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British Addicted #39

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British Addicted #39

Ben ritrovati cari British Addicted con l’appuntamento fisso della nostra rubrica. Come sempre abbiamo raccolto per voi tutte le news sugli show in arrivo e gli aggiornamenti sulle serie in corso per assicurarci di mantenere bella fresca la vostra (e nostra) dipendenza dal mondo british.

Cominciamo con delle notizie interessanti sui casting delle prossime stagioni di “Victoria” e “Outlander”.

Per la terza stagione Victoria darà il benvenuto a Laurence Fox (visto in “Becoming Jane” e “Elizabeth: The Golden Age”) nel ruolo di Lord Palmerston, Segretario degli Esteri, a Kate Fleetwood (“Philomena”, “Star Wars: Il Risveglio della Forza”) nel ruolo della principessa Feodora, la sorellastra della regina Victoria, Lily Travers (“Kingsman: The Secret Service”, “Doctor Who”) nel ruolo della Duchessa di Monmouth e John Sessions (“Mr Selfridge”, “Outlander”) come il Primo Ministro Jonh Russel. Altri tre attori sono stati accreditati per la terza stagione dello show, ovvero Nicholas Audsley (“The White Queen”), David Burnett e Emily Forbes, ma non è ancora stato specificato quale sarà il loro ruolo.

Nuove aggiunte al cast anche per Outlander, che, a partire dalla quarta stagione, potrà vantare niente di meno che un membro della Compagnia dell’Anello: Billy Boyd, il Pipino de “Il Signore degli Anelli”, interpreterà Gerald Forbes, un ricco Avvocato legato al personaggio di Jocasta (Maria Doyle Kennedy). Simona Brown (“The Night Manager”, “Kiss Me First”) sarà Gayle, la migliore amica e compagna di stanza al college di Brianna; Caitlin O’Ryan (alla sua prima esperienza in televisione) sarà Lizzie, una giovane donna scozzese che vivrà con Brianna una grande avventura; Natalie Simpson (“Les Misérables”) sarà Phaedre, la cameriera personale di Jocasta; infine Tim Downie (“Il Discorso del Re”, “Paddington”) sarà il governatore William Tyron, ispirato ad un personaggio storico realmente esistito.

Passiamo ora ai nuovi progetti.

Il nuovo adattamento di King Lear con Anthony Hopkins (di cui vi abbiamo già parlato negli appuntamenti precedenti) è sempre più vicino alla messa in onda, quindi iniziamo col cercare di ingannare l’attesa grazie a questa piccola preview.

https://www.facebook.com/bbctwo/videos/1554222204686942/

Dal creatore di “Dancing on the Edgeè in arrivo su BBC2 la nuova serie “Summer of Rockets, un period drama ambientato durante la guerra fredda (nel 1958). Tra i protagonisti ci saranno Toby Stephens (il capitano Flint di “Black Sails”, nonché figlio della divina Dame Maggie Smith), che interpreterà il protagonista Samuel, un ebreo russo inventore di apparecchi acustici che verrà approcciato dall’ MI5 per avere informazioni sui suoi amici, tra cui Kathleen Shaw (Keeley Hawes – “The Durrels”, “The Hollow Crown”, “Doctor Who”, “Spooks”) e Lord Arthur Wallington (Timothy Spall – “Philip K. Dick’s Electric Dreams”).

Dopo il grande successo di “Patrick Melrose”, Benedict Cumberbatch sembra già pronto a tornare sul piccolo schermo con un nuovo progetto per Channel 4. Il film per la televisione ha il titolo provvisorio di “Brexit” e racconterà la storia vera di Dominic Cummings (Cumberbatch per l’appunto) il direttore della campagna per il voto per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Il thriller politico darà voce a entrambi i lati della campagna ed esporrà le tattiche utilizzate, con lo scopo di mostrare cosa è accaduto dietro i riflettori. Le riprese inizieranno alla fine di quest’anno.

