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Castle | Recensione 8×14 – The G.D.S.

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Castle | Recensione 8×14 – The G.D.S.

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Confesso di trovarmi di fronte al file di word più difficile da riempire, da quando ho iniziato a scrivere le recensioni di Castle, che sono una delle cose che amo di più fare nella vita.

È stata una puntata strana. Noiosa in diversi punti, che è una cosa che uno show televisivo non può permettersi. Può farci arrabbiare, ma non farci venir voglia di controllare quanti minuti mancano alla fine.
Ci sono stati diversi twist, qualcuno che ci si aspettava, altri più sorprendenti. E anche dei momenti intensi e pieni di calore che mi sono piaciuti molto. E, nella migliore tradizione di Castle, anche il tipico veleggiare leggero che è da sempre il suo marchio di fabbrica.

Non mi è facile analizzare la puntata, proprio perché si è trattato di una mixed bag che ha messo insieme diverse questioni, alcune fondamentali, e altre che mi sono sembrate solo una perdita di tempo. Ho avuto diverse reazioni: indignazione, in certe parti, desiderio di andare a pulire le fughe delle piastrelle in altre, e momenti che da soli sono valsi la visione. Perché non sarei onesta nel dire che è una puntata non che merita. Ma non è nemmeno la solita gioia che Castle sa regalare il lunedì sera.

Prima di iniziare a parlarne profusamente come al solito, faccio una premessa su quello che mi trovo a fare ogni martedì: in linea generale non trovo giusto che una recensione sia un vomitatoio di invettive (per quanto giustificate), ma non penso nemmeno che debba sempre e solo essere un appoggio incondizionato a qualsiasi forma di intrattenimento ci venga consegnato dal telefilm in questione, anche se lo amiamo tanto e anche se stiamo subendo lo stillicidio dell’attesa di sapere se ci sarà il rinnovo per la nona stagione e, soprattutto, in che forma vedrà la luce, nel caso.

Ho quindi cercato di essere il più oggettiva e lucida possibile nell’esaminarla, senza dare spazio a inutili estremismi emotivi che, come tutti, ho anche io. Se mi sveglio la notte a leggere gli spoiler, è chiaro che per me non è un telefilm come gli altri, credo che ormai si sia capito. Ma il mio ruolo qui è di diversa natura.

Detto questo, lascio la parola a Beckett nel commentare la puntata. Credo che la sua reazione sia esattamente la mia.

(A proposito della nostra Beckett, e nell’occasione dell’odierna celebrazione, vi invito a leggere questo articolo che parla di grandi donne telefilmiche. Indovinate chi non poteva mancare…).

A essere del tutto sinceri, bisogna ammettere che l’episodio di oggi non si proponeva un obbiettivo semplice. Partiva già con due enormi pains in the ass che io davvero mi chiedo se per decidere l’assegnazione gli autori abbiano pescato il bastoncino più corto, o se lo showrunner, come compete ai veri leader in natura, abbia deciso che la rogna dovesse prendersela tutta lui.
I due problemi che avrebbero infestato qualsiasi puntata, pure una che avesse dato via ricchi premi in denaro al termine della visione, sono stati, nell’ordine:

1. La mancanza di Beckett
Totale. Nemmeno una telefonata. Nemmeno una voce che chiamava “Espo” da dentro il suo ufficio. Beckett è stata M.I.A. per quaranta interi minuti. Voglio mettere subito le mani avanti e dire che so molto bene che lo show si chiama Castle e che quindi lui non può morire. Ah, no, questa era per la 6×23. E che è un procedurale. So anche che una rondine non fa primavera e che il nuoto è uno sport completo. Di fatto io per sette stagioni e mezzo ho assistito alla costruzione di una storia d’amore, che si è deciso a monte di rendere centrale, dando poco spazio al resto. Lo dichiaro: io sono qui per i Caskett. Li amo, amo la loro storia, penso che sia la migliore mai rappresentata sullo schermo and I’m not even sorry for that.
Inoltre, Castle non è mai stato costruito come uno show corale alla Shonda, dove puoi sopportare che muoia chiunque e vai avanti lo stesso. Un po’ acciaccato, ma ce la fai, hai altri personaggi a cui ti sei già affezionato. Beckett è una figura troppo importante, nell’economia dello show, perché possa scomparire senza causare danni. La penserei nello stesso modo anche se venisse a mancare Castle. Non che sia impossibile guardare un episodio senza di loro. È anche normale che si muovano in modo indipendente l’uno dall’altra e che abbiano cose loro da fare senza la presenza del coniuge, ma io non vorrei vedere questa parte della loro vita, grazie. Ci sono già tante cose che accadono off screen, aggiungiamone pure delle altre.

