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Blindspot | Recensione 2×09 – Why Let Cooler Pasture Deform

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Blindspot | Recensione 2×09 – Why Let Cooler Pasture Deform

Ebbene, anche questo mid-season finale è passato e ragazzi, sono DECISAMENTE SCONVOLTA.

Inizio subito con la notizia che tanto attendevamo: la talpa è il Dr. Borden. E lo so, tutti starete pensando: “Lo sapevo, lo sapevo che era lui!” Davvero? Perché io non ne ero così sicura.

A parte il fatto che, ve lo dico, ho odiato con tutta me stessa quelli del sito di streaming visto che come immagine di apertura hanno pensato bene di mostrarci il Dr. Borden che si allontana dall’FBI e la scritta di dialogo “Il Dr Borden è…“: ora, io non sono mai stata molto perspicace, però così ci sono arrivata pure io (e la frase terminava con “uno di noi“). GRAZIE DI CUORE MALEDETTI.

Diciamo che l’inizio di puntata non faceva presagire nulla di buono: Patterson e Borden felici come solo due innamorati ai primi mesi di uscite possono essere; chiaramente la fregatura doveva essere dietro l’angolo… e infatti! Devo dire che mi è piaciuta molto la contrapposizione che hanno creato tra la scena diciamo “idilliaca” iniziale tra i due e quella tesa e decisamente drammatica alla fine, un po’ come dire “chi ben comincia può solo peggiorare”… Ah già, non è per niente così.

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(a quel “per sempre” mi si è raggelato il sangue…)

Ma torniamo al punto della questione: Borden è risultato essere la talpa, e anche se la spiegazione che ci hanno dato del suo far parte del team Sandstorm è stata molto emozionante, ho ancora delle perplessità. In che senso? Semplice: non lo abbiamo visto per due puntate (la sei e la sette), abbiamo visto che non era presente quando Jane ha dichiarato di voler redimere Roman, quando Jane ha passato una parte del chip a Patterson… come poteva davvero sapere che lei era ancora schierata dalla parte del Team FBI?!? In fondo sappiamo che sicuramente Patterson non ha condiviso con lui dettagli delle indagini, quindi come poteva essere aggiornato?

Abbiamo visto dei flashback in cui Jane ha ricordato le sue confessioni al dottore, quelle stesse confessioni che lei gli aveva fatto ormai nella seconda puntata, in cui dichiaravano (perché alla fine è un po’ anche il dottore che la porta a esternare quelle considerazioni) che il team FBI era la sua famiglia, ma come possono quelle parole così lontane essere sufficienti a giustificare l’appartenenza di Jane al team e non a Sandstorm? Se ci pensiamo bene alla fine Sandstorm non ha fatto poi molto per avvicinare a sé Jane, per farla tornare a essere Remi: per esempio Shepherd avrebbe potuto sfruttare il suo legame con Roman, la sua ritrovata connessione con lui, e invece no. Stavo anche pensando che mi sembra assurdo, davvero assurdo, che una persona che nel suo passato è stata così importante per lei come lo è stato il Dr. Borden, non abbia scatenato in Jane il benché minimo ricordo: niente, il nulla, tabula rasa. Su, non è possibile. Va bene, ha ricordato il particolare dell’anello, ma insomma, andiamo, hanno vissuto insieme per mesi, lui e sua moglie l’hanno aiutata dopo l’attentato a rimettersi in piedi e per lei lui ha perso la moglie… varrà bene un misero ricordino tutto questo, no?!? E invece no. Solo l’anello. E l’astuzia di Patterson, la sua capacità di mettere insieme i dettagli, ancora una volta sono stati eccezionali; Jane le aveva mostrato un semplice disegno di quell’anello. Certo, lei l’aveva studiato a fondo, ma appena lo ha visto lo ha riconosciuto subito e da lì ha capito: Robert le nascondeva qualcosa, lui doveva essere legato in qualche modo al passato di Jane, quindi lui doveva essere la talpa. E la scena finale ci ha lasciati così, senza fiato, ad aspettare il 4 gennaio: TERRIBILE. Autori, vi conviene sia stata Patterson a sparare e che ci tolga dalle pelotas Borden, altrimenti vi ritroverete con un manipolo di fan incazzati come delle bestie. Primo, perché Patterson si conferma regina indiscussa del #maiunagoia di “Blindspot”, almeno romanticamente parlando; secondo, perché senza di lei cosa potrebbe fare il team? Sarebbero spacciati, e poi, seriamente, Naz le aveva appena consegnato il file di tutti i suoi sei anni di lavoro su Sandstorm, non è che ci può lasciare così senza spiegazione alcuna. Comunque ho anche pensato che il colpo potrebbe essere stato sparato da Borden, tuttavia Patterson, anche se ferita, potrebbe riuscire in ogni caso a toglierlo di mezzo e avvisare gli altri (e salvarsi, direi!)… speriamo!

