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Castle | Recensione 8×09 – Tone Death

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Castle | Recensione 8×09 – Tone Death

STANA KATIC, NATHAN FILLION

Bentornati, fan di Castle!
Finalmente. Finalmente i Caskett sono tornati a riempire di magia le nostre vite, dopo uno hiatus che è sembrato perfino più lungo di quello estivo.
Adesso abbiamo davanti una lunga e ininterrotta cavalcata che ci condurrà verso maggio, sempre in loro compagnia. Per non parlare della prossima settimana, quando la sorte benefica ci porterà in dono DUE puntate, una di seguito all’altra.
Troppa grazia. I nostri cuori abituati alla mortificazione dello spirito non sono pronti a tanta abbondanza. [Invece, sì, anzi ancora, grazie].

Tone Death”, scritta da Robert Bella, che firma il suo primo impegno autoriale in Castle, riapre l’ottava stagione assumendosi l’onore di fare da “winter/midseason premiere”, concetto ibrido di recente formulazione che sta a significare: poiché non soffrite abbastanza in estate, abbiamo deciso di mettere due mesi di pausa anche in inverno.
Sappiamo che i finali di stagione si chiudono con i noti cliffhanger per tenere i fan con il fiato sospeso e indurli a tornare in autunno, come se pensare di avere i nostri beniamini al sicuro ci rendesse svogliati e infedeli. Al ritorno, la puntata di apertura è importante perché dà risposta a questioni lasciate in sospeso mesi prima. La stessa moda si sta diffondendo agli hiatus invernali.
Fortunatamente, per scelta o per necessità, Castle non ci ha lasciato con nessuna spada di Damocle sulla testa.
Ha anzi chiuso – più o meno a sorpresa – la separazione dei Caskett. Non abbiamo forse trascorso un Natale splendido, immaginandoceli intenti a scartare regali chissà dove, ma uniti?
Di conseguenza questa puntata non è stata gravata da nessuna particolare aspettativa, salvo la curiosità e il desiderio di vederli finalmente felici insieme.

Tone Death” si inserisce a pieno titolo nel filone classico di Castle che, di norma, dopo aver trattato un argomento intenso o drammatico, scivola lieve su un episodio leggero, per darci modo di riprenderci.
È una puntata frizzante, divertente, interamente declinata sul versante comedy, molto piacevole. Presenta il tipico stile alla Castle, brillante e mai greve, con l’aggiunta di un cast musicale che si è dimostrato un valido arricchimento. Il caso della settimana, ambientato nel teatro dove Martha sta provando il suo ultimo spettacolo, ci ha portato nel mondo dei cantanti a cappella, dando luogo a performance molto ben riuscite.
Sono stati in grado di incorporare le canzoni in modo equilibrato (e che canzoni! Wake me up before you go-go, Hooked On A Feeling, e Tainted Love ci hanno fatto fare un tuffo negli anni ottanta e oltre), senza strafare, ma soprattutto senza annoiare (io non riesco nemmeno a guardare i musical per profondo tedio personale, figurarsi un intero episodio canterino in Castle! Mi sono felicemente ricreduta). Ho trovato geniale aver avuto l’idea di far condurre a Esposito un interrogatorio cantato in una sfida a cappella. (Huertas mi è piaciuto, ma devo dire che ho preferito gli altri).
Fantastica Martha che canta all’inizio, soprattutto il richiamo della prima strofa: “Communication is the problem to the answer“. A chi lo dici, Martha!
Anche il ritrovamento del cadavere è sembrato tornare a inserirsi nella gloriosa serie degli omicidi strani che piacciono tanto a Beckett. Più simile alla donna congelata o a quella dentro alla cassaforte, che non i morti lasciati nel solito vicolo o ritrovati al parco da jogger sospetti.

Veniamo al punto centrale della puntata: Il caso I Caskett di nuovo insieme sui nostri schermi!
Dopo un autunno di tormenti, malinconia sempre in sottofondo, strazio condiviso, facciamoci forza, non può piovere per sempre (cit.) e, infine, melodie da brughiere nebbiose, la Coppia si è riunita ed è salda come non mai. Del resto, se si amavano prima di amarsi (Primo Principio della religione Caskett), figurarsi se hanno smesso di farlo solo perché costretti a dormire lui sul divano e lei non sappiamo ancora dove, i ponti vanno per la maggiore.
L’amore Caskett non viene mai meno alle sue premesse.
Ed è anche una coppia rinvigorita dall’entusiasmo. Ripetutamente rinvigorita. A multipli di tre, se capite cosa intendo.