2. La scelta di trattare la storyline della scomparsa di Castle.
Non voglio tediare nessuno, soprattutto me stessa, ricordando il terribile svolgimento dell’arco narrativo partito nella 6×23, quando Castle è stato portato via dal suo stesso matrimonio. Ci siamo detti che doveva avere un senso, che gli showrunner dovevano sapere quello che facevano, del resto sono loro che lo fanno di mestiere, chi siamo noi per criticare? In realtà a me non era dispiaciuto il cliffhanger, messo lì per vivacizzare la situazione. Ho patito certo le pene dell’inferno con l’immagine della sposa distrutta dalla disperazione, stampata nella mente per quattro mesi, ma avevo colto le potenzialità di un tale evento, arrivato a concludere una stagione un po’ lenta. Si aprivano molte strade, tra cui l’opportunità di conoscere meglio il personaggio di Castle, di cui si poteva svelare qualche strato più profondo della sua personalità. Ecco, vorrei dire alla me stessa di un tempo: raccogliti le gonne fruscianti su un braccio e scappa lontano.
Perché già lo scorso anno, la puntata dedicata a questo tema importante, la 7×20, era andata male. Mi ricordo appoggiata con un braccio a una colonna di marmo mentre venivo investita dallo spiegone di Bilal che in due minuti racconta la rava e la fava, Al Qaeda, l’eroe dei due mondi, Castle for president, la CIA, il KGB e compagnia cantante.
Ed è proseguita anche peggio.

La 8×14, “The G.D.S“, affronta il terzo e ultimo (!!) appuntamento della storyline: “Vieni anche tu a dire la tua sulla scomparsa di Richard Castle. Prendi il numero”.

Con queste premesse, non era facile non solo ambire al puntatone tipo Veritas, ma anche solo tenere insieme le fila di tutti i discorsi.

La puntata ricorda molto, in certi aspetti, “To Love and Die in L.A.” (3×22), non solo perché ha la stessa ambientazione, ma anche perché ha moltissimi rimandi, che non possono essere considerati casuali.
La suite dell’albergo che, se anche arredata in modo diverso, ricorda nella disposizione quella dove i Caskett hanno quasi rischiato di amarsi prima che fosse giunta la loro ora. È un momento che i fan di Castle portano nel cuore, era il caso di riproporla indigesta come la peperonata mangiata a Natale, cambiando i protagonisti? Era per darci un’atmosfera Caskett senza i Caskett? Tipo mettersi addosso il profumo per coprire gli odori?
Idem per il richiamo al film mai realizzato tratto dai romanzi di Nikki Heat, le scene negli studios, o anche il detective che entra infuriato rimproverandoli di aver fatto di testa loro. E Rick che vuole blandirlo offrendogli un dono, come al precedente aveva regalato l’accappatoio morbido. Su “I know who the killer is” volevo lanciarmi dalla finestra.
Se era un modo per farmi sentire “a casa” pur in mezzo agli estranei, con me non ci sono riusciti.
È stato tutto profondamente, orrendamente sbagliato. Anche un po’ insultante, se devo dirla tutta. Vedere Hayley e Castle indagare e arrivare insieme sulla scena del delitto (cosa che in tutta l’ottava stagione non abbiamo mai visto i Caskett fare), osservarli anche solo camminare fianco a fianco e chiacchierare mi è sembrato weird. E parecchio. Volevo smettere di guardare.
E non perché stiamo parlando di Hayley o della mia opinione personale su di lei. Se volete raccontarci una storia che non preveda Beckett (non contatemi, nel caso, me ne tiro fuori), costruitela in modo diverso!
Pensavano che non ci accorgessimo che la protagonista era un’altra?

