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Eccolo qua il Natale… #TheOriginals #DoctorWho

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Eccolo qua il Natale… #TheOriginals #DoctorWho

I am in the room waiting for Santa and for ‘Klaus’

Suddenly by night they will arrive

Can’t you feel the typical

Cling cling cling cling cling

Presents for the good

Coal for the bad

Proprio come diceva mia mamma

Ebbene amici… anche quest’anno è arrivato il Natale! Tutti i regali sono sotto l’albero (il mio rigorosamente rosso e oro…) e la casa è addobbata stile USA:

Seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee magari!!!

Il Natale è sempre stata la mia festa preferita: le luci, i colori, l’atmosfera calda nonostante la neve e il freddo (ok, quest’anno ci sono almeno 15 gradi quindi non fa proprio tanto freddo…), l’albero pieno di palline (e, a differenza di ora che sono grande, erano tutte palline diverse, c’era la slitta, il pupazzo di neve…era più disordinato ma era bellissimo ed avevo la mia pallina preferita!), la pubblicità della Coca Cola…lo stare tutti insieme, fare la gara con mio papà a chi vedeva per primo gli alberi illuminati nei giardini delle case… decisamente ho sempre adorato questo periodo dell’anno!

…quanti ricordi…

Poi il tempo, lavorando fino al 23 compreso (e diciamocelo, spesso anche il 24, me tapina…), cerca di portarti un po’ via la magia di questo periodo ma il suo fascino è indiscusso, il suo significato aleggia sempre nell’aria.

Perché il Natale è Natale ed arriva colmo di regali ed abbuffate significato e atmosfera. Significati diversi per ognuno di noi ma che alla fine non fanno altro che rappresentare in toto questa festa: famiglia, nascita, condivisione, solidarietà…

E allora noi (quelle della rubrica del venerdì… una parte almeno!) ci siamo dette: perché non parlare di come, il Natale, viene vissuto, nei suoi vari significati, nelle varie serie TV?  E, chiaramente, a chiamata abbiamo risposto: io e Sam ci siamo sedute e abbiamo messo giù due righe!

Per quanto mi riguarda, quest’anno una delle mie serie preferite, mi ha regalato la puntata “natalizia” perfetta…quindi non potevo lasciarmi scappare questa occasione…proprio per niente!

The Originals ci ha portati, con il suo mid-season finale, in una New Orleans natalizia e con i nostri Originari pronti a festeggiare le feste per una volta come una vera e propria Famiglia.

Savior” è il titolo di questa 3×09, un titolo quanto mai azzeccato perché ci riporta alla mente il “Salvatore”, ossia colui che, nella tradizione cristiana, proprio il 25 dicembre, viene al mondo per salvarci, Gesù (ovviamente per i credenti). Ed in effetti, in tutta la puntata, abbiamo visto che ciascun protagonista è stato un po’ il Salvatore di qualcuno: Elijah ha salvato Rebekah, Klaus ha salvato Hayley e Cami, Freya si stava sacrificando per salvare la sorella più piccola e anche Jackson si è sporcato le mani per salvare Freya.

Eppure quello di cui voglio parlarvi, non riguarda la salvezza, riguarda la possibilità della salvezza, riguarda ciò che rimane nel vaso di Pandora una volta che questo è stato scoperchiato: la Speranza, la luce in fondo al tunnel.

Questa è stata la puntata del Klamille (e scusatemi ma io ero felicissima, io ho trovato il loro bacio semplicemente perfetto, dolcissimo e cercato, voluto, desiderato…come un primo bacio dovrebbe essere…), la puntata in cui abbiamo visto (e sentito) chiaramente cosa prova Klaus per Cami, che cosa lei rappresenta per lui. Il Detective Kinney è stato soggiogato da Lucien a fallire, a credere che là fuori ci siano cose troppo grandi da poter essere gestite da lui, a credere di essere impotente, un fallito. E quello che vediamo quando ce lo troviamo davanti è davvero un uomo spogliato della sua essenza, Kinney, che ci era stato mostrato come spavaldo e sicuro di sé adesso è lì svuotato, senza alcuna forza in sé, completamente privo della propria autostima. Lui si sente un inetto, un fallito, una nullità. Ed è Klaus a sbloccare la situazione, certo, per riuscirci deve a sua volta soggiogarlo, ma le parole che usa, sono quelle a fare la differenza.

Noi creature oscure siamo quelle che spesso hanno più bisogno della luce. Ciò che non vedi in te stesso…altri lo vedono in te. Tu.. sei… importante

Eccola la verità: quando tutto è più buio ciò che ti aiuta a trovare la strada per uscirne è quel qualcuno che ti guarda dentro e che vede in te, semplicemente te stesso. Quella persona che guarda al di là del muro, della facciata e colga i dettagli, quei particolari a cui ci possiamo appigliare per emergere. Quella persona che non rappresenta altro che una speranza per noi, una possibilità di riscatto e di riuscita.

https://www.youtube.com/watch?v=ukWzICYbnVM

Ed ecco che Cami per Klaus rappresenta proprio questo: colei che è riuscita a leggerlo dentro e capire la sua persona nel più intimo dei modi, ovvero scavando nel profondo e, una volta trovate le sue più grandi paure e debolezze, le ha usate per fargli capire che proprio queste potevano essere per lui una forza.

