Home Farewell to... Farewell to… The Carrie Diaries

Farewell to… The Carrie Diaries

1
Farewell to… The Carrie Diaries

Nuova rubrica! Ultimamente ci siamo sentiti un po’ nostalgici quindi abbiamo ben pensato di fare qualcosa a riguardo. Farewell to… sarà il nostro modo di salutare quelle serie terminate o cancellate di recente, più mani lavoreranno a questa rubrica, per rendere giustiza e ricordare cosa hanno amato, e forse anche odiato, dei vari show non più in onda. Abbiamo deciso di partire con un prodotto della CW: The Carrie Diaries.

Quando la CW annunciò The Carrie Diaries la mia mente aveva immaginato trash, quintali di trash e finì subito in lista, qualcosa doveva pur rimpiazzare l’appena finito Gossip Girl!
La mia storia con questa serie inizia così e continua in modo diametralmente opposto.
Criticato da molti fan di Sex and the City, The Carrie Diaries è invece da apprezzare per essere un teen drama puro, niente vampiri, niente eroi dei fumetti, niente adolescenti viziati e ricchissimi che si vorrebbe solo prendere a sberle. Cresciuta a pane e Dawson’s Creek, non potevo che amare la piccola Carrie e le sue disavventure così reali nelle quali è semplice immedesimarsi… L’ambientazione anni 80 ha fatto il resto. The Carrie Diaries non è mai stata una serie imperdibile, ma ha quel fascino vintage che attira. Il suo punto di forza è la semplicità: adolescenti in piena crisi ormonale, il liceo e l’ammissione all’università (ormai vedere gente che studia è diventata una rarità in tv!), la prima volta, le lite coi genitori, argomenti che ormai non trovano più spazio all’interno del palinsesto CW, dedicato quasi interamente al sovrannaturale (con mio grandissimo disappunto, mi è rimasto solo Hart of Dixie che mi faranno fuori il prossimo anno).
Ma il prequel di Sex and the City non è solo un telefilm leggero, ha saputo affrontare con serietà anche alcuni temi delicati, quali l’omosessualità di Walt e la grande piaga degli anni 80:  l’AIDS. Leggero sì, ma non sciocco e banale.
Dovessi dire 3 cose che ho amato di The Carrie Diaries direi:
– la colonna sonora che ha dato tantissime soddisfazioni e che mi ha conquistato definitivamente con questa (anche se non è l’originale dei The Smiths) ascoltata alla fine della 1×08

– I vestiti! Di certo gli anni 80 sono diventati molto più glamour e molti degli obbrobri del tempo ci sono stati risparmiati, ma alcuni outfit erano una gioia per gli occhi, principalmente quelli di Carrie. Il mio preferito è lo splendido abito di Carolina Herrera visto nella 2×11

– Sebastian: avessi avuto una decina d’anni di meno me ne sarei subito innamorata. Bello, dolce, educato con giusto un pizzico di bad guy che lo rende ancora più interessante.

Diciamo addio ad una serie ingiustamente sottovalutata, che nel suo genere ha saputo difendersi egregiamente, che si è distinta per un’ottima caratterizzazione e crescita dei personaggi (basti pensare a Donna, inizialmente odiosa, diventata poi adorabile) e che ha castato una giovane Samantha Jones PERFETTA.
The Carrie Diaries mi mancherai e Larissa, mi mancherai tantissimo!

