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British Addicted #37

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British Addicted #37

Buona domenica a tutti! E bentornati con l’unica rubrica che vi svela le news più succulente del panorama british!

Iniziamo subito da due ex membri del ricchissimo cast di “Harry Potter” e precisamente parliamo di Tom Felton (che ha fatto parte anche del cast di “The Flash”) e Natalia Tena (che abbiamo visto in “Game Of Thrones”), i quali hanno firmato il contratto per partecipare a una nuova serie sci-fi per Youtube Red dal titolo “Origin”.
La storia ruota attorno a un gruppo di persone a bordo di una nave spaziale, le quali scoprono che qualcuno non è chi dice di essere.
La serie è creata e scritta da Mika Watkins, che ha già lavorato in “Troy: Fall of a City”. A produrla saranno la compagnia responsabile per “The Crown” e “Outlander”.

Continuano i lavori su “Gentleman Jack” per la BBC One e oggi parliamo di nuove aggiunte al cast, che si è arricchito della presenza di Gemma Whelan (“Game of Thrones”), Timothy West (“Last Tango in Alifax”) e il Quinto Dottore, Peter Davison.
La storia vede come protagonista Anne Lister, spesso descritta come “la prima, moderna donna lesbica della Gran Bretagna”, è ambientata nel West Yorkshire nel 1832 e vuole narrare di come la carismatica donna, dopo anni di viaggi, avesse deciso di risollevare le sorti della propria casata attraverso il matrimonio.
La Whelan interpreterà la sorella di Anne Lester, Marian, West il padre delle due, Jeremy, e l’ex Dottore, invece, sarà William Priestley, loro cugino.

La BBC Two nei giorni scorsi ha annunciato che la quarta e ultima stagione di “The Bridge” inizierà martedì 11 maggio alle 21 (ora britannica).

Leo Suter (che abbiamo visto in “Victoria”) si è unito al cast del thriller psicologico “Clique”, serie BBC Three, per la sua seconda stagione. La prima ha visto le protagoniste entrare in un gruppo di donne capitanate da Louise Bradley (“Sherlock”) e la storia è iniziata come un rapporto di amicizia, per poi volgere velocemente al thriller.

Ci sono notizie dal fronte “The Hour”, la serie cancellata dalla BBC Two nel 2013, il cui cast comprendeva Romola Garai, Dominic West e Ben Wishaw, oltre ad Anna Chancellor e Oona Chaplin.
Ebbene, a quanto pare ci sarebbe l’intenzione di produrre una terza stagione, ambientata nella Londra degli anni ’60, rivolgendosi a colossi come Netflix o Amazon, grazie alla candidatura dello show ai Golden Globe e alla vittoria agli Emmy.
Vi terremo aggiornati, ovviamente.

E ora parliamo dell’uomo che ha dato al mondo una delle migliori serie mai prodotte, ovvero “Downton Abbey”. Il suo creatore, Julian Fellowes, sta lavorando a ritmi impressionanti. Abbiamo già parlato di “The Gilded Age”, ma oggi siamo qui per parlare di un’altra serie, ovvero “The English Game”, con la quale egli intende narrare la fondazione del calcio moderno, unendosi a Netflix per questo progetto. La serie sarà in sei parti.
Inoltre gira voce, ma questa ve la presentiamo come un rumour, che il caro Julian voglia produrre anche una serie sulle grandi dinastie newyorkesi, a parte rispetto a “The Gilded Age”.
Quest’uomo è instancabile.
Continuiamo ad aspettare notizie anche sul film di “Downton Abbey”, Mister Fellowes.

Chiudiamo la parte delle news con Steven Moffat e parliamo ancora una volta di “Dracula”. Ospite al programma radio di Graham Norton (sulla BBC Radio 2), l’ex showrunner di “Doctor Who” e creatore di “Sherlock” (con Mark Gatiss) ha detto che il progetto sul quale i due stanno lavorando, ovvero l’addatamento televisivo di “Dracula”, sarà un po’ in stile “Sherlock” ma non ambientato in epoca moderna. “Dracula”, infatti, avrà tre episodi di novanta minuti ciascuno, proprio come il suo predecessore “Sherlock”.
Mark Gatiss ha inoltre rivelato che, se dovessero decidere di farlo apparire nello show, gli piacerebbe interpretare Renfield, il servo di Dracula.
E niente, sembra che saremo costretti a rivivere l’esperienza sherlockiana: là dove le serie vanno temporaneamente in hiatus, le serie create dai Moftiss interrompono solo per un breve periodo uno hiatus potenzialmente infinito. #MaiUnaGioia
Ciò non di meno… Alzi la mano chi aspetta con ansia questa serie (*alza entrambe la braccia e inizia a saltellare sul posto*).

