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Downton Abbey – Finalmente sono (e siamo) tornati

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Downton Abbey – Finalmente sono (e siamo) tornati

Dopo quasi quattro anni di attesa, siamo tornati a “Downton Abbey”, grazie al film uscito internazionalmente un mese fa e nelle nostre sale giovedì. Noi di Telefilm Addicted non potevamo lasciarci sfuggire questa chicca e siamo corsi al cinema per vederlo.

Il film è certamente una sorta di operazione nostalgia, teso a richiamare l’attenzione dei fan della serie e semplicemente a soddisfare la loro richiesta di “Più Downton Abbey!”, dopo la fine della serie dovuta alla decisione di Dame Maggie Smith di non prendervi più parte, visto che non trovava molto credibile la prolungata sopravvivenza della sua Lady Violet Crawley, Contessa madre di Grantham (a differenza di quanto pensava lei, però, agli spettatori però andava benissimo).

In quello che equivale fondamentalmente a un doppio episodio o uno speciale natalizio, Julian Fellowes, il cast e la crew ci fanno tornare nella vita di Downton Abbey e di tutti coloro che, upstairs o downstairs, la abitano. Lo spunto è uno dei classici della serie, che altre volte abbiamo già visto prima: come lo speciale natalizio alla fine della quarta stagione ruotava attorno al debutto in società di Rose, qui ci troviamo ad assistere a una visita dei sovrani.
A differenza di quello speciale natalizio (come quello alla fine della quinta stagione o quello che ha chiuso la serie, dopo la sesta), tuttavia, questo film non scorre altrettanto fluidamente, presentando alcuni momenti forzati e alcune linee narrative non ben sviluppate: la questione dell’attentato al Re, molto interessante e che ben si inseriva nella storia di Tom, visto il suo passato turbolento e il fatto che abbia scampato per poco la prigione e solo grazie all’intervento di Robert, come tutti ricorderanno dalla terza stagione; allo stesso modo, la love story che lo riguarda è creata in modo un po’ superficiale e affrettato; la nuova vita di Edith, che ha avuto un risvolto inaspettato, ovvero rinchiuderla nuovamente in una vita in qualche modo vuota e che ormai sta stretta alla donna che ha trovato il modo di rendersi utile durante la guerra e poi si è scoperta prima autrice di una rubrica dalle opinioni forti e interessanti e poi proprietaria di un giornale; i dubbi di Mary sul continuare a mantenere la tenuta, un aspetto particolarmente interessante, visto che il cambiamento dei tempi è uno dei temi portanti della serie sin dal suo debutto, se non IL tema vero e proprio, e che alla fine della sesta stagione (che è ambientata solo un anno e mezzo prima di questo film) abbiamo lasciato Mary agguerritissima e convintissima nel voler tenere in vita la tenuta a tutti i costi.

Sicuramente il problema è dovuto anche al fatto che, abituati alla serie (che fornisce molto più spazio narrativo) e non certi di poter realizzare un seguito, gli autori hanno dovuto forzatamente far stare tutto in due ore o poco più, ma c’è anche da dire che sarebbe stato possibile ottenere più spazio per alcune linee narrative riducendo quello amplissimo dato alla faida downstairs tra il personale di Downton e quello in arrivo da Buckingham Palace.

Downton Abbey Lady Violet

Downton Abbey Robert

Downton Abbey The Movie Lady Violet

Nonostante questi difetti, però, il film è bello, piacevolissimo da vedere, con la consueta attenzione per ambientazioni e dettagli d’epoca, fotografia e scenografia stupende, è divertente e spumeggiante, i personaggi sono sempre gli stessi, non sono stati affatto alterati e rovinati (un esempio è Mary che, dopo aver passato un’intera notte immersa nel fango per dare acqua ai maiali, ovviamente corre incurante del temporale per aiutare a sistemare quanto necessario alla parata a cui dovranno prendere parte anche i sovrani). E qui, la vera nota dolente: proprio quando lo spettatore pensa di averla scampata, Julian Fellowes non perde l’occasione per ricordare di essere britannico e quindi sadico e di condividere con Steven Moffat la tradizione (e passione) di devastare emotivamente le persone, nonché il primato per aver fatto passare ai fan alcuni dei peggiori Natali di sempre, e quindi ecco che arriva la batosta (che non si rivela per non fare spoiler). La pillola è un pochino indorata, ma sarà in ogni caso amarissima da mandare giù.