In questo, le scene al distretto tra i bros e Lanie hanno avuto almeno la piacevolezza di farci sentire a in un territorio conosciuto. Tornavo da loro pensando che, almeno, in tutto questo mondo ostile e freddo in cui eravamo precipitati, c’era ancora qualcosa che ci ricordava i bei vecchi tempi.
Ho apprezzato il minutaggio che hanno dato a Lanie, superiore al solito. È un personaggio che ha sempre meritato di avere del tempo on screen in più che non soltanto: “In base alla lividezza del corpo è morto alle cinque meno un quarto, ma per essere più precisa devo portarlo in laboratorio”.
Non capisco però l’esatta natura del presentarci Espo che tenta di boicottare i suoi appuntamenti con i nuovi possibili fidanzati. È un anno e mezzo che si sono lasciati, gli viene in mente adesso di fare il geloso?
Non che non sia capitato a tutti di fare cose meschine, di cui ci si vergogna profondamente negli anni a venire, per battere un rivale, ma non può essere usato come espediente comico! Perché non lo è. L’ho trovato di cattivo gusto, anzi. Volevano veicolarmi il messaggio che Espo è ancora innamorato di Lanie? O era uno dei momenti in cui Castle doveva inciampare nei suoi piedi, ma siccome non ce l’avevamo, allora abbiamo preso i primi tre sottomano? L’estintore gliel’avrei picchiato in testa, non solo una volta. E come minimo ci volevano delle scuse, altrimenti sembrano solo due ragazzini annoiati. Condivido l’opinione di Lanie.

Tutta la parte dei Grandi Detective di Stocaxxx Superfighi a me non ha detto nulla. Bella la cripta sotterranea della massoneria, tutto molto alla Dan Brown, e mi è piaciuto molto il presidente anziano, ma di fatto… ci serviva per che cosa, di preciso? Per darci momenti lievi in una puntata altrimenti gravata da momenti troppo seri? Poteva funzionare, a patto che i “momentoni” durassero più di cinque minuti in totale.
Siamo andati a Los Angeles per scoprire cosa fosse successo a Castle. Ero molto incuriosita dalla vicenda (non imparando mai dai miei errori), e le anticipazioni uscite mi avevano dato una nuova spinta a fare una delle cose che amo di più per passare il tempo tra una puntata e l’altra: congetturare su Castle, nel noto motto: “Se non lo sto guardando, ci sto pensando”.
Pensavo addirittura che i templari i detective magici avrebbero svolto un ruolo cruciale nell’ottenimento delle informazioni sul suo missing time, che era la cosa che mi interessava di più (anche perché sono loro che ci hanno venduto così questa puntata).
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Il tema che doveva essere centrale è stato invece reso marginale e trattato in poco tempo, la maggior parte del quale speso nel noto ritornello: “Ma, no, Rick, lascia fare. Non impuntarti a voler scoprire a tutti i costi cosa ti è successo. Che ti importa, in fondo?”.
Questa volta tocca a Hayley:

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Mi fanno lo stesso effetto di quelli che ti dicono: “Stai calma”. Qualcuno si è mai calmato dopo questo geniale consiglio?

Scopriamo che la presenza di Hayley, dopotutto, ha un suo senso. Cattivi noi a pensare che l’avessero inserita a caso. A un certo punto, in un twist assolutamente non tra i più scontati mai visti in televisione, abbiamo assistito al passaggio da Useless Hayley a Villain Hayley fino a ricomporci in un sobrio Hero Hayley.
Ricorderemo per sempre lo stupore e la sofferenza del suo volto incupito quando chiede ad Alexis: perché dovrei mai ucciderti? Non saprei, forse perché menti e ti fai trovare nel sedile posteriore della mia auto, cioè il posto del serial killer? Non li guardi i telefilm?!
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Ma tutto è bene quello che finisce bene. Hayley è buona. È l’angelo custode inviata dal potente padre di Castle, che si palesa sempre come l’occhio benevolo che rimane sullo sfondo, ma che si preoccupa sempre delle sorti del figlio. Per me la presenza di Jackson Hunt nella scomparsa di Castle era la cosa migliore che potessero inserire, anzi, era un atto dovuto. È stato lui a dire per primo che l’aveva sempre osservato da lontano, fin da quando era nato, quando era intervenuto per aiutarlo nel rapimento di Alexis. Era quindi normale che sapesse che fine aveva fatto. Poi, si sa, fare la spia della CIA è impegnativo, quindi non può mai presentarsi di persona, però manda sempre donne ad assisterlo. Si tratta pur sempre di amore paterno.
Ci viene anche svelato un altro lato della personalità di Hayley: non è solo una che si veste male, che ci irrita maltrattando Castle senza un motivo dichiarato, e che sbraita dei “Richard” da offesa ai nostri timpani, ma è anche un cucciolo cerca famiglia.
Perché, d’altro canto, non buttarla sui buoni sentimenti retorici? Funzionano sempre. Povero amore orfano che non ha mai voluto bene a nessuno e che trova la sua occasione di riscatto nella calda atmosfera dell’accogliente “Casa Castle”. A me ha fatto piacere vederla così. E la sua risposta ha il pregio di essere molto onesta, e di aprire spiragli sulla sua persona. Non che mi interessi scoprirli, ma è rincuorante vederla fare altro che la Wannabe Badass.

