Michael Slovis ci confida che un’allagamento lo ha forzato a cambiare una scena molto importante all’ultimo minuto: “Il nostro piccolo torrente era diventato un fiume in piena.”
[ATTENZIONE: Questa intervista contiene spoiler sull’episodio di domenica di Game of Thrones, “The House of Black and White.”]
Game of Thrones non sta perdendo tempo e le cose sono state movimentate sin dal primo episodio.
È passato molto tempo dall’ultimo episodio in cui ci sono stati così tanti sviluppi per così tanti personaggi come in quello di domenica. Tra le grandi mosse ci sono:
Jon (Kit Harington) viene eletto come Lord Comandante dei Guardiani della Notte; Daenerys (Emilia Clarke) ha quasi dato inizio ad una rivolta dopo aver fatto giustiziare pubblicamente un giovane omicida; Jamie (Nikolal Coster-Waldau) si è imbarcato in una missione sotto copertura per salvare sua figlia Myrcella (Nell Tiger Free) da Dorne; Brienne (Gwendoline Christie) ha trovato Sansa (Sophie Turner), scoprendo che la giovane Stark non vuole avere niente a che fare con lei; ed infine il momento preferito dai fan: Jaqen H’ghar (Tom Wlaschiha), che non vedevamo dalla Stagione 2, ritorna per iniziare ad allenare Arya (Maisie Williams) per diventare uno degli Uomini Senza Volto.
Nella nostra intervista con The Hollywood Reporter, il regista Michael Slovis ci ha parlato di come sono stati realizzati questi importanti momenti, perché la scena di Brienne è stata completamente diversa da come era pianificata, e la sfida dell’introduzione di Dorne, la lontana dimora di Oberyn (Pedro Pascal), il personaggio preferito dei fan della Stagione 4.
C’è molta tensione quando Brienne incontra Sansa. Come hai mostrato quello che tutti questi personaggi volevano?
Succede così tanto in questa scena. Tutti avevano uno scopo. Abbiamo dovuto chiarire quale fosse quello di ogni personaggio. Nessuno dice davvero quello che pensa in questa scena. Una delle cose fantastiche che vengono fatte in Game of Thrones e che non c’è per nessun altro show in cui abbia mai lavorato, è che hai una giornata intera per provare. Il dipartimento d’arte ha ricostruito la locanda in uno studio, e abbiamo passato due ore a provare per capire se stavamo facendo un film o un gioco.
E poi si passa subito ad un inseguimento a cavallo. Quali sono state le sfide per queste scene?
Avevamo attori che potevano andare a cavallo e altri invece no. O che magari non potevano perché è troppo pericolo andare a cavallo su quelle colline a quella velocità. Avevo questa bellissima immagine nella mia testa dove l’intero combattimento avviene nel mezzo di un ruscello, dove alla fine ci finisce Poderick, ma senza cavallo perché non vuole attraversarlo.
Quando siamo andati alla fattoria la prima volta dove abbiamo girato, si trattava di un ruscello piccolo e con poca acqua. Abbiamo costruito una sorta di diga più giù nel fiume, e abbiamo formato un po’ di spazio con una scavatrice per uno degli uomini – dopo che viene pugnalato al collo – per farlo cadere, in modo che fosse sicuro. E abbiamo fatto tutto come pianificato, perché avrebbero fatto tutto il resto nell’acqua.
A giudicare dall’episodio, questo non è proprio quello che succede.
Mentre ci preparavamo quella mattina, il coordinatore degli stunt Rowley Irlam mi ha chiamato in macchina e ha detto, “Non possiamo girare la scena della lotta come abbiamo pianificato.” Il nostro piccolo ruscello era diventato un fiume in piena, a causa della tanta pioggia delle settimane precedenti. Anche uno show di dimensioni medie ha dei problemi a cambiare direzione in poco tempo. Ma sicuramente per qualcosa della dimensione e della complessità di Game of Thrones è ancora più difficile. Ringraziando tutti, abbiamo girato l’inseguimento a cavallo quel giorno, e poi abbiamo pensato ad un altro modo in cui girare la scena del combattimento.
Sapevi già che il discorso di Sam per l’elezione di Jon avrebbe rubato la scena?
All’epoca non sapevo come sarebbe stato, ma avevo una versione nella mia testa che non era appassionata come quella di John Bradley. Quando l’abbiamo girata, sono rimato sopraffatto, e ho capito che sarebbe stata il pezzo forte. Questo è il momento in cui quella scena cambia completamente.
Sam ha dimostrato di essere più eroico di quello che pensa.
Soprattutto quando c’è quell’adorabile momento alla fine dell’episodio 1 in cui Mance (Ciaran Hinds) sta bruciando e Gilly (Hannah Murray) appoggia la sua testa sulla spalla di Sam e lo guarda cercando del conforto. E poi c’è la scena nella biblioteca, che è stata altrettanto interessante, in cui l’intera idea di leadership è il tema centrale, e lui parla del più giovane ragazzo mai eletto come Lord Comandante. Non avevo neanche realizzato che avrebbe poi portato tutto al discorso che Sam fa per Jon.
Il confronto a Dorne tra Doran (Alexander Siddig) e Ellaria (Indira Varma) sembra che avrà delle future conseguenze nei prossimi episodi. Come hai fatto ad ottenere il giusto tono?
Tutti noi registi che dirigiamo solo alcuni episodi dipendiamo molto dagli showrunner – ci aiutano a trovare l’appropriato modo per girare le scene. Loro mi hanno guidato in quello che chiamiamo “tone meeting”, in cui cercano di gettare le basi per i prossimi episodi, che è ugualmente importante a quello che succede nel mio episodio. Posso dire, “Lui dovrebbe essere incavolato e alzarsi e urlare,” e loro poi possono dire, “Sai cosa, ci abbiamo pensato. Ma tra quattro episodi, succede questo e vogliamo avere questo tipo di emozione in quel momento e non ora.” Sto usando questo come esempio; non è riferito alla storia al momento. Ma quello che voglio dire è che hanno già una grande immagine in testa in modo che poi ci sia io con il mio episodio per “riempire” lo spazio tra l’ultimo episodio della Stagione 4.
Game of Thrones va in onda la domenica su HBO.