Sapevamo dallo scorso episodio che avrebbero tenuta segreta la loro riconciliazione perché: “Attenti, l’Occhio di LokSat (chi?) vi guarda”.
Kate vuole essere certa che al marito non succeda niente di male, e, se anche si è convinta che fare il “Lone Wolfe” non ha senso (benedetta donna, quanto tempo per capirlo… Ma noi ti amiamo così. Complicata), la sicurezza di Rick rimane per lei un punto fondamentale. Non transige.
Eccoli quindi nella loro nuova versione di “Caskett Clandestini”. A voi piacciono? Io li adoro.
Li guardo e mi viene da ridacchiare coprendomi gli occhi. Sono fantastici.
Tra parentesi: di preciso come fa a intrufolarsi dal palazzo accanto? Ha un passaggio segreto?

Ho letto che questa puntata, per il fatto che sono costretti a muoversi in segretezza, ricorda in qualche modo l’inizio della quinta stagione. È vero che anche in quel caso dovevano far finta di niente perché il Comitato Etico delle forze dell’ordine li avrebbe puniti, ma io non percepisco la stessa atmosfera. Tradotto: mi sembrano meglio adesso!
In quel caso erano due persone che muovevano i primi passi cercando la loro dimensione di coppia. Dovevano creare un linguaggio comune, trovare uno spazio di crescita condiviso. Due personalità separate, molto attratte, pronte a stare insieme, dovevano trovare la strada per costruire un solido “Noi”. Erano spumeggianti e ubriachi di euforia, ma consapevoli delle sfide che li aspettavano.

Oggi il “Noi” esiste. Sono cresciuti come coppia, hanno costruito un rapporto di profonda conoscenza, grande sintonia, forza condivisa, che li rende sicuri del loro amore.
Possono concedersi di essere rilassati, elettrizzati dalla situazione, e deliziati all’idea di poter essere di nuovo insieme.
Non devono costruire niente ex novo. Solo riallacciare i fili spezzati.

Se nella quinta stagione guardarli percorrere i loro primi passi era entusiasmante, c’era sempre la lieve apprensione, puntata dopo puntata, di capire se sarebbero stati in grado di gettare le basi di qualcosa di duraturo.
Me li godo molto di più adesso, coinvolta completamente dalla loro ritrovata felicità, senza un pensiero al mondo, se non l’incombente minaccia di LokSat che, però, a questo punto della stagione, sembra solo qualcosa che ogni tanto si ricordano di citare (“Ah, già. LokSat. Passami il sale, per favore”), più che un individuo realmente esistente che può far loro del male.
Pensiamo alla pausa pranzo, piuttosto, che ha un ordine del giorno molto più ricco!

È una Beckett molto dolce, quella che ho ritrovato. È incredibilmente felice di essere tornata nel “cerchio delle braccia” di suo marito, non tanto per condividere il fardello, ma perché il suo legittimo posto è accanto a lui. E le è mancato.
Questo ci dimostra di nuovo come la sua idea di lasciarlo sia sorta a causa di un problema esterno. Lei non ha mai avuto dubbi su di loro come coppia.
In quel momento ha valutato poco lucidamente una situazione complessa e ha preso decisioni affrettate senza ponderarle al meglio.
Una volta che Castle l’ha messa con le spalle al muro e le ha mostrato un’altra prospettiva, lei non ha avuto nessuna remora nel tornare, con gioia, al posto che le spetta di diritto: di fianco a suo marito.
In questa puntata è completamente abbandonata all’amore che prova per lui, che è più sfolgorante che mai e si rivela in tutto il suo splendore nei loro momenti rubati. È una Kate rinata, che si è lasciata alle spalle lacrime e rimorsi, e danza felice nel flusso dei suoi sentimenti più autentici.
Beckett innamorata è sempre un piacere da guardare. Le brillano gli occhi ed è cotta di Castle a livelli che, se non la vedessimo, non lo riterremmo possibile.
In questa puntata l’esultanza di essere di nuovo con lui, mista all’eccitazione dei loro incontri segreti, si rivela in tanti piccoli momenti disseminati ovunque. Perché è lì che Beckett si svela a noi: nelle sfumature.
Riporto due momenti in particolare:
– quando lo bacia sulla guancia, prima di spostarsi nel bagno fantasma del loft e si allontana con un’espressione sognante;

– quando si incontrano di fronte alla macchinetta del caffè. È un luogo pubblico e per questo devono stare più attenti che mai, e lei tiene un comportamento consono alla loro versione ufficiale. Incontrandolo da sola, la sua espressione si addolcisce per un istante, rivelandoci l’intensa portata dei suoi sentimenti.