(Dai, ti piace Jackson Hunt, ammettilo. Perché del resto rimanere nella vita di uno a cui devi mentire tutti i giorni? La tua sola presenza avrebbe potuto attivare qualcosa nella sua memoria, no?!).

Veniamo al momento clou della puntata, arrivato dopo quaranta minuti a tratti estenuanti: Carramba!! La scomparsa di Castle è legata a Loksat!
Riassumendo: lui è andato davvero a in Thailandia a salvare tutte le genti del mondo. Solo che ha poi fatto una piccola deviazione a LA perché ha scoperto la connessione tra il senatore Bracken e LokSat (che non sappiamo ancora se è nome comune di cosa, persona e animale). Visto il grande pericolo, essendo lui blablabla scappato e ritrovato ferito, è andato da Jenkins a Montreal a lasciare i famosi messaggi nella cassetta di sicurezza e a farsi cancellare la memoria. Non solo per poter tornare da Kate, come abbiamo sempre pensato, ma anche per salvarla da morte certa.
Posso atteggiarmi in tutti i modi che voglio, ma qui il mio cuore Caskett ha ceduto. Vederlo così devastato, sofferente, e innamorato alla follia di Beckett, che consiglia a se stesso: “Non fare l’idiota, vattene lontano da qui” è stata una dura prova. Inoltre, non è bello scoprire che quando lascia video al se stesso del futuro la chiama Kate e non Beckett?

È un momento importante e toccante per molti motivi, oltre al dispiegamento dell’amore Caskett più puro.
Chi meglio di lui poteva dirsi di mollare la presa? Non avrebbe creduto a nessun altro. Abbiamo sempre detto: eh, ma Castle non se la mette via così facilmente, proprio lui che si impiccia, figurati se non vuole scoprirlo. Certo, chi non vorrebbe andare a fondo di una vicenda del genere? Ma se me lo dice la persona che mi conosce meglio delle altre (cioè, io, that is), le do almeno un po’ di credito.
È chiaro, però, che il Castle di oggi non è quello di diciotto mesi fa. Quelle sono le raccomandazioni di un uomo che ha fatto una scelta estrema, in base alle conoscenze che aveva allora, che è il meglio che si può fare in ogni circostanza. Adesso le cose possono essere diverse, possono comparire altri indizi. Non è una sentenza incisa sulla pietra. In quel momento era da solo, ferito, disidratato, con la dengue e in pericolo. È ovvio che non si mette via un fico secco. E mi stupirebbe il contrario. Del resto è lui a dirlo:

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Inoltre, ops, per la prima volta abbiamo un indizio R.E.A.L.E. Possiamo davvero incrociare i dati e risalire alla sua identità. E Beckett non è ignara della cosa, sta già indagando, mentre ai tempi del video questo non stava succedendo, aveva un senso lasciar perdere. Non voglio essere insistente, ma perl’amoredelcielo, glielo devi dire!

Un altro momento molto intenso è stato lo scambio Castle-Alexis. Ho un debole per le loro interazioni, fin dal pilot. Castle-padre tira fuori attimi di un’autenticità molto forte, fatta salva la tendenza al sermone, che gli è propria, ma noi lo amiamo così.

I am your father.
And from the day you came into this world,
it’s been my job to protect you.