Fan di “Doctor Who” reggetevi bene alle vostre sedie perché potrete rivedere Donna e Ten di nuovo insieme! David Tennant e Catherine Tate saranno infatti i protagonisti della nuova comedy di Sky 1 “The Americons (nessun errore di battitura, si scrive proprio così), prodotta dalla compagnia Bad Wolf, fondata da due ex collaboratrici di Russel T. Davies all’epoca appunto di “Doctor Who”; la serie seguirà i piani della coppia Tate-Tennant per il loro trasferimento negli Stati Uniti. Nessun dubbio sul fatto che ci sarà da ridere di gusto.

In arrivo anche il terzo adattamento dei romanzi di Philippa Gregory, sequel di “The White Princess” e “The White Queen”, che, come vi abbiamo già detto in precedenza, avrà il titolo “The Spanish Princess. Questo capitolo della saga della dinastia Tudor seguirà le vicende della principessa Caterina di Aragona, promessa sposa di Arthur, futuro Re d’Inghilterra. Caterina avrà il volto di Charlotte Hope (“Game of Thrones”), ma sarà un grande piacere anche rivedere Laura Carmichael (Lady Edith di “Downton Abbey”) nel ruolo di Margaret Pole, che avevo apprezzato tantissimo nella serie precedente.

Inizieranno quest’estate le riprese di MotherFatherSon che seguirà le vicende di Max Kathryn e Caden, per l’appunto padre madre e figlio alle prese con i drammi famigliari. La notizia forse più interessante su questa serie è che, dopo trent’anni, vedrà di nuovo come protagonista in televisione Richard Gere; accanto a lui ci saranno Helen McCrory (“Peaky Blinders”) e Billy Howle (“Dunkirk”). Io non vedo l’ora.

Ultimo ma non ultimo, continuano gli adattamenti delle opere di Agatha Christie: dopo “And Then There Were None” e “Ordeal By Innocence” (di cui vi ha parlato Sam nello scorso appuntamento della rubrica), vedremo presto sul piccolo schermo anche “The ABC Murders(conosciuto in Italia con il titolo “La serie infernale”). I protagonisti di questo nuovo adattamento saranno John Malkovich, che si farà carico del ruolo iconico del detective Poirot, e Rupert Grint (“Snatch”, giusto per non citare unicamente il suo ruolo nella saga di “Harry Potter”) per l’ispettore Crome. BBC One sta facendo un ottimo lavoro, quindi non abbiamo dubbi sul fatto che anche questa volta sarà un successo.

https://www.facebook.com/OfficialAgathaChristie/videos/1932515996780950/

Per la sezione news è tutto, vi lascio nella mani di Walkerita per il “British Addicted Consiglia”.

Più che un “Consiglio”, questa settimana voglio proporvi un primo sguardo a una miniserie, di cui abbiamo “seguito” la produzione proprio con questa rubrica, che personalmente attendevo da tempo e che ha fatto il suo debutto sulla BBC One esattamente una settimana fa. Si tratta di “A very English scandal”, riadattamento in tre episodi del libro omonimo di John Preston e basato sulla storia vera che vide coinvolto negli anni ’60 il parlamentare Jeremy Thorpe, accusato e processato per la prima volta per il tentato omicidio dell’ex amante Norman Josiffe, poi diventato Scott.

