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Doctor Who | Recensione 9×12 – Hell Bent (Season Finale)

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Doctor Who | Recensione 9×12 – Hell Bent (Season Finale)

Ciao. Come va? Io potrei stare meglio, questo è certo. Sarò sincera con voi: non ho più parole. Gran recensore eh? Professionista quasi! Ma è la verità, non ho parole, non ho lacrime, non ho neanche idea di come fare a tornare indietro, al momento in cui era “solo” uno show, al momento in cui era tutto come un episodio, che cominciava e finiva lì, senza conseguenze, senza strascichi, senza quella stretta alla bocca dello stomaco, senza quella strana insonnia di cui non ho mai sofferto. Dai sì, forse sto un po’ esagerando ora (questo devo dirlo per provare a convincervi o convincermi della mia sanità mentale), ma è probabile che lì fuori ci sia qualcuno che sappia esattamente di cosa stia parlando. Metto una parte di me in ogni serie tv che vedo e amo, una parte più grande in quelle serie tv di cui parlo e scrivo, tutta me stessa in quei personaggi che mi entrano dentro e non mi lasciano più. Ecco, con Doctor Who credo che non sia rimasto più nulla, ho dato tutto e anche qualcosa di più. Quindi anche se non ho più parole da spendere a riguardo, farò uno sforzo, e vi racconterò una storia. Mettetevi comodi se volete, è una storia senza fine, una storia di avventure e viaggi, di universi e stelle, di foglie e destini che si incrociano, di ricordi e addii, ma in fin dei conti, che riusciate ad ammetterlo o no, ciò che sto per raccontarvi è fondamentalmente una storia d’amore, come dico sempre “in qualsiasi accezione vogliate considerare questa parola”, un amore così forte che vive per miliardi di anni, che supera anche la morte, e così eterno da cambiare anche quella persona che avrebbe rivoluzionato le leggi del tempo e dello spazio pur di non dire addio, pur di non vivere ancora un solo giorno senza quel sorriso che l’ha salvato così tante volte e che è diventato a tutti gli effetti la sua ragione di vita. Vi parlerò quindi di un amore così immenso che rischia di distruggere tutto ciò che vive intorno e per cui quindi esiste solo un rimedio, sicuro ma straziante, ma vi assicuro che non durerà a lungo perché un amore del genere non può essere dimenticato e tornerà a farsi sentire con la sua forza travolgente nel momento più opportuno e sappiamo tutti quale sarà.

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La nostra storia comincia con un bambino, solo in un granaio, spaventato ma destinato a grandi cose, a un futuro radioso già scritto ma che non era disposto ad accettare, perché i suoi sogni viaggiavano altrove, oltre i confini della sua casa, oltre quei progetti che gli altri volevano ma in cui lui non riusciva a rivedersi. Una notte quel bambino, nuovamente solo tra le lacrime, ascolta una voce, forse un sogno, forse solo un sussurro e una carezza gentile, che gli dice di non temere perché la paura è un superpotere, perché la paura ci rende compagni di una stessa vita, e perché un giorno quella paura non lo renderà crudele o codardo, ma lo renderà soltanto quello che lui vorrà essere, non un guerriero, non un eroe, ma il Dottore, solo il Dottore.

