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Diverso da chi?

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Diverso da chi?

If we are truly created equal, then truly the love we commit to one another must be equal as well.” (Barack Obama, 26.06.2015)

Come sapete, con una decisione storica, ieri la Corte Suprema Federale degli Stati Uniti d’America ha sancito, con la propria sentenza, che in tutti i 50 Stati che compongono la Nazione il matrimonio fra coppie dello stesso sesso va riconosciuto come legittimo e di uguale valore rispetto a quello tra una donna e un uomo, dunque produttivo degli stessi effetti legali tra i coniugi (doveri, diritti, tutele). In questo modo, la Corte non ha soltanto posto fine a una frammentazione giuridica che in questi anni ha caratterizzato la loro legge (alcuni Stati già riconoscevano il matrimonio e altri no), uniformando il diritto a livello nazionale, ma ha ribadito e tutelato diritti civili fondamentali, che una democrazia del XXI secolo non può non sancire e proteggere: l’uguaglianza dei cittadini e tutto ciò che da essa deriva. E, così facendo, la Corte Suprema ha compiuto un ulteriore passo verso l’abbattimento di quelle barriere che, purtroppo, ancora oggi causano la distinzione tra cittadini di “serie A” e di “serie B”.
Nel nostro piccolo, abbiamo deciso di fare qualcosa per rendere omaggio a questo momento storico e abbiamo pensato di farlo parlandovi delle nostre coppie gay preferite. – Sam

 

Madame Vastra & Jenny – DOCTOR WHO

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È un sogno, che non avrebbe dovuto mai essere solo un sogno. È una realtà ormai, come avrebbe sempre dovuto essere.
Finalmente, in tutti e 50 gli stati che formano gli U.S.A., il matrimonio è un DIRITTO PER TUTTI.
No, non mi piace dire che gli U.S.A. abbiano “legalizzato le unioni gay”. Non ci dovrebbe essere differenza tra “unioni gay” e “unioni etero”.
Il Matrimonio è un MATRIMONIO e, da persona di 35 anni, sposata da quasi 3, ho sempre desiderato che potesse essere un diritto di TUTTI.
Perchè il matrimonio questo è: un diritto d’amore. Due persone innamorate, se lo desiderano, DEVONO avere il diritto di sposarsi, di essere uniti davanti allo stato che li rappresenta, di festeggiare con chi vogliono la loro unione, di portare la fede, di avere gli stessi diritti legali di qualsiasi altra coppia sposata al mondo, di far visita in ospedale al proprio coniuge malato, di essere chiamati FAMIGLIA.
Ho sempre sognato un mondo equo, dove amori come quello di Madame Vastra e Jenny potessero essere considerati normali.