Bene, anche per questa volta abbiamo finito con la parte news, per cui la parola passa ad Al con il “Btitish Addicted Consiglia”!

Questa settimana voglio parlarvi di Philip K. Dick’s Electric Dreams, serie di Channel 4 basata per l’appunto sui racconti dell’autore di fantascienza Philip K. Dick. Ogni episodio è un racconto a sé stante, quindi non c’è una trama orizzontale che si sviluppa durante questa prima stagione, ma c’è un filo conduttore che lega in senso generale tutti gli episodi, ovvero l’ambientazione futuristica e l’analisi del concetto di “umanità” all’interno di questo contesto altamente tecnologico.

Il paragone con “Black Mirror” sorge quasi spontaneo, per quanto in realtà io non apprezzi particolarmente il concetto di porre due prodotti differenti a confronto. Entrambe le serie hanno una costruzione simile, entrambe espongono un futuro più o meno vicino e più o meno distopico, alterato dalla presenza e dall’evoluzione della tecnologia, ed entrambe portano lo spettatore a riflettere, però credo che il tutto si svolga su due piani differenti. In “Black Mirror” è preponderante il senso di angoscia che scaturisce da una realtà distopica in cui la tecnologia la fa da padrone, quasi annientando l’umanità dei protagonisti, mentre in “Electric Dreams” si cerca di trasporre il senso di umanità che invece rimane anche in un universo fantascientifico. Questo giusto per dire che sarebbe sbagliato approcciarsi a questa serie pensando di trovarsi di fronte una copia o una rivisitazione di “Black Mirror”: sono due show differenti, benchè simili, e come tali vanno affrontati.

Come si vede nel trailer, la chiave di lettura di questa serie è la frase “The future is still human”. Nel confronto con una tecnologia esasperata, con forme di vita aliena, con futuri apocalittici in cui della Terra che siamo abituati a conoscere rimane ben poco, l’umanità riesce sempre e comunque a sopravvivere, anche se in forme non convenzionali. Valori come la solidarietà, la lealtà e, soprattutto, l’amore si tramandano in ogni futuro possibile, destinati a sopravvivere ad ogni cambiamento o evoluzione che invece sembra voler spingere l’uomo ad odiare i suoi simili, a farsi la guerra e ad approfittarsi delle debolezze degli altri. Non tutti gli episodi sono a lieto fine, come del resto ci si aspetterebbe da ogni buona favola che si presta ad insegnare una morale, e, per quanto a volte ci si possa sentire annichiliti dalla vittoria del nemico, la speranza rimane comunque il sottile filo conduttore che lega tutte le storie: che il futuro resti umano è un’aspettativa in cui credere con fiducia.

Come ogni serie antologica, almeno a mio parere, ci sono episodi più riusciti di altri, ma tutti, in un modo o nell’altro, portano a buoni spunti di riflessione, sono ben costruiti e soprattutto ben recitati. L’universo di “Electric Dreams” è infatti popolato da attori di grande calibro, quali Bryan Cranston (“Breaking Bad”), Steve Buscemi (“Boardwalk Empire”), Tuppence Middleton (“Sense8”), Richard Madden (“Game of Thrones”), Vera Farmiga (“Bates Motel”), Anna Paquin (“True Blood”) e tanti altri… veramente un cast stellare, che è senz’altro un valore aggiunto alla serie.

In attesa di una seconda stagione ancora da confermare (ma che i rumours danno già per scontata) avete tutto il tempo per godervi questa piccola perla scy-fy. A questo proposito, un’ultima piccola curiosità: l’ordine degli episodi varia dall’originale messa in onda sulla rete Channel 4 al  successivo passaggio su Amazon Video (che ha acquistato i diritti per la trasmissione negli USA)  – a voi la scelta su quale scaletta seguire!

 

Anche per questo appuntamento abbiamo finito, alla prossima!

Un saluto alle pagine affiliate e a rileggerci tra due settimane!

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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