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Così quel bambino diventa uomo, ricordando quelle parole, ricordando di essere fedele sempre a chi ha scelto di essere, ai suoi principi, alle sue convinzioni, alle sue emozioni, che riescono a renderlo così fragile eppure così forte al tempo stesso. Il Dottore continua a vivere, a viaggiare, a combattere se deve ma a trascorrere ogni suo giorno cercando di evitarlo, perché le sue azioni tornano costantemente a fargli visita, a far sentire il peso delle loro conseguenze, a diventare un monito eterno di ciò che ha fatto e di chi è diventato in seguito a quel momento. Ma un giorno, proprio quando credeva di poter solo convivere con il suo dolore e con le sue colpe, il Dottore incontra quella voce che è con lui da tutta la vita anche se nessuno dei due ancora ne è consapevole. Una semplice, ordinaria ragazza entra nella sua vita e nella sua casa più grande all’interno, in punta di piedi e al tempo stesso con la forza di un tornado che lo travolge e quasi prende il suo posto ma mentre lo fa, sorride dolcemente e gli tiene la mano e diventa, ogni giorno che passa, sempre più impossibile, la sua ragazza impossibile. Clara Oswald, questo è il nome, un nome che il Dottore continua a incontrare in ogni sua vita perché lei continua a salvarlo, in particolar modo da se stesso, tante volte il suo peggior nemico. Il Dottore e la sua Clara iniziano a conoscersi, a viaggiare insieme, a scoprirsi così spaventosamente simili, più di quanto lui abbia mai voluto perché soltanto lui sa cosa vuol dire essere il Dottore e il suo destino non lo augurerebbe a nessuno, soprattutto non a quella persona che improvvisamente è diventata la parte più importante di sé. Ma Clara Oswald non può più tornare indietro, ha aspettato quella vita e il suo Dottore ogni giorno della sua quotidianità, guardando le stelle e sapendo di essere destinata a qualcosa di più, di essere destinata a lui e a quello che avrebbero vissuto insieme e una volta agguantata la vita che le spettava, Clara non si è più guardata indietro, non si è più fermata, perché quella è la sua occasione, perché lui è il suo Dottore, la persona che conosce meglio di quanto entrambi conoscano loro stessi, perché lei riesce a leggere nei suoi occhi tristi e semplicemente lo sa, lei lo sa sempre. Ed è proprio grazie alla sua carezza e al suo sorriso, che Clara Oswald ritrova il Dottore nel suo momento più buio, permettendogli di ricordare ancora una volta e di cambiare la sua storia, di trovare quella soluzione che lui cerca sempre per gli altri ma mai per se stesso. Clara Oswald trova la ferita più grande nel cuore del Dottore e la guarisce, donandogli ciò che ormai lui credeva impossibile, proprio come lei, ossia la sua casa, Gallifrey. Ma più gli resta accanto, più lo accompagna in ogni sua avventura, più Clara diventa per il Dottore ciò che lui era già da tempo per lei: essenziale, vitale, tutto ciò di cui ha bisogno, tutto ciò che vuole, più di se stesso, più di Gallifrey, più di quelle leggi di cui lui è padrone e che non aveva mai pensato di infrangere. Almeno fino al momento in cui non l’ha persa. Quando il Dottore perde Clara, perde all’improvviso tutto ciò che credeva di sapere, di volere e di essere soprattutto, perde il desiderio di combattere sapendo di vincere, perde la voglia di viaggiare e di andare avanti perché se è vero che non era la prima volta che succedeva, è anche vero che probabilmente questa sarebbe stata l’ultima perché adesso il suo ricordo non bastava più, adesso aveva incontrato qualcuno che non sopportava di poter perdere. Ma ancora una volta, quello stesso ricordo gli prende la mano, lo accarezza e lo obbliga a rialzarsi e a non dimenticare chi lui sia realmente e così facendo Clara Oswald porta il Dottore a casa, per la seconda volta.

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Quando il Dottore torna a casa, la nostra storia sembra ormai un racconto diverso, miliardi di anni sono ormai trascorsi, e forse il dolore ha lasciato spazio alla rabbia: per essere stato un prigioniero, per essere stato ingannato, torturato e interrogato solo per paura di una profezia. Gallifrey è di nuovo libera e il Dottore è tornato ma quello che vede e sente intorno a sé non sembra davvero una casa. I Signori del Tempo pretendono una risposta ad ogni costo e con ogni mezzo ignorando però quella verità che non avevano mai voluto vedere: il Dottore scende sul campo di battaglia senza armi e in quel momento è più eroico e forte di qualsiasi altro guerriero e non c’è soldato che accetti di combatterlo, non c’è uomo che sia disposto a opporsi a lui. E uno dopo l’altro, le forze di Gallifrey ripongono le loro armi proprio come il Dottore ha insegnato e restano al suo fianco, qualsiasi sia il suo piano.