Ricordo ancora la loro seconda apparizione sugli schermi, nel Christmas Special “The Snowmen”, e quanto mi sembrò d’impatto il dialogo tra Vastra, Jenny e il Dott. Simeon che definisce il loro legame “Di dubbia natura”, quando entrambe lo riprendono sottolineando il fatto di essere sposate. Un dialogo nel quale la natura lucertoloide di Vastra diventa meno importante del suo essere innamorata di una donna, del suo essere lesbica. Fondamentalmente perchè Simeon, “villain” dell’episodio e di alcune parti successive, non incarna solo i pregiudizi verso le coppie LGBT radicati nella mentalità dell’Inghilterra vittoriana, ma TUTTI i pregiudizi, di qualsiasi epoca, sulla questione.
La voce di Simeon è la voce di tantissimi, purtroppo, individui che credono ancora che l’amore abbia distinzioni di genere, di razza, di sesso, laddove Vastra e Jenny [che, ricordiamo, sono una donna lucertola dell’alba dei tempi e una giovane cameriera della Londra di fine ‘800] sono la voce della “normalità” così come dovrebbe essere. La voce del diritto ad amare pubblicamente la persona che ha scelto di passare la propria vita con noi, la voce dell’AMORE.
E può sembrare melenso, a volte anche scontato, ma provando a mettersi nei panni di persone a cui è negato il diritto ad amare, diritto che dovrebbe essere imprescindibile, e provando ad immaginare come sarebbe se mi fosse stato negato il diritto di sposare mio marito, di avere una famiglia con lui, ecco che l’indignazione di Vastra assume un senso assoluto.
Doctor Who, su questo argomento, è sempre stata una serie che potremmo definire Coraggiosa. Ha sempre portato sul piccolo schermo, sempre precorrendo i tempi, sempre sottolineando la giustizia fondamentale della libertà estesa a tutti, quei cambiamenti che in una società civile sono necessari per lo sviluppo. Con Jenny e Vastra ha fatto lo stesso.
La razza non è più un problema [Pardon, non DOVREBBE ESSERE più un problema] da decenni, e quindi la differenza razziale di Vastra passa inosservata anche al retrogrado Simeon, che vorrebbe un mondo fatto di creaure di ghiaccio [immobile, quindi, congelato nell’assoluta staticità del freddo] che non possono cambiare, mentre la relazione “inappropriata” delle due è abominio.
E Vastra specifica che non esiste inappropriato quando un amore è confermato dal sacro vincolo del matrimonio.
Il Matrimonio quindi come sugello di un diritto ad amare che va al di là di ogni distinzione, ed appiana qualsiasi contesa, divenendo bandiera universale di quel sentimento che lega due persone fino alla fine dei loro giorni.
QUESTO è quello che è successo ieri negli U.S.A.
Il Matrimonio è diventato, per tutti e con buon diritto di tutti, simbolo dell’amore più puro, senza distinzioni di Sesso o di Razza.
Celebriamo l’Amore quindi, quello con la A maiuscola, quello che se ne frega dei paletti di una società retrograda.
Perchè, come il mondo oggi veste tutto d’arcobaleno senza distinzione, agli occhi dell’amore siamo tutti uguali. Fossimo anche una donna lucertola preistorica e una cameriera dell’Inghilterra di fine ‘800.
Ocean