Sono attimi quasi inafferrabili, che mi rimescolano nel profondo, molto di più dei “Ti amo, ma devo rimproverarti” o del “Vorrei baciarti”. Che mi vanno benissimo, intendiamoci. Chi sono io per frenare l’espressione verbale dell’amore Caskett? Possono anche parlarsi d’amore per l’intera puntata. (No? Via. Ci ho provato).
E come saltella spensierata e felice, dopo il loro incontro pomeridiano?

Lo stesso appagamento rilassato e giocoso riflesso nell’espressione distesa del viso di Castle, anche lui risorto dopo un periodo buio.

La situazione in bilico tra il trionfo dei sentimenti e la necessità di segretezza conduce per forza di cose a numerosi momenti comici, che attendevo impaziente, e che sono stati perfettamente resi dagli attori.
Il top si è avuto, come sempre, quando fanno recitare a Stana [Katic] il ruolo di Beckett che non sa mentire. Non ce la può fare. Mai visto una persona più negata. Le si modifica perfino la voce su: “You can’t be here“. Appena apre bocca sono dietro al divano a ridere.

Quando esce dall’ascensore con il suo bel cappotto cammello e la si sente partire da lontano con un “Castleeee” stridulo di finto di rimprovero, non ce n’è per nessuno. Io sono già piegata.

Mi ricorda questa scena della 6×20:

È una Beckett così adorabile che me la porterei via.
Lo stesso accade molte altre volte:
– quando si lamenta con Espo e Ryan nel trovarsi tra i piedi il marito durante l’indagine (dopo averlo chiamato lei!!),
– quando le confessano di sapere che Castle ha una pseudo amante e lei cerca di stare al gioco, non sapendo di cosa stanno parlando, ma fingendo a suo modo di sì,

– e quando, di punto in bianco, si inventa di uscire con il dottor Livingstone, dopo le lagne di Ryan sulla fine del loro amore in cui credeva tanto. (Vi prego, portatemelo via… ).

(Attenzione, perché la storia del dottore e di Svetlana è un attimo farsela sfuggire dalle mani. Non li vedo mentitori provetti in questo frangente. Salvateli da loro stessi!).

Mi è incomprensibile, invece, come un detective e un sergente di recente nomina non si rendano conto che è tutta una messinscena. Castle, quantomeno, riesce ad apparire abbastanza naturale, ma lei crollerebbe di fronte a un’alzata di sopracciglia, senza bisogno della macchina della verità.
La scena serale al distretto è un perfetto esempio di “ci siete o ci fate?”. Sveglia!
Da un lato il duo di cupi angeli custodi, nel ruolo di tristi moralizzatori.
Dall’altro, prima Castle che non li ascolta nemmeno e li molla con un: “Devo uscire con Svetlana, ciaone” e, subito dopo, una Beckett che, di fronte alle loro manifestazioni di affetto, taglia corto, salutandoli caramente e infischiandosene delle loro parole di conforto.

(Vi sembra una donna capace di mentire?! Come fanno a non capire?!).
Primo: i Caskett non si lasceranno mai, con buona pace di tutti.
Secondo: si vede lontano un miglio che hanno qualcosa che bolle in pentola. Nella stessa pentola.

Dovrebbero notare anche che Beckett, dopo aver fatto le sue scenate di protocollo, sembra dimenticare di odiarlo e se lo porta in giro come se fosse normale averlo intorno. Infatti. Perché è normale.
Ormai è evidente che Esposito e Ryan in questa stagione, forse da sempre, ricoprono solo un ruolo marginale di contorno al duo principale. Si sono perse ottime occasioni di renderli un po’ più centrali, e adesso è troppo tardi. Diciamo però che idioti come quest’anno non li hanno mai descritti. Il che è un peccato perché, anche se non desidero in alcun modo vedere episodi non Caskett-centrici, che si tratti di loro o di gente infilata nel telefilm senza un motivo, non è piacevole nemmeno vederli ridotti all’ombra di loro stessi.