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Ma la furia del Dottore è abilmente celata e proprio nel momento in cui il comando viene consegnato nelle sue mani, il Dottore mostra ciò che realmente vuole, che ha sempre voluto, nei suoi ultimi miliardi di anni di vita: Clara Oswald, al sicuro, sana e salva, viva e al suo fianco, lì dove doveva essere, same old, same old. Al Dottore non importa altro ormai, non importano le leggi del tempo e dello spazio di cui è difensore, non importano i punti fissi dell’universo, quei momenti che non dovrebbero mai cambiare, e di certo non importano le regole del suo pianeta e della sua gente, quella gente che lo ha tradito e imprigionato come lei invece non ha mai fatto.

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Così, quando arriva il suo turno, il Dottore non si tira indietro e a sua volta inganna e fugge ai Signori del Tempo, costringendoli prima a fermare il destino di Clara nell’istante che separa un battito e l’altro, e poi, una volta realizzato il suo unico desiderio, il Dottore ripercorre la sue tappe, proprio come la prima volta, ignorando qualsiasi legge, qualsiasi profezia, abbattendo ogni barriera, superando ogni limite, lasciando la ragione ad un altro momento, rubando un Tardis e vivendo solo ciò che aveva scelto: la sua vita al fianco di Clara Oswald, al di là delle conseguenze, al di là del futuro dell’Universo.

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Ma proprio quando giunge alla fine di esso, in cerca della sua soluzione più importante, il Dottore incontra l’unica persona la cui verità era impossibile da ignorare. Alle porte delle loro storie, Me & Il Dottore si ritrovano e scelgono di essere sinceri l’uno con l’altra, per affrontare quella profezia che il Dottore cercava di dimenticare perché l’alternativa sarebbe stata insostenibile.

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L’Ibrido esiste, sì, in tutta la sua estrema pericolosità, e chissà, potrebbe essere Me, nata dall’incrocio di due razze guerriere come i Mire e gli uomini, o potrebbe essere il Dottore, nato dai Signori del Tempo ma anche da quell’umanità a cui è così legato, ma la verità che entrambi devono riconoscere è che l’Ibrido non è davvero una persona, l’Ibrido è un legame, quello formato da un Signore del Tempo e dalla sua più fedele compagna, l’ibrido è quel sentimento che è cresciuto giorno dopo giorno diventando sempre più travolgente, essenziale, impossibile da spezzare, quel rapporto per cui il Dottore sarebbe disposto a sacrificare il suo nome, la sua missione, la sua intera storia, solo per restare con lei, solo per non rinunciare a lei. E di fronte a questa consapevolezza, nell’ultimo istante di lucidità, il Dottore capisce di dover mettere fine a questo legame, come già aveva fatto in passato, privando la sua compagna di tutti quei ricordi che realizzavano la loro profezia, il loro destino.