Insomma, non ci si può lasciar sfuggire questo film. E vogliamo un seguito! More “Downton Abbey” per tutti!

Downton Abbey Mary e Henry

– Sam

Quando si parla di Downton Abbey”, il primo sentimento che provo è affetto. Affetto per i luoghi, per i personaggi, per le storie, per la sigla persino. Sono andata al cinema consapevole che sarebbe stata una grande operazione nostalgia che in 122 minuti avrebbe fatto del suo meglio per essere esaustiva anche se non ci è riuscita del tutto.

Mi sono goduta il film e ho riabbracciato i personaggi (che in verità ho salutato solo un paio di settimane fa dopo l’ennesimo rewatch) e ho potuto constatare quanto siano cambiati nel corso delle stagioni e quanto le mie reazioni nei loro confronti siano mutate altresì. Per dire, ad un certo punto mi sono girata verso Sam e le ho detto: «Chi avrebbe mai detto che sarei stata contenta di vedere Thomas nelle vesti di maggiordomo?».


Abbandonando lo sguardo del fan, però, non posso non vederne i difetti, dovuti tutti all’avere a disposizione poco tempo. Ho trovato sbilanciata l’attenzione fra l’upstairs e il downstairs e anche fra i personaggi (Cora ha avuto sì e no 4 battute), mi è spiaciuto che alcune storyline siano state accennate e non approfondite (qui interviene la mia speranza in un secondo film che renda loro giustizia) come nel caso di Edith che non lavora più al giornale (una delle mie storyline preferite della serie tv) o le improvvise (anche se gradite – wink wink) capacità alla 007 di Tom che si rende protagonista di una storyline iniziata e conclusa in un battibaleno, così come lo sviluppo di un’infatuazione per la cameriera di Lady Bagshaw. Per esigenze lavorative, poi, abbiamo avuto pochissimo Henry mentre la storyline di Thomas era completamente avulsa dalla casa (anche se vederlo ottenere una gioia ha riempito me di felicità), tant’è che a tramare sono i Bates e non lui. Infine, ammetto di non poterne più di Molesley che si copre di ridicolo nelle grandi occasioni, non dovrebbero nemmeno più ingaggiarlo! Tuttavia, spero con tutto il cuore che facciano un secondo film. Sono curiosa di vedere ancora Downton e la sua gente all’opera: vorrei vedere Mary ancora di più alla guida della tenuta (mitica mentre sistema le sedie sotto la pioggia battente), Edith che ritorna alla guida del suo giornale, Tom che torna ad amare, i Crawley che si godono la vecchiaia come due piccioncini, il matrimonio di Daisy e Andy, Carson che finalmente si gode la pensione e, soprattutto, Thomas che governa la casa e sorride più spesso.

– The Lady And the Band

Lo ammetto, ero spaventata. Come chiunque abbia guardato il revival di “Gilmore Girls” e la quarta stagione di “Veronica Mars”, avevo paura di non riconoscere più quelle voci e quelle sfumature caratteriali che avevano reso i protagonisti di “Downton Abbey” una parte di me nel corso della serie. Ancora una volta però, Julian Fellowes non mi ha deluso e, in un bilancio equilibrato di pregi (tanti) e difetti (inevitabili), ha reso questo film una magnifica celebrazione di ciò che è stata la serie e un regale trionfo di personaggi e relazioni umane.

Nel film di “Downton Abbey”, ognuno ha il suo posto, ognuno ha il suo ruolo nella storia, inevitabilmente limitato, certo, per alcuni più di altri, poiché è chiara la volontà di suddividere tempo e spazio a disposizione se non in egual misura almeno con equilibrio tra tutti i protagonisti, ma ognuno di loro rientra a modo proprio nel quadro complessivo e nel tributo che Fellowes ha donato ai suoi personaggi, alla sua storia e ai suoi fans, anche solo con poche parole (Cora sa sempre come dosarle nel modo giusto e Henry sa sempre come rispondere a sua moglie), anche solo con un appiglio verso il futuro.