Alla fine di tutto è stato chiaro, e condivisibile, il motivo per cui Beckett non poteva andare a LA con lui, nella dinamica dell’intera storyline e anche perché servisse che Hayley lo accompagnasse. Non solo come consulente, ma per tenerlo d’occhio e dargli informazioni importanti. Fare in fondo quello che un anno e mezzo fa lui stesso le aveva chiesto di fare. Se Beckett fosse andata con lui, ne sapremmo quanto prima. Non avremmo visto il video finale e, se anche fosse successo, non sarebbe servito a nulla, con lei presente a sentire: “Non dire niente a Kate”. Cucù, sono proprio qui sul divano accanto a lui. Quindi è giusto che la puntata che non prevedeva la sua presenza sia stata questa, almeno così ha avuto un senso.
Avrei preferito però che la puntata fosse stata concentrata tutta sulla vicenda che lo riguardava e non avrei inoltre disdegnato una telefonata serale di conforto. Non capisco poi perché abbiano dovuto perder tempo con il caso e i detective fighi.
Mi rimane per ora la sensazione di uno svolgimento molto approssimativo della trama orizzontale legata a Castle, soprattutto se penso a come avevano trattato il caso Johanna. D’accordo, hanno avuto stagioni per articolarlo al meglio, ma qui non è stato fatto nemmeno il minimo sindacale. E la considero un’occasione sprecata, perché avevo molta voglia di farmi coinvolgere da qualcosa di avvincente e misterioso che si dispiegasse nel tempo, come era stato l’omicidio della madre di Beckett. È vero che hanno avuto solo due puntate per trattare l’argomento (nessuno gli ha puntato una pistola alla tempia, comunque. Potevano prendersi del tempo in più), ma anche quelle sono state gestite molto male.

A questo punto ci lasciano con degli interrogativi pesanti (e molto interessanti): siamo di nuovo di fronte a una quarta stagione in cui lui mente per proteggerla? Opterà per dirle tutto? Sono molto curiosa di assistere al suo dilemma interiore e vedere come si comporterà, anche perché potrà essere un’ottima occasione di evoluzione del loro rapporto, che ci mostrerebbe quanto sono cambiate le cose (#nomoresecrets. Attento Castle a quello che dici, potrebbe rivoltartisi contro). Temo che la farà parecchio da padrone anche il senso di colpa di essere stato lui, e non Beckett, a causare la morte del team della McCord, a DC. Ha la possibilità di immedesimarsi con quanto da Beckett provato quando ha deciso di non lasciar perdere la morte di qualcuno a cui era legata, soprattutto perché se ne era sentita responsabile. È un ottimo cambiamento di prospettiva che potrebbe portare a cose molto, molto interessanti.

Beckett non sarà stata presente ma Vincit Omnia Caskett, Always. Castle, orgoglioso e innamorato della moglie, rifiuta l’offerta di far parte dei Cavalieri di Malta della squadra mitica di detective, perché tanto lui il migliore ce l’ha a casa e voi non siete degni di lucidarle le scarpe. E sapete cosa vi dico? Me ne vado a casa da mia moglie. Ciaone.

Proud of you, Castle!

Il nonno poi già innamoratissimo di Castle, che lo guarda andare via facendogli la ola (ma solo perché, in fondo, vuole Beckett al suo posto, diciamola tutta!).

Random:
– Alexis mangiauomini avrei preferito non vederla.
– Ma mai quando il bacio lesbo di Hayley e Kendall (il personaggio intepretato Summer Glau.  A questo proposito, quanto è stata meta la battuta “I know you?”).
– Perché Hayley dorme con la fascia nei capelli?!
– E perché non fa mai domande? Hunt la manda da Castle e lei non chiede niente, trova Castle ferito e non sa chi è stato… Non depone a tuo favore, Hayley.
– Davanti al cuore che il cadavere teneva in mano, quanti di voi si sono chiesti se stesse per uscire dal bosco il cacciatore?
– Siete riusciti a tenere il conto di chi ha protetto e sta proteggendo chi? Beckett protegge Castle, che a sua volta protegge lei ed era stato protetto dal padre che ha inviato prima Hayley a proteggerlo, e poi Rita a proteggere Beckett. Castle si è anche auto protetto cancellandosi la memoria, ma lasciandosi video di auto protezione. E, ovvio, i cani devono dormire perché Alexis venga protetta. Qualcuno vuole entrare nella mischia per farsi proteggere?