 

Emily Fields & Maya St. Germain – PRETTY LITTLE LIARS

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“What was it like to stop being one thing and just become something else?” – Hanna
I wasn’t becoming something else, I was becoming who I really AM – Emily

Di Emily Fields si possono dire tante cose ma nessuno può negare il suo coraggio, la sua forza ammirabile e la genuina purezza non solo nel rivelarsi al mondo per la persona che è davvero ma soprattutto nell’ammetterlo a se stessa, nell’abbracciare senza timore la sua vera essenza, nell’accettarsi semplicemente come essere umano, imperfetto certo, ma straordinario nella sua complessità. Ci sono alcune parole pronunciate da Emily che per quanto mi riguarda dovrebbero rappresentare il manifesto di ciò che celebriamo oggi, dovrebbero essere un punto fermo dal quale non si torna indietro, un’affermazione che non puoi confutare o criticare perché non è un problema da risolvere né una malattia da curare e soprattutto non è un plebiscito in cui ognuno deve esprimere il proprio diritto di veto. Emily non è cambiata da un momento all’altro, non ha pianificato di stravolgere la sua vita con un atto di ribellione, semplicemente Emily è cresciuta, ha imparato a conoscersi come succede a tutti gli adolescenti, ha osservato il mondo ma più di ogni altra cosa ha guardato dentro di sé e ha capito chi davvero lei fosse, ha riconosciuto la sua parte più intima e vera e poi l’ha abbracciata, diventando la persona che doveva essere fin dall’inizio. Come può essere un problema questo? Come può qualcuno giudicare il tuo modo di essere? Mentre scrivo mi rendo conto di quanto questa tematica sia tanto profonda quanto semplice in fondo, Emily Fields l’ha sempre resa semplice perché il suo essere gay non era niente di assurdo, non era sbagliato, non era diverso dalle relazioni delle sue compagne di vita, proprio perché essere te stesso non dovrebbe mai essere un segno particolare, non dovrebbe renderti speciale o diverso, non dovrebbe distinguerti nella folla. Una menzione speciale in questo contesto la merita quella ragazza che ha permesso ad Emily di far cadere una maschera che indossava ormai da troppo tempo, permettendo al mondo di conoscere il suo vero io, in tutta la sua bellezza e semplicità, sto parlando di Maya St. Germain. Passa poco tempo dal suo arrivo, prima che Maya cominci a mostrarsi soltanto per ciò che è davvero perché differentemente non solo da Emily, ma anche da Spencer, Aria e Hanna che si ostinavano ad essere quello che gli altri volevano e vedevano in loro, Maya era già un passo avanti in quanto conosceva se stessa e non aveva paura di rivelarsi apertamente. Al fianco di Maya, Emily comincia a guardare il suo mondo sotto una luce diversa, si rende conto di meritare di più di un ragazzo idiota che non l’avrebbe mai “vista” davvero, capisce di poter essere felice perché non c’è niente di sbagliato in lei, perché i suoi sentimenti non avrebbero mai potuto cambiare la sua personalità. La storia tra Emily & Maya ha la straordinaria forza di raccontare la purezza di un amore giovanile in modo incredibilmente realistico ma anche magico potremmo dire. L’importanza del realismo nella crescita di Emily sta in quel passaggio fondamentale in cui lei capisce di non riuscire più a nascondere la sua verità alle persone che più ama: entrambe le sue famiglie, ossia sua madre Pam e le sue amiche che scelgono di fare muro intorno a lei, di gioire e soffrire al suo fianco ma soprattutto scelgono di ricordarle che niente è cambiato perché ai loro occhi lei è sempre la stessa Emily che amano e con cui sono pronte a condividere la loro vita. Personalmente ho sempre avuto un debole per Maya perché con lei Emily comincia ad amare davvero senza il timore di essere respinta com’era successo in passato, inizia a sorridere e a vivere la sua crescita senza sentire il bisogno di controllare ogni suo sguardo o ogni parola per paura di rivelarsi. Maya dal suo canto riusciva a “vedere” Emily per davvero, quella ragazza per lei diventava quasi poesia, diventava il suo bene più prezioso. Persone, eventi e cambiamenti hanno cercato di dividere Emily & Maya ma le due ragazze riuscivano sempre a ritrovarsi e a vivere il loro amore. Purtroppo la loro storia non ha avuto quel lieto fine che entrambe meritavano ma personalmente credo che ciò abbiano condiviso sia eterno perché è grazie a Maya se Emily ha scoperto il vero amore, per se stessa e per un’altra persona, ed è grazie ad Emily se Maya ha conosciuto la purezza e la bontà di “quell’animo nobile” che tanto l’aveva cambiata.
WalkeRita

 