Se devo commentare una delle gioie più gioie di questa puntata non posso che farlo parlando di Tasha e Reade: questi due mi rubano il cuore, giuro. Durante la visione ero davvero un po’ preoccupata del destino di Reade, i minuti di apprensione che ha vissuto Tasha li ho vissuti io stessa: ANSIA PURA. In quella situazione drammatica Reade è riuscito ancora una volta a regalarci delle parole davvero significative: “In una squadra se qualcuno muore fa parte del gioco, bisogna essere pronti a morire anche per gli altri” (more or less). E tutti avremmo voluto abbracciarlo quando ha confessato a Tasha come davvero è andata la notte della morte del coach, perché sotto sotto un po’ ce lo aspettavamo, ma fondamentalmente ci ha dimostrato di essere solo umano. E  in tutto questo per fortuna ci hanno regalato una gioia: INCREDIBILE, GRAZIE.

In tutto questo, Sandstorn ha pensato bene di salvaguardare Weller dall’attentato e Shepherd ha detto a Jane che per lui hanno altri piani: il mistero, a questo punto, si infittisce, perché non solo lo tengono d’occhio da quando era solo un cadetto, non solo hanno tatuato il suo nome sulla schiena di Jane, ma hanno dei piani ben precisi per lui. Potrebbe essere che lui sia la persona integerrima di cui hanno bisogno per ricostruire da zero tutto, per ripartire? E se invece lui fosse, inconsapevolmente, una pedina che servirà per ottenere gli obiettivi di cui hanno bisogno? Mi spiego: Sandstorm ha voluto togliere di mezzo Mayfair e chiaramente non potevano non sapere che proprio Weller avrebbe preso il suo posto, NON PUO’ ESSERE UN CASO. E se avessero voluto che lui fosse proprio nella posizione in cui si trova ora per poterli supportare (magari a sua insaputa, magari con la forza?) nell’ottenere qualcosa? A un epilogo Weller che sta con Sandstorm non posso neanche pensare. NO, NO, NO.

Detto questo, incredibilmente, Naz è ancora tra noi, e la sua storia con Weller ha continuato decisamente ad andare gonfie vele… si è visto dalla faccia di lui quando l’ha salvata che tiene a lei, si è visto dalla passione, dalla forza di volontà che ha messo nel tentativo di salvarla (e salvare Reade certo).

E, infine, veniamo a loro: Jane-Shepherd-Roman. Ho scritto apposta in quell’ordine perché nelle loro scene Shepherd non è che l’ostacolo nel legame tra Jane e Roman: la faccia di Roman quando Shepherd gli ha detto di uccidere la sorella parlava per lui. Roman è legato alla sorella, lui la vuole al suo fianco, lui la vuole con sé e non potrebbe MAI e POI MAI UCCIDERLA. MAI. Infatti, dinnanzi alla scelta, lui non ha sparato a lei ma a Sheperd; peccato che anche quello, per lui, fosse solo una prova, anche la sua lealtà è stata testata, e anche lui ha fallito. In fondo, perché Roman avrebbe dovuto sparare alla sorella? Jane è sempre stata sincera con lui, forse non si è mai lasciata andare fino in fondo, almeno non fino alla loro scena di questa puntata con il chewing gum, ma si è sempre sentita legata a lui e il loro passato in qualche modo era vivo in lei.

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L’angoscia negli occhi di Roman è stata tangibile: complimenti davvero a Luke per l’interpretazione.

Ed è bello poi vedere come i fratelli si siano difesi l’un l’altra: Shepherd alla fine non può essere una persona che conta per loro, non con la sua capacità di mettere la missione dinnanzi a loro, non con la sua noncuranza dei loro sentimenti. E vederli combattare, insieme, contro il loro “passato” è stato davvero emozionante, hanno preso una posizione e si sono ritrovati uniti, finalmente: LORO SONO UNA FAMIGLIA.