And… it’s finished! Come vi è sembrata la puntata? Avete lanciato bicchieri contro lo schermo o l’avete tutto sommato digerita?
Vi lascio con il promo della puntata Beckett-centrica che arriverà, aihmè, tra due settimane. Per rimanere aggiornati sulle novità di Castle, vi invito a passare su queste preziosissime pagine:

Tutti pazzi per Castle

Castle Italia

Castle and Beckett Italian Fan Page

A presto, Syl.

18 COMMENTS

  1. Concordo su tutto. Dato che la storyline della scomparsa di Castle sembra ormai terminata, posso dire che l’hanno gestita maluccio. Almeno io l’ho trovata confusionaria sotto molti aspetti. Unica nota positiva: il legame tra la scomparsa di Rick e l’indagine LokSat.

    Ora è Castle a trovarsi nella situazione in cui si era trovata Kate ad inizio stagione e il cambio di prospettiva è molto intrigante ma spero vivamente che stavolta procedano ad indagare insieme.

    • Io penso, e spero molto che usino questa situazione parallela per dimostrare il cambiamento avvenuto (anche perché… se continua a mentirle per proteggerla va anche contro le sue stesse parole della 8×8). Ma anche se non lo farà, ho voglia di vedere come gestiranno il suo tormento interiore. Grazie di essere passata!

  2. Questa volta era davvero difficile recensire in modo equilibrato, ma tu hai dimostrato tutta la tua professionalità svestendo, per l’occasione, i panni della fan sfegatata e lanciandoti in una lucidissima analisi.
    A me alcune scene hanno proprio dato fastidio fisico, quasi tutte quelle in cui hanno voluto fare un richiamo alla Puntata di L.A.
    Sono rimasta allibita dalla totale sconnessione tra GDS e la CO di Castle, ancora sto qui a chiedermi perchè.
    Sono pienamente d’accordo con te su tutta la faccenda sparizione e protezione a scatole cinesi.Spero anche io che però stavolta no more secrets, vorrei una svolta.

    • Grazie 🙂 Lo apprezzo molto, ho tentato di non farmi prendere dalla confusione emotiva post puntata.
      Se penso alle nostre congetture, molto, molto più fantasiose, mi sento male!

  3. Dici bene, neanche una telefonata per sapere come va e questo dopo una separazione (= crudele perdita di tempo) con i mille risvolti che ha comportato. Insomma, non è che sono andati a L. A. per una scampagnata, quindi perché? D’accordo, potrebbero essersi sentiti senza che ce l’abbiano fatto vedere, ma sarebbe la prima volta in 8 anni. Non avrebbe senso. Mia intransigenza? No, mia necessità.

    Mi sembra un episodio del tutto forzato, un contenitore obbligato dall’assenza di Stana dove infilare la solita indagine, tra l’altro pasticciata, poco avvincente e con personaggi per niente credibili e dare infine uno sviluppo alla faccenda LokSat, che comunque non mi convince. Capisco la difficoltà di rimediare al casino (inutile) combinato dagli autori precedenti, ma la soluzione che si prospetta non mi sembra molto meglio. Il caso Bracken era tutta un’altra storia e meglio delineato.
    Spero si concluda al più presto la vicenda che non mi prende per niente.

    Fin qui l’episodio, che sicuramente non riguarderò mai, contrariamente al solito. Di puntate del genere è pieno il mondo telefilmico e non fanno per me. Perché, come detto più volte, io sono innamorato della storia di quei due e il resto non mi interessa.
    Se manca quella, se non ci sono i loro sguardi, i battibecchi, i sorrisi d’intesa, lo scoprire l’un l’altra giorno per giorno, persino i momenti a volte stucchevoli, a me manca l’essenza di Castle, mi manca tutto.

    Guardando l’episodio, più che concentrarmi sulla trama, continuavo a pensare a come sarebbe stato un prosieguo del telefilm se la coppia non rinnovasse per un’ulteriore stagione. L’avevo immaginato e adesso ne ho la conferma: inutile.
    Inutile senza la magia di loro due.