Brittany Pierce & Santana Lopez – GLEE

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Penso che tutti siano venuti a conoscenza ormai del fatto che nella giornata di ieri la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che il matrimonio è un DIRITTO Costituzionale anche per le coppie omosessuali. Questa è chiaramente una sentenza storica, una grandissima vittoria da parte di tutte quelle persone che nel corso degli anni hanno lottato assiduamente per riuscire a veder riconosciuti i loro diritti, insomma l’amore vince, su tutto e tutti almeno in America. Infatti ci son ancora tanti paesi dove ancora il matrimonio tra due persone dello stesso sesso non è riconosciuto e vi è una mentalità fin troppo chiusa per quanto riguarda la questione in se ma sicuramente il segnale che manderà ora l’America non passerà inosservato.
Quando son venuta a conoscenza della notizia, che ha fatto da subito il giro del mondo, non ho potuto che esultare in quanto da sempre sostenitrice del rispetto verso tutti, dell’uguaglianza, dei diritti e di quell’amore vero che non ha bisogno delle etichette della società. Questo mio modo di vedere la cosa, questo pensiero e o le varie considerazioni sulla questione che ancora nel nostro paese come in tanti altri si rivela essere fin troppo spinosa è stato, se così vogliamo dire, aiutato anche dal mondo dei telefilm. Quel mondo in cui ci è stato mostrato che l’amore è semplicemente amore, non importa se tra una donna e un uomo, un uomo e un uomo o una donna e una donna. E forse è anche per questo che nel corso della mia vita da telefilm addicted delle numerose, fin troppe, coppie che mi hanno rubato il cuore una buona fetta di queste si è rivelata essere una coppia omosessuale. Penso a Callie e Arizona, a Ian e Mickey, alle recentissime Nomi e Amanita o Lito e Hernando, a Kieren e Simon ma soprattutto penso a Brittany e Santana di Glee, una delle mie grandi OTP.
La storia tra Brittany e Santana non si può dire che sia stata esplorata al pieno delle possibilità, che fossero fin dall’inizio una coppia con molto spazio o tra le principali, ma con il tempo, con il passare delle stagioni, con il rapporto che hanno costruito, con la chimica che si è venuta a creare e il loro amore son riuscite a conquistare me e tante altre persone appartenenti al fandom di Glee. Questo perché veramente non ho potuto far a meno di innamorarmi di una coppia simile, nella mia mente è impossibile non stravedere per Brittany così innocente e dolce e per Santana così arrabbiata con il mondo, sempre pronta a sputar veleno su tutti e ad essere invece così protettiva nei confronti della sua migliore amica. La storia tra le due è un crescendo che si sviluppa lentamente fin dalla prima stagione, bisogna saper cogliere ogni momento tra le due, ogni scambio, perché è una di quelle storie fatta inizialmente di piccole cose, di mignoli legati tra loro, di sguardi, di sorrisi, di frasi dolci, di piccoli gesti che sfociano alla fine in quello che è stato il loro rapporto, una storia fatta di accettazione, di crescita, di amicizia e di amore, di ostacoli superati e del finale migliore possibile. Certo, la scrittura degli sceneggiatori non si può dire essere stata impeccabile, come quella di molte altre coppie di Glee e dello show stesso ma una sola scena con loro due insieme e tutto il resto scompariva via. Ho passato giorni, che dico settimane, forse anche mesi, a struggermi per la loro storia, per Santana che non riusciva ad ammettere i propri sentimenti, che aveva paura del pensiero della gente e a Brittany e al fatto che tutti la considerassero stupida, che è sempre stata al suo fianco e l’ha amata con tutta se stessa. Le due si son sempre supportate a vicenda, hanno sempre tentato di tirar fuori la versione migliore dell’altra e anche quando si son lasciate lo hanno fatto proprio pensando al bene della persona che amavano. La loro riunione, il ritorno del loro amore è stata una delle cose più belle che potesse capitare, ma io son di parte chiaramente, e nonostante non fossi al 100% a favore di un matrimonio in così giovane età non posso che esser stata felice di come la loro storia si sia conclusa, insieme, proprio praticamente come era iniziata. Brittany e Santana hanno coronato il loro amore con un matrimonio, un matrimonio che ora in America tutte le coppie come loro e di qualsiasi sesso potrà celebrare e non c’è cosa migliore al mondo se non di poter vivere appieno il proprio amore, di vederlo riconosciuto, di poterlo mostrare a TUTTI. E nonostante avrei altre mille cose da scrivere, potrei annoiarvi per altre decine e decine di righe voglio chiudere così questo mio pensiero e dire semplicemente: LOVE IS LOVE, AND LOVE ALWAYS WINS!
Claw

 