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Ma Clara Oswald ancora una volta si riafferma, in tutta la sua unica straordinarietà. Lei, la ragazza che ha abbracciato con coraggio la morte in quella strada segreta, la giovane donna che ha salvato il Dottore in ogni sua vita, la compagna destinata alle stelle e allo spazio, la ragazza così umana eppure così simile e vicina al Dottore da raggiungere Gallifrey e da tener testa ai Signori del Tempo senza alcun timore quando scopre quello che hanno fatto al SUO Dottore, lei, Clara Oswald non è disposta a dir addio agli anni migliori della sua vita, a sacrificare il suo passato per un futuro che non vuole perché non le apparterrebbe, perché la priverebbe di tutto ciò che la rende viva per davvero ossia il suo amore per il Dottore e per la vita che hanno condiviso. Così Clara fa ciò che avrebbe fatto il Dottore, come sempre, usa i suoi mezzi e la sua astuzia per impedirgli di salvarla, non a costo dei suoi ricordi. Ma il suo piano questa volta non può fermarlo del tutto, la profezia va ancora sfatata, entrambi ne sono consapevoli, e allora il Dottore e Clara affrontano insieme la loro ultima sfida, in cui ognuno di loro abbraccia il 50% di possibilità di vivere senza ricordare l’altro, senza ricordare quell’amore così forte ed eterno da diventare un pericolo per l’intero universo. E all’improvviso questo accade.

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Il Dottore suona la sua canzone, con nostalgia, mentre la radio ne trasmette un’altra, sempre appartenente al loro passato insieme. Lui racconta una storia e lei l’ascolta con attenzione. Lui ne conosce ogni dettaglio e lei invece si perde in quelle parole, dubbiosa ma disposta a credere in quella magia. Lui sa chi è, è il Dottore, e sa cosa Clara ha rappresentato nella sua vita ma non la ricorda, non ricorda il suo sorriso, la sua carezza, il suo volto. E lei lo asseconda, lei ricorderà per entrambi per tutto il tempo che resta. Per il Dottore sarà tutto solo una storia, per Clara sarà la sua intera vita, quella vita che ha protetto con tutte le sue forze e a cui non avrebbe mai rinunciato.

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Clara lascia andare il Dottore, libero finalmente dal suo dolore più grande, dal suo cuore spezzato, con quella storia conservata da qualche parte nella sua mente e con un insegnamento custodito nel suo cuore: RUN YOU CLEVER BOY AND BE A DOCTOR, proprio come quella voce gli disse tanto tempo fa.

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E lei? Lei è finalmente pronta per tornare a Gallifrey, per tornare a quell’istante da cui era stata rapita, ma sapete che c’è di nuovo? Clara Oswald ha un Tardis tutto per sé ora, l’Universo è salvo, e la sua vita sta per finire e allora perché non tornare a Gallifrey nell’unico modo che conosce? Prendendo la strada più lunga!

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Così finisce la nostra storia d’amore, così il Dottore ricomincia una nuova vita, lui forse non ricorderà, ma Clara lo farà e noi con lei, per tutto il tempo che serve ma ogni giorno che il Dottore vivrà, ogni volta che ricorderà il nome che ha scelto e il motivo per cui l’ha fatto, Clara vivrà dentro di lui, anche quando il Dottore non potrà vederla, lei ci sarà, lei ci sarà sempre. La compagna che ha conosciuto Gallifrey, la prima persona per cui il Dottore avrebbe distrutto l’Universo, la prima di cui non si ricorderà ma che un giorno, sappiamo bene quando, rivedrà perché è stato il primo volto che quella faccia ha visto e sono pronta a scommettere che sarà anche l’ultimo.

Clara? Clara Who?
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Cosa volete che vi dica cari whovian? C’è una parte di voi che ha sempre avuto ragione: CLARA OSWALD è stata protagonista di questo nostro mondo più di quanto potessimo immaginare, più di quanto io stessa credessi possibile. CLARA WHO, è vero, per una volta il Dottore ha dovuto davvero condividere la sua scena, e perché no, a volte ha dovuto anche lasciare il suo posto a lei, a Clara Oswald, alla compagna con cui ha salvato l’Universo e lo ha fatto sacrificando il loro legame. Nel suo ultimo episodio, il nome di Jenna Coleman ritorna ad affiancare nella sigla quello di Peter Capaldi, due interpreti che hanno scritto una pagina irripetibile di questa storia eterna che ci raccontano da così tanto tempo, creando insieme qualcosa di così magico e giusto che per un momento abbiamo creduto che non sarebbe mai finito. E Steven Moffat è andato anche oltre le mie aspettative. Ha concesso alla sua Clara il suo primo finale in Face The Raven, riconfermando ogni sua scelta compiuta in quel frangente, ricordandoci quanto quella conclusione fosse anche l’unica possibile per lei ma poi ha fatto qualcosa di più e ha regalato a Clara il suo secondo addio, vivendo pienamente in quell’istante tra un battito e l’altro, proteggendola da una vita senza il Dottore perché non sarebbe stata felice, e infine realizzando il suo sogno (e anche l’incubo di qualche hater) anche solo per un po’: il suo Tardis, il suo spazio, il suo tempo, tutto per lei, perché quel mondo le appartiene ormai, così come quel set appartiene a Jenna Coleman. E adesso, guardatela correre e provate a fare di meglio!