-Fran

Parto da un presupposto: a me Sex and the City non piace, ho provato in mille maniere a mandarlo giù, a cercare di capire cosa ci trovi il mondo intero in questa serie, ci ho provato, davvero, ma non ci sono riuscita… Non mi piace, punto e fine del discorso. Ragione per la quale quando uscì il pilot di The Carrie Diaries, il mio interesse per esso era sotto alla suola delle scarpe. Poi qualcuno mi ha detto “guardalo, sono sicura che ti piacerebbe, lei ama scrivere”, il che può sembrare banale (non lo è in realtà, non per me che scrivo letteralmente pure sui tovaglioli del bar quando faccio colazione) come motivazione per “assaggiare” una serie, ma tanto è bastato per farmi avvicinare al pilot. Che male c’era nel provare? Il male che poi è diventato un addiction, di quelle potenti.
The Carrie Diaries è perfetto. È perfetta la trama, sono perfetti i dialoghi, perfetta è ogni singola storyline, perfetti sono i costumi – cosa non darei per avere l’intero guardaroba di Carrie – ancor più perfetta è la colonna sonora. New York, anni ’80, una ragazza alle prese con i primi sogni, i primi amori, le amicizie del liceo, le amicizie della grande città, la scoperta di un nuovo mondo… Per una hopeless romantic come me, la cancellazione di questa piccola perla che è Carrie è stata un trauma nonostante fosse una fine annunciata, visto che già la seconda stagione era stata una sorta di “regalo”. Come forse già saprete, The Carrie Diaries ci narra le avventure di Carrie e dei suoi amici alla scoperta di sé stessi e del mondo che li circonda, ci mostra i loro sogni, le loro ambizioni, i loro fallimenti, le loro vittorie… Carrie in particolare, è un’aspirante scrittrice che ha la fortuna di ottenere uno stage presso una prestigiosa rivista, stage che le aprirà le porte a quel mare di possibilità contenute all’interno della Grande Mela, e che le aprirà anche ad alcuni dei suoi amici.
Ma cosa mi è piaciuto particolarmente in TCD, a parte gli elementi già citati? La maniera con la quale sono state affrontate le storyline: sono reali, è reale il mondo nel quale sono collocate, sono credibili e condivisibili i tre quarti delle reazioni dei personaggi alle varie situazioni – e trattano anche di temi piuttosto importanti, come ad esempio l’essere gay e venire a patti con ciò in una società ancora chiusa e che ha paura di ciò che non conosce (tema purtroppo attuale) – eppure nonostante questo il mondo di TCD riesce ad apparire come se fosse stato tratto da un libro delle favole. Sarà il fascino di un’epoca alla quale dobbiamo quasi tutto anche se eravamo solo degli embrioni nella pancia della mamma (io quantomeno), sarà che la storia fra Carrie e Sebastian – con i suoi alti e bassi – riesce a far sognare a occhi aperti e a farci credere nel principe azzurro, sarà che il finale – per quanto mi abbia spezzato il cuore, hopeless romantic, ricordate? – ha avuto quella nota dolce amara che a me piace tanto.

La stagione che ho amato di più è stata sicuramente la seconda, l’ho trovata più matura da un punto di vista narrativo, e lo stesso vale anche per i personaggi – che avevano addosso tutto il bagaglio guadagnatosi nel corso della prima stagione, più “conoscitiva”, e che sono stati lasciati a combinare e sbrogliare i propri casini in maniera che li ha fatti crescere e guadagnare nuove consapevolezze.

Storyline preferite? Difficile scegliere, ogni singolo episodio ha avuto i suoi punti meritevoli, ma se proprio dovessi fare una cernita punterei dritta su tre cose: l’amicizia fra Carrie e Walt, il modo in cui si spalleggiano sempre e comunque a vicenda, che li fa crescere insieme. Secondariamente, il cammino personale di Walt, che a mio avviso è quello che intraprende il percorso di formazione più difficile, uscendone alla grande (la mia professoressa di letteratura del liceo sarebbe fierissima di lui, attaccata com’era ai romanzi di formazione). Least but not last, la storyline di Carrie e Sebastian, il loro continuo prendersi e lasciarsi, cercarsi ed evitarsi, amarsi e (a tratti) odiarsi, questo grande amore adolescenziale che sembra prendere interamente le loro essenze solo come un amore adolescenziale può fare.

Personaggio preferito? Carrie. Carrie sogna, Carrie scrive, Carrie vuole fare della scrittura la sua vita professionale, Carrie ama, Carrie è incredibilmente emotiva, Carrie combina pasticci, Carrie è me sotto un numero di aspetti inquantificabile.