    Accetto tutto: la separazione, la testardaggine di Kate e della sua necessità inconscia di soffrire, anche la sua incapacità di vivere e comprendere il significato di coppia, accetto persino di sentirla dire di non essersi mai resa conto, prima della separazione, di quanto Rick gli fosse necessario (ce ne ha messo per capirlo e non avrebbe forse dovuto farlo prima di sposarselo?!) perché tutto è comunque una crescita del loro rapporto. Dal primo episodio fino ad oggi.
    Però senza magia, una favola magica diventa una storia qualunque.

    • Concordo su ogni singola parola. Credo che, a monte, sia stata fatta la scelta di concentrarsi sulla coppia. In altri show, no. Quindi, se altrove riesco ad apprezzare il concentrarsi su altri personaggi, qui no, e non mi sento colpevole nel dirlo, credo dipenda proprio dall’impostazione scelta dagli autori. Io seguirò tutto il percorso della coppia. Senza coppia, pur dimostrandosi magari un prodotto gradevole, non fa per me (parlo del futuro con “gradevole”).

      • Esattamente.

        P.S.
        Dimenticavo: i complimenti per la recensione e la conseguente tua eccelsa bravura considerali ormai sottintesi. Non saprei più quali aggettivi usare senza essere monotono, con il rischio fondato che perdano persino di significato e sembrino un rituale dovuto. Il che non è assolutamente mai stato nelle mie intenzioni. Sono sicuro che comprendi e perciò lascio perdere.
        Tanto lo sai già.

  4. Syl, leggo con piacere le tue recensioni. L’ep 8×14 mi ha colpito per lo spazio abnorme dato alle battute sulla produzione televisiva. Il dialogo tra Rick e Hayley mi è sembrato molto “meta” e, attraverso l’espediente del flop del film Nikki Heat, ha incluso tutto il repertorio dei commenti negativi o al vetriolo sulla S8.Tutta questa tirata, lessicalmente ricca (vedi il rif. al thesaurus!)mi è sembrata fuori luogo in relazione al contenuto narrativo dell’ep, che certamente aveva punti molto più interessanti da esplorare. Insomma, Hawley si è tolto lo sfizio di farci il verso… Brutta sensazione, almeno per me… Tu sei molto più attenta di me nelle tue analisi, sono forse paranoica? Ad ogni modo, l’8×14 andrà dritto dritto in archivio e là rimarrà sepolto “always”. Ed ancora grazie “to
    put a smile on our faces”.

  5. Ho appena finito di guardare 8×14. E’ diventata una soap opera! Comicità da avanspettacolo e …
    stanno purtroppo facendo le prove generali per una possibile S9 ed il cambio dei leads. Hayley che fa la Beckett, persino “I am fond of you and Alexi..” E nella scena finale “Castle, you are more and more interesting”, capito il messaggio? Altro che subliminale!

    • Mi permetto di intervenire, da vedovo della coppia quale comincio a sentirmi. Temo anch’io la tua ipotesi sulla S9 (che spero sia infondata), che però si trasformerebbe nella S1 di qualcos’altro.

      Congetturando un po’ a casaccio, si potrebbero ipotizzare tre soluzioni:
      Rick + Hayley, Alexis + Hayley oppure tutti e tre insieme.
      In ogni caso, addio loft e distretto, ma soprattutto addio Kate. Ma stiamo scherzando? Non reggerebbero mai il confronto con LA COPPIA, l’asse portante di Castle. Sarebbe un suicidio annunciato.

      Con la permanenza di Rick non potrebbero più mostrarci la sua vita privata a meno che non uccidano Kate (non ci posso pensare, non è da Castle).
      Quanto alle altre due signorine, non avranno mai lo spessore del personaggio Beckett (e la grandezza di Stana), quindi si tratterebbe di qualcosa di profondamente diverso. Che senso avrebbe allora?
      L’hanno capito o no che gli 8 anni si sono retti su quei due lì?
      L’intensità della loro storia consentirebbe di proseguire perché è essa stessa a dar vita al telefilm. Nessun altra serie, che io abbia visto, ha questo ingrediente fantastico.
      A quel punto tanto varrebbe fare un’altra serie totalmente differente, simile a tutte le altre esistenti e quindi decretare la fine di Castle e della sua originalità.

      Nel caso, andrò tutti i giorni a portare fiori sulla sua tomba. Chissà, magari incontrerò qualcuno di voi.