Trovo però giusto che i due stiano dalla parte di Beckett. Lei cerca di riequilibrare l’ago della bilancia della giustizia svelando che entrambi hanno nuove relazioni, ma il duo è compatto nel sostenere lei e biasimare il marito “fedifrago”.

Non sarà forse corretto nei confronti di Castle, ma credo sia molto umano. Tra loro e Beckett c’è un rapporto molto più stretto rispetto a quello che possono aver costruito con Castle, nonostante il tempo passato insieme. Quando c’è da schierarsi, viene prima qualcuno che stimano, a cui hanno coperto le spalle in molte occasioni, salvandosi la vita a vicenda. Il cerchio dei ragazzi si stringe intorno a Beckett, come è normale che sia.

Captain Beckett

In questa puntata ho notato un’evoluzione di Beckett nelle vesti di capitano. Ho amato Badass Beckett, di cui vediamo un ritorno in gloria quando atterra il sospettato che scappa correndo (“Got a runner…” la noia di questa gente che corre sempre…), ma apprezzo infinitamente di più l’allure di potere che circonda Kate con il progredire della stagione. Sa diventare letale senza nessun bisogno di fare la spaccona o lanciare persone dalla sedia. Controlla perfettamente gli interrogatori, usando per ciascuno la tecnica giusta. È suadente e pericolosa come un serpente a sonagli. Si muove algida permettendosi anche di mostrarsi un po’ distratta per avvolgerti nelle sue spire e affondare i denti.
Quando la vedo arrivare sinuosa, pronta a versare una tazza di tè al veleno nelle porcellane di Meissen, io provo sempre l’impulso di gridare “Scappa!!”, al malcapitato di turno. (Così come quando Castle, nella scorsa puntata, è arrivato con il cappotto sul braccio. È segno che ci si deve nascondere sotto la scrivania. Sempre).
Esattamente come succede con l’ignaro ragazzo con il cardigan a scacchi e il cravattino, partendo dalla finta lusinga: “You are a real hero” (e lui che ci casca) fino alla scoperta delle carte: “What I’m wondering is… Why are you lying to me?
[Tu menti! Come osi?! Mentire a me! La Dea di tutte le questure!]
La amo. Ancora di più perché all’inizio la trovavo meno a suo agio nel nuovo ruolo, più tesa a cercare di fare il meglio per tutti, dimostrare di meritare la promozione, trovare un nuovo equilibrio con i suoi colleghi. Adesso è come se fosse nata per fare il capitano del distretto. Sono felice per lei.

Veniamo a LokSat, temibile protagonista della grande mitologia orizzontale di questa stagione.
[Riassunto: noi non sappiamo chi sia questo, e lui non sa che c’è un nugolo di gente pericolosissima sulle sue tracce, che io fossi lui, non mi terrei dalla paura].
La questione “terribile minaccia incombente” si fa viva solo una volta, quando Castle le dice: “Amata moglie, affermando che devi andare all’incontro con la Gates, non mi starai ingannando di nuovo, tante volte?”. Il che ci dimostra che, come sempre, Castle sa amare, superare e andare avanti. Ma non è stupido. E non dimentica.

Rimanendo in tema di metafore serpentesche, mi è sembrato un cobra arrotolato nel letto, assolutamente non convinto di rimanere nell’ombra e pronto invece a darsi da fare, che lei lo voglia o meno, quando verrà il momento. È determinato a risolvere la situazione nello stesso modo in cui le è stato di supporto nella vicenda Bracken. Di sicuro non starà in disparte a fare da spettatore, si mettesse pure il cuore in pace la sua bella moglie.
Anche se lei è convinta di tenerlo buono con l’incarico di “Provide Lots and Lots of Support and Comfort

e lui risponde facendo le fusa come un gatto sornione, e noi pensiamo che sono tanti carini e che bel momento per essere al mondo, la sensazione sotterranea è che non se ne starà buono per niente. Sono pronta a scommetterci.

Vorrei sottolineare che anche in questa puntata si rinnova l’abitudine degli showrunner di comunicare con il pubblico, via personaggi.

I’m just saying, I could be your secret weapon in taking Loksat down.
Trust me 007, when it’s time, you and I will take down Loksat, together.

“LokSat lo sconfiggeremo insieme”. Ottimo. Il fandom può così segnare sull’agenda: “Hanno detto che non li separeranno più”. Bene. Grazie. Possiamo dormire sonni sereni. Una bacheca per i proclami non è più comoda?