Callie Torres & Arizona Robbins – GREY’S ANATOMY

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Da molti anni, nelle serie tv, le coppie omosessuali sono sempre più inserite. Ormai le troviamo nella maggior parte degli show in onda. Come ben sappiamo, l’amministrazione Obama ha sempre avuto come punto forte il ripristino o la concessione dei diritti umani fondamentali. Casualmente, durante l’amministrazione Obama, la Corte Suprema ha deciso di forzare anche gli stati che non avevano accettato di accettare le unioni civili di coppie di qualsiasi sesso. La prima coppia che ho amato è stata quella della serie Brothers & Sisters, la storia tra Kevin & Scotty. Un’altra coppia che ho amato nel corso degli anni sono state le Calzona. Come potevo non parlare di una delle coppie più belle delle serie tv? Le Calzona che rappresentano la vera normalità di una coppia omosessuale. Perché ho scritto la “vera normalità”? La normalità di Callie nell’accettare la propria omosessualità senza nemmeno pensarci due secondi. Quello che voglio dire è che nel 90% delle volte, nelle realtà quando una persona si “scopre” gay, c’è la fase dell’accettazione che dura molto tempo. Il bello di Callie è stato proprio il fatto che questa fase di accettazione non l’abbia dovuta passare, perché essere gay è normale, proprio come le coppie etero. Io credo che l’amore vada espresso sotto tutte le forme: non esistono razze, religioni, colori, orientamento sessuale che possa sconfiggere il vero amore (ho detto once upon a time per caso?). Un momento particolare che Callie ha vissuto, è avvenuto quando suo padre, dopo aver scoperto la sua omosessualità, ha cercato a tutti i costi di curarla. Questo episodio fa molto pensare perché tutt’oggi succede spesso, anche in Italia, che molti ragazzi si dichiarino ai propri genitori e loro decidano di far visitare il proprio figlio da uno psicologo, con la speranza che “ritorni” etero. Purtroppo questa è la dura realtà. Nel caso del padre di Callie invece, il genitore in questione riuscì a capire e ad accettare che sua figlia era felice così com’era, perché essere omosessuali non è contro natura.
alessioxoxo

 

Kurt Hummel & Blaine Anderson – GLEE

https://youtu.be/0IuEBd5suos

Per festeggiare questo grandissimo traguardo raggiunto dai 50 stati americani, ho pensato di parlarvi un po’ dei Klaine. Se vi è mai capitato di leggere le mie recensioni di Glee – o semplicemente se mi conoscete – sapete benissimo che in realtà io odio i Klaine – è più forte di me, è un’unione che proprio non s’aveva da fare (Seblaine forever and always) – ma in questo particolare contesto li trovo appropriatissimi.

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Non sono qui per raccontarvi la storia del loro amore, perché se n’è parlato e se ne continua a parlare tuttora così tanto che immagino che perfino i non fan di Glee sappiano tutto di loro. Sono qui piuttosto per parlarvi dell’importanza che secondo me questa coppia ha rivestito: innanzitutto, di tutti i personaggi omosessuali che la televisione ci ha presentato, Kurt Hummel è forse quello che ha avuto un impatto sociale maggiore al di fuori dello show. Sarà perché molte delle sue vicende hanno ricalcato pari pari quelle vissute veramente dal suo interprete Chris Colfer, sarà che essendo Chris Colfer per l’appunto dichiaratamente gay è riuscito a infondere quel qualcosa in più al suo personaggio a livello di realismo, fatto sta che Colfer ovunque vada viene avvicinato da giovani fan di Glee che lo ringraziano genuinamente per averli aiutati a fare coming out, per averli aiutati a trovare il coraggio di essere se stessi in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, insomma all’interno della società. Kurt è riuscito a portare il COURAGE di Blaine al di fuori dello show, a farlo diventare un vero e proprio motto per tantissimi giovani bistrattati dalla società solo perché gay, o semplicemente impauriti che le persone intorno a loro potessero trovarli “sbagliati” se avessero saputo. COURAGE.

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Secondariamente, a dispetto di tutto e di tutti, i Klaine sono riusciti a sposarsi. Sembra molto banale come concetto, due persone si amano, stanno insieme da tempo, perché non dovrebbero sposarsi? La risposta sarebbe non c’è ragione per la quale non si debbano sposare, e invece nei tre quarti dei casi diventa non si devono sposare perché sono due uomini o peggio ancora non si possono sposare perché la legge lo vieta. Be’, se la sesta stagione di Glee fosse andata in onda a partire dal prossimo settembre, Kurt e Blaine si sarebbero potuti sposare a casa loro (a Lima, Ohio), cosa che invece – come Ryan Murphy non ha mancato di sottolineare – non hanno potuto fare e sono dovuti andare in un altro stato a farlo. Ma in ogni caso ce l’hanno fatta, si sono sposati.
Il che ci porta al terzo grande traguardo della coppia, perché i due non solo si sono sposati, ma la sesta e ultima stagione di Glee si è conclusa con la lieta novella che Rachel stava facendo loro da madre surrogata per un figlio. Rachel era incinta del loro bambino, sarebbero diventati padri e sarebbero stati due padri meravigliosi.