E poi ci sono io, che ho provato con le mie banali parole a rendere giustizia a una delle stagioni più incredibili di questo show; a evidenziare i significati e i messaggi nascosti in bella vista in ogni episodio; a elogiare senza remore due interpreti immensi il cui legame è stato un dono per tutti noi perché ha portato in scena pura magia; a difendere uno scrittore, uno showrunner e un genio che non si è mai fermato e che dal 2012 ha portato nella mia vita un motivo per sorridere. Quindi io mi fermo qui adesso, perché non c’è altro che io possa aggiungere che Doctor Who non abbia già detto a parole sue, e posso solo sentirmi onorata di aver assistito a questo spettacolo … più bello all’interno!

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

8 COMMENTS

  1. Bellissima recensione, sono d’accordo su tutto, la loro è una vera e propria storia d’amore, molto vicina a quella tra Ten e Rose (li ha “solo” bruciato un sole per dirle addio).

    E si, forse questa notte non dormirò …

  2. GRAZIE MILLE per questo commento!!! Dall’inizio anch’io ho notato diverse somiglianze tra Ten & Rose e Twelve & Clara, in tante occasioni! E sorprendentemente anche Peter Capaldi & Jenna Coleman hanno creato un legame molto forte come quello tra David Tennant & Billie Piper, per questo le loro storie sono così intense!

  3. Ho letto tutte le tue recensioni, anche se non ho commentato, perché ho amato come hai raccontato questo telefilm, che hai saputo descrivere con cura, amore, attenzione. Mi piace come scrivi e come ti metti completamente a servizio del compito, mettendo dentro tutta te stessa, senza risparmiarti. Immagino quanta energia ci voglia.
    Davvero complimenti. Ho amato leggerti.

    • Mi hai dato i brividi cara, te lo giuro! Sapere di essere arrivata in questo modo anche a chi non segue la serie è quasi un sogno ma soprattutto ti ringrazio per queste parole perchè ci tenevo davvero tanto a dare TUTTO, per questa serie tv e per accompagnare nel migliore dei modi Clara Oswald al suo traguardo. GRAZIE MILLE, di cuore

  4. Io non ho più lacrime ç____ç
    Face The Raven m’aveva lasciato malissimo, ma Hell Bent mi ha sbriciolato il cuore (mai come la 5×13 di Merlin, ma vabeh!) Jenna Coleman ha saputo raccapezzarsi benissimo nel suo ruolo ma soprattutto, è Clara al 100% e non la smarrita mocciosa che ripiega sull’inutile Danny Pink perchè non riconosce il suo Dottore ç___ç Solo a me si spezza il cuore ripensando a quel “Clara? Clara Who?”. Trovo immensamente triste, sconfortante e sconcertante che il Dottore sia destinato a non ricordarla, a non ricordare il suo viso, la sua risata, le sue smorfie… è come perdere un pezzo di se stessi!

  5. Complimenti!
    Davvero!
    Mi hai fatto emozionare, hai espresso in parole tutto quello che sento.
    Hai raccontato una storia bellissima.

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