E, più in generale, Cami rappresenta per Klaus la speranza di una rinascita ad una vita fatta per essere vissuta e non per essere tenuta sotto una campana di vetro. Cami è quella possibilità di lasciarsi andare e semplicemente godersi un singolo momento di felicità. Una vita fatta di amore.

Una possibilità di salvezza (“Savior”, Salvatore… e quindi ritorniamo al primo significato del Natale).

E poi arriva Julie Plec e puff! (Incredibilmente la vita fa schifo) Tutto cambia. Ma di certo questo potrebbe essere un nuovo inizio e anche qua, se vogliamo, possiamo vedere un altro significato del Natale: la nascita… che sia di buon auspicio per la ri-nascita di Cami come vampira? Io lo spero veramente!

https://www.youtube.com/watch?v=67yJsg8j0rY

E poi in questa puntata ci sono gli Originari, uniti come una Famiglia. Anche se pesanti nuvole nere sono all’orizzonte questa Famiglia finalmente è tutta insieme ed è pronta ad affrontare unita (per ora…) ciò che arriverà!

Il Natale è affrontato in tantissimi telefilm. D’altronde, come narrare una storia senza inserire il periodo più festoso dell’anno? Impossibile farlo.

Alcuni show, addirittura, creano degli speciali natalizi appositamente. Tra questi troviamo, ad esempio, “Downton Abbey”, che in questi anni ha allietato i nostri natali  riportandoci all’inizio del ‘900 (e in un caso ha anche rovinato il Natale… sappiamo bene perché); quest’anno, poi, avremo anche “Sherlock” (anche se l’episodio sarà trasmesso il 1 Gennaio è considerato speciale natalizio… in senso lato).

Lo show che regna, a Natale, possiamo dirlo, è “Doctor Who”, che dal 2005, con la nuova era, non ha mancato un Natale.

I Natali dei Whovian sono… ineguagliabili, sia da un punto di vista positivo che da uno negativo, perché a volte “Doctor Who” apporta gioia (con qualche lacrima di commozione, certo, ma non si può negare che gli episodi non devastanti ci sono), altre, troppe per i nostri gusti, distrugge quella che dovrebbe essere la festa più gioiosa dell’anno (l’ultima volta, due anni fa).

In uno degli speciali natalizi più commoventi, “Doctor Who”, tramite il suo produttore esecutivo, ha usato uno dei racconti di Natale più conosciuti, ovvero “A Christmas Carol” di Charles Dickens.

Questa versione del celebre racconto, tuttavia, è stata molto diversa dagli adattamenti a cui siamo abituati: nessun bambino malato, niente fantasmi, la caratteristica rimasta, in un nuovo pianeta “Terra” del futuro ma con ambientazioni ottocentesche, è quella dell’uomo ricco e senza cuore, insensibile ai problemi altrui. Questo suo modo di essere però, non è innato, bensì causato dal padre, freddo e irascibile.

Come si può vedere dalla clip, il tutto inizia per una situazione di pericolo in cui si trovano Amy e Rory, in luna di miele. Il Dottore, per aiutarli, va dal Mr. Scrooge della situazione, Kazran Sardick,  e scopre che l’uomo non solo non è incline a fornire alcun aiuto, ma è addirittura del tutto indifferente alla sorte di migliaia di persone, presenti a bordo della nave spaziale su cui si trovano anche Amy e Rory.

Proprio per questo, Il Dottore decide di scoprire cosa ha reso l’uomo una persona così insensibile ed egoista e quindi viaggia nel suo passato, proprio come un “Fantasma del Natale passato”, riscrivendolo, al fine di rendere l’uomo una persona migliore.

Il risultato di tale intervento, tuttavia, è lo stesso di quello originale, con una profonda differenza: grazie all’intervento del Dottore il giovane Kazran scopre l’amore ed è proprio il dolore legato a tale sentimento, e la consapevolezza di non poter stare con l’amata, a renderlo freddo e pieno di rabbia, per gli anni passati in solitudine, sacrificandosi per colei che ha sempre amato.

Con una celebre frase Il Dottore afferma “Meglio un cuore spezzato che nessun cuore”. Ed è proprio questa la chiave di questa versione di “A Christmas Carol”. Il Natale rappresenta l’amore, in ogni ogni sua forma e, in particolare, quello romantico e, tramite questo, il suo significato è la speranza.

Il Natale e la speranza come simbolo di luce, ciò che ci fa uscire dall’oscurità, anche per poche ore, perché quelle poche ore possono fare la differenza, possono farci uscire dalla disperazione, darci respiro e, dunque, la forza di reagire.