Insomma, al di la delle simpatie personali per la coppia formata da Kurt Hummel e Blaine Anderson, rimane indiscutibile il fatto che i Klaine abbiano dato tantissimo alla causa, andando a sottolineare una volta di più quello che sia i RIB che gli attori della serie hanno sempre sostenuto, ovvero che Glee per certi versi possa essere considerato un vero e proprio fenomeno sociale. E un po’ ve lo spiegano anche Chris Colfer e Darren Criss nel video qua sopra. PREACH.

Per concludere – e per farvi fangirlare un pochino, che non è mai male – vi lascio invece con il video della proposal!

ChelseaH

 

Connor Walsh & Oliver Hampton – HOW TO GET AWAY WITH MURDER

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In How to Get Away with Murder, ogni mezzo è lecito per scagionare il proprio cliente dall’accusa di omicidio. È così che ci conoscono Connor e Oliver: Connor è uno degli allievi della professoressa Keating e seduce Oliver per avere delle informazioni utili per far cadere le accuse fatte al cliente che stanno difendendo. Connor si adatta bene ai metodi della sua professoressa, è un seduttore, è bello e Oliver può sembrare solo uno dei ragazzi che vede solo per una notte e poi dimentica, ma non è così: Oliver gli piace, e torna da lui, anche dopo che il caso è risolto, non perché vuole estorcergli qualcos’altro, ma perché vuole davvero conoscerlo.
Oliver è un informatico, insicuro, che non riesce a credere che un ragazzo come Connor, che potrebbe avere chiunque, possa interessarsi a un tipo come lui. Si sorprende nel vedere che Connor è davvero attratto da lui, non solo per interesse, ma perché ha qualcosa che lo attira, lo affascina.
E così, man mano che scorrono gli episodi, vediamo Connor mostrarsi sempre più vulnerabile, lasciar andare quella maschera di uomo sicuro di sé che pensa al proprio piacere, inseguire Oliver e, pian piano, innamorarsi. Lo vediamo rimanere ferito quando Oliver scopre che è stato con un altro cliente mentre lavorava, lo vediamo soffrire per averlo perso, essere geloso vedendolo con qualcun altro. Non è più soltanto il Connor Walsh che abbiamo conosciuto nel pilot, è un ragazzo che si sta aprendo ad un’altra persona che lo fa sentire bene, con cui si sente al sicuro, che lo fa sorridere e di cui ha bisogno. E’ da Oliver che corre dopo la fatidica notte, perché è l’unico che riesce a tranquillizzarlo, perché vorrebbe riconquistarlo, perché vorrebbe essere per lui qualcosa di più dell’avventura di una notte.
È un sentimento che travolge entrambi, perché anche Oliver non riesce a staccarsi da lui, a lasciarlo andare. Non sa la verità sulla notte dell’omicidio, ma sa che c’è qualcosa che non va in Connor e non vuole lasciarlo da solo.
C’è una sorta di inversione di ruoli, in questa relazione: Connor ha sempre avuto il pieno controllo della sua vita sessuale e sentimentale, e, ad un certo punto, si ritrova a sperare che un ragazzo, che all’inizio aveva abbordato solo per interesse, lo consideri come fidanzato, non lo abbandoni, lo perdoni per l’errore che ha commesso. Lo presenta ai suoi amici, ne parla alla sua famiglia con gli occhi che gli brillano e l’atteggiamento impacciato tipico degli innamorati. È un’altra versione di Connor che Oliver tira fuori e, nonostante le sue insicurezze sull’essere meno attraente di lui, Oliver è riuscito a fargli dimenticare ogni altro ragazzo e a fargli desiderare soltanto lui. Forse per la prima volta nella sua vita, c’è qualcuno che lo sta corteggiando serratamente. E, dall’altra parte, per la prima volta nella sua vita, Connor deve davvero impegnarsi per ottenere qualcosa, non riesce ad averla subito, deve mettersi in gioco, mostrare il lato più tenero e spaventato di sé, dedicarsi completamente a un’altra persona.
Dopo averli visti riuscire a costruire un rapporto, innamorarsi, aprirsi l’uno all’altro, il test dell’HIV dell’ultimo episodio è un vero colpo, una prova durissima. Hanno abbastanza strumenti per superarla insieme, ma dopo averci fatto guardare le loro scene con gli occhi a cuoricino quello che si sperava per loro era un bel lieto fine e tanta felicità. Ma, si sa, con Shonda bisogna fare molta attenzione a quello che si desidera.
Eilidh