Gli ultimi minuti di puntata, inaspettati perché ero convinta che chiudessero su Martha con il gruppo di cantanti, racchiudono un mix di romanticismo, divertimento, eccitazione, spensieratezza. Le ombre lunghe della sofferenza si sono dissolte. Non ci diamo più appuntamento alla prossima settimana dicendoci: “Bella eh, per carità. Però… quel retrogusto malinconico che ci fa stringere il cuore… Mah…”.
Al contrario, quei due adesso mi fanno venir voglia di saltellare e andare in camera con loro.

Diciamo che è l’intera puntata a essere un trionfo sul fronte “Flirty Caskett“, come non succedeva da tempo.
– Al distretto (con un chiaro parallelismo alla famosa stretta di mano della quinta stagione)

– Parlando di Svetlana

Da aggiungere.
– Mi è piaciuto che il caso coinvolgesse la vita quotidiana di Martha, e ho amato vederla esibirsi. La sua teatralità innata si è adattata bene al contesto. L’ho proprio vista arrivare alle prove con tutto il suo “Marthismo”. E ho apprezzato il suo aiuto al gruppo di cantanti: “You can rise above your sorrow, and win this for Robyn“.
– Alexis continua a non dispiacermi. Sa inserirsi nell’indagine senza essere né petulante, né irritante. Certo, è sempre inspiegabilmente genio, ma ce la terremo così. (Le bolle di sapone possiamo metterle via? È stato bello una volta, alla seconda sono già diventate stucchevoli. Il sacco nero è lì che le aspetta).
– Non ho sentito nemmeno per un minuto la mancanza di Hayley e Vikram (pur preferendo uno dei due, li darei via al miglior offerente entrambi, e tanti auguri per le vostre vite. Non vi odio. È che siete inutili).
– Non ho apprezzato invece il mostrarci agaaaain il lato buffonesco di Castle, che inciampa nei suoi piedi. Dovrebbe far ridere? Non fa ridere.
– Per non parlare dell’interrogatorio condotto dai Bros. #Lanoia.
– Schiaffi bocciatissimi. Fingerò di non averli visti. Da cancellare, entrambi.

In conclusione, posso dirmi soddisfatta del primo assaggio dei Secret Caskett. È il Castle che sa costruire una puntata comedy, senza esagerare, o cadere nella banalità. È uno di quegli episodi pieni di brio che migliorano la giornata. Il famoso “dessert dopo cena” (cit.).
Ero convinta che questo secondo terzo di stagione sarebbe stato meglio del primo, che mi è sì piaciuto, per complessità, struggimento, e per le tante riflessioni approfondite sul comportamento umano che ha innescato, ma se posso averli frizzanti, innamorati, amanti e felici, non faccio di certo a cambio!
Per loro. Sono altruista.

Lo trovo un ritorno molto positivo. Voi cosa ne pensate? È sempre il Castle che vi regala ore liete?
Vi lascio il primo del prossimo episodio. Ci vediamo la prossima settimana, eccezionalmente con appuntamento in più!

13 COMMENTS

  1. Puntata briosa e ricca, sono d’accordo su praticamente tutto quello che hai scritto, sopratutto sul “dessert dopo cena”!
    E’ stato un episodio leggero e divertente. Uno di quelli che ti lascia un’aria di allegria attorno.
    Ora si va ad attendere i 2 episodi x 2 giorni. E’ da quando ho iniziato Castle con la relativa maratona delle prime stagioni che non gustavo 2 nuovi episodi in così poco tempo!

  2. Che dire Syl? Tutto quello che hai scritto è perfetto, ad avercene di meeting così!Sono talmente d’accordo con te che ti ho già ritwittato ai miei followers cosi’ che il tuo verbo si espanda. Aspettiamo i 2 episodi consecutivi (troppa grazia per noi poveri Castle OCD) e ringraziamo il cielo per questo orrendo hiatus che finalmente è finito!

  3. Finalmente lo hiatus è finito. Non se ne poteva più.
    Come al solito cogli ogni piccola sfumatura, ogni sguardo ed espressione dei nostri Caskett e riesci a descriverlo alla perfezione.
    Anche io mi sono innamorata del sorrisino che Kate rivolge a Castle nella sala del distretto. E concordo sul fatto che i bro siano davvero poco attenti e così facili da ingannare.
    Adesso attendiamo con ansia questi altri 2 episodi e, logicamente, le tue recensioni. 😉

    • Grazie! Io il sorriso l’ho visto la prima volta, sono tornata indietro e ho detto “Vedo quello che voglio vedere, forse?”. Invece no era lì 😀

  4. d’accordissimo … d’accordissimo 🙂 tutto … perfettissima e bellissima recensione (si lo so troppi “issimo” ma ci voleva …).
    Per chi “guarda” i casi ( 😀 ): quando avete scoperto l’assassino?
    Stavo rimuginando il perchè della scelta del nome “Svetlana”. Ho pensato: tolgi “v” “e” e “l” e rimane “Stana”. Coincidenze? 😉 non credo.
    Alla prossima, non vedo l’ora.