        • Va beh, allora piangeremo tutti insieme e ricorderemo i bei tempi dicendo ti ricordi quando lui e allora lei e del suo sguardo quando le ha dato la foto autografata di quella soap oppure l’orologio del padre dopo la bomba a casa di lei e pure ma secondo te in quel momento lei aveva capito che lui…
          E quando lei per la prima volta volta gli ha detto always nel finale dell’episodio della piscina e il suo imbarazzo e poi…

      • Leggo solo ora perché sono via. Io non faccio mistero che le ipotesi di Castle senza Beckett mi ghiacciano il sangue, soprattutto visto il blind item di Ausiello sulla morte di qualcuno nel finale di stagione (di un telefim misterioso). Ora, io credo che siano tutti abbastanza disperati da fare una nona stagione incentrata su Castle PI, con Alexis e Hayley. Non vedo però come uno show con 1.1 di rating possa andare avanti un’intera stagione senza LA storia d’amore. Castle ha anche una certa connotazione di leggerezza, come potrebbero mantenerla? La storia del vedovo inconsolabile consolato da Hayley dopo 15 puntate? Se metti il morto, il vedovo deve passare almeno metà stagione buona a riprendersi. Se fai andare Beckett a DC, non puoi mettere la storia d’amore. Io di vedere Castle da solo che indaga non me ne faccio poi molto. Questo lasciando stare quello che voi dite, sacrosanto, su “Ma come vi viene in mente di non rendervi conto che il telefilm ha portato a casa otto ottimi anni (è sempre il secondo show più longevo dell’ABC) grazie ai Caskett! Non è CSI che si basa sui casi, o qualsiasi altro show di quel tipo”.
        Per il momento mantengo il sangue freddo in attesa di eventi e sperando che, piuttosto, chiudano tutto. O che, se devono fare cambiamenti, li attuino nella 9×01 o chi per essa, così io non ci sarò a guardarla.
        Aggiungo anche: il promo della 8×14 mostrava Beckett anche se non c’era. La scomparsa di Castle è legata (anche) al fatto che lui volesse, in qualche modo, salvare/proteggere/ficcare il naso (quantomeno) nei casi della futura sposa. Sono interconnessi, e ce li mostrano tali anche adesso. Quindi lo sanno da dove arriva il successo.
        (Mi sto mantenendo calma, eh. Se inizio a sbraitare stiamo qui fino alla prossima puntata).
        Comunque grazie, è sempre piacevole chiacchierare dei Caskett e vedere quanto li amiamo e difendiamo 🙂 Speriamo di farlo in occasioni migliori!

        • Probabilmente hanno sbagliato il titolo fin dall’inizio: non Castle, ma Caskett.
          Castle da solo è un personaggio indubbiamente valido, già di per sé molto superiore alla media, ma con Beckett raggiunge vette altrimenti inarrivabili.
          E’ la loro contrapposizione che ha reso unico già in partenza il telefilm. Poi la progressiva e interconnessa trasformazione personale di entrambi.
          Il loro percorso è identico alle indagini dei casi che affrontano, segue le stesse dinamiche fino ad arrivare alla soluzione. E’ parallelo, con la differenza che per la coppia la soluzione definitiva non è ancora stata raggiunta.
          Fategliela raggiungere e poi, se proprio si deve, potrete scrivere la parola fine. Anche se in realtà per noi non finirà mai, tanta è la ricchezza delle loro personalità.

          Vengono rinnovate serie acquose, insipide, ripetitive, affatto originali, che non si possono nemmeno lontanamente paragonare a questa.
          Se dipende dalla volontà del pubblico si può rimediare cambiando qualcosa. Se da quella degli attori o di uno dei due, non ci si può fare niente. Però in questo caso almeno per una volta lasciate perdere il business e chiudete la storia, magari riscrivendone la fine, con dignità.
          Fate che rimanga una perla vera fra tanta plastica e non avvilitela con false imitazioni. Lasciatela lì. Preziosa, unica.

          Tanto ci penseranno quelli come me a farla proseguire, ciascuno con la propria immaginazione e fantasia. Magari durante un viaggio in macchina da soli, oppure prima di addormentarsi.
          Perché la loro storia esisteva prima, esiste oggi ed esisterà sempre. E’ dentro di noi.

          • “The stories we love best do live in us forever so, whether you come back by page or by the big screen, they will always be there to welcome you home” (JK Rowling)

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