 

Alec & Magnus – THE MORTAL INSTRUMENTS-SHADOWHUNTERS

Alec e Magnus

E chiudiamo con una coppia che ancora non è diventata televisiva (lo diventerà a inizio 2016), ma è letteraria ed è già stata introdotta al cinema: Alec e Magnus, dall’universo “Shadowhunters”.
Quando la storia dei nostri Cacciatori di Demoni inizia, nel primo volume di “The Mortal Instruments”, “Città di Ossa”, Alexander Lightwood è un giovane uomo che ha da poco raggiunto l’età che permette agli Shadowhunters di avere voce in capitolo nella loro società e di partecipare alle riunioni del Consiglio, nella capitale del loro Stato, Alicante, la Città di Vetro.
Alec discende da una delle casate più antiche e rinomate degli Shadowhunters, è uno dei migliori tra i giovani, eppure qualcosa in lui non va, lo fa soffrire, lo rende insicuro e non gli permette di sentirsi pienamente se stesso, di essere interamente la persona meravigliosa che, in realtà, è e che si cela sotto quelle ferite: un giovane uomo forte e saggio, un guerriero coraggioso, pronto a fare ciò che va fatto per la salvezza di tutti, contribuendo a risolvere una situazione disastrosa creata dalla generazione precedente, suoi genitori compresi, anche a costo della sua stessa vita; un fratello amorevole e un amico ben più che leale, una persona migliore dei suoi genitori e della maggioranza dei membri del Clave, alcuni dei quali guidano la loro società.
Alec è gay e nella società dei Cacciatori di Demoni, i Nephilim “creati” dall’Angelo Raziel (un Arcangelo, uno dei Cherubini) nel XII secolo per proteggere l’umanità, questa situazione è quasi un tabù. Forse senza il quasi.
Il bellissimo (in senso lato) Alexander, dunque, in verità si sente incompleto, una “persona a metà”, perché non è libero di amare e ha paura di farlo. Una sera, però, incontra un uomo destinato a cambiare radicalmente la sua vita: Magnus Bane, il Sommo Stregone di Brooklyn, potente, famoso e temuto, anche. Magnus è affascinante ed eccentrico, è un essere che ha attraversato molti dei secoli dell’umanità, acquisendo conoscenze ed esperienze incredibili (alcune delle quali lo hanno ferito profondamente), e tra tutte le persone presenti, quella sera, nota proprio il timido e riservato Alec.
E così, le vite del giovane Shadowhunter e dell’immortale Stregone si legano indissolubilmente.
Magnus, infatti, nonostante le ferite che gli hanno segnato l’anima non ha paura di amare e con pazienza e delicatezza (nei limiti del tollerabile) prende per mano Alec e lo guida alla scoperta di ciò che l’amore tra due persone realmente è, portando il giovane uomo ad accettarsi completamente, permettendo a tutte quelle caratteristiche che, come ho detto, lo rendono una persona meravigliosa di emergere e rivelarsi nella loro totalità, rendendolo una persona completa e, possiamo dire, un leader, prima di tutto per coloro che ama.
Con il suo amore Magnus rende Alec talmente consapevole di se stesso e della forza di cui è dotato da portarlo non solo a confrontarsi con i suoi genitori, ma a “sfidare” la sua stessa società, stufo di catene che non accetta più, diventando un esempio di forza e coraggio per persone che sono nella sua stessa situazione e che decidono di seguire le sue azioni, aprendo così l’inarrestabile cambiamento, anche sotto questo aspetto, per la loro rigida società.
Attraverso la relazione con Magnus, inoltre, Alec migliora come persona: diviene più tollerante e comprensivo, più aperto verso gli altri, comprende quali altri aspetti della loro società sono profondamente sbagliati e inizia a combattere per cambiarli, per una maggiore giustizia.
Non mi dilungherò oltre, non voglio fare spoiler a coloro che non hanno letto questa bellissima saga urban fantasy (FATELO!) e aspettano la serie tv, ma in queste giornate storiche sentivo di dovervi parlare di questi due meravigliosi personaggi, poiché la loro storia è uno degli aspetti più belli dell’intera saga, nonché ulteriore dimostrazione che non importa chi si ama, quando lo si fa con tutto il cuore. E, infatti, un analogo percorso di crescita è vissuto da altri personaggi, in questa saga, in relazioni eterosessuali.
Sam