E’ stato anche bello vedere come Shepherd abbia chiamato Remi “Jane” per la prima volta, nella consapevolezza che quella dinnanzi a lei non fosse più la “figlia”, o meglio direi “l’alleata”, l’ha chiamata con il suo nome attuale, Jane. E nonostante tutto portasse a pensare a una trappola, l’outstanding di Jane nella situazione è stato davvero magistrale: lei si è dichiarata la mente dei loro piani, lei li ha coinvolti, lei ha creato tutto. Ed è un po’ quello che ci ha mostrato il flashback di Borden: la nascita di Sandstorm (se poi così davvero si chiama! Ma fra poco ci arrivo…) dalla mente e dalle ferite (del corpo e dello spirito) di Alice/Remi.

Roman, però, è rimasto ferito e deve essere curato (loro due – e Shepherd – devono essere i più caxxuti del gruppo se da soli sono riusciti a scappare da tutto il team Sandstorm!) e allora Jane lo ha portato all’ambulatorio dove l’hanno “creata”: è qui che Jane ha capito, è qui che si è resa conto che l’unica differenza tra lei e il fratello è che lei HA AVUTO UNA SECONDA POSSIBILITA’, LEI HA AVUTO UNA SECONDA VITA. E allora gli ha iniettato lo ZIP e Roman è caduto addormentato: quando si risveglierà non sarà più Roman. La domanda è: chi lo lasceranno diventare? Il team FBI, infatti, è reduce da tutta la storia di Jane, pertanto come prenderanno la presenza di un’altra persona senza ricordi ma di cui, però, LORO CONOSCONO ALCUNI DETTAGLI?!?

Non ci resta che aspettare gennaio per scoprirlo!

QUESTO E QUELLO…

  1. Chiedo scusa se non avevo capito che l’interno della torta del baby shower fosse rosa per indicare il sesso del bimbo… ho visto la punta in inglese e di notte… diciamo che non mi ha aiutata!
  2. Vogliamo parlare del fatto che, casualmente, la scossa elettrica che ha fatto saltare in aria per la seconda volta il palazzo si sia verificata proprio nell’istante in cui Weller ha salvato il fondoschiena a tutti?!? Solo nei telefilm proprio… questa potevano evitarsela.
  3. Ma Patterson si chiama solo Patterson? Come si chiama di nome?
  4. Quando Jane ha detto a Roman che li chiamano Sandstorm lui ha risposto “E’ così che ci chiamate?”… che frase strana… cosa avrà voluto dire? Jane, potevi almeno chiederglielo!!!

 

Vi lascio con il promo della première di gennaio (anche se solo pochi secondi!)… WHO WILL SURVIVE?

 

Ci rivediamo a gennaio!

 

 

 

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Nata negli anni 80, grazie al suo papà clone di Magnum P.I., cresce a pane e “Genitori in blue jeans” (dove si innamora di Leonardo di Caprio che troverà poi in quei film tanto amati come "What's Eating Gilbert Grape" o “Total eclipse”), l’uomo da 6 milioni di dollari, l’A-Team, Supercar e SuperVicky. L’adolescenza l’ha trascorsa tra Beverly Hills 90210, Santa Monica e Melrose Place..il suo cuore era sul pianeta di Mork e alle Hawaii..anche se fisicamente (ahimè) era sempre e solo nella provincia bergamasca. Lettrice compulsiva fin dal giorno in cui in prima elementare le hanno regalato Labirinth è appassionata di fantasy (Tolkien è il suo re, Ann Rice e Zimmer Bradley le sue regine) e di manga (Video Girl AI in primis per arrivare a Paradise Kiss e Nana), anche se ultimamente è più orientata a letture propedeutiche pediatriche! Ama studiare (tra laurea, dottorato e master ha cominciato a lavorare a 28 anni!!) ed imparare, ma non fatela arrabbiare altrimenti non ce ne è per nessuno!

2 COMMENTS

  1. E ringraziamo che è a gennaio!l’anno scorso é ricominciato a fine febbraio
    io so rimasta sia sconvolta che eccitata, concordo sul punto 3 soprattutto e ne aggiungo un altro: quanto è logorroica Sheperd?

    Ciao e in anticipo buone feste!!!

    • Federicuccia ciao! Shepherd parla troppo…per niente direi! E cmq per tenere testa sia a Jane che Roman deve essere una tipa davvero tosta! Buone feste anche a te, ci sentiamo dopo l’epifania!!

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