniziale dell’episodio è spietata, neanche il tempo di riprendersi dal terribile Red Wedding, che le sue conseguenze ci piombano addosso con tutta la loro violenza. Attraverso gli occhi di uno dei nuovi giocatori fondamentali, il crudele Roose Bolton assistiamo alla totale disfatta dell’esercito degli Stark, alla beffa e al massacro.

starkburning

Ancora una volta Benioff e Weiss sembrano voler torturare la povera Arya Stark ancor di più di quanto sia accaduto nei libri. La scena che si prospetta davanti ai suoi e ai nostri occhi è crudele e scioccante. I Frey inneggiano al Re del Nord trasportando il corpo senza vita di Robb Stark, al quale è stata tagliata la testa e rimpiazzata da quella del suo metalupo Grey Wind. Maisie Williams dà una prova di bravura non indifferenza nell’intero episodio a partire dallo sguardo struggente alla vista del macabro trofeo. Sapevo che l’obiettivo era spezzare i nostri cuori, avremmo dovuto aspettarcelo, eppure fa male comunque.

sadarya

Il percorso di Arya è ormai imboccato, non c’è più nulla che la tenga legata a ciò che era. La fine di Robb rappresenta la fine di tutto, resta soltanto la vendetta. Anche qui Maisie dà prova del suo talento e ci dà un assaggio di quello che potrebbe essere il futuro di Arya.

valarmorghulis

All men must die, Arya l’ha imparato a sue spese.
Intanto a King’s Landing i biondissimi Lannister si godono la vittoria, non senza i soliti screzi causati dai loro vari istinti da prime donne. Plauso particolare alla ormai palese bravura di Jack Gleeson, Joffrey è singolarmente irritante con quel sorrisetto idiota stampato in faccia, ma questo atteggiamento ci ricorda anche che chi abbiamo di fronte è soltanto un ragazzino che prende la guerra come un gioco creato apposta per il suo mero divertimento.

happyjoffrey

Permettetemi di soffermarmi un attimo su una cosa molto piccola ma enormemente irritante, il Gran Maestro Pycelle, vecchio di merda! Perdonate il francesismo. Mai fu creato personaggio più inutile, disgustoso e fastidioso. Speriamo tutti che la morte ti accolga presto. Detto questo torniamo alla normalità, a Nord si procede a ritmo di Hodoooor! Bran non è ancora a conoscenza del triste destino riservato al fratello Robb e si trova nuovamente ad un passo dall’altro fratello, Jon Snow, ma ancora una volta la sorte li separa prima che entrambi se ne rendano conto. Con l’aiuto di Sam, Bran e i suoi oltrepassano la barriera ma non hanno idea dei pericoli che li attendono e delle enormi conseguenze che questa scelta comporterà.

La conversazione tra Roose Bolton e Walder Frey non fa altro che confermare le mie parole della settimana scorsa su quest’ultimo, un personaggio costruito appositamente per essere, piccolo, meschino, infimo e stupido nella sua crudeltà. Roose Bolton invece è tutto un altro paio di maniche, è lui il vero nemico. Tale padre, tale figlio le torture di Ramsay non sono affatto vicine alla fine. Mutilazioni varie a parte questa scena è fondamentale per la trasformazione da Theon Greyjoy a Reek, ciò rappresenta l’annullamento totale dell’identità di Theon. La tortura fisica e psicologica ha ormai raggiunto livelli indicibili, Theon non tornerà mai più lo stesso. Potremmo considerare questo come il suo momento più basso, una volta toccato il fondo potrà forse rialzarsi? Rises again harder and stronger? Staremo a vedere…

reek

A quanto pare a Pyke nessuno si dispera quanto me per le disgrazie del povero Theon e alla vista del souvenir arrivato direttamente da Forte Terrore quel simpaticone di Balon Greyjoy non fa una piega, sembra quasi non aspettasse altro. Yara (sacrilegio, bestemmia, blasfemia ASHA si chiama ASHA) invece ci stupisce e non accetta che il fratello minore sia lasciato in balia delle perversioni di Ramsay Snow. Da vera donna d’azione parte per il Nord in una missione di salvataggio. Questo è l’unico scorcio di Pyke che ci è stato concesso in tutta la stagione, personalmente trovo le storie dei Greyjoy tra le più appassionanti e quindi questo tempo è assolutamente ben speso.

dickinabox

Perdonatemi la settimana scorsa abbiamo pianto, adesso ridiamo un po’, giusto un po’ e senza cattiveria perché dovete comunque amare Theon, sempre!
Sicuramente visto che stiamo pur sempre parlando di un season finale, molte scene puramente riempitive, potevano essere evitate. Sottolineare l’ovvio come nella scena di Davos e Gendry o aggiungere dinamiche del tutto inesistenti come quella tra Shae e Varys non giova alla fluidità dell’episodio e toglie tempo prezioso a ciò che davvero dovrebbe prepararci alla prossima stagione.