 

DichiarazioniCome vi abbiamo riportato all’inizio con la citazione, nel bellissimo discorso tenuto ieri nei giardini della Casa Bianca il Presidente Barack Obama ha asserito che “posto che tutti nasciamo uguali, allora anche l’amore in cui ci impegniamo l’uno con l’altro deve essere uguale”. E a riprova di ciò tutti noi vi chiediamo: leggendo quello che vi abbiamo narrato di tutti questi personaggi notate qualche differenza tra queste storie d’amore e tante altre, narrate in telefilm, romanzi, film, che hanno come protagonisti un uomo e una donna? Voi risponderete “Ovviamente no”, in quanto, in effetti, non ve ne sono, poiché, come ha giustamente detto ieri Barack Obama, l’amore è amore.
La Dichiarazione d’Indipendenza americana del 1776, la Dichiarazione Dei Diritti Dell’Uomo e Del Cittadino del 1789, la Dichiarazione Universale Dei Diritti Dell’Uomo del 1948, le Costituzioni moderne affermano tutte lo stesso principio: gli uomini nascono uguali e uno Stato non può permettere che vi sia disparità di trattamento tra loro. Anche la nostra Costituzione lo asserisce, all’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”
Come può essere considerato “rispetto” di questo principio fondamentale, alla cui affermazione l’umanità è arrivata a costo di innumerevoli sacrifici e moltissimo sangue versato, il negare alle persone il diritto di amarsi liberamente e di costruire una famiglia, con gli stessi diritti e doveri delle altre? Se non si possono fare distinzioni di sesso, razza, ecc., come si possono, in una società civile, fare distinzioni sulla base dell’amore (che peraltro rientra nelle condizioni personali), soprattutto visto che, chiunque riguardi, come dimostrano le opere letterarie, televisive e cinematografiche, l’amore è ciò che porta le persone a essere migliori, le innalza dalla meschinità e le rende capaci di combattere per ciò che è giusto, senza fare distinzioni? (Come afferma il Maestro Jedi Qui Gon Jinn, in Star Wars, “L’amore è la risposta”, poiché esso “può accendere le stelle”.)
Una tale situazione non è accettabile. Per questo motivo, non solo siamo felici di vedere l’ulteriore affermazione di un diritto fondamentale delle persone, ma siamo anche emozionati, poiché (soprattutto per noi che siamo giovani e abbiamo “vissuto” le grandi battaglie per i diritti civili solo attraverso i libri di storia e i film) è meraviglioso poter assistere a vittorie civili e di giustizia sociale, le quali, proprio come avviene nelle storie che tanto amiamo, televisive e letterarie che siano, come queste storie insegnano, sono destinate a rendere migliori la nostra società e, dunque, noi stessi. – Sam
Grazie per averci letto.

 

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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