Se questa è la mia opinione su Carrie Diaries, capirete bene perché sia stato estremamente difficile per me salutare la serie. L’ho trovata una piccola perla, personaggi caratterizzati meravigliosamente – tutti, dal primo all’ultimo – e forse è stata tale perla proprio perché ha avuto vita tanto breve, diciamo che è partita bene e non ha avuto il tempo di perdersi per strada. Un grandissimo pregio ce l’ha finale, che è chiuso, quindi non abbiate il timore di intraprendere questa visione per paura di rimanere con l’amaro in bocca. In realtà “chiuso” non è il termine esatto, in fondo vengono lasciate aperte migliaia di porte – ma come potrebbe essere altrimenti? Parliamo di ragazzi appena diciottenni! – ma se non altro è stata data una degna chiusura a ogni singola storyline in corso.

Volevo lasciarvi con un video della mia scena preferita in assoluto, ma dopo aver riguardato le due stagioni quasi nella loro interezza a spizzichi e bocconi, sono giunta alla conclusione che non ci riesco proprio a isolarne una sola. Quindi vi lascio con questo fan video che raccoglie alcuni dei momenti migliori fra Carrie e Sebastian. Hopeless romantic fino alla fine!

-ChelseaH
Purtroppo “The Carrie Diaries” non è sopravvissuta alla stagione telefilmica 2013/2014: dopo una prima stagione dagli ascolti altalenanti, il teen drama targato The CW, che ci ha raccontato le gesta della giovane Carrie Bradshaw alle prese con il suo periodo adolescenziale ed i primi approcci allavita della grande Mela, è stato cancellato a causa dei bassi ratings. Lo show può essere considerato come un prequel di Sex and The City, la serie cult di fine anni ‘90, liberamente tratto dal romanzo best seller di Candace Bushnell.
Ciò che mi spinse ad iniziare la serie fu la curiosità di vedere come gli autori, differenti da quelli di Sex and The City, avrebbero sviluppato il personaggio di Carrie, che tanto si è amato nella serie HBO. Nonostante la cancellazione, la serie è sicuramente un buonissimo prodotto ed è stato un peccato che la CW non abbia dato una chance in più alla serie, visto e considerato le scelte fatte in generale. Gli autori hanno saputo trattare con la leggerezza che si addice ad un teen drama (che ha lo scopo di intrattenere principalmente) importanti argomenti quali l’importanza dell’amicizia, il crescere seguendo i propri sogni, la morte di un genitore, l’aborto, l’omosessualità, l’AIDS e la difficoltà nel prendere determinate scelte nella vita. A tutto questo, hanno saputo alternare momenti di grande ironia, soprattutto grazie al personaggio di Larissa, introdotto dalla prima stagione, e l’inclusione di Samantha Jones nella seconda.
Larissa è la mia preferita della serie: l’ho trovata a dir poco fenomenale, divertente, carismatica, ed anche l’attrice è stata perfetta, col suo fantastico accento inglese ha dato al suo personaggio quel tocco in più.

Uno dei momenti più divertenti che ricordo è il primo incontro fra Carrie e Larissa, con quest’ultima che impazzisce per la borsa di Carrie. Questo momento potete riviverlo qui sotto insieme ad un’intervista all’attrice.
http://www.youtube.com/watch?v=ms2xe8HJP38
Ovviamente i momenti divertenti legati alla mia preferita son molti, ma oltre a questo ho apprezzato il modo in cui durante tutte le serie, Larissa abbia sempre spronato Carrie a seguire il suo sogno, introducendola al mondo “in” di New York e dandole un’ opportunità di lavoro al giornale, nonostante la giovane età.
L’altro momento che mi è piaciuto particolarmente è stato il finale della seconda stagione, diventato successivamente il series finale. Nonostante di solito i finali siano spesso deludenti, questo è uno di quelli che, nonostante TCD avesse ancora del potenziale inespresso (gli autori hanno affermato dopo la cancellazione che nella terza stagione avremmo conosciuto Miranda), mi ha lasciato in parte soddisfatto. Tutti riescono a raggiungere una sorta di equilibrio, e per lo meno sono ancora tutti insieme, sempre uniti. Potete rigustarvi il finale di serie nella clip qui sotto.
http://www.youtube.com/watch?v=7SEBCRbD-Qo
-Etty90
Anche a voi manca questo show? Quali sono stati i momenti migliori? Fatecelo sapere nei commenti!

1 COMMENT

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here