Il primo episodio della mini-serie, scritta dal celeberrimo Russell T. Davies, ha stravolto in parte le mie aspettative di partenza ma non le ha deluse, rivelandosi dunque diverso da ciò che avevo immaginato ma sicuramente affascinante e originale nel raccontare il principio di una storia torbida di cui inizialmente non riuscivo a definire la personalità. Trattandosi, infatti, di uno scandalo di una tale portata che ha coinvolto apertamente un influente uomo politico non soltanto in una relazione omosessuale, in un periodo in cui l’omosessualità era ancora considerata un crimine, ma anche in un processo per omicidio, mi aspettavo fin dal primo episodio un’atmosfera forse più oscura e “crime”, se così vogliamo definirla, e allo stesso modo credevo di trovarmi di fronte a personalità più accuratamente celate dietro un’apparenza ben forgiata per nascondere i più inconfessabili segreti. Invece lo stile abbracciato dalla prima parte della mini-serie non soltanto è incredibilmente veloce, in alcuni tratti forse anche troppo veloce, aspetto che non mi ha permesso di capire effettivamente la reale natura della relazione tra Jeremy e Norman, ma soprattutto l’atmosfera presentata, per quanto turbolenta e progressivamente fosca si riveli, è in realtà anche paradossalmente “alleggerita”, almeno in questa fase iniziale, da un ritmo sostenuto, da un montaggio definito da tagli netti e anche da una colonna sonora originale dalle tonalità quasi frizzanti.


Perfettamente immersa nel glamour e nella vita scabrosa degli anni ’60, la storia presenta fin dall’inizio due personalità opposte e complementari: da una parte infatti, il parlamentare Jeremy Thorpe è l’emblema dell’uomo di potere equilibrato e composto che non ha paura di assecondare con inquietante determinazione ogni suo desiderio e non ha neanche particolari riserve nell’ammetterlo, almeno non davanti all’amico e collega più fidato Peter Bessell; dall’altra parte, invece, il giovane Norman Josiffe appare visibilmente preda di un equilibrio mentale e psicologico piuttosto instabile, una condizione che lo rende ben presto dipendente e sottomesso alla sicurezza di sé di Thorpe, coinvolto in una relazione in cui alterna momenti di soddisfazione a momenti di rifiuto e disprezzo dell’uomo, tanto da provare a denunciarlo ad autorità che ignoreranno la sua dichiarazione per averlo contagiato con il “virus dell’omosessualità”.

Quando le strade dei due uomini si separano, le rispettive personalità prendono maggiore forma, soprattutto negli aspetti più negativi e deleteri, e se Norman dimostra una tendenza auto-distruttiva (causata anche dai suoi problemi di depressione) ma al tempo stesso vive e racconta la sua omosessualità senza limiti e riserve, Thorpe rivela progressivamente la sua cinica indifferenza e la sua spietata determinazione nel raggiungere i suoi obiettivi mentre si rapporta alla sua sessualità con più timorata discrezione e con crescente disprezzo di quanto avesse mostrato inizialmente. I ricatti messi in moto da Norman scuotono sempre di più l’apparente stabilità della quotidianità personale e professionale di Thorpe, al punto da spaventarlo più di quanto lui stesso intendesse spaventare Norman e, di conseguenza, portando Thorpe a vagliare senza alcuna riserva l’ipotesi dell’omicidio.

 

L’aspetto prettamente politico mostrato nel primo episodio è stato probabilmente il lato della storia che ho preferito finora e le argomentazioni a supporto della legge per decriminalizzare l’omosessualità hanno dimostrato una potenza sociale non solo inaspettata ma anche straordinariamente attuale dando vita, così, a una scena magistralmente scritta e interpretata da due personaggi secondari: Arthur Gore [realmente promotore della decriminalizzazione dell’omosessualità maschile nel 1967] e Leo Abse.

Il cast della mini-serie è autenticamente britannico, nel senso che gli interpreti sono tutti volti ben noti a noi British Addicted, e oltre l’incredibilmente idoneo Hugh Grant, attirano particolarmente il mio interesse e la mia stima il sempre superlativo Ben Whishaw e l’onnipresente Alex Jennings, “accompagnato” da una seconda conoscenza “Victoriana”, vale a dire Alice Orr-Ewing [Lady Flora in “Victoria”] nei panni di Caroline, inconsapevole moglie di “copertura” di Jeremy Thorpe.

 

Anche per questo appuntamento abbiamo finito, alla prossima!

Un saluto alle pagine affiliate e a rileggerci tra due settimane!

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