Downton Abbey

C’è però nel film “Downton Abbey” un altro elemento intrinseco della serie, ossia uno straordinario parallelismo tra la vita della famiglia e quella del personale al loro servizio, un parallelismo fatto di legami consolidati ma anche di rapporti che acquistano ora un nuovo aspetto, grazie a quella “modernità” che già si respirava nell’ultima stagione del period drama e che appare nel film ancora più evidente, smussando sempre più le distanze sociali: Robert apprezza Thomas e la sua indisponente franchezza, l’impudenza di Molesley viene presto dimenticata e soprattutto Anna ormai affianca Mary, oserei quasi dire al suo livello, affermandosi finalmente come amica e non solo come leale cameriera.

Downton Abbey

Il passaggio di testimone della famiglia Crawley nelle mani di Mary non è mai stato un dubbio in realtà; infatti, nessuno, forse neanche Robert, ha mai avuto con Downton Abbey lo stesso legame intenso e indissolubile che sente Mary e lo abbiamo testimoniato anche nella seconda metà della serie quando, in seguito alla morte di Matthew, Mary prese il suo posto attivo nelle questioni manageriali della tenuta. Ma assistere ora a una sorta di conferma e anche di presa di coscienza di Mary stessa della sua eredità, ricevuta direttamente dalle mani della donna a cui più assomiglia, sua nonna Violet, mi ha trasmesso una sensazione di emozionante orgoglio e di entusiasmante sicurezza per il futuro di Downton e soprattutto per le sorti di quella famiglia che vanta già ora una magnifica e gloriosa nuova matriarca.

Ma ciò che più mi ha commosso della caratterizzazione di una donna che ho sempre visto e amato attraverso tutte le sue umane sfumature è stato notare non solo quell’impegno ardente e totale con cui affronta ogni suo dovere, dimenticando facilmente quelle convenzioni sociali a cui a volte sembra ancora legata, ma anche il dubbio e la paura che raramente Mary si è concessa il “lusso” di ammettere a se stessa o ad alta voce.

Ed è proprio in questo momento di ammirevole tenacia e di insolita insicurezza che Anna compare, incondizionatamente, accanto a Mary, non più per dovere, non più per “semplice” lealtà, ma per affetto, per amicizia, per stima, perché vede Mary come in pochi hanno fatto prima e vede in lei esattamente ciò che è sempre stata: il cuore pulsante di “Downton Abbey”.

E proprio come Mary, anche Anna prende le redini della “famiglia” dei piani inferiori, anche Anna diventa il punto di riferimento del gruppo della servitù e della sua “ribellione” contro l’imposizione della controparte Reale, e anche Anna si batte senza riserve per l’onore di Downton Abbey.

Downton Abbey

Per quanto sia stato autoconclusivo e soddisfacente nelle sue limitazioni, questo film potrebbe aprire la strada a una nuova epoca di “Downton Abbey”. La Storia non si è mai arrestata, perché quindi dovrebbe farlo “Downton Abbey”, che ha sempre attinto da essa a piene mani e ha caratterizzato la sua anima proprio attraverso le trasformazioni storico-sociali e gli effetti che avevano sulle dinamiche familiari e su quella dimora così nobile e imponente che sembra in fondo quasi invincibile.

WalkeRita

Così tanto tempo ad aspettare l’uscita del film e poi le sue due ore sono letteralmente volate. Una storia tutto sommato leggera, spensierata e, anzi, a tratti forse anche troppo ironica.

Fin dalla prima scena ti ritrovi a casa, per noi che abbiamo imparato a conoscere quasi ogni centimetro di questa dimora, Downton è un po’ anche casa nostra e confesso di aver provato un’emozione incredibile nel rivedere quei saloni, quei legni intarsiati, quei mobili e quei tappeti attraverso quelle meravigliose inquadrature.

Ammetto, dunque, che il film non mi è dispiaciuto, riesce in quello che doveva, ovvero farci sentire la serie, tuttavia ha parecchi difetti, e ci sono scelte decisamente troppo forzate, troppo.