9b750b355da80c9e9713e0bde6715ae9AMY: Where are they? Kazran and Abigail.

DOCTOR: Off on a little trip, I should think.

AMY: Where?

DOCTOR: Christmas.

AMY: Christmas?

DOCTOR: Yeah, Christmas.

DOCTOR: Halfway out of the dark.

 

 

Un altro bellissimo speciale natalizio è stato “The Doctor, The Widow And The Wardrobe”, che ci ha portato nel cuore del Natale, su un pianeta la cui foresta era composta di abeti e pini natalizi.

Per una sorta di gioco dovuto alla situazione, Il Dottore viene soprannominato “Angelo caduto” e si trova ad aiutare colei che lo aveva soccorso in un momento di bisogno, nell’Inghilterra dell’inizio degli anni ’40, dunque durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nei panni di custode di una casa che è quasi un castello, ove la donna si rifugia con i due figli per il Natale (con Londra sempre preda dei bombardamenti tedeschi), Il Dottore si impegna per far passare ai ragazzi un meraviglioso Natale… finendo, come sempre, per vivere un’avventura, proprio con la donna e i due bambini.

Il tema di questo episodio è “il sentire” e “il donare”. Il Dottore è molto antico e rivela alla donna, Marge, di non “sentire” più come un tempo, infatti invidia agli esseri umani la capacità di commuoversi non solo per le cose tristi, ma anche per la gioia.

 

“Piangere di gioia… è una cosa così umana…”

 

Superata egregiamente anche quest’ennesima avventura, Il Dottore confida a Marge di essere solo, perché è dovuto sparire facendo credere alle persone che ama di essere morto. E così, la donna, madre, assume il ruolo della figura saggia, anche nei confronti di questo essere ormai millenario: “Devi andare da coloro che ami. Non puoi lasciar credere loro che sei morto, soprattutto a Natale.”

Spinto da Marge, Il Dottore si presenta alla porta di Amy e Rory, la sua famiglia, e scopre che loro, a conoscenza della verità, hanno aspettato pazientemente che lui tornasse (quantomeno Rory… Amy non tanto, in accordo con il suo temperamento scozzese)… per ben due anni. E ogni Natale hanno apparecchiato la tavola anche per lui, con il suo posto, sperando nel suo ritorno.

E questa rivelazione è un dono immenso per Il Dottore, che improvvisamente “torna a sentire” e si commuove per gioia di averli ritrovati, di sapere che loro non hanno smesso di amarlo e lo hanno aspettato, pensando sempre a lui, come fanno tutti coloro che si amano, in qualunque forma d’amore.

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Il Natale è il simbolo del donare, ma non solo donare in senso materiale, bensì anche, e in verità soprattutto, morale: donare aiuto, donare speranza, donare amore. E, con l’amore, donare ciò che forse è la cosa più importante, ovvero il rispetto, poiché è proprio rispettando le persone che ci sono accanto (e non solo) che mostriamo loro di amarle. Rispetto e considerazione per loro, per la loro sensibilità, per i loro sentimenti.

Forse il dono più grande che si possa fare.

Al prossimo Natale!!

 

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Nata negli anni 80, grazie al suo papà clone di Magnum P.I., cresce a pane e “Genitori in blue jeans” (dove si innamora di Leonardo di Caprio che troverà poi in quei film tanto amati come "What's Eating Gilbert Grape" o “Total eclipse”), l’uomo da 6 milioni di dollari, l’A-Team, Supercar e SuperVicky. L’adolescenza l’ha trascorsa tra Beverly Hills 90210, Santa Monica e Melrose Place..il suo cuore era sul pianeta di Mork e alle Hawaii..anche se fisicamente (ahimè) era sempre e solo nella provincia bergamasca. Lettrice compulsiva fin dal giorno in cui in prima elementare le hanno regalato Labirinth è appassionata di fantasy (Tolkien è il suo re, Ann Rice e Zimmer Bradley le sue regine) e di manga (Video Girl AI in primis per arrivare a Paradise Kiss e Nana), anche se ultimamente è più orientata a letture propedeutiche pediatriche! Ama studiare (tra laurea, dottorato e master ha cominciato a lavorare a 28 anni!!) ed imparare, ma non fatela arrabbiare altrimenti non ce ne è per nessuno!

1 COMMENT

  1. “A Christmas Carol” è sicuramente uno dei miei speciali natalizi di DW preferiti insieme a “The Christmas Invasion” (questo per motivi totalmente diversi, visto che l’atmosfera natalizia rimane perlopiù sullo sfondo), è stata proprio la poesia fatta episodio di Natale, a dimostrazione che spesso non serve inventarsi chissà che, che anche semplicemente una trama ispirata a un classico della letteratura riadattata allo schema della serie, senza collegarsi in particolare alla continuità dello show ma quasi come uno stand-alone, può essere la carta vincente. Grazie per avermici riportato con la mente con questo bellissimo articolo, buone feste ragazze! :-*

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