Al contrario ciò che da riempitivo si trasforma in ottimo spunto è la scena tra Tyrion e Cersei. Non è la prima conversazione tra i due, cullata da qualche sorso di vino ma forse è una delle migliori. La maggior parte del merito in questo caso va a Lena Headey e alla sua grandiosa interpretazione. Al di là delle varie antipatie e simpatie possiamo tutti riconoscere che il dramma di Cersei è soprattutto quello di una madre, una madre che ama il proprio figlio incondizionatamente, simbolo dell’amore più puro. Cersei parla tra sé, ricorda, quasi vaneggia, ma il suo monologo chiarisce il suo contrasto e in questo singolo caso la pone sotto una nuova luce.

cersei

Naturalmente neanche il tempo di provare un po’ di compassione per lei che la cara leonessa subito mi fa ricredere. Il ritorno di Jaime non è per niente trionfante, dopo aver attraversato le porte della città come un qualunque poveraccio, l’accoglienza di Cersei non è affatto calorosa. Il momento sembra potenzialmente epico, i due si rivedono dopo tanto tempo e tanto dolore, l’hype sale e tutto ciò che otteniamo, invece, è uno sguardo glaciale di Cersei rivolto proprio a quel qualcosa che Jaime non ha più e questo sembra bloccare entrambi. Può la loro relazione che ha superato così tante avversità, che è sbocciata e cresciuta nonostante il disgusto di tutti, morire per colpa di una mano mozzata? Conoscete tutti Cersei, non devo dirvi altro e forse anche per Jaime è tempo di aprire gli occhi.

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Ricalchiamo la scena di un amore tragico con Jon e Ygritte, reso in questo caso molto più tragico e imponente di quanto non sia stato in realtà. Considerando, però, il modo in cui è stata impostata la loro storia questo sembra essere un degno epilogo, almeno per il momento. Jon nonostante le ferite riesce a raggiungere Castle Black ed è felice di essere finalmente a casa, alla fine ha fatto la sua scelta e anche questa avrà delle conseguenze che ci aspettano nella prossima stagione.

idoknow

I corvi inviati da Sam raggiungono ogni angolo dei Sette Regni, ma soltanto Davos sembra essere seriamente preoccupato dalla situazione. Da questo momento in poi ci sarà una svolta importantissima per il Team Dragonstone, la vera guerra non è quella per il trono ma quella che si trova al Nord oltre la Barriera, il male che arriva con l’inverno. Melisandre lo vede nel suo fuoco e nella prossima stagione questo fuoco potrebbe bruciare tra metri di ghiaccio e neve.

E arriviamo alla parte finale, quella che tutti attendevamo. La conclusione di questa stagione è affidata, naturalmente, a Daenerys Targaryen e al suo momento di gloria.

Mhysa inneggiano gli schiavi liberati, ma per quanto la scena risulti ben riuscita ed esaltante, continuo a credere che questo non sia stato il finale adatto, qualcos’altro andava aggiunto per rendere l’episodio realmente memorabile.

Purtroppo mi trovo a fare una constatazione alquanto negativa, rispetto ai precedenti season finale questo è sicuramente il peggiore e quello che ci lascia con meno aspettativa. I grandi eventi ci saranno su questo non ci sono dubbi, ma ci sarebbero stati modi migliori per presentarceli.

Non voglio però congedarmi parlando male della mia serie preferita, è sempre Game of Thrones ed è quindi sinonimo di qualità a prescindere!

Daenerys è sempre Daenerys e il finale è comunque da brividi, per quanto poco coraggioso, inoltre è accompagnato da un piccolo capolavoro, la canzone Mhysa scritta apposta per questo episodio.

mhysa

Niente promo questa settimana quindi vi lascio con questa canzone e visto che siamo davvero in dirittura d’arrivo per l’ultima volta vi chiedo di visitare Game of Thrones Italy, in questo periodo di astinenza ne avrete bisogno, fidatevi.




Ed ora il momento dei saluti, la stagione si è conclusa e nonostante gli alti e bassi non possiamo lamentarci, alla fin fine Game of Thrones non delude mai. Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito, amici e non, alimentando ancor di più la mia malsana ossessione. Finirò in manicomio, grazie!

Addio, Valar Morghulis, Valar Dohaeris, The North Remembers!

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