    • Grazie pan!! Io anche se ho trovato il caso meno complesso di altri e, anzi, rimasto nel piccolo senza scomodare cia o politica non avevo per niente capito l’assassino su svetlana assolutamente assonanza con stana. Mi è sembrato anche facessero riferimento su “non ti poteva venire in mente un altro nome?!” “Già non so perché quello!” Sono morta XD

  5. E’ faticoso resistere alla tentazione di dare una sbirciatina alla tua recensione prima di aver visto l’episodio. E’ invece naturalmente spontaneo precipitarsi a farlo subito dopo averlo visto. Fa parte di un’abitudine consolidata, ormai piacevolmente diventata un tutt’uno inscindibile. Una sequenza automatica che non delude mai.
    Anzi, fra le due fasi a volte la seconda in un certo senso supera in bellezza la prima e accade quando l’episodio non è granché, dal mio punto di vista, perché tu riesci a farlo sembrare migliore, essendo innamorata dei Caskett.

    Mantieni però la lucidità e il distacco necessari quando esprimi il tuo dissenso per certi momenti evitabili, uno su tutti lo schiaffo, davvero un’esagerazione inutile.

    Condivido quasi tutto ma la penso diversamente, quindi solo parere personale, su un paio di cosucce:

    – Beckett non sa mentire. Secondo me non è vero: ha facilmente mentito, soprattutto a Rick ma non solo a lui, per quattro anni prima di mettersi insieme e pure dopo (ad esempio, il colloquio a DC). Altro ancora: mentre lui le regalava quel braccialetto Always (con tutta la ineguagliabile dolcezza che contraddistingue Rick, che sa sempre catturare i momenti perfetti), l’ha guardato dritto negli occhi e gli ha mentitocon naturalezza. Idem prima della separazione, subito dopo essersi promessi basta segreti. Il grande intuitivo Rick Castle non si è mai accorto di niente, forse perché con la guardia abbassata in quanto innamorato perso.
    Adesso però, dopo tutta quella sofferenza, cambia la situazione. Infatti, pur sempre innamorato e felice della riunione, accenna a Vikram e Gates. Come era facile prevedere, l’ultimo pasticcio di Kate ha lasciato un segno indelebile che sarà sempre lì, dormiente ma presente e pronto a saltar fuori alla prima occasione, se ci sarà. Anche se lo supererà grazie alla sua immensa capacità di comprensione.

    – Paragonando, come viene naturale, i momenti della 5a in cui dovevano tenere nascosta la relazione, agli attuali, trovo una differenza sostanziale perché nella 5a si stavano ancora conoscendo e sperimentando, perciò io tendo ad inquadrare quei momenti nell’incredibile crescita del loro amore, che rappresenta la vera storia dei Caskett e che si snoda dal primo anno fino alla richiesta di matrimonio. Per questo li apprezzo di più, perché amo profondamente l’evolversi della loro storia.

    Comunque, sottigliezze, prive d’importanza. In realtà, per me ogni scusa è buona per parlare di quei due lì.

    Rimane la tua profonda capacità di cogliere gli attimi che contano e di descriverli con estrema naturalezza che non preclude ma valorizza la tua autorevolezza in materia.
    Non per fare complimenti di circostanza, ma perché è la verità evidente.

    Scusa la prolissità, ma dopo tutta questa pausa…

  6. Poco da aggiungere, puntata veramente bella, soprattutto merito dei caskett, perchè il caso…. #NonVedoCastlePerICasi. Martha stupenda, sorpresa Espo che mi è piaciuto. Sono d’accordo che non siano molto convincenti con le loro false storie, soprattutto Kate. Sono molto combattutto perchè la storia clandestina mi piace, meglio della 5 stagione, però il dottore sexy e la modella russa… Diciamo che ci possono credere giusto i BRO.
    Alle prossime puntate, come sempre grazie Syl per la puntuale analisi

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