1. Il ritorno di Mr. Carson poteva essere gestito anche senza che Mary mettesse in ridicolo Thomas, le sue risposte a Robert sono state talmente epiche che per poco non mi alzavo ad applaudire. Sembrava dire “Nessuno mi toglierà la mia dignità”, già Thomas, nessuno.

Che poi, non vorrei essere antipatica, ma il valore aggiunto di Carson quale sarebbe stato? Non mi pare abbia fatto di più o di meglio di Thomas…

2. Molto simpatica la rivolta downstairs, ma poco credibile e direi anche poco rispettosa del lavoro altrui e delle gerarchie. Sicuramente il personale reale era odioso ma non per questo l’onore di Downton era messo in discussione. Di fatto al tempo in queste decisioni c’era anche un discorso di sicurezza, i reali si muovevano con il proprio entourage per abbassare il rischio di attentati. Insomma, storia simpatica ma.. mah.

3. Parlando di attentati… da poliziotto ad attentatore il passo è brevissimo ma ci sta, la storia si stava costruendo bene, poteva avere del potenziale ma sono mancati i dettagli per finalizzarla concretamente.

4. Branson e la sua nuova storia d’amore… ma esattamente quando è sbocciata?! Probabilmente ero distratta, ma io che faccio salpare ship anche se sono delle bagnarole questa proprio me la sono persa. E aggiungo anche che io un pensiero su Branson e la principessa me lo sono fatta…

5. Il ritorno di Henry, bellissimo, una scena stupenda… lui che corre su per le scale con quella felicità e quell’impazienza tangibili… tagliata in malo modo dando uno schiaffo in faccia al mio coinvolgimento emotivo. E la scena del bacio a mio avviso non è all’altezza del climax creato. Tanto rumore per nulla.

Molto ben costruita la storia di Thomas e, incredibilmente, UNA GIOIA per lui!! Sono molto, molto felice.

In conclusione un film piacevole, temo però che gli autori abbiano messo troppa carne al fuoco senza riuscire a dare il giusto spessore alle varie storyline.

Non credo sarà l’ultima volta che vedremo Downton, temo potrebbe essere però l’ultima con nonna Violet, personaggio che anche in questo film ha confermato tutta la sua grandezza.

gnappies

Grazie di averci letti e grazie mille alle pagine che hanno condiviso questa recensione, pagine in cui vi ricordiamo di passare per news, aggiornamenti sui nostri attori britannici preferiti e tanto altro!

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

2 COMMENTS

  1. A tutti coloro che hanno visto il film e non temono spoiler. Ho qui alcuni momenti che mi hanno emozionato moltissimo:

    1) Lady Mary che è avulsa da dubbi ma allo stesso tempo risoluta come sempre, con il sostegno di Anna e la benedizione della nonna che le ha passato il testimone. Non ancora posso credere che la contessa madre stia per lascirarci! Ho sempre creduto fosse immortale.

    2) Edith che non ha rimpianti ma allo stesso tempo vuole ancora fare qualcosa di davvero utile nella sua vita

    3) L’inossidabile Mrs Patmore e Daisy ormai meglio di madre e figlia

    4) Anna che finalmente ha una vita familiare tranquilla dopo la sfilza di tragedie che hanno costellato la serie ma anche che, di fronte all’altezzosita dei reali servi prende in mano la situazione in una riunione segreta che carbonari risorgimentali scansateve con buona pace dei grandissimi Carsons

    5)Thomas Barrow(che nella prima stagione avrei definito l’essere più detestabile del mondo dopo Joffrey Baratheon) ho amato rivederlo: non perderà mai il suo orgoglio (giustamente in questo caso). Per cinque minuti ho quasi bestemmiato: neanche una serata in mezzo alla sua gente che già parte la retata. Però sono felice che la cosa si sia risolta in fretta e soprattutto il fatto che abbia trovato finalmente qualcuno che lo possa ricambiare.

    6) Moseley e la sua piccola defalliance: io ho rischiato di scoppiare a ridere, ma allo stesso tempo ero terrorizzata che mi potesse collassare sul posto. Pover’uomo! Gli saranno partiti una ventina di infarti